Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
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"Qui rise l’Etrusco, un giorno, coricato, cogli occhi a fior di terra, guardando la marina..." (V. Cardarelli)
Beffardo, ironico, enigmatico. Penso che tutti si siano chiesti il perché di tali raffigurazioni di sorrisi sui volti Etruschi. Il classico “sorriso etrusco” compare nelle raffigurazioni e nelle creazioni artistiche in terracotta o pietra, soprattutto nell’epoca più antica, quella orientaleggiante, quando la moda dell’epoca imponeva abbigliamento e trucco che si rifaceva agli Egizi e alle civiltà che popolavano l’attuale medio oriente. Così, sono arrivati fino a noi, statue e sarcofaghi in cui il de cuius era raffigurato con dei begli occhi a mandorla e che bello scherzo che ci hanno giocato i nostri predecessori, visto che per secoli molti hanno pensato che quelle fossero le vere fattezze dei loro volti ! E invece era solo l’effetto del kajal. Ma quel sorriso? Triangolare come i loro volti dal mento sfuggente (ma non erano così, in questo modo forse avrebbero voluto essere per apparire più belli e rimanere tali per l’eternità), un po’ melanconico, un po’ bugiardo. Quel sorriso che è sparito nei secoli successivi, quando Etruschi e Latini cominciarono ad essere un tutt’uno fino al momento in cui diventarono tutti cittadini di Roma. Le raffigurazioni sepolcrali si fanno allora più realistiche riproducendo perfettamente le vere fattezze del defunto con tutti i suoi pregi ma anche con tutti i suoi difetti; sono di questo periodo i bellissimi sarcofaghi conservati nel museo di Tarquinia che ci danno sfoggio dell’opulenza di una civiltà ormai decaduta, tristemente adagiata sugli antichi allori così come i ricchi etruschi sono raffiguati adagiati sulle loro grasse pance. A tale proposito è noto il cosiddetto "sarcofago dell'obeso"
Oppure la bellissima immagine di "Larthia Seianti" conservata al museo di Firenze:
Ma non sorridono più, o almeno non sorridono come prima. Ma sono i loro vecchi sorrisi quelli che sono rimasti tra la loro gente perchè se si sa osservare, si ritrovano ancora nei pochi veri Toscani, caustici, dissacratori, ironici bugiardi, fieri combattenti contro gli “scherzi della vita”.
IN EFFETTI, I PROTAGONISTI DEL "SARCOFAGO DEGLI SPOSI" (prima foto) SEMBRANO PIU' UN RITRATTO DI UNA COPPIA IN VACANZA PIUTTOSTO DI UNA CHE SI ACCINGE A RAGGIUNGERE L'ALTRA VITA!
GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto
ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.