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RASNA

semplice passione

 

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TARQUINIA

Post n°158 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da zoeal
 

SU GENTILE SEGNALAZIONE DELLA SORELLA DI STIRPE TIUVEIO:

(AGI) - Roma, 9 gen. - Tarquinia e' la culla della civilta' etrusca e la sua Necropoli e' tra le mete piu' importanti del Mediterraneo per gli appassionati di archeologia ed arte antica. All'interno dell' antica necropoli, e' stata aperta al pubblico una nuova tomba dipinta, decorata circa 2500 anni fa. Si tratta della bellissima tomba della Caccia al Cervo, una delle piu' suggestive del mondo etrusco. La tomba risale al 450 a.C. ed e' composta da una camera unica, con soffitto a doppio spiovente e strette banchine lungo le pareti laterali, corredate da sette incassi per i sostegni dei letti funebri. Per quanto riguarda le decorazioni, al centro del timpano della parete di fondo e' dipinto il sostegno della trave centrale del soffitto, con una bella scena di caccia al cervo, mentre nei semitimpani possiamo ammirare due pantere che si affrontano. Sulla parete di fondo e' ben visibile una scena di banchetto, con tre coppie di commensali sdraiati su klinai, i letti conviviali . Nella parete di destra un'altra bella decorazione, ben curata, con cinque figure danzanti alternate da alberelli, mentre nella parete di sinistra una figura di guerriero effettua una danza armata. Il soggetto principale di questa tomba etrusca, costituito da scene di banchetti e danza, e' molto diffuso in quel periodo, mentre la scena del timpano, con scene di caccia, trova confronto solamente in un'altra tomba, anch'essa dipinta a Tarquinia, nella famosa necropoli, dove l'affascinante mondo dei Tirreni rivive attraverso le antiche pitture, Patrimonio dell'Umanita'. Nella Necropoli di Tarquinia le immagini degli affreschi scorrono come un libro aperto, che ci aiuta a capire desideri e passioni delle genti etrusche. .

GRAZIE PER LA NOTIZIA!

in attesa di trovare immagini dei nuovi affreschi, vi lascio in religiosa contemplazione con tre esempi che si possono trovare nella necropoli di Monterozzi di Tarquinia:

 
Rispondi al commento:
TiuVeio
TiuVeio il 12/01/09 alle 20:49 via WEB
Con Lollo di Veio ho avuto un incontro ravvicinato in solitaria nel 2007. :-D Ne avevo sentito parlare dal 2005: questa opera d'arte così antica, restaurata e finalmente pronta per essere esposta nel museo Etrusco di Villa Giulia. Era una bella domenica di sole, perchè non approfittarne? Il museo purtroppo non è molto frequentato, però fu la mia fortuna: andai lì abbastanza presto e non c'erano molti ospiti. Cominciai a fare delle foto all'esterno, la villa in se' e' già molto bella, poichè all'interno non è possibile. Domandai ad uno dei custodi a che piano fosse la statua che cercavo e la divertente risposta fu che non si trovava a un piano... ma in un seminterrato! Ma come? Io che già mi aspettavo di trovarla nel mezzo dell'atrio d'ingresso con servitori a turno che lanciavano petali di rosa, vengo a scoprire che s'e' fatto "tanto rumore per nulla"??? M'incammino verso un'ala denominata "ninfeo" e mi affaccio da un balcone rinascimentale che da su una fontana centrale: un'opera d'arte meravigliosa in sé; progettata e scolpita da Vasari e da Ammannati rappresenta due divinità dei fiumi e le cariatidi. Scendo da una delle scalinate laterali, incredula che lui si possa trovare tanto in basso! Ma infine eccolo lì, nella piccola sala sotto la loggia, adibita a laboratorio di restauro. Sono quasi sollevata dal fatto che non abbia dovuto farmi dare le chiavi di uno scantinato a 'sto punto. Mi appiccico a ventosa sulla porta a vetri che mi divide da Apollo. La visibilità è scarsa, il sole lì sotto non arriva, anche se è proprio lui il dio del sole! Mi guardo intorno con sospetto: non c'è nessuno. Tiro fuori la fotocamera e la spalmo sul vetro per rubare qualche foto, convinta che sia tutto ciò che potrò ottenere da quella visita. D'un tratto alle mie spalle... "Signorina! Signorina!". Oddio, m'hanno beccata! Sarò frustata? Sanzionata? Espulsa? Mi stampo in faccia un sorrisone che fa invidia a quello di Apollo. "Aspetti, apro la porta se no non vede niente!" Apre la porta a vetri? Ma dai? "Tanto tra un po' arriva l'altro custode e gli altri visitatori, quindi devo aprire per forza!". Ah ecco. Tra un po'. Intanto sto qui da sola. Varco la soglia e in due passi sono davanti a questa terracotta di 2000 anni, perfetta anche nella sua mutilazione delle braccia. Solo una cordicella ci divide dal contatto fisico, ma basterebbe allungare una mano. Resto rapita qualche minuto da quello sguardo austero e sereno: è bellissimo. OK, me la gioco. "Senti scusa...", ormai col custode siamo passati al tu. "Maaa, senza flash... posso fare una fotina?". Lui si guarda intorno, si accende una sigaretta e fa: "Io vado a fumare, sto qui sopra, se hai bisogno chiama". Ecco. Rimango irrigidita con le dita strette intorno alla fotocamera mentre lo vedo allontanarsi. Oddio, sono proprio da sola! Il sole comincia ad intridere il cortiletto ed entra anche con discrezione nella piccola sala illuminando dolcemente Apollo. Col pensiero glielo chiedo: "Posso?". E gli scarico un servizio fotografico che manco Helmut Newton... Fortunatamente c'è una sedia. Mi accomodo sfinita dall'emozione e ne approfitto per osservarlo bene dal vivo e non da dietro il monitor di una fotocamera. Lo immagino lì in alto, sul colmo del tetto del tempio di Minerva a Veio fronteggiare il nemico Ercole, il cui busto ancora da restaurare giace lì accanto su un tavolo, coperto appena da un telo di plastica. La pettinatura è la cosa che mi colpisce di più. E' attualissima, un richiamo afro per i tempi moderni. Il diadema non è ricco e intarsiato, ma semplice e leggero per non essere al centro dell'attenzione al posto di un viso così bello. Perchè è bello. Occhi enormi, orientali, naso tipicamente greco, bocca carnosa che in realtà non sorride di gioia bensì di rabbioso cinismo verso Ercole. Il corpo è atletico, leggermente grande rispetto alla proporzione della testa. Il torace ampio, le gambe lunghe. La tunica color crema è elegantissima, raffinata e la tebenna drappeggiata addosso con naturalezza. Quasi non si nota nell'insieme la mancanza delle braccia. "Tra non molto lo portano su in sala, non ti preoccupare!". La voce del custode mi fa sussultare, cielo è passata più di mezz'ora! "Gliel'hai fatta una carezza?". Devo avere uno sguardo coi cuoricini. No, non l'ho nemmeno sfiorato, non ho osato. Magari "un'altra volta". "Sta arrivando un po' di gente, salutalo e poi vatti a vedere il resto del museo che vale la pena". OK, grazie infinite. Mi metto di fronte ad Apollo, ormai sono diventata un'adepta del suo culto. Gli prometto di tornare a Veio, a casa sua. Poi lo lascio all'orda barbara di visitatori assolutamente, sterilmente affascinati. Qualche tempo dopo sono tornata a trovarlo. Era finalmente in una delle sale principali, su un alto palco, il suo nemico eterno di fronte a lui. Su un alto palco, già. Irraggiungibile e decisamente mal visibile. A lui poco impora: il suo sguardo divino guarderà per sempre al di là di quello di generazioni di uomini. P.S. Le foto: http://www.flickr.com/photos/tiu_alethnas/sets/72157600078600405/
 
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"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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