RASNA

Si può arrivare a 37 anni e ancora non capire perfettamente le sfaccettature del proprio carattere? Nel corso dei miei secoli di vita ho capito perfettamente che sono “bacchettona” su certe cose che rientrano nel mio concetto di moralità, educazione e rispetto sulle quali non mi riesce transigere. Ho capito che ho una personalità squadrettata, c’è il bianco, c’è il nero, c’è il brutto e c’è il bello, ci sono gli amici e ci sono semplicemente quell’entità che definisco “gli altri”, le giornate mi piacciono o assolate o assolutamente temporalesche, odio quelle uggiose, umide cosiddette “mezze e mezze”; a volte mi rendo conto che non riesco a dare una esatta collocazione mentale a tutto e allora mi scatta la diffidenza, il periodo di studio e scrutamento ma non posso pretendere che il mondo capisca e quindi il mondo, alla fine spesso mi infila nel catalogo degli introversi, ombrosi e asociali, un po’ a ragione e un po’ a torto. Non sono di quelle persone che si sforzano di piacere agli sconosciuti, esordendo sempre con grandi sorrisi, parole tipo “tesoro”, “tesoruccio”, “carissimo/a” rivolte a qualcuno che hai conosciuto da appena 5 secondi. Mi ci vuole un congruo periodo di tempo, anzi anche dopo tale periodo, se la persona mi piace, non riesco ad essere mai troppo espansiva con il risultato che molte conoscenze non si approfondiscono mai. D’altronde ho avuto per questo sempre pochi amici, ma buoni e apprezzo tutti quelli che capiscono la mia lealtà anche senza che io debba ribadire continuamente con tanti convenevoli che sono leale, che mi piacciono come amici e che li stimo, perché il mio comportamento nei loro confronti vale molto di più di tante parole di circostanza anche se so che a molte persone gli slinguazzamenti piacciono tanto. Al contrario però se uno mi sta a pelle sugli zibidei, se ne accorge subito e ne sono ben felice così smamma senza tanti complimenti. Però ho anche un lato contrario: ad esempio quando mio marito ha iniziato a corteggiarmi è iniziato un conflitto tale che lui ha creduto che mi rimanesse sullo stomaco, e questo conflitto è durato per diverso tempo, punzecchiamenti, bisticci. Mi piaceva ma allo stesso tempo facevo di tutto per allontanarlo per un motivo a me tuttora ignoto; grazie a Dio, lui ha preso tutto questo come una sfida che alla fine, per fortuna ha vinto lui altrimenti non avrei mai conosciuto il mio Amore grandissimo. Non mi piace essere al centro dell’attenzione, ma allo stesso tempo da ragazzina, mi piaceva immaginarmi sul palco come una rock star; sembro piccola e pacata ma sono una tigre; sono tradizionalista ma mi è capitato di trovarmi sulla stessa lunghezza d’onda di tipi a dir poco “alternativi”; non mi reputo assolutamente una persona carismatica salvo poi scoprire a posteriori che certe persone insospettabili, in occasione di certi eventi, hanno avuto ammirazione per me. Ma poi penso, ci sarà stato un motivo per cui, quando il mio quartiere era popolato da tanti ragazzini e ci ritrovavamo fuori alle cinque del pomeriggio per giocare, io ero considerata un po’ la capobanda! Io la più piccola, sempre arrampicata sugli alberi, che non si tirava indietro di fronte ad una partita di calcio ma neanche a giocare con la Barbie; che giocava a baseball ma amava pure fare manicaretti con il Dolce Forno. Ora credo che l’immagine che do di me agli altri sia quella della personcina piccola, tranquilla, un po’ musona e chiusa ma dentro il mio piccolo corpo ho una personalità in fermento continuo che mi fa chiedere spesso: MA CHI CASPITA SONO IO?