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ROSELLE RESTAURATA

Post n°70 pubblicato il 16 Maggio 2008 da zoeal
 

Finalmente, era ora…e ridico FINALMENTE. Come etrusca di Rusel mi ero stufata di aspettare per vedere impiegati i soldini delle mie tasche e delle nostre tasche nel recupero delle nostre bellissime mura. Non che gli antenati del VI secolo a.c. avessero fatto un cattivo lavoro, anzi! Diversi tratti hanno retto terremoti, alluvioni e smottamenti del terreno e sono ancora lì, nella loro imponenza di 5 metri! Solo che era dal IV secolo a.c. che nessuno più si curava di loro, e sinceramente parlando, una struttura, seppur ben costruita, è normale che dopo quasi 2500 anni, cominciasse ad avere delle pecche! Per una parte ci aveva già pensato il Lucumone che abbiamo avuto nel 2000, mentre il Lucumone attuale ha dato ordine di restaurare un altro tratto di 130 metri (prendendosi il merito anche dell’altro, ma va beh sono politici che ci volete fare…)

ED ORA UN PO' DI NOTIZIE TECNICHE

Abitata sin dal VII secolo a.C. e abbandonata definitivamente solo nel Seicento, Roselle costituisce una delle più grandi aree archeologiche visitabili in Toscana.

L'aspetto più interessante da un punto di vista tecnico-scientifico è costituito dall'imponente cinta muraria (costruita a metà del VI secolo a.C. ma rimaneggiata in periodi successivi) conservatasi per l'intero perimetro, lungo 3.270 metri. Recenti interventi di restauro ne hanno messo in luce le caratteristiche tecniche. I criteri utilizzati nella scelta dei materiali edilizi (rocce calcaree, arenaria, galestro) furono essenzialmente basati sulla prossimità dei luoghi di estrazione ai cantieri, come sembrano dimostrare alcune cave ancora leggibili vicino alle mura. La cinta era realizzata, all'esterno, in opera poligonale, con grandi blocchi di forma irregolare posati sulla roccia appositamente spianata per assicurare stabilità. Il profilo irregolare del muro veniva, poi, uniformato con l'aggiunta di piccoli tasselli in funzione di zeppa. La facciata interna, invece, era costruita con pietre di minori dimensioni. La parte centrale fra i due paramenti veniva, infine, riempita con un conglomerato di terra e scaglie di pietre, probabilmente per garantirne un buon drenaggio.

Oggi è possibile percorrere a piedi il sentiero che costeggia le mura, ben visibili soprattutto sul lato settentrionale, dove le strutture hanno talvolta conservato fino a cinque metri della loro originaria altezza.

Anche le vestigia romane offrono interessanti testimonianze delle cognizioni tecniche degli antichi, soprattutto nel campo dell'edilizia e dell'ingegneria idraulica. Basti pensare alla grande piscina, profonda oltre due metri, delle terme di età adrianea, sulle pendici della collina nord di Roselle, o alla monumentale cisterna in muratura di epoca imperiale, impermeabilizzata con uno strato di cocciopesto, ancora visibile sulla collina meridionale. Di grande interesse sono, inoltre, i numerosi e ben conservati tratti di strada lastricata che attraversano l'abitato: tra questi, il cardo maximus mostra ancora i solchi prodotti dal transito dei carri, contrariamente al decumanus che doveva essere adibito esclusivamente ad uso pedonale.

Grazie ai restauri operati negli ultimi 20 anni, è oggi ben visibile la differenza del manto stradale che da un selciato a grossi ciottoli fluviali (via glareata) si trasforma, in prossimità del foro romano, in un basolato costituito da grossi blocchi poligonali irregolari (via silicata) incastrati tra loro e affondati in una preparazione cementizia su fondo battuto.

ahimè, i Romani hanno "ristrutturato" tutto durante la loro breve permanenza, di veramente nostro ci sono i resti di una bella villa, il pezzo di strada prima di entrare in città e soprattutto, come detto prima le MURA CICLOPICHE, che i conquistatori trovarono già belle e pronte!

 
Rispondi al commento:
zoeal
zoeal il 16/05/08 alle 18:41 via WEB
eh magari...forse era meglio se facevo l'archeologa!
 
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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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