Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
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OGGI SI FANNO LE BOLLE PRIMA SI FACEVAN LE GUERRE….O LE SI FANNO ANCHE OGGI, PER LO STESSO MOTIVO?
L’ordinamento politico estrusco post Cuma.
Sappiamo che fino a circa ilVI secolo a.c, le città etrusche erano rette da un monarca che accentrava in sé i poteri di magistrato e sommo sacerdote; esse erano alleate tra loro nella cosiddetta “Lega Etrusca” composta, a seconda dei periodi, da 12 fino a 15 città. Tale alleanza aveva motivi più religiosi che politici; a capo di essa, in occasione del raduno annuale delle genti etrusche, che si svolgeva presso il Santuario di Voltumna, veniva eletto il coordinatore di tale alleanza, il Lucumone, probabilmente scelto tra uno dei capi della confederazione. Che, il potere di tale capo fosse più religioso, piuttosto che politico, si capisce dal fatto che, raramente, in caso di necessità, le altre città inviavano il proprio supporto militare alle altre.
La perdita del controllo di quelle che adesso sono le coste e i porti della Campania, con la disfatta perpretrata dai Greci nel 474 a.c., segnò inesorabilmente il declino della potenza etrusca. Per l’elite aristocratica, che aveva fondato la sua ricchezza e quindi il suo potere economico e politico, sul commercio, la perdita di porti e dell’egemonia sulle rotte mercantili, fu una vera e propria catastrofe finanziaria. (PEGGIO DELLA BOLLA SUI MUTUI SUB PRIME…^__^). E’ questo ad esempio il periodo, in cui l’alta borghesia commerciale etrusca è costretta, per fronteggiare la crisi a spezzettare le grandi proprietà terriere, attraverso la loro lottizzazione e vendita a tanti piccoli proprietari (né è un esempio il contratto di vendita, denominato Tavola Cortonensis) ma le cronache ci raccontano anche che in alcune zone, i contadini (che lavoravano per il padrone secondo un sistema che assomigliava molto a quello feudale), forse particolarmente vessati, approfittarono dell’indebolimento anche militare della famiglia dominante per prendersi le terre con la forza, favorendo la cacciata degli aristocratici e la conseguente caduta della città, sotto il dominio della Roma Repubblicana. Dal IV secolo a.c, si assiste anche ad un mutamento degli assetti politici; la crisi economica e i venti Repubblicani provenienti dalla capitale Latina, crearono malumori nel popolo cosicchè la monarchia assoluta fu sostituita da un governo collegiale, di cui presumibilmente facevano parte gli esponenti delle famiglie più in vista, con poteri simili a quelli del Senato Romano. L’organizzazione (sempre con il beneficio del dubbio, perché le notizie sugli etruschi tali ci arrivano), prevedeva la presenza di un Purth ( per intenderci una specie di Presidente del Consiglio), di vari Zilath o Zilac corrispondenti ai “pretori” romani (cioè dei ministri), ciascuno dei quali si occupava di una particolare materia, c’era ad esempio quello preposto al controllo dei territori (simile al ministro della difesa e che comandava l’esercito), il ministro che si occupava del commercio e i magistrati preposti alla giustizia, poi c’erano i Maru (una specie di pubblici ufficiali che tra i diversi compiti avevano anche quello di adempiere alle cerimonie sacre). Ma se nella Roma Repubblicana, il Senato era anche la voce del popolo, questa prima forma arcaica di democrazia, in Etruria non decollò; il governo collegiale, infatti, si trasformò fin da subito in una forma di oligarchia ed il popolo continuò a non aver voce. Indeboliti, dalla crisi economica, dalle lotte intestine tra famiglie dominanti e da sommosse popolari, lasciarono porte aperte all’avanzata di Roma fino a che intorno al 280 a.c., tutti gli Etruschi delle grandi città della Toscana centro-meridionale, non erano più un popolo e dopo qualche tempo furono inseriti nella cosiddetta Tribù Arnensis, cittadini romani a tutti gli effetti.
GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto
ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.