Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
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LA LINGUA ETRUSCA: MISTERO O MODERNA CONFUSIONE?
Ci troviamo di fronte ad un paradosso per quanto riguarda gli Etruschi: la scrittura non è un mistero, conosciamo il loro alfabeto, la lettura ed il suono delle parole ma…..ci sono pareri discordi sul significato delle parole stesse vale a dire che non si ha ancora la certezza che, quella ufficiale sia proprio la traduzione giusta. A mio parere è proprio possibile che la dottrina ufficiale abbia “toppato” perché, secondo voi infatti, una civiltà considerata evoluta per quell’epoca, aperta ad accogliere con favore la cultura greca ed egizia, avrebbe limitato tutte le sue fonti scritte a semplici dediche sul retro degli oggetti (tipo: questo vaso è di Larzia…questo è il dono di Aule ecc..) oppure a quelli che si ritengano siano i nomi dei defunti scolpiti sui sarcofagi ( e che se fosse vero saremmo di fronte ad una civiltà senza fantasia poiché, questi pseudo nomi, sono così pochi che, se fossero traslati ai nostri tempi avremmo un Italia in cui si chiamano tutti Giuseppe, Beppe, Peppe, Beppino oppure Maria, Mariuccia, Mariella, Mary) o ancora,vi sembra possibile che abbiamo solo calendari e formule rituali? Va bene che il tempo e le “purghe culturali” latine hanno distrutto la maggior parte dei documenti (chissà se qualcosa sarà rimasto negli sconfinati archivi Vaticani?), ma sinceramente, questo pare troppo poco. Come avviene solitamente, la teoria che prende il sopravvento è quella emanata da studiosi di “grande nome”, però secondo me sarebbero da seguirne altre molto più accattivanti. Per esempio c’è la teoria che l’etrusco sia una lingua’”agglutinata”, come quella egizia, vale a dire, si unisce una parola, composta da un gruppo di sillabe ad un’altra così da ottenere una nuova parola che per essere letta va scomposta nelle sue componenti. In questo modo, partendo da una parola o da alcune sillabe si può ottenere un discorso ben più complesso. Partendo dall’agglutinazione e anche dalla considerazione di fatto che ci sono somiglianze tra il dialetto sardo, quello basco e l’Etrusco (cosa possibile poiché si pensa che l’antico popolo che colonizzò il Mediterraneo, non si fermò probabilmente solo nelle coste dell’attuale Toscana), lo studioso Jorge Alonso Garçia, basandosi in questo caso sul dialetto basco, ha trovato una possibile via di traduzione molto accattivante: ha preso due parole incise su un sarcofago ritenute dalla dottrina attuale il nome ed il cognome del defunto “VELTHUR ATINNAS”, Garçia le ha scomposte nel seguente modo:VELTH= oscurità UR=acqua ATIN=sulla porta NAS=sono e cioè “mi trovo sulla porta del fiume dell’oscurità” e quindi non si tratta di un nome proprio ma di una frase funebre, non a caso, nelle tombe etrusche è scolpita una finta porta, quella che i defunti dovevano attraversare per andare nell’aldilà. La cosa più sconcertante è che in basco la stessa frase è: BALTZ-URI-ATEAN-NAZ
In etrusco: VELTH-UR-ATIN-NAS….praticamente quasi uguale!
Guardate ora la riproduzione del retro di uno specchio etrusco:
E sentite cosa ha tradotto con il metodo della scomposizione e agglutinazione, lo studioso Francesco Tellini delle tre parole incise sul retro di questo specchio, recante la scena del “giudizio di Paride”, che secondo la tradizione greca doveva decidere quale tra le tre dee fosse la più bella, parole ritenute dalla dottrina ufficiale solo i nomi di Minerva, Uni e Turan:
Nel fine cesello del lucido e rotondo specchio rosa dal manico vermiglio puoi vedere scolpita piegata su un fianco una figura dall'eccitante solco arabile: è Afrodite, denudata per far erigere dura come un bastone alla vista del provocante arabile campo coniugale la verga del novello sposo, che introdotta nel solco percuote come una clava e stilla violentemente lo scorrente umore; a periodi indifferente per lo sgradevole sangue sgocciolante… Lo so, che al giorno d’oggi, questo sonetto potrebbe sembrare un po’ disgustoso (anzi lo è), ma gli Etruschi, si sa, in certe cose non ci giravano intorno….tanto da scandalizzare pure i poco pudichi romani…… |
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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.