Non canto i cavalier, l’armi, gli onori,
come un dì fece il grande Ludovico.
Le guerre infami, i sanguinanti allori;
di tutto questo non mi importa un fico.
Ma i lavoranti, l’ape, i campi, i fiori;
le cose grandi solamente, dico.
(Morbello Vergari)
Probabile portatrice di geni etruschi.......vediamo se la passione è contagiosa
e sono graditi pure interventi, puntualizzazioni e domande e mi raccomando di non essere troppo duri con me per eventuali strafalcioni...sono solo una dilettante!
molte immagini sono state prese da internet, se i proprietari non fossero d'accordo lo facciano presente e saranno tempestivamente rimosse
SE VUOI LEGGERE IL MIO ROMANZO:
clicca il mio nuovo blog (ho pubblicato qualche assaggio)
per info o acquisto libro (per contrassegno) visita il sito internet dell'editore QUI
disponibile anche su
CLICCA QUA SOTTO PER VEDERE LE FOTO SU FLICKR
IL BLOG DI RIEVOCAZIONE ETRUSCA
(mech Rasna tsui ame!)
clicca sul motto per accedere al blog
Messaggi del 23/06/2008
GLI ETRUSCHI ALL'ARGENTARIO: ORBETELLO NON ERANO IN VACANZA............. Vari ritrovamenti di utensili, nonché la presenza delle mura di cinta testimoniano che la città fu abitata dagli Etruschi almeno fin dal VII sec. a.C. La città, corrispondente all'abitato attuale, conserva la cinta muraria del IV secolo a.C. Il Museo Civico di Orbetello (CLICCATE PER MAGGIORI INFORMAZIONI) e periodicamente la ex Caserma Umberto I di fronte al Duomo espongono i reperti archeologici del territorio comunale. La particolarissima conformazione geografica della penisola di Orbetello ha contribuito a farne un territorio ambito, rappresentando un valido approdo navale ed un fiorente punto commerciale. Al controllo dei territori di Orbetello si avvicendarono, nei secoli, molti popoli, dai Romani ai Bizantini ai Longobardi. Gli scavi incontrollati dell'800 e l'espansione del centro urbano fuori delle mura hanno portato alla perdita totale delle necropoli di cui non resta alcuna traccia, anche per la fragilità delle strutture tombali antiche. Scavi nel centro storico hanno invece scoperto edifici databili a partire dall'inizio del VI secolo a.C. che si affacciavano sulla laguna. Si tratta forse di magazzini legati all'attività portuale di Orbetello, a cui probabilmente il centro doveva la sua ricchezza. Con i primi decenni del V secolo si arresta ogni documentazione dalle necropoli e anche gli edifici scavati nel centro sembrano abbandonati. Anche Orbetello segue quindi la sorte di quasi tutti i centri minori del vulcente (da Marsiliana a Poggio Buco e da Talamone a Saturnia). Tutto il territorio subisce una profonda ristrutturazione che si suppone guidata dalla metropoli Vulci, con l'apparente finalità di eliminare ogni centro di potere concorrente e di ottenere quindi un controllo assoluto fra l'Arrone e la valle dell'Albegna. A metà del IV secolo a.C. circa Orbetello, come Talamone e Saturnia, venne rifondata e fortificata con la cinta muraria ancora visibile in opera poligonale di grandi blocchi di arenaria. Questo circuito ha conservato fino a tempi relativamente recenti la funzione di fortificazione. Non sono mai state trovate mura poligonali lungo il lato verso terra, dove furono poi costruite le mura bastionate senesi e poi spagnole. Le necropoli orbetellane di questo periodo, dislocate sempre lungo l'istmo, restituiscono corredi funerari con ricchi ori ellenistici, tipici dell'aristocrazia del tempo e analoghi a ritrovamenti nelle necropoli vulcenti e di Talamone. La storia di Orbetello successiva alla conquista romana (280 a.C.) appare sfuggente. Il centro, certamente sotto lo stretto controllo della colonia di Cosa, fu lasciato probabilmente agli indigeni vinti, gli Etruschi, privati delle terre migliori a favore dei coloni romani. Nei secoli successivi andarono gradualmente in disuso la lingua e la scrittura etrusca, fino alla completa fusione fra Etruschi e conquistatori, fenomeno comune a tutta l'Italia e sancito poi (I secolo a.C.) dall'ampliamento della cittadinanza romana a tutti gli abitanti della penisola. Le posizioni contrapposte di Orbetello etrusca e Cosa romana hanno fatto riconsiderare la vecchia ipotesi ottocentesca che il nome etrusco di Orbetello fosse CUSI o CUSA. Il nome non è testimoniato direttamente, ma può essere ricostruito in base ad alcune parole derivate che compaiono su iscrizioni etrusche. I Romani, come nel caso di Volsinii Veteres-Orvieto e Volsinii Novi-Bolsena, avrebbero dato alla nuova colonia il nome della vicina più antica città. All'età repubblicana (II secolo a.C.) si riferiscono alcuni ritrovamenti sporadici riferibili ad un'area sacra e ad una stipe di oggetti votivi localizzabili nell'area del vecchio ospedale.
|
GIOCO LETTERARIO
Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer
clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto
ho scritto anche:
e per la serie RACCONTI BREVI:
DEUXIPPO (prima parte)
DEUXIPPO (seconda parte)
DEUXIPPO (terza parte)
DEUXIPPO (ultima parte)
L'INFAME (prima parte)
L'INFAME (ultima parte)
E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!
MAGIA DEL PHOTOPAINT
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: zoeal
|
|
Sesso: F Età: 53 Prov: GR |
LA LETTURA NOBILITA LA MENTE
"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)
"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)
"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)
"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)
"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)
" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.
"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
PIACEVOLI DISCUSSIONI
I MIEI BLOG AMICI
- L'ISOLA DELLA BRUJA
- COLLINE DARGILLA
- IL BLOG DEI SENTIMENTI
- IL BLOG DELLA NONNA SPRINT
- IL BLOG VIOLA
- IL BLOG DELLE PROF
- IL BLOG DI CLOUD
- IL BLOG DI MIKY
- IL BLOG DI ODY
- IL BLOG DI WRITER
- IL BLOG DI INDIANAQUOQUE
- I MEDAGLIONI DI TURAN E ALTRI RACCONTI
- LATINITAS
- PENSIERO LIBERO
- POESIE RASNA DI OMUT
POETA ESTEMPORANEO
In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco
Il reperto archeologico
Riuniti insieme, un gruppo di signori
stavano discutendo di un oggetto
un giorno appartenuto ai padri etruschi.
Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:
-La mia giovane eta', non mi consente
di pronunciarmi il primo e francamente
ammetto che non ci capisco molto.
Il dottor Caio esprime il suo parere
dicendo-Per me, questo è un utensile
che usavano gli etruschi,
per servire vivande sulla mensa
D'altro parere il professor Sempronio
e in questo modo dice il suo giudizio:
Questo per me, è un vaso da ornamento
che serviva su un mobile di lusso
a contenere fiori profumati.
Infine il professor Tal dei Tali:
Con questo afferma usavano gli antichi
nelle grandi e solenni cerimonie
offrire a gli dei superi d'Olimpo
e il loro sacerdote in pompa magna,
libava e alzava questo vaso al cielo;
quindi spruzzava santamente l'ara,
del vin pregiato in esso contenuto.
-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-
la Sua tesi convince, professore.
Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi
in permesso quassu' dai Campi Elisi.
Si fermarono ad osservar la scena.
-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno
quelle persone riunite insieme?
-Non so',non saprei dirti veramente;
non riesco a comprendere il dialetto,ma
quel che sembra un tantinello strano
è, che stan discutendo con passione,
tenendo un nostro orinalaccio in mano.
Inviato da: Corrado Barontini
il 24/01/2018 alle 12:17
Inviato da: Camillo Coppola
il 22/12/2015 alle 19:28
Inviato da: flora
il 08/10/2013 alle 17:45
Inviato da: zoeal
il 20/05/2013 alle 15:08
Inviato da: ninograg1
il 20/05/2013 alle 08:03