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RASNA

semplice passione

 

« Messaggio #137LE CRONACHE DI VELIA »

LE CRONACHE DI VELIA:PRIMO ATTO 

Post n°139 pubblicato il 26 Novembre 2008 da zoeal
 

Mi presento, sono Velia Pulena, Rasna di Rusel, figlia di Larth e di Marthia Sehianti. Ho potuto seguire nel periodo più critico della nostra storia, mio padre, che in qualità di zilath itinerante, era incaricato di intrattenere il coordinamento tra i purth e gli altri zilath delle nostre città. Scrivo di nascosto nella mia stanza, a Roma, che ci ha accolto come ospiti quando tutto è volto al termine, concedendoci di vivere dignitosamente a patto di rinunciare alla nostra identità di stirpe,  nella speranza che degli ultimi anni di vita del mio popolo, sia data testimonianza.

 Corre l’anno di Roma 455 (*) l’Etruria è insidiata dalle legioni repubblicane di Roma e impegnata a difendere i propri confini; i Galli, che condividono parte del territorio etrusco, sono arretrati verso nord, qui spinti dall’esercito di Valerio, ma gli Etruschi, già da tempo cercano di assoldarli nelle loro file. Anche Umbri e Marsi, aspettano l’occasione per insorgere contro i conquistatori romani. C’è da dire che gli Etruschi, sono già profondamente in crisi, il che rende le loro città più disunite di quanto mai fosse stato. Già Volterra, si era arresa senza neppur combattere qualche tempo prima. Forti della consapevolezza, che gli Etruschi  sono ormai il ricordo dei valorosi combattenti di Porsenna, i Romani, comandati da Lucio Cornelio Scipione tentano la conquista dell’Etruria meridionale, credendo che sia  una facile missione. Ma la loro certezza è disattesa; inaspettatamente si ritrovano a fronteggiare, sempre vicino a Volterra, che aveva tradito il suo popolo solo un anno prima, un esercito frutto di una coalizione tra le più grandi città etrusche, che sembra aver ritrovato la forza e la gloria di un tempo; forti di una strategia militare praticamente perfetta, messa in atto dai propri comandanti, infliggono alle legioni di Scipione, che pur potevano contare sulla superiorità numerica, gravi perdite, poi esausti riescono a rintanarsi nelle nostre città fortificate. Scipione, non attrezzato per compiere assedi e con l’esercito decimato, retrocede verso Faleria, entro i confini già controllati da Roma, senza prima però aver messo a ferro e fuoco le campagne e seminato morte e distruzione al suo passaggio. E' una sconfitta di Roma, è vero, però l'Etruria è comuque duramente colpita nelle sue fonti di approvvigionamento. Infatti a causa dei saccheggi, le campagne si spopolano e si assiste ad un massiccio aumento della popolazione all'interno delle città fortificate, che possono  garantire più protezione, ma a fronte di  un generale peggioramento delle condizioni di vita. La conseguente incuria dei campi e dei canali di irrigazione, porta, specie nelle zone costiere, a insalubri impaludamenti. La nostra ricca civiltà, conosce in tempi brevissimi due cose con le quali poco ha avuto a che fare: la miseria e le malattie.

 (* 299 a.C.)

 
Rispondi al commento:
Kappa_A
Kappa_A il 27/11/08 alle 10:50 via WEB
e dove sono andati? in ferie?
 
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ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

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"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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