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LA NINNA NANNA ETRUSCA

Post n°146 pubblicato il 09 Dicembre 2008 da zoeal
 


Non è del tutto corretto dire che tutto ciò che ci rimane degli Etruschi, sono solo le iscrizioni funebri. Esistono testimonianze infinitesimali di qualcosa che rigurada la loro vita; di una di queste scrive il poeta Aulo Persio Flacco, Etrusco trapiantato a Roma, che nelle sue Satire (2, 37-38), ci tramanda (quasi per caso) questo pezzo di ninna nanna:

“Che il re e la regina lo scelgano come genero, che le fanciulle se lo contendano, che dove posa il piede nasca una rosa”

 

UN PO’ DI NOTIZIE SULLO STOICO AULO

 

Aulo Persio Flacco nacque a Volterra il 4 dicembre del 34 d.C. da una ricca famiglia equestre etrusca. Dopo aver perso il padre in tenera eta', a 12 anni la madre volle mandarlo a Roma a studiare grammatica (sotto la guida di Remmio Palemone), retorica (con Virgilio Flavo) e filosofia, di cui gli fu maestro lo stoico Anneo Cornuto, che il giovane ammiro' moltissimo e del quale divenne amico, condividendone la dottrina stoica. Conobbe e frequento' i poeti Cesio Basso e Anneo Lucano, nonche' il senatore stoico Trasea Peto, vittima di Nerone: Persio scrisse dei versi di elogio per l'eroica Arria Maggiore, la suocera di Trasea Peto che nell'anno 42 a.C. aveva convinto a darsi la morte il marito Cecina Peto, trafiggendosi il petto prima di lui e offrendogli poi il pugnale con le celebri parole "Paete, non dolet!" ( " Peto, non fa male! "CHI SI AZZARDA A FARE COMMENTI MALIZIOSI LO LINCIO! NON E’ COLPA MIA SE SI CHIAMAVA COSI’). Persio visse la sua breve vita tutto dedito agli studi; morì a Roma, in una sua villa sulla via Appia, ancor prima di compiere i 28 anni, il 24 novembre del 62 d.C., forse per una malattia allo stomaco. Ebbe un vero culto per i libri, come dimostra la notizia pervenutaci che egli possedeva tutte le 700 opere del filosofo cinico Crisippo, che lascio' in eredita' al maestro Cornuto. Gli mancarono invece, a quanto sembra, significative occasioni di esperienze e di incontri diretti con la societa' romana, di cui egli, fondamentalmente di carattere introverso, ne critico' aspramente i costumi nelle sue satire, sulla base di una sterminata cultura libresca e di una rigida visione stoica del mondo,

e se proprio volete leggervi le sue Satire cliccate

QUI

 
Rispondi al commento:
bea_75
bea_75 il 10/12/08 alle 07:34 via WEB
28 anni sono veramente pochi.....l'inizio della sua vita mi ha riportato a Narciso e Boccadoro e della loro amicizia. (bellissimo libro) Buongiorno Zoeal come stai oggi? passata l'emicrania?
 
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"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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