Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
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IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
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Tratto da "Etruschi in Maremma" di Alfio Cavoli
Ho già detto in post precedenti che la vita religiosa ma anche sociale etrusca, era regolata da un insieme di leggi (un misto di riti e norme di condotta) che la tradizione vuole fossero state rivelate dal nipote di Tinia, Tages, un giovinetto dall’aspetto e dalla saggezza di un vecchio, a Tarchun mentre questi si accingeva a far scavare un solco di delimitazione del confine della città da lui fondata: Tarquinia. Dopo averlo informato di aver ricevuto dallo zio Tinia l’incarico di adoperarsi per favorire lo sviluppo di un popolo capace di rispettare le leggi divine, di lavorare con onestà, di porre come base della vita quotidiana la serenità e la concordia, enunciò a Tarchun l’insieme delle leggi che avrebbero dovuto regolare i rapporti sociali, morali e religiosi del suo popolo pena l’annientamento della gente rasenna se non fossero stati osservati.
Si ritiene che questi principi che formavano “l’etrusca disciplina”, siano stati tramandati per qualche secolo oralmente ai sacerdoti ma che fu organizzata per iscritto nei “Libri Haruspicini”, “Libri Fulgurales”, “Libri Rituales”, “Libri Acherontici” e la loro derivazione dei “Libri Fatales” solo successivamente forse quando la società etrusca era stata già romanizzata ed i libri stessi messi al “servizio” dei Romani, quando a Tarquinia imperversava la potenza dell’”ordine dei sessanta aruspici” di cui facevano parte Tarquizio Prisco ed Aulo Cecina, entrambi di origine etrusca, il primo traduttore di testi etruschi in latino, il secondo amico di Cicerone ed entrambi ispiratori di alcuni scritti di Plinio il Vecchio. Tarquizio Prisco in particolare era noto per aver tradotto “l’ostentario etrusco”, una raccolta di prodigi e “l’ostentario arboreo” tra cui spicca la parte dedicata all’elenco di una serie di alberi (arbores infelices) il cui legno doveva essere bruciato per scacciare i “prodigia mala” cioè le mostruosità della natura come gli animali (ma anche gli esseri umani) nati morti perché affetti da deformità mostruose ( si narra di vitelli con due teste ecc…).
Vediamoli uno per uno:
I LIBRI HARUSPICINI: insegnavano a trarre auspici dall’analisi delle viscere di animali sacrificati, specie il fegato; contava la forma, la dimensione, il colore.
I LIBRI ACHERONTICI: corrispondevano ai libri dei morti egiziani, trattavano del mondo dell’oltretomba e dei riti di salvazione.
I LIBRI FULGURALES: i sacerdoti detti fulguratores traevano auspici dall’osservazione dei fulmini, dalla loro forma, dai punti in cui si abbattevano, dall’intensità del tuono ed avevano il compito di purificare i luoghi dove le folgori si abbattevano. I fulmini potevano essere scoccati da Tinia e da altre otto divinità. Tinia poteva scoccare quelli più potenti “manubiae” che erano però di tre tipi: “ammonitori” quindi deboli, “ maiores” terrificanti, ma Tinia poteva scagliarli solo dopo aver consultato i dodici dei consentes e “ ampliores” devastatrici, ma solo con il consenso degli dei superiores.
I LIBRI RITUALES: riguardavano le norme di culto, i sistemi per consacrare i templi e fondare i centri abitati, le norme civili e militari, la misurazione e la divisione dei campi. Questi erano legati ai LIBRI FATALES che elencavano i metodi per la divisione del tempo e dei destini umani compreso quello del popolo Rasna, da qui l’idea che esso non sarebbe durato per più di dieci secoli. Secoli dei quali solo i primi quattro sono risultati costituiti da 100 anni esatti, mentre i restanti hanno avuto durata variabile influenzata da eventi che secondo la disciplina, il verificarsi determinava la fine di un secolo e l’inizio di un altro.
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GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
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ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
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POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.