Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

 

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FISSATI PER LE SCARPE

Post n°143 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da zoeal

Una caratteristica degli Etruschi, in un’ epoca in cui, nel resto del mondo conosciuto, si andava prevalentemente a piedi nudi o protetti con semplici sandali di cuoio, era la raffinatezza e la ricercatezza delle loro scarpe; i calzolai locali erano molto richiesti anche nella Roma antica e le calzature  finirono per far parte dei prodotti artigianali d’elite perché non erano solo dei mezzi per proteggere il piede, ma con gli Etruschi, che per quanto riguarda gli agi, nel loro periodo migliore non si privarono proprio di nulla, diventarono un accessorio, da sfoggiare in diversi colori, forme o tipo a seconda delle stagioni. Paradossalmente, la calzatura, fu anche un loro punto di forza militare almeno fino a che non fu imitata: i guerrieri Etruschi, oltre alle consuete armi, erano dotati di calzari di ordinanza di cuoio robusto, che arrivavano fin sotto il ginocchio, con una suola di legno spessa un paio di centimetri, che accompagnava il movimento del piede perché non era rigida ma composta da due parti mobili tenute insieme da appositi ganci e rinforzata sotto con tacchetti di metallo; questi antenati degli “anfibi” non solo permettevano di marciare speditamente su terreni accidentati  e di non scivolare sul fondo fangoso dei  campi di battaglia,  ma immaginatevi l’impatto sull’avversario di un calcione sferrato da un cavaliere dotato di un’arma aggiuntiva così pesante.

Ma in termini più prettamente modaioli e pacifici, le calzolerie etrusche sfornavano dalle semplici ciabattine infradito, a una specie di babucce di morbida pelle con la punta rialzata  che andavano bene sia per gli uomini che per le donne (in una tomba ne sono stati trovati dei resti che presentavano ancora la colorazione rossa), a dei mocassini leggeri con allacciatura che arrivava alla caviglia costituiti da un intreccio di lacci di cuoio, sicuramente portabili nella bella stagione, fino a mocassini chiusi (somiglianti alle nostre “polacche”) o a stivaletti al polpaccio a punta, comodissimi in caso di freddo o di pioggia. 

 

 

 
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"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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