Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

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AETHALIA

Post n°106 pubblicato il 09 Settembre 2008 da zoeal

Le naturali ricchezze minerarie della Toscana tirrenica e insulare, di cui costituiscono eloquente testimonianza i moderni musei di Campiglia Marittima, Rio Marina, Rio nell'Elba e Capoliveri, furono una delle principali ragioni della fortuna degli Etruschi sin dalla fine dell'eta' del ferro (IX-VIII a.C.). Fu proprio grazie al commercio di minerali grezzi e lavorati che l'aristocrazia etrusca riusci' ad accumulare eccezionali ricchezze, di cui facevano parte pregiati prodotti provenienti dall'Oriente. Molto probabilmente l'Elba, gia' nell'antichita' famosa per l'abbondanza dei suoi giacimenti, rappresento' nei primi secoli il principale luogo di lavorazione del materiale estratto. Sorsero cosi' i forni che giorno e notte fondevano i minerali con alti bagliori e, come narra Aristotele, dettero origine all'appellativo di Aethalia (scintilla), attribuito all'Elba dai navigatori greci e conosciuto in tutto il mondo ellenico. Ancor oggi le tracce di questa antica industria sono riconoscibili in piu' luoghi, come testimonia il piccolo museo archeologico di Rio nell'Elba che, insieme alle moderne ricostruzioni di forni etruschi del Parco Sperimentale di Portoferraio, permette di ripercorrere le tappe di questa attivita'. La gran quantita' di legname necessaria per alimentare gli altiforni dovette provocare un rapido disboscamento dell'isola. Per ovviare ai costi di trasporto del legname dalla terraferma si decise, quindi, di trasferire gli impianti di lavorazione sul continente. Populonia, in particolare, divenne dal VI secolo a.C. uno dei principali luoghi deputati alla lavorazione del ferro elbano: traccia eloquente e' il quartiere industriale della Porcareccia inserito nel Parco Archeologico di Baratti e Populonia. L'Elba non costituiva, tuttavia, l'unico bacino metallifero dell'antica Etruria. Nella zona di Tarquinia e Cerveteri abbondavano i depositi di ferro e rame, nel volterrano e nell'aretino si trovavano giacimenti cupriferi, mentre il distretto delle Colline Metallifere forniva l'area di Vetulonia di un ampia gamma di minerali pregiati (come la galena e la calcopirite, entrambe argentifere). Di quest'ultima area mineraria il sito meglio noto e piu' ampiamente indagato e' il villaggio dell'Accesa che, insieme al Museo Archeologico di Massa Marittima, restituisce un interessante spaccato dell'evoluzione della societa' etrusca in relazione, anche, alle attivita' estrattive e metallurgiche della zona.

Vi lascio due bei filmati!

 
Rispondi al commento:
mater.a
mater.a il 09/09/08 alle 11:35 via WEB
Bentornata Zoe...subito al lavoro, eh? ^_^ A me i video vengono più grandi quando uso come browser Safari invece di Firefox. Però dovrebbe esserci un altro sistema...senti, prova ad andare su Vathelblog, lo trovi tra i miei blog amici, lui è un pozzo ininterrotto di informazioni di questo tipo, davvero prezioso! A presto e baci!
 
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"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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