Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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E SON MAREMMANACCIA….E CHI SA SE I RASENNA SU CERTI TERMINI HANNO LE LORO COLPE
Di solito ci si sofferma sulle parole toscanacce dei Fiorentini, degli Aretini o dei Senesi, ma mai su quelle dei parenti “poveri”, i maremmani. Ebbene vi aggiorno subito.
MERIA: l’ombra, ad esempio per dire sto all’ombra dell’albero: sto alla meria dell’albero
CACIO: formaggio ma questo è toscano schietto
CUDERA: dicesi di formica, quelle piccole sono i CUDERINI
SCIUGNA: il grasso del maiale, sugna.
TANTO TONO’ CHE PIOVVE: si dice di una cosa tanto attesa che finalmente è arrivata oppure di una cosa riuscita dopo vari tentativi.
SORREGGINO: la cinta dei pantaloni
OH TE! MA CHE FAI COME’L CIUCO DI MELESECCHE?: il ciuco di melesecche, secondo la storia, era un ciuchino che aveva un padrone talmente taccagno che lo voleva abituare a star senza mangiare, così, ogni giorno gli riduceva le razioni di fieno, fino a che per tre giorni non gliene dette più. Il quarto giorno il ciuco morì di stenti e il Melesecche: “ma guarda te che iella, proprio ora che s’era abiutato a stà senza mangià, m’è morto!”. Si dice di persone disappetenti che deperiscono velocemente ma si usa anche a quelli che invitati a pranzo o a cena, fanno i complimenti e mangiano pochino.
SCIMICCO: dicesi di persona che è di bocca scelta, di quelli che son tutti: “questo non mi piace, questo nemmeno”.
PEZZOLA: cencio, benda, straccio, fazzoletto.
MAMMEGLIO!: ma figurati, macchè, ma neanche per sogno!.
LEVARE IL VIN DA’ FIASCHI: prendere una decisione drastica e definitiva.
STRULLO: tra lo stupido e il citrullo.
COL SUSSI!: col cavolo!
CONIGLIOLO: coniglio
LA COLTELLA: coltello lungo da pane o da prosciutto.
LA GAZZERA: gazza
LA DATA DEL LEPRE: la cacca della lepre, chi va a caccia sa valutare da quanto tempo la lepre è passata di là e ha lasciato il ricordino.
C'HO LA LALLA: mi sento fiacco, assonnato.
ALCUNE SI USANO FORSE ANCHE DA ALTRE PARTI DELLA TOSCANA, SEGNALATE GENTE SEGNALATE!
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GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto
ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
MAGIA DEL PHOTOPAINT
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Nickname: zoeal
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Sesso: F Età: 53 Prov: GR |
LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.