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IL VILLAGGIO DEL LAGO DELL'ACCESA

Post n°198 pubblicato il 10 Marzo 2009 da zoeal
 

 

Il lago dell’Accesa è uno specchio d’acqua che si trova nel territorio di Massa Marittima. E’ un piccolo lago attorno al quale, da sempre si respira aria di mistero. Infatti, non se ne conosce l’origine ed esiste solo una stima anche della sua profondità perché pare sia fatto ad imbuto, sconosciuta anche la ragione delle correnti che lo muovono. La fauna e la flora acquatica sono praticamente inesistenti, anche se qualcuno del posto giura di aver visto mostri e coccodrilli. La leggenda dice che nel luogo ove ora ci sono le acque, ci fosse stato un villaggio abitato da gente bestemmiatrice e  così avida che metteva al primo posto l’accumolo del denaro per cui lavorava ogni giorno dimenticandosi anche delle feste consacrate a Dio, che volle punirli facendo sprofondare il villaggio in una voragine, la stessa dove adesso c’è il lago. Il posto è ameno, la campagna è bella, i boschi sono ombrosi; l’alone di mistero aleggia e rende l’atmosfera magica.

 E’ sulle sponde di questo lago che sorgeva un insediamento etrusco organizzato in quartieri (indicati dagli scavatori con le lettere A, B, C, D ed E), ognuno costituito da un gruppo di edifici e dotato di una necropoli.
Dei quartieri abitativi attualmente rimangono visibili solo le fondazioni degli edifici: si tratta di abitazioni con uno o più vani, talvolta muniti di un portico anteriore. La tecnica costruttiva doveva essere quella tipica delle abitazioni etrusche: fondazioni costituite da bozze irregolari, pareti in materiale deperibile, tetto coperto da tegole e coppi, pavimento in semplice argilla battuta.

Probabilmente era un villaggio dove le attività prevalenti erano quelle agricole e soprattutto quelle relative alla lavorazione dei metalli, infatti, nella zona si può parlare effettivamente di Polo Industriale metallurgico etrusco.

 

un simpatico link I MISTERI DEL LAGO

e per altre informazioni meno leggendarie THUI

 
Rispondi al commento:
adamsmith76
adamsmith76 il 13/03/09 alle 21:11 via WEB
Posto davvero incantevole e le leggende conferiscono sempre un alone di mistero che non guasta mai
 
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" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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