Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
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« Messaggio #137 | LE CRONACHE DI VELIA » |
Mi presento, sono Velia Pulena, Rasna di Rusel, figlia di Larth e di Marthia Sehianti. Ho potuto seguire nel periodo più critico della nostra storia, mio padre, che in qualità di zilath itinerante, era incaricato di intrattenere il coordinamento tra i purth e gli altri zilath delle nostre città. Scrivo di nascosto nella mia stanza, a Roma, che ci ha accolto come ospiti quando tutto è volto al termine, concedendoci di vivere dignitosamente a patto di rinunciare alla nostra identità di stirpe, nella speranza che degli ultimi anni di vita del mio popolo, sia data testimonianza.
Corre l’anno di Roma 455 (*) l’Etruria è insidiata dalle legioni repubblicane di Roma e impegnata a difendere i propri confini; i Galli, che condividono parte del territorio etrusco, sono arretrati verso nord, qui spinti dall’esercito di Valerio, ma gli Etruschi, già da tempo cercano di assoldarli nelle loro file. Anche Umbri e Marsi, aspettano l’occasione per insorgere contro i conquistatori romani. C’è da dire che gli Etruschi, sono già profondamente in crisi, il che rende le loro città più disunite di quanto mai fosse stato. Già Volterra, si era arresa senza neppur combattere qualche tempo prima. Forti della consapevolezza, che gli Etruschi sono ormai il ricordo dei valorosi combattenti di Porsenna, i Romani, comandati da Lucio Cornelio Scipione tentano la conquista dell’Etruria meridionale, credendo che sia una facile missione. Ma la loro certezza è disattesa; inaspettatamente si ritrovano a fronteggiare, sempre vicino a Volterra, che aveva tradito il suo popolo solo un anno prima, un esercito frutto di una coalizione tra le più grandi città etrusche, che sembra aver ritrovato la forza e la gloria di un tempo; forti di una strategia militare praticamente perfetta, messa in atto dai propri comandanti, infliggono alle legioni di Scipione, che pur potevano contare sulla superiorità numerica, gravi perdite, poi esausti riescono a rintanarsi nelle nostre città fortificate. Scipione, non attrezzato per compiere assedi e con l’esercito decimato, retrocede verso Faleria, entro i confini già controllati da Roma, senza prima però aver messo a ferro e fuoco le campagne e seminato morte e distruzione al suo passaggio. E' una sconfitta di Roma, è vero, però l'Etruria è comuque duramente colpita nelle sue fonti di approvvigionamento. Infatti a causa dei saccheggi, le campagne si spopolano e si assiste ad un massiccio aumento della popolazione all'interno delle città fortificate, che possono garantire più protezione, ma a fronte di un generale peggioramento delle condizioni di vita. La conseguente incuria dei campi e dei canali di irrigazione, porta, specie nelle zone costiere, a insalubri impaludamenti. La nostra ricca civiltà, conosce in tempi brevissimi due cose con le quali poco ha avuto a che fare: la miseria e le malattie.
(* 299 a.C.)
GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto
ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
MAGIA DEL PHOTOPAINT
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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.