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DIVINITA' E DEMONI ETRUSCHI: CALU

Post n°208 pubblicato il 02 Aprile 2009 da zoeal
 

E IL DILEMMA "ITO" E "LAPIS" .... (che in realtà mi pongo solo io...)

Il Piombo di Magliano, rinvenuto nel territorio di Vulci, reca una prescrizione sacrificale riferita a Calu. Questi era, dunque, un dio della morte, ed il suo animale corrispondente era il lupo.
In Etruria non si hanno raffigurazioni certe di Calu, che viene rappresentato assieme a dèmoni piuttosto che singolarmente. Calu era una divinità legata alla morte intesa come avvenimento, non come stato, e la mentalità etrusca, come è noto, riservava maggiore attenzione proprio al momento del passaggio dalla vita alla morte.

Aita, con il capo coperto da una pelle di lupo, e Phersipnai sono la coppia che domina il banchetto perenne nell'aldilà (Tomba dell'Orco, Tarquinia). Calu era un dio della morte, ma, a differenza di Aita, era anche un dio di culto. 

Considerazioni personali: molti Toscani moderni, non parlano volentieri dei loro antenati; molti avvertono la sensazione atavica di disconoscerli, di far finta che la civiltà etrusca non sia mai esistita. Questo per alcuni motivi: per il ricordo "genetico" dell'annientamento; per secoli e secoli di lucido programma di cancellazione della memoria di un popolo; perchè ritenuti, a torto, gente triste che pensava solamente alla morte, ossessionata dalla paura dei demoni che albergavano nell'oltretomba e dai riti praticati per ingraziarseli. La realtà è stata ben diversa: la civiltà etrusca amava la vita e tutti i suoi aspetti piacevoli più di qualunque altra tanto da desiderarli anche nell'aldilà; consapevoli che la vita terrena finisce, ricercavano per il breve spazio temporale dell'esistenza, di godere di tutto ciò che la natura e la vita stessa offre. Tutto il resto è stata squallida propaganda antietrusca, che non a caso si è prolungata, specie in Toscana, ben oltre la caduta dell'Impero Romano, dato che alcuni riti e superstizioni di etrusca memoria, osteggiati e combatutti dal cristianesimo, hanno continuato a sussistere in molti luoghi anche oltre il Medioevo.

E chissà se il modo di dire dalle mie parti: "se n'è ito" che sta a significare "se n'è andato" ma anche "è morto" deriva da "Aita" il Dio del "trapasso" dal quale si è coniato il termine latino "ire-itus"...chissà chissà...

VI PONGO A TUTTI UNA DOMANDA: secondo voi....in Maremma e non so se anche in tutta la Toscana, la matita con la punta di grafite, quella grigia con cui si disegna in pratica, la chiamiamo LAPIS. Io penso che derivi da una reminiscenza latina "Lapis - lapideo, relativo alla roccia" forse riferito alla mina interna con cui si scrive...SAPETE DARMI UN'ALTRA SPIEGAZIONE? e perchè in quasi tutto il resto d'Italia, si chiama semplicemente "matita"? eppure il latino lo parlavano ovunque ...

 
Rispondi al commento:
TiuVeio
TiuVeio il 02/04/09 alle 13:23 via WEB
Riporto da un sito che ora non ritrovo: "L'Etruria antica era una confederazione di dodici città, gelose ciascuna della propria indipendenza, delle proprie istituzioni e, naturalmente, dei propri dei. Vertumno possedeva a Volsinii numerosi templi, ma il suo culto era quasi insignificante a Populonia che, invece, riservava a Fufluns, dio del vino e dell'orgia bacchica, i più bei santuari. Maris, il dio della guerra e dell'agricoltura, era onorato a Vulci e ignorato a Veio. Turms era venerato ad Arezzo e il suo nome sembra fosse sconosciuto a Tarquinia, che pure era la "capitale", se così si può dire, della religione etrusca. Sethlans, il dio del fuoco e della fucina sotterranea, era il dio protettore di Perugia: le vestigia di un grande tempio eretto in suo onore si ergono ancora accanto alla città. Ma non troviamo nessuna traccia di quel dio in città come Chiusi, Vetulonia, Marzabotto, dove gli dei Aplu, ossia Apollo, ed Hercle, ossia Ercole, godevano di notevole favore."
 
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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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