Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

 

Ciao Mike

Post n°262 pubblicato il 08 Settembre 2009 da zoeal

Voglio ricordarlo così, in una delle immagini che ha fatto storia, insieme ad un altro grande, che oggi ha raggiunto in Cielo

 

 
 
 

Ricchezza Etrusca

Post n°261 pubblicato il 06 Settembre 2009 da zoeal
 

OREFICERIE ORIENTALIZZANTI A VETULONIA E MARSILIANA DI SIMONA RAFANELLI

La conferenza, svoltasi ieri sabato 5 settembre presso l’aula del museo di Storia Naturale a Grosseto, ha ripercorso i tratti salienti delle mostre allestite presso il Museo Archeologico di Grosseto (Signori di Maremma) e di Vetulonia (Sovrani etruschi dei due mari da Vetulonia e Verrucchio), che in realtà sono un tutt’uno pur svolgendosi a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, mostre volute e approntate grazie alla passione della Dott.ssa Simona Rafanelli (responsabile del museo di Vetulonia) e della Dott.ssa Mariagrazia Celuzza (responsabile del Museo di Grosseto).

Si parte con l’illustrazione dei molti pezzi unici esposti alla mostra di Grosseto di cui riporto solo alcune particolarità.

Così si scopre che il corredo della tomba dei Flabelli di Populonia è la prima volta che viene esposto in un luogo relativamente vicino al posto di origine perché sono decenni che viaggia per mostre itineranti in tutto il mondo. Io e la Tiu ci eravamo chieste come facessero a sventolare flabelli di bronzo: la risposta è che il flabello ritrovato nella tomba è una riproduzione ad uso funerario del vero in un materiale destinato a seguire la defunta per l’eternità; il ventaglio originale probabilmente era composto da piume e riproduceva quelli in uso presso la civiltà Sumera.

La civiltà Sumera: l’utilizzo di animali fantastici come i leoni alati, le testine ornamentali femminili con le lunghe trecce arcuate all’estremità e adornate al collo con collari d’oro ad uno o più giri, i pendagli e le figurine a scimmietta in posa da pensatore, l’anello a ciambella che fungeva da ferma trecce e che si ritrova nelle civiltà mesopotamiche, il piccolo scettro reale identico a quello rappresentato nelle sepolture hittite

l’utilizzo della tecnica della filigrana (nata in oriente) applicata insieme a quella della granulazione, del filo d’oro a torto e dello sbalzo (tipicamente vetuloniesi),

 fa pensare che a Vetulonia intorno al VII-VI secolo a.C. fossero giunte delle maestranze Sumere o Hittite. La stessa statuetta femminile d’avorio dalla lunga treccia, nell’atto di raccogliere il latte dalla mammella, detta “della Dea”, che in origine era ricoperta da una sottile lamina d’oro, è molto simile alle rappresentazioni della dea orientale Ishtar, un’elaborazione dell’antica dea Madre, fonte di vita e di fecondità.

L’elettro: lega di oro ed argento che piaceva tanto ai nobili di Marsiliana.

la fibula Corsini (esposta al pubblico per l’occasione) ritrovata a Marsiliana,

si ritiene proveniente dagli artigiani ceretani e non da Vetulonia. Come da Cerveteri proveniva probabilmente il principe Rachu Kakanas, il Duce di Vetulonia, di cui oltre al ricco corredo funerario, ci è giunta la copertura d’argento dell’urna, sulla quale in un angolino è stato inciso il suo nome.

 Il nome Kakanas infatti lo si ritrova tra la nobiltà ceretana: chissà il motivo per cui si era trasferito a Vetulonia!

La scrittura: la tavoletta scrittoria di Marsiliana (della dimensione di un'agendina) racchiude il più antico alfabeto etrusco mai ritrovato. Nel VII secolo a.C, era l'elite altolocata che aveva la conoscenza della lettura e della scrittura ma la cosa più sconcertante per quell'epoca è che tra questi privilegiati c'erano anche le donne, visto che la tavoletta faceva parte di un corredo funebre femminile. (avete capito rumach e greci che volevate la donna solo a tessere e filare?)

 

L’ambra: gli etruschi la facevano venire dal Baltico; il maggiore centro di smistamento era Verrucchio, città etrusca vicino a Rimini, sorto antecedentemente a Marzabotto.

L’ambra veniva lavorata in loco ma anche esportata grezza a Vetulonia dove era trasformata in gioiello dalle maestranze locali. E’ evidente infatti la diversità di stile tra le due lavorazioni ed è evidente anche la diversità di conservazione dei manufatti. Verrucchio infatti ha una particolarità: grazie alle caratteristiche del suolo ed alle infiltrazioni di acqua salmastra, è l’unica zona al mondo che ha permesso la conservazione di manufatti in legno, tessuti e gioielli.

Nel suo museo è conservato sotto atmosfera controllata un trono ligneo lavorato con figure e intarsi, quasi integro, vari esempi di poggiapiedi lignei, anche le impugnature di coltelli e spade normalmente in materiale deperibile si sono conservate, ma soprattutto a Verrucchio si possono ammirare gli unici TRE esempi al mondo di tebenne etrusche in lana conservatisi dopo 2600 anni! Basta dire che quello esposto a Vetulonia è il pezzo più piccolo e più deteriorato (circa un metro quadro). Tutti i pezzi che il museo di Vetulonia ha ottenuto di mostrare, sono quelli che il museo di Verrucchio può permettersi di tenere nei magazzini: chi ha visto la mostra è testimone della loro bellezza per cui mi posso solo lontanamente immaginare come siano quelli esposti nelle sale del museo di Verrucchio! Un posto che necessariamente dovrà essere visitato.

Un grazie di cuore alla Dott.ssa Simona Rafanelli.

 
 
 

Maremma! che caciara!

Post n°260 pubblicato il 04 Settembre 2009 da zoeal
 

L'Apollo (quello di Sarteano) ha vissuto a lungo nell'entroterra Chiusino ed anche nell'entroterra Maremmano. Io sono nata e vissuta sulla costa Maremmana. La cosa che accumuna queste parti della Toscana del sud ( non essendoci vissuta non so se anche i Toscani di altre zone sono così) della quale l'altra sera abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione (causa rumorosa festicciola di compleanno svoltasi proprio nei giardini sotto le finestre di casa mia), è la rumorosità e la grezzeria delle esclamazioni che il maremmano si scambia quando è in completa a amicizia e quindi non si regola e si sbraca completamente.

Alcuni esempi di saluti amichevoli (rigorosamente ad alta a voce)

- Oh, se' venuto anche te? quant'è che 'n ti vedevo! tu schiantassi! come stai?

- Accident'atte come ti vedo bene!

Per la festa del vino a sera quando sono tutti mezzi ciucchi

- Oh te come ce l'hai?

- Ce l'ho grossa! ( non sogghignate non c'è alcun riferimento sessuale)

- No ce l'ho io più grossa! -

- Io ce l'ho più grossa di te!-

e poi tutto un tripudiodi OH, chiamarsi con il fischio e ri OH... eccetera.

Siccome io e marito siamo per natura piuttosto silenziosi, il dubbio mi sorge spontaneo: non sarà mica che etruschi son gli altri? Altrimenti ciò spiega perchè sono stati sconfitti dai romani... facevano talmente chiasso che i loro eserciti erano localizzabili a miglia di distanza... i messaggi non se li inviavano con i piccioni... ma se li gridavano direttamente da una montagna all'altra...

Oppure al contrario, Etruschi siamo noi e gli altri, naturalmente, sono indovinate?   Longobardi! mi pare ovvio.

 

 
 
 

Eccole quaaaaaa!

Post n°259 pubblicato il 31 Agosto 2009 da zoeal
 

Finalmente due facce da blog che si incontrano in carne ed ossa! il piacere e l'emozione di conoscersi in una caldissima giornata d'agosto (martedì 18) in cui la Tiu mi è venuta a trovare in Maremma. Una giornata in giro per musei e a trovare gli antenati! Sperando di non averla avvelenata con il pranzo cucinato da me... stai bene?

Che bella giornata è stata vero?

Alla prossima! Verrò sicuramente a visitare Villa Giulia e spero il più presto possibile!

La foto dell'evento: qua eravamo un pò stanche per aver appena finito di costruire la capanna villanoviana... l'Apollo (ehm ehm) di Sarteano ha immortalato l'evento:

a proposito per chi non fosse avvezzo a gironzolare tra questi lidi... la Tiu è quella longobarda...  (no cara sorella di stirpe, non mi picchiare... aiut... argh... sogh...)

 

per tutte le foto, vedere gli album pubblicati qui su Libero nella sezione "foto".
 

 

 
 
 

L'Apollo di Piombino

Post n°257 pubblicato il 25 Agosto 2009 da zoeal
 

La statua (cm.115), che si trova (purtroppo) al museo del Louvre di Parigi, mentre a Piombino ne abbiamo solo una copia (nella foto) fu rinvenuta al largo di Baratti (Populonia) nel 1832, presso la Punta delle Tonnarelle. Il Dio, nel suo incedere serenamente calmo, doveva sostenere con la mano sinistra l'arco e con la destra forse la preda. " Il viso, mosso da un appena accennato sorriso, è uno slancio di gentilezza luminosa che si propone al nostro sentire come l'ideale raggiungimento di un'armonia spirituale che supera di certo l'umana condizione" (Aldo Mazzolai).
Sin dall'epoca del suo ritrovamento, l'Apollo ha alimentato complessi dibattiti tra gli esperti del settore, per stabilirne la scuola di provenienza ed una verosimile datazione.
Gli studiosi giudicano l'Apollo come opera greca degli inizi del V secolo a.C. o romana della prima età imperiale. È comunque considerato una rielaborazione della statua di culto creata dallo scultore Kanachos di Sicione per il tempio di Apollo Philesios a Mileto, intorno al 490 a.C., descritta da Plinio il Vecchio ed oggi perduta, forse destinata ad un ricco collezionista locale etrusco o commissionata per un tempio prima che una tempesta non se la portasse via insieme alla nave che la stava trasportando. 



Questa è l'immagine delicatamente poetica che ci dà di lui lo studioso recentemente scomparso Aldo Mazzolai in "Miti ed eroi classici nell'Etruria Maritima (tra Cecina e Corneto) Editrice Innocenti (si proprio la stessa de I Medaglioni):


"Non la nave di Ulisse, il legno e la sua compagna picciola navigante di costa in costa e poi per l'alto mare aperto verso lontane o segrete mete, ma un'umile paranza da pesca con la sua vela latina e il sacco a strascico, portò alla luce nel secolo scorso, intorno al 1830, la statua in bronzo di Apollo, sotto la punta delle Tonnarelle, secondo il racconto del barone Raoul Rochette. Trascinato dalle reti, il corpo del dio" quanto di più alto, glorioso ed a un tempo luminoso si possa pensare" apparve alla brutalità e alla confusione di questo mondo, nella luce dell'astro con cui si identifica. Aveva, con quelli delle alghe, i mille colori dell'abisso, che presto, però, svanirono, come acqua che sgronda. Nella purificazione della luce poi si svelò la delicata giovinezza del dio. Oltre la scienza di Talete il più puro di tutti i fiori sbocciati nelle epifanie dal mare restituì all'uomo la sublime commozione della poesia e instaurò l'ordine spirituale, la sapienza, l'onniveggenza, l'armonia e la solarità della bellezza.E il monte, che prima era spoglio, si coprì d fronde d'oro, e una fragranza si sparse per il mare. Chiari, benevoli, luminosi venti vennero da lontano, dai mari del silenzio, e portarono luce e profumi di isole perdute nella fantasia. Lo spirito del dio greco avvolse la nave e gli uomini turbati."

 
 
 

La storia, la bellezza

Post n°256 pubblicato il 23 Agosto 2009 da zoeal
 

MASSA MARITTIMA

EVENTI AGOSTO 2009

Domenica 30 Agosto
Balestro del Girifalco

1 Settembre
Fiera Ghirlanda

Inoltre, rimanendo in tema di Etruschi, molto interessante è il Museo Archeologico di Massa Marittima

 
 
 

Fa caldo...

Post n°255 pubblicato il 19 Agosto 2009 da zoeal
 

Datemi un flabello...

che cosa ne vuoi fare?

lo voglio dare in testa, a chi non mi va!

E' già, pare un oggetto d'offesa piuttosto che un ventaglio, chissà che fatica sventolare per aria questo attrezzo di bronzo... la schiava addetta allo scopo doveva avere due braccia da scaricatore di porto!

 
 
 

QUIZ ESTIVO: L'OGGETTO MISTERIOSO

Post n°254 pubblicato il 16 Agosto 2009 da zoeal
 

 visto che siamo oltre metà agosto e quindi.......

QUIZZONE DA SPIAGGIA!

CHE COSA E'?

p.s.: non si vince niente, date sfogo alla vostra fantasia

 
 
 

14 agosto

Post n°253 pubblicato il 14 Agosto 2009 da zoeal
 

Che ha di particolare il giorno di oggi?

bazzecole, quisquiglie, frinzellacchere... non lavoro più dopo nove anni!

Speriamo solo che a causa del cambio di vita non mi tocchi far così per far la spesa

 
 
 

SSSSSSSTRESSSSSSS

Post n°252 pubblicato il 11 Agosto 2009 da zoeal
 

NON

 NE

 POSSO

PIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU'

   

 
 
 

assente mio malgrado

Post n°251 pubblicato il 05 Agosto 2009 da zoeal
 

Scusate se in questi giorni non ho risposto ai vostri commenti ma ho avuto da fare, mio malgrado con una crisi terribile di emicrania che mi ha costretto a letto domenica (eh sì, arriva sempre il fine settimana) lunedì e martedì. Oggi sono tornata alla luce e spero tanto che episodi come questo che vanno in barba alle pasticche e che battono tutti i record di durata e di intensità non si ripetano più.

Grazie a tutti quelli che sono passati di qua! Nel frattempo riorganizzerò dei nuovi post, non nell'immediato perchè devo sfruttare proficuamente gli ultimi dieci giorni lavorativi nell'attuale posto di lavoro e avrò parecchio da fare!

 
 
 

IL BELLO DEI TOPONIMI

Post n°250 pubblicato il 28 Luglio 2009 da zoeal
 

...E' che non sai mai con esattezza se quel nome si è originato per puro caso o se porta dietro di sè una storia molto più affascinante...

SEGGIANO

Comprensorio del Monte Amiata (GR), in cui la presenza etrusca è documentata, seppur non organizzata in grandi città (pare). Il centro, anch'esso di origine etrusca, si trovava al confine tra il territorio di Roselle e quello di Chiusi, in una zona che fungeva da crocevia per il trasporto delle merci "tra i due mari". Zona ricca di agricoltura, soprattutto a vocazione olivicola, anni fa, in una spianata poco distante il paese furono rtrovati, spezzettati dall'aratro numerosi frammenti relativi ad un deposito votivo piuttosto consistente e un'antefissa a testa femminile in terracotta che in quanto ad arte coroplastica non ha nulla di che invidiare alle più note antefisse del tempio di Veio ed è conservata al Museo di Grosseto. Un'altra, molto danneggiata dalle intemperie, si trova murata sulla parete esterna di una casa del paese, utilizzata secoli fa come materiale da riciclo. Il tempio era quindi importante, ma a chi era dedicato? Alcuni pensano che sia stato dedicato al culto di Giano, da qui il toponimo "Seggiano". Chissà?

MONTEGIOVI

Se il ragionamento fosse vero allora a Montegiovi doveva essere collocato un tempio dedicato al capo degli Dei!

Invece ciò che si sa del paese ci arriva solo dal XIII secolo quando Cecco Angiolieri scrisse:

"Sed i' avess'un sacco fi fiorini,

e non n'avess'altro che de' nuovi,

e fosse mi' Arcidoss' e Montegiuovi

con cinquecento some d'aquilini

non mi pirri' aver tre bagattini

senza Becchin'......"

 
 
 

Etruscheggiando

Post n°249 pubblicato il 26 Luglio 2009 da zoeal
 

Vetulonia (GR) - Museo Isidoro Falchi - dal 4 luglio al 2 novembre mostra "Sovrani etruschi dei due mari, tesori d'oro e d'ambra da Vetulonia a Verrucchio"

SPLENDIDA!

Per vedere alcune foto della necropoli e del museo (mostra esclusa perchè ahimè ho finito le pile della macchina fotografica)

clicca THUI

 
 
 

IL PIOMBO DI MAGLIANO

Post n°248 pubblicato il 24 Luglio 2009 da zoeal
 

Si tratta di una piccola lamina di piombo colato (cm.8x7) recante un testo etrusco scritto a spirale dall'esterno all'interno e che si legge da destra a sinistra per un totale di 66 parole su entrambe le facciate. E' stata trovata a Magliano in Toscana, antico centro di origine etrusca (forse la Caletra etrusca? forse l'acropoli di Kalousion?) quella che divenne colonia romana sotto il nome di Heba.

E' uno dei pochissimi documenti scritti rimasti in lingua etrusca e come al solito non del tutto decifrata, anzi forse decifrata anche troppo, visto che ogni luminare in materia l'ha tradotta a modo suo e sempre parzialmente. Tutti gli studiosi concordano che sia un opuscolo con indicazioni rituali (e ti pareva!) alcuni ci leggono il nome di Tinia, altri di Maris, altri ancora di alcune divinità degli inferi. Insomma, come sempre una grande confusione che non aiuta la nostra curiosità.

Ma.... ad un certo punto della storia si inserisce nel branco di fameliche bestie accademiche un dilettante, per l'esattezza un architetto della prima metà del secolo scorso, che per passione studia la lingua etrusca e che ha tenuto sott'occhio l'iscrizione delle lamine per dieci anni! Pazzo o forse l'unico che ci ha capito qualcosa? naturalmente gli scienziati lo hanno sempre deriso, ma si sa loro pensano di detenere il lume assoluto della sapienza. Il nome dell'artefice è Antonio Cavallazzi il quale, senza ombra di dubbio, corredando la sua tesi da uno scritto in cui sotto ogni frase etrusca c'è la corrispondente in italiano, asserisce che si tratta di una specie di ricettario contro alcuni comuni malanni: la malaria, l'emicrania e il mal di gola.

Ecco la traduzione dell'architetto Cavallazzi:

 " Nell'infermità della febbre, fatte le sacre offerte, appartati per trenta giorni, stai coricato su una coltre di lana caprina; al mattino spremi attraverso un panno una manciata di cassia e di altea; sciogliendo di tanto in tanto il digiuno, tieni lontani i dolci vini e nutrisciti di farro. A guarigione avviata, rinforzati e quando lo scader della luna ti riconduce a casa al tuo giaciglio, di pelle ovina fai la tua sacra offerta insieme alla coltre di lana caprina e del panno con entro un pugno di cassia e di altea. Quando vuoi combattere il tormento che perturba il cervello, prendi un batuffolo di lana caprina e comprimendolo nel ricino salato ridotto in schiuma, avvolgiti delicatamente il capo, poi compi le sacre offerte spargendo profumi; l'umore tiepido coland fuori evapora per l'aria. Se il male ti tornasse, taglia come è d'uso con una falciuola il gichero e insieme con malva pesta, questa erba mortifera in un velo avvolgi e torcendolo con forza, alza e spremi contro la parte malata del capo; quando le stille espellono il male fai ancora le tue sacre offerte, sciogliendo il digiuno di tanto in tanto mangiando delle radici. Quando per lungo gridare cadi ammalato con la voce arrocata e lo spasimo del sibilo dentro, raccogli del mirto e della malva, getta il tutto in una pentola bollente e se ti senti la forza di propenderti sopra, il vapore ti allieverà l'oppressione; sentendoti ancora la forza di propenderti sopra potrai espellere completamente il male facendoti suffumigi con del nardo ridotto in schiuma"

Così è se vi pare...ma la verità non la sapremo MAI!

 

 

 
 
 

L'ULTIMO "FULGURATORES"

Post n°247 pubblicato il 22 Luglio 2009 da zoeal
 

NIKOLA TESLA

Nella storia scientifica dell’evento della Tunguska(Tunguska è una località della Siberia nota per essere stata il luogo dell'impatto di un meteorite avvenuto nel 1908 almeno questa la versione ufficiale) è stato fatto entrare pure un grande personaggio, l’uomo che inventò la luce elettrica, che costruì la prima stazione al mondo di energia idroelettrica, che inventò la radio e tante altre interessantissime cose.
È stato pure lo scopritore dell’illuminazione a fluorescenza, della sismologia e di una rete di comunicazione di dati su scala mondiale. Nikola Tesla, uno scienziato che è senza dubbio lo sconosciuto eroe della scienza del XX° secolo. La sua vita è stata una serie incredibile di trionfi scientifici, seguiti da un’altrettanta inconcepibile serie di personali disastri commerciali.
Era nato a Smiljan Lika, nell’attuale Croazia, nel 1856. Dopo i primi studi condotti a Lika e a Carlstadt sotto l’influenza della madre Georgina Mandic, anch’essa inventrice, come d’altra parte il padre, Tesla si trasferì all’Università di Graz dove studiò matematica e fisica, laureandosi nel 1877. Ebbe poi la volontà di studiare filosofia a Praga. Nel 1881 propose a Budapest la sua prima invenzione: il telefono ripetitore. Nel 1884 emigrò negli Stati Uniti. Dopo un periodo in cui collaborò con T.A. Edison nel suo laboratorio di Menlo Park, lo lasciò in seguito ad un litigio. Lavorò poi per G. Westinghouse che aveva fondato da poco la Westinghouse Electrical Company. Preferì però, dopo poco tempo, lavorare per conto proprio sviluppando tutta una serie d’importanti invenzioni. Una caratteristica generale di molte di queste era la fiducia che Tesla aveva per le correnti alternate, a differenza di quanto inizialmente pensava Edison. La dimostrazione della superiorità di tali correnti la pose in atto nel 1893 illuminando l’intera esposizione universale di Chicago. Anticipò di almeno due anni la telegrafia senza fili, senza però svilupparla. Il sistema delle correnti alternate fu prescelto da Tesla anche per il progetto dello sfruttamento energetico, ceduto alla Westinghouse, della Cascata del Niagara.
Le moltissime invenzioni hanno fatto di lui uno dei più prolifici e geniali inventori dell’ottocento e novecento. Le sue capacità creative erano straordinarie come pure la competenza tecnica era notevolissima. Aveva il solo difetto di non essere stato letteralmente in grado di realizzare e approfondire le sue innumerevoli idee. Quelle che seppe portare a termine ancora oggi lasciano sbalorditi. Ogni possibilità però di celebrare i risultati conseguiti in vita si perse nella confusione creata dalla sua morte, avvenuta a New York il 7 Gennaio 1943, in epoca di guerra. Tutto il suo lavoro fu dichiarato "top secret" dalla FBI, dalla Marina Militare americana e dal Vicepresidente Wallace. Egli lasciò scritto: "Provo continuamente un senso di profonda e inesplicabile soddisfazione nell’apprendere che il mio sistema polifase viene usato in tutto il mondo per illuminare i momenti oscuri dell’esistenza, per migliorare la qualità della vita; e che il mio sistema senza fili, in tutte le sue essenziali caratteristiche, viene utilizzato per rendere un servizio e per dare felicità alla gente in ogni angolo del mondo".
È stato uno scienziato brillante, un profeta che leggeva realmente nel futuro, ma che il suo tempo non fu in grado di comprendere. Il risultato finale è stato che uno dei maggiori benefattori dell’umanità è stato dimenticato. Tesla morì come aveva vissuto: solo e nell’anonimato, destinato all’oblio per l’ordine top secret che proibiva di parlare dei suoi lavori.
Che cosa aveva potuto causare tutto questo? La rottura con Edison indusse Tesla ad abbandonare la concezione tradizionale dell’elettricità. Si trasferì a Colorado Springs, vicino a Denver, cercando di realizzare una concezione nuova sull’elettricità: comunicare in ogni parte del mondo non usando i fili. Secondo la sua teoria, la terra stessa costituiva un conduttore naturale e poteva essere sfruttata per far viaggiare le onde elettriche inviate da un trasmettitore centrale. Tali onde sarebbero state raccolte da ricevitori posti ovunque nel pianeta.
Dato che nessuno gli volle credere, nel 1899 Tesla costruì un trasmettitore che poteva anche fungere da ricevitore. Con questa struttura, piazzata sopra il suo laboratorio, sperava di inviare un’onda elettrica vagante per poi riprenderla. Intuendo che una singola onda avrebbe perso potenza nel trasferimento, pensò di fornire impulsi elettrici successivi, creando così un pacchetto energetico continuo di potenza crescente. A Colorado Springs tutti gli abitanti potevano osservare l’enorme e strana antenna, alta 60 metri che terminava con un globo di ferro. Molti sono stati i testimoni che videro accendersi 200 lampadine senza collegamento di fili elettrici a 40 Km di distanza. Un esperimento particolare con quell’antenna resterà nella storia di questa civiltà: un fulmine uscì dal globo di ferro in cima all’antenna, crebbe di dimensioni fino a diventare un globo elettrico che mandava verso il cielo lampi scoppiettanti di lunghezza almeno di 50 metri. La zona fu pervasa da rombi di tuono e l’erba assunse il colore di un verde brillante come se ci fosse fosforescenza. Il fatto più traumatico sicuramente fu quello sopportato dagli abitanti, i quali, camminando nelle strade, vedevano sprizzare scintille elettriche che dai loro piedi finivano sul selciato. Dopo tanto spettacolo anche il finanziere J.P. Morgan, convinto del genio inventivo di Tesla, investì ben 150.000 dollari nel progetto della trasmissione d’energia. Perciò Nikola Tesla si trasferì a New York e cominciò la costruzione della prima torre per le comunicazioni a Long Island: la Wardenclyffe. Questo avveniva nel
1900.
 L’imponente torre Wardenclyffe, costruita da Tesla a Long Island.
Tre anni dopo, quando la Wardenclyffe fu completata, Tesla annunciò un’altra delle sue scoperte: sarebbe bastato dare una potente energia ai suoi trasmettitori per trasformare la litosfera terrestre in un gigantesco portalampade. Bastava in pratica infilare un bastone metallico nel terreno, collegarlo ad un trasformatore, per avere elettricità a volontà. Tesla era dell’opinione che per generare l’energia iniziale fosse sufficiente usare impianti idroelettrici. Il punto debole di tanta invenzione stava nel fatto che se il trasmettitore avesse inviato, anziché su tutto il globo in maniera uniforme, una forte quantità d’energia in un solo punto, allora si sarebbe verificata una distruzione totale. Secondo i calcoli, con questo sistema si poteva inviare tranquillamente un’energia pari ad una bomba nucleare da 10 megatoni. La storia ci ricorda che Tesla non ebbe mai la possibilità di sperimentare la sua rivoluzionaria invenzione. Nel 1903 il sostenitore Morgan ritirò il finanziamento. Sicuramente questo magnate americano avrà pensato che un raggio della morte da 10 megatoni poteva anche andar bene, ma fornire energia elettrica in forma illimitata e gratuita a tutto il mondo era assolutamente impensabile. A quel punto Tesla fu abbandonato da tutti. Sommerso dai debiti, dovette svendere il laboratorio di Colorado Springs per pochi dollari, tanto che nel 1906 non ebbe più soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti della Wardenclyffe, che rimase vuota. Fu proprio in quel periodo che la vita di Tesla iniziò a rivestirsi di mistero.
Quando il mondo cominciò la corsa agli armamenti, che poi sfocerà nella prima guerra mondiale, Tesla cercò di portare acqua al suo "mulino" proponendo un sistema di distruzione più potente. Si crede però che siano state solo dicerie, appoggiate da un fatto insolito come la sparizione della nave francese Jena che saltò in aria in circostanze misteriose. È noto che Tesla rimase neutrale dinanzi a quest’esecrabile gesto. Egli aveva dichiarato, in precedenza, che il suo trasmettitore avrebbe potuto mandare "onde d’urto" d’intensità tale da causare un’esplosione nella santabarbara di una nave da guerra e farla saltare in aria. Il fatto poi che la Wardenclyffe, anche senza operatori, potesse funzionare senza problemi ha fatto sì che ci fossero state, in seguito, delle supposizioni su un suo impiego nel caso della Tunguska.
In pratica nel 1908 Tesla sembra che abbia detto: " Il mio non è un sogno. Si possono realizzare impianti senza fili in grado di rendere inabitabile qualsiasi zona della Terra, senza esporre la popolazione d’altre parti a seri danni o avere inconvenienti collaterali."
Non ci sono certezze in merito, considerando poi che Tesla, nel disperato tentativo di ottenere aiuti finanziari per la sua ricerca, si sia lasciato andare a dichiarazioni del tutto particolari.
È risaputo però che fino al 1915 Tesla non ebbe nessun finanziatore che lo potesse aiutare, tanto che la Wardenclyffe fu rasa al suolo nel 1917. Un fatto singolare è che egli avesse l’abitudine il 10 Luglio d’ogni anno, giorno del suo compleanno, di fare rivelazioni clamorose sul futuro dell’elettricità. Erano dichiarazioni così sensazionali che il rito finì col diventare una cosa ridicola.
Nel 1935 cercò di coinvolgere di nuovo il magnate Morgan in un progetto di difesa che impiegava raggi di particelle del tutto simili a quelle che conosciamo oggi tramite i film di "Star Trek".
Quando Tesla morì, le sue invenzioni vennero requisite dal governo americano e, molto tempo dopo, restituite al nipote, tranne quelle sul raggio della morte.
Il fatto che Tesla potesse aver effettivamente attivato la Wardenclyffe Tower per determinare la devastazione della Tunguska, resta una congettura di qualche autore che non tiene conto d’alcuni fatti assai importanti. Ciò non toglie, ripeto, che Tesla non fosse potenzialmente in condizione per effettuare una simile esperienza. Uno dei fatti tecnici che egli doveva superare era la disponibilità di una potenza energetica primaria per raggiungere i 30 megatoni finali. Non era possibile poi eseguire un simile esperimento di nascosto e soprattutto la centrale idroelettrica interessata non poteva essere assolutamente una sola. Un esperimento di questo tipo a chi poteva servire? Forse al Governo degli Stati Uniti? Un’altra incongruenza la ritroviamo nella probabile traiettoria che l’ipotizzato bolide energetico avrebbe dovuto compiere.

Presunta traiettoria del bolide che avrebbe colpito la Tunguska con l’energia generata dalla Wardenclyffe Tower ed ideata dalla geniale intuizione di Nikola Tesla.
Analizzando l’aspetto geometrico, essa doveva avere caratteristiche curvilinee e giungere da nord per colpire la zona disabitata della Tunguska: il contrario di quanto riferì la maggioranza dei testimoni dell’epoca.
Credo infine che, non avendo ancora oggi prove tangibili di una vera e propria sperimentazione in tal senso, sia abbastanza difficile stabilire se gli effetti possono essere comparati con quelli effettivi riscontrati nella taiga, con tutte le peculiarità dell’evento, esplosione compresa, nei termini già analizzati.
Una cosa è certa però: l’invenzione di Nikola Tesla, conosciuta come la trasmissione d’energia elettrica senza fili, verrà in seguito applicata ma non per scopi benefici. Tesla in proposito lasciò scritto: "Il successo pratico di un’idea, indipendentemente dalle sue qualità inerenti, dipende dalla scelta dei contemporanei. Se è al passo coi tempi, essa viene rapidamente adottata; in caso contrario, è destinata a vivere come un germoglio che sboccia, attirato dalle lusinghe e dal calore del primo sole, per essere poi danneggiato e crescere con difficoltà a causa del gelo che s’impone."
Questo gelo è stato recentemente sciolto, purtroppo. Nell’evoluzione tecnologica militare degli Stati Uniti da qualche anno è comparso il progetto HAARP (High Frequency Active Auroral Research Project). Il Pentagono ci sta facendo credere che si tratti di un innocuo esperimento, mentre ci troviamo di fronte ad un’arma che agisce sulla ionosfera con probabili sviluppi indescrivibili per gli esseri viventi. Nel 1987 il consulente dell’Atlantic Richfield Corporation (ARCO), il fisico Bernard J. Eastlund, applicò tutte le sue risorse intellettive per riprendere il brevetto di Nikola Tesla della Wardenclyffe. Il nuovo sistema è stato denominato: "Metodo ed apparecchiatura per l’alterazione di una regione dell’atmosfera, ionosfera e/o magnetosfera terrestre". In verità il metodo doveva servire ad Eastlund per scoprire vasti giacimenti di gas naturali che la compagnia petrolifera ARCO stava cercando in Alaska.
Quando gli studi avevano raggiunto un certo successo, intervenne il fisico nucleare Edward Teller (uno dei più accaniti scienziati USA, che si è dedicato alla costruzione della bomba atomica e soprattutto di quella all’idrogeno), che fece nascere nuove iniziative segrete, atte a portare avanti il sistema militare di "Guerra Stellare". In breve tempo l’Alaska si è trasformata nell’ultima frontiera di ricerca militare.

Le mastodontiche e numerose antenne dislocate a Gakona (Alaska), facenti parte del Progetto HAARP.
L’installazione principale del Progetto HAARP si trova in Alaska, a Gakona, 150 miglia circa a nord-est di Anchorage. La scelta di questo sito è stata fatta per tre motivi fondamentali:
  • La sua vicinanza al Polo e quindi alla zona di concentrazione delle linee magnetiche del nostro pianeta.
  • La presenza di notevolissime fonti energetiche naturali nel sottosuolo.
  • La sua distanza dai centri urbani.

Il programma HAARP ha portato alla costruzione di un sistema di 360 antenne, alte 23 metri, capaci di trasmettere, con l’obiettivo di migliorare le comunicazioni militari, un "raggio" d’energia ad alta frequenza nella ionosfera. La ionosfera è quella parte di regione atmosferica che inizia sui 50 Km d’altitudine e termina intorno agli 800 Km. Secondo le indiscrezioni più recenti, quest’arma sarebbe capace di interferire con estese zone dell’atmosfera e quindi, secondo la logica militare, abbattere missili ed aerei e qualche cosa d’altro.
Esistono oltre 400 brevetti collegati al progetto HAARP e la maggioranza di questi sono progetti offensivi o per meglio dire sono armi offensive. Rimane sempre la logica che sfrutta il sistema d’irraggiamento a fascio d’energia, diretto dalla terra verso lo spazio. Si può veicolare l’alta frequenza energetica in una zona dove è stata istallata un’antenna ricevente, ma si può irradiare, oltre che nelle zone militari, anche in centri urbani. Naturalmente non è sfuggito agli alti comandi militari l’utilizzo di una simile tecnologia per abbattere oggetti volanti d’origine extraterrestre, se ciò fosse naturalmente possibile. Pure gli scienziati sovietici si sono dedicati ad una simile ricerca per oltre 25 anni, sino a quando il cambio politico e lo smembramento dell’URSS hanno determinato un fortissimo indebolimento economico, con conseguente privazione dei necessari sostegni finanziari agli istituti d’investigazione.
Oltre alla sede di Gakona, ci sono altre installazioni simili, dislocate in varie parti del pianeta. La prima si può localizzare in Arecibo (Porto Rico), la seconda a Fairbanks in Alaska, la terza a Tromso (Norvegia), poi a Pine Bush in Australia ed infine a Steeplebush in Inghilterra. Sicuramente si stanno costruendo altre installazioni del genere nell’emisfero meridionale del pianeta.
Si è saputo che nell’impianto pilota di Gakona si è in grado di irradiare 1.700.000.000 di Watt in atmosfera. Questo è effettivamente lo sviluppo negativo dell’invenzione di Tesla. Egli odiava la guerra e, a tal proposito, dichiarò: "Non si può abolire la guerra mettendola fuori legge. Non vi si può porre fine disarmando i forti. Ma si può fermarla rendendo tutti i paesi in grado di difendersi. Ho appena scoperto una nuova arma di difesa che, se verrà adottata, trasformerà completamente i rapporti tra le nazioni. Le renderà tutte, grandi e piccole che siano, invulnerabili a qualsiasi attacco proveniente dalla terra, dal mare o dall’aria. Bisognerà, in primo luogo, costruire una grande officina per fabbricare quest’arma, ma quando sarà completata, sarà possibile distruggere uomini e macchine in un raggio di 320 Km."
Nel 1934 Tesla descrisse in un articolo un’apparecchiatura simile al laser, affermando: "Questo strumento proietta particelle che possono essere relativamente grandi o microscopiche, che permettono di trasmettere a gran distanza un’energia milioni di volte più forte di quella ottenibile con qualsiasi altro raggio. Così una corrente più sottile di un filo può trasmettere migliaia di cavalli vapore. E nulla le può resistere."
A causa delle sue dichiarazioni, corse voce che Tesla avesse inventato un "raggio della morte". Egli immediatamente replicò: "L’invenzione di cui ho parlato, a diverse riprese, non ha niente a che vedere con ciò che comunemente viene definito 'raggio della morte'."
Vorrei concludere su Nikola Tesla, uno dei più geniali uomini apparsi in questo pianeta, con una sua frase emblematica che descrive la sua natura di scienziato in maniera superlativa: "Il dono della forza della ragione ci viene da Dio, dall’Essere Divino, e se concentriamo le nostre menti su questa verità, stabiliamo un’armonia con questa grande forza. Mia madre mi aveva insegnato a cercare ogni verità nella Bibbia. - Nikola Tesla".

FONTE    http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/tu_tesla.htm

 
 
 

OGGI SARO' SCHIFOSAMENTE ROMANTICA

Post n°246 pubblicato il 20 Luglio 2009 da zoeal
 

21 Luglio 2009

Il giorno dell'anello

Due anni, due cuori, noi due.

Non sarai propriamente un Apollo, ma a me piaci!

E poi hai un bel gusto nel scegliermi le dediche musicali

 

ho sempre sognato di poter dedicare questa canzone all'anima che cercavo e finalmente te la posso dedicare . lamberto

 
 
 

Il piu' grande tumulo d'Etruria

Post n°245 pubblicato il 15 Luglio 2009 da zoeal
 

LA CUCCUMELLA DI VULCI

La Cuccumella è il più grande tumulo di tutta l’Etruria, con il suo diametro di circa 65 metri ed un’altezza intorno ai 18 metri, è delimitata da un tamburo circolare di lastre di nenfro poste di taglio ed infisse nel banco di tufo, al disopra delle quali altri lastroni di tufo di dimensioni minori reggono il riporto di terra del tumulo.

Nel cuore del tumulo furono dissotterrate due torri, da tempo crollate, una di forma quadrata, l’altra conica, entrambe dell’altezza di circa 10 metri e che sembra abbiano avuto l’unico scopo di servire come sostegno alle statue da cui il monumento era coronato.
Nel secolo scorso sono stati fatti reiterati tentativi alla ricerca di tesori nascosti ed anche per interpretare il significato dell’unicità di questo monumento.
  Né Luciano Bonaparte, né Alessandro François, né Alessandro Torlonia vennero a capo di nulla, anzi quest’ultimo fu il responsabile di uno degli interventi più devastanti per il tumulo. Infatti nel 1875-76, su incarico del principe, il Marcelliani scavò il cosiddetto “labirinto”, una serie di larghe gallerie sotterranee scavate senza criterio nel banco di tufo a circa 5 metri di profondità per una lunghezza complessiva di circa 700 metri.

Nel 1928 il Ferraguti tornò sulla Cuccumella, allora in stato di completo abbandono, e con un’imponente serie i scavi riportò alla luce tutto il tumulo e le gallerie sottostanti realizzando anche una documentazione fotografica di 69 lastre che costituisce a tutt’oggi la migliore testimonianza esistente della tomba. Poco dopo l’inizio degli scavi portò alla luce un largo corridoio che 
Si inoltra scendendo verso il centro del tumulo e conduce in un grande ambiente rettangolare. Questo presenta gradinate tutt’intorno con due scale a sette gradini che salgono verso la base del tumulo e con due camerette sui lati…”.

La presenza del suddetto grande ambiente, probabilmente scoperto e delimitato da pareti che forse si elevavo oltre il monte di terra formante la massa del tumulo stesso, è uno dei misteri ancora irrisolti della Cuccumella. Forse era un luogo in cui si svolgevano riti funebri prima dell’inumazione dei cadaveri e le camerette erano vere e proprie camere sepolcrali. O forse, come ipotizza lo stesso Ferraguti, la Cuccumella non era una grande tomba, ma un “tumulus honorarius” eretto nel VI secolo in onore di qualche potente famiglia della prima metà del VI secoloa.C.
Da qualche mese sono in corso nuovi scavi che speriamo possano dare una risposta a questi interrogativi e rendano questo monumento finalmente visibile in tutta la sua imponenza ed il suo fascino.

Fonte www.canino.info

 

 
 
 

Importanti famiglie etrusche: gli Spurinna

Post n°244 pubblicato il 09 Luglio 2009 da zoeal
 

A Tarquinia, la tomba detta “Dell’orco I” apparteneva alla famiglia Spurinna (o Spurina). Dalle iscrizioni sulle pareti della tomba stessa sappiamo che lì riposava una giovane donna che si chiamava Velcha (o Velia) Spurinna, figlia del pretore Velthur Spurinna e di Ramtha Tefrinai, sorella di Aulus e di Velthur (che portava lo stesso nome del padre) e sposa di Arnth Velchas, appartenente anche lui ad una ricca famiglia etrusca tarquiniese.

L’importanza sociale di quel “cognome” è attestata da un pezzo di lapide scritta in latino e risalente al I secolo dopo Cristo, ritrovata in prossimità dell’Ara della Regina, nel sito che accoglieva la vecchia città di Tarchuna. L’iscrizione evidentemente commemorativa tesse le lodi di questa famiglia che ebbe un ruolo importante per risollevare le sorti della città dopo la crisi economica del V secolo a.C. Nella lapide è ricordato Velthur Spurinna (il padre di Velcha) che fu per due volte pretore della città; in queste due occasioni fu chiamato a comandare l’esercito etrusco accorso in aiuto degli Ateniesi durante l’assedio di Siracusa nel 413-412 a.C; nonostante il fatto che i Siracusani alla fine ebbero la meglio, gli Etruschi comandati da Velthur, riportarono due strepitose vittorie tanto che i soldati lo premiarono con uno scudo e una corona d’oro. Del figlio maggiore anch’esso chiamato Velthur si sa poco perché la scritta che lo riguarda purtroppo non è più leggibile mentre del fratello minore Aules si sa che fra il 358 e il 351 a.C  fu uno dei protagonisti del conflitto contro Roma avente come alleati i Tarquiniesi, i Falisci e i Ceriti, Aules Spurinna riuscì a conquistare ben nove “oppida” (città fortificate) del territorio latino.

 la dama Velcha o Velia:

 

 

un altro Spurinna guerriero

 

 

Da "Etruschi in Maremma" di Alfio Cavoli.

 
 
 

L'ETRUSCA DISCIPLINA

Post n°243 pubblicato il 06 Luglio 2009 da zoeal
 

Tratto da "Etruschi in Maremma" di Alfio Cavoli

Ho già detto in post precedenti che la vita religiosa ma anche sociale etrusca, era regolata da un insieme di leggi (un misto di riti e norme di condotta) che la tradizione vuole fossero state rivelate dal nipote di Tinia, Tages, un giovinetto dall’aspetto e dalla saggezza di un vecchio, a Tarchun mentre questi si accingeva a far scavare un solco di delimitazione del confine della città da lui fondata: Tarquinia. Dopo averlo informato di aver ricevuto dallo zio Tinia l’incarico di adoperarsi per favorire lo sviluppo di un popolo capace di rispettare le leggi divine, di lavorare con onestà, di porre come base della vita quotidiana la serenità e la concordia, enunciò a Tarchun l’insieme delle leggi che avrebbero dovuto regolare i rapporti sociali, morali e religiosi del suo popolo pena l’annientamento della gente rasenna se non fossero stati osservati.

Si ritiene che questi principi che formavano “l’etrusca disciplina”, siano stati tramandati per qualche secolo oralmente ai sacerdoti ma che fu organizzata per iscritto nei “Libri Haruspicini”, “Libri Fulgurales”, “Libri Rituales”, “Libri Acherontici” e la loro derivazione dei “Libri Fatales” solo successivamente forse quando la società etrusca era stata già romanizzata ed i libri stessi messi al “servizio” dei Romani,  quando a Tarquinia imperversava la potenza dell’”ordine dei sessanta aruspici” di cui facevano parte Tarquizio Prisco ed Aulo Cecina, entrambi di origine etrusca, il primo traduttore di testi etruschi in latino, il secondo amico di Cicerone ed entrambi ispiratori di alcuni scritti di Plinio il Vecchio. Tarquizio Prisco in particolare era noto per aver tradotto “l’ostentario etrusco”, una raccolta di prodigi e “l’ostentario arboreo” tra cui spicca la parte dedicata all’elenco di una serie di alberi (arbores infelices) il cui legno doveva essere bruciato  per scacciare i “prodigia mala” cioè le mostruosità della natura come gli animali (ma anche gli esseri umani) nati morti perché affetti da deformità mostruose ( si narra di vitelli con due teste ecc…).

Vediamoli uno per uno:

I LIBRI HARUSPICINI: insegnavano a trarre auspici dall’analisi delle viscere di animali sacrificati, specie il fegato; contava la forma, la dimensione, il colore.

I LIBRI ACHERONTICI: corrispondevano ai libri dei morti egiziani, trattavano del mondo dell’oltretomba e dei riti di salvazione.

I LIBRI FULGURALES: i sacerdoti detti fulguratores traevano auspici dall’osservazione dei fulmini, dalla loro forma, dai punti in cui si abbattevano, dall’intensità del tuono ed avevano il compito di purificare i luoghi dove le folgori si abbattevano. I fulmini potevano essere scoccati da Tinia e da altre otto divinità. Tinia poteva scoccare quelli più potenti “manubiae” che erano però di tre tipi: “ammonitori” quindi deboli, “ maiores” terrificanti, ma Tinia poteva scagliarli solo dopo aver consultato  i dodici dei consentes e “ ampliores” devastatrici, ma solo con il consenso degli dei superiores.

I LIBRI RITUALES: riguardavano le norme di culto, i sistemi per consacrare i templi e fondare i centri abitati, le norme civili e militari, la misurazione e la divisione dei campi. Questi erano legati ai LIBRI FATALES che elencavano i metodi per la divisione del tempo e dei destini umani compreso quello del popolo Rasna, da qui l’idea che esso non sarebbe durato per più di dieci secoli. Secoli dei quali solo i primi quattro sono risultati costituiti da 100 anni esatti, mentre i restanti hanno avuto durata variabile influenzata da eventi che secondo la disciplina, il verificarsi determinava la fine di un secolo e l’inizio di un altro.

 

 
 
 

Etruscheggiando

Post n°242 pubblicato il 29 Giugno 2009 da zoeal
 
Tag: Murlo

MURLO E L'UOMO DAL SOMBRERO: OLE'

Cosa si fa il pomeriggio di una domenica estiva che di "estivo" ha molto poco tranne il caldo e quando pensi di andare a frescheggiare in montagna, vedi in lontananza un Tinia piuttosto incacchiato che lancia giù per terra tutto quello che di elettrico c'è in giro, mentre se pensi di rivolgerti verso il mare vedi tutto nero e ti ricordi del vecchio proverbio "Quando è nera la marina mangia e bevi e vai in cantina"???

Almeno a casa mia, si piglia la macchina e si va in giro! Dove? intanto si prende la macchina e poi si decide e allora...a sud verso Talamone ci siamo andati che è poco, a Castiglione della Pescaia ci andiamo sempre e comunque il tempo al mare non attira...allora SUPERSTRADA PER SIENA! e quando eravamo già ad una trentina di chilometri dalla città del palio abbiamo deciso: perchè non si va a Murlo!

Piccole notizie storico-geografiche: piccolo e bellissimo borgo fortificato medioevale che sorge a venticinque chilometri da Siena. Si affaccia sullo scenario bellissimo delle verdi colline toscane, un tripudio di boschi, di viti e di antiche vestigia.

Perchè Murlo è famoso?: perchè gli abitanti originari da generazioni di quel comune sono gli unici in toscana che mantengono la più alta percentuale di patrimonio genetico anatolico, sono quindi più "etruschi" degli altri.

Murlo oltre ad essere un bel borgo medioevale, conserva nei dintorni (poggio Civitate) molti resti della civiltà etrusca in particolare, nel suo bell'antiquarium mostra i resti di una villa principesca del V-VI secolo a.C, distrutta da un incendio nello stesso secolo, ricostruita dai proprietari e probabilmente abbellita ed abbandonata cinquant'anni dopo senza dimenticare di seppellire tutto ciò che non poteva essere portato dietro per proteggerlo dalle razzie: antefisse, statue, abbellimenti di terracotta, così belli da lasciare senza fiato.

Alcuni pezzi, ma sono solo un minuscolo assaggio di quello che potete ammirare là:

Tra gli elementi decorativi del tetto: l'uomo con fascia in testa per trattenere i ricci

la lastra di rivestimento fittile

ma soprattuto l'uomo con il sombrero! e QUESTA E' LA PROVA, CHE ANCHE IL SOMBRERO LO ABBIAMO INVENTATO NOI!

 

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

MAGIA DEL PHOTOPAINT

 

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ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

CIAO BELLOCCIO!

 

LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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