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DALL'ERMITAGE CON FURORE

Post n°114 pubblicato il 30 Settembre 2008 da zoeal
 

IL FURORE DI CHI S'ARRABBIA PERCHE' IL MEGLIO DEI CAPOLAVORI ARTISTICI DEL NOSTRO PAESE, SI TROVA PER LO PIU' ALL'ESTERO....E NEGLI SCANTINATI DEI MUSEI ITALIANI...

Dall'Umbria alla Russia e ora di nuovo in Italia: il fiero ed aristocratico adolescente disteso su un kline (nella foto),

 parte di un'urna cineraria in bronzo considerata uno dei capolavori assoluti della plastica etrusca,unico nel suo genere proprio perché in bronzo e non in pietra, ha viaggiato a lungo prima di fare ritorno in patria per la prima volta in occasione della mostra "I capolavori etruschi dall'Ermitage", al Maec, Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, dal 7 settembre all'11 gennaio. L'opera, rinvenuta in una necropoli nei pressi di Perugia nel 1842 e destinata a raccogliere le ceneri di un giovane nobile, è poi entrata a far parte della collezione del marchese Campana e successivamente approdata in Russia. La figura di Gian Pietro Campana, allora direttore del Monte di Pietrà dal 1831 e grande appassionato d'arte etrusca, ebbe notevole importanza per la raccolta di San Pietroburgo. In seguito a gravi difficoltà finanziarie (un grave deficit di bilancio nelle casse del Monte di Pietà) il banchiere fu infatti costretto a vendere all'asta tutti i suoi i beni: fu così che Stepan Gedeonov, che sarebbe poi stato nominato primo direttore del Museo Ermitage, si assicurò 500 vasi, 193 bronzi e 78 sculture, con alcuni pezzi chiave della produzione antica. E nell'Ottocento prese forma la vera e propria collezione etrusca dell'Ermitage, comprendente capolavori della scultura etrusca come quelli della tomba del Lucumone di Perugia, un tripode arcaico di Vulci, l'elmo arcaico di Canino e armi varie. Oggi nel 2008, proprio dal museo di San Pietroburgo arrivano in prestito a Cortona trenta importanti pezzi della collezione etrusca, nell'ambito della collaborazione scientifica avviata, anche attraverso la fondazione Ermitage Italia, con la città. Oltre alla preziosa urna databile intorno alla metà del IV secolo a.C., in mostra ci saranno una selezione di vasi etruschi di rara bellezza e in ottimo stato di conservazione, prodotti nelle più importanti botteghe ceramografe delle città etrusche di Vulci e Cerveteri. In mostra, per "I capolavori etruschi dall'Ermitage", ci saranno inoltre alcune urnette in terracotta di produzione chiusina che conservano tracce policrome e, tra i bronzi, una serie di statuette votive rappresentanti divinità, un sacerdote e un arciere, due specchi con figure incise e un’elaborata decorazione di carro in bronzo, in forma di divinità solare, parte quest’ultima della collezione Campana, anche questa acquisita dal museo Ermitage.  Oggi il museo statale Ermitage vanta una collezione d’arte etrusca che non è soltanto la più ricca della Russia, ma è forse la più interessante al mondo dopo quelle conservate in Italia. Alcuni pezzi arrivarono all’Ermitage già nel Settecento, durante il regno di Caterina II, ma fu nell’Ottocento che prese forma la vera e propria collezione etrusca dell’Ermitage, a partire dall'acquisizione dei vasi della raccolta Pizzati da parte di Nicola I nel 1834 e poi, per ultimo, con l'acquisizione della collezione Campana.

 

 
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HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

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"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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