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aruspici, maghi, antiche tradizioni

Post n°176 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da zoeal
 

Riprendo una puntata precedente a modo di promemoria. Dicesi aruspice colui che praticava l'aruspicina, pratica etrusca di arte divinatoria che consisteva nell'esame degli eventi meteorologici, del comportamento degli animali ed in particolare delle viscere (soprattutto il fegato) per trarne segni e norme di condotta.L'arte aruspicina comprendeva la determinazione del templum o la divisione del cielo secondo lo spazio sacro. Gli scrittori romani ci hanno tramandato che l'aruspice delimitava lo spazio con la direzione Cardo (Nord-Sud) e la direzione perpendicolare Decumano (Est-Ovest): si orientava verso sud e delimitava sulla mano sinistra (Est) la pars Familiaris, sulla destra (Ovest) la pars Hostilis, di fronte (Sud) la pars Antica, sul retro (Nord) la pars Postica. Il cielo veniva così diviso in 16 settori dedicati alle divinità : le divinità del NordEst erano le più favorevoli e comprendevano il sovrano celeste Tinia e la sua consorte Uni ; il settori a NordOvest erano i più infausti ed erano dedicati ai demoni dell'oltretomba. A seconda dell'apparizione nei vari settori del cielo di fulmini, o del volo degli uccelli, o di meteore e altri fatti eccezionali, l'aruspice divinizzava la volontà degli dei che governavano quel settore del cielo. Per corrispondenza anche il fegato degli animali sacrificati veniva diviso in settori dedicati alle varie divinità, che servivano a divinare per mezzo delle particolarità osservate, ci resta un modello di fegato in bronzo con le divisioni e i nomi degli dei.Gli aruspici erano vestiti con una mantello frangiato e un alto cappello conico, e tenevano in mano un bastone con l'estremità a spirale chiamata lituo, dal loro abbigliamento deriva la figura del mago. Alle donne etrusche, invece erano tramandati riti antichi e pozioni magiche preparate con l’uso sapiente di erbe, tutte le signore di buona famiglia dovevano apprendere questi segreti.

Lasciando perdere i moderni ciarlatani a pagamento, ma facendo un discorso più ingenuo e casalingo, che è rimasto oggi di questa “arte” ? In Toscana, fino a qualche decennio fa, ma forse anche ora qualche persona anziana nelle campagne si ricorda qualche rito, è esistito un rapporto molto stretto con la magia e soprattutto con le pratiche per togliere (o inviare) il malocchio e sopravvivono ancora alcune superstizioni.

Mi ricordo un rito che conosceva mia nonna per curare gli orzaioli (quelle fastidiose e dolorose infiammazioni agli occhi), c’era un periodo, quando ero bambina che ci soffrivo particolarmente e nonostante i colliri a base di antibiotici immancabilmente si ripresentavano. Mia nonna allora si ricordò di un “rito” insegnato a lei da sua madre e che probabilmente si era tramandato da chissà quanto tempo, il rito era quello della “cucitura dell’occhio” che detto così fa rabbrividire ma che in realtà è innocuo, ci vuole solo mano ferma. Consiste nel prendere ago e filo e svolgere davanti all’occhio ammalato dei movimenti come quelli che si fanno quando si cuce … devo dire che al di là dello scetticismo e della paura di essere punta, non ho più avuto orzaioli, neanche mia nonna ci credeva molto però … chissà?

Avete conoscenza di altri antichi riti innocui delle tradizioni popolari?

 

 
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Kappa_A
Kappa_A il 06/02/09 alle 18:10 via WEB
Che la Forza sia con Lei, Comandante ZZB... ^____^
 
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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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