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Messaggi del 01/12/2008

LE CRONACHE DI VELIA: ULTIMO ATTO

Post n°142 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da zoeal
 

Le legioni di Lucio Scipione sono annientate, Etruschi, Sanniti, Galli e Umbri, confluiscono le loro forze presso la località di Sentino dove convergono da sud anche le legioni di Quinto Fabio e Decio Mure, che non tardano ad accorgersi dell’infinita superiorità numerica degli avversari: sono circa centomila uomini comandati da Gellio Egnazio che si staglia davanti a tutti fiero sul suo destriero. I due consoli non possono sapere che questa marea di soldati è per la maggior parte composta da semplici cittadini, strappati ai campi e alle loro attività e armati precipitosamente; il colpo d’occhio che hanno i due generali, dall’alto della collina dalla quale emerge l’esercito di Roma è impressionante. I romani, sanno che non possono competere di fronte ad un esercito siffatto ma riescono a non perdersi d’animo così agiscono con l’astuzia: i consoli danno l’ordine a Megello e Gneo Fulvio, di abbandonare la protezione di Roma e di affrettarsi in direzione di Chiusi compiendo, durante il percorso quanti più saccheggi e distruzioni potessero fare su territorio etrusco.  Le notizie dei massacri giungono presto ai comandanti della mia stirpe a Sentino, i quali, ponendo come priorità la protezione delle  proprie città e della propria gente rimasta indifesa, piantano in asso le armate di Gellio e dirigono il loro esercito, che da solo rappresentava più di un terzo del totale, alla difesa delle nostre terre. La battaglia di Sentino che a questo punto vede come protagonisti solo Galli, Umbri e Sanniti, scoppia cruenta; caddero in 40.000, vi perdono la vita sia Gellio Egnazio che il console Publio Decio Mure, ma le truppe romane hanno comunque la meglio e le guerre sannitiche si concludono definitivamente. La guerra in Etruria invece continua ancora per qualche mese, ma ormai tutto è perduto, gli scontri tra l’esercito Rasenna ormai allo sbando e quello romano, sono più che altro scontri suicidi da parte degli Etruschi come quello di Perugia, ad esempio, che paga la resistenza con 4.500 morti e 2.000 prigionieri, tanto che i capi della città, dopo la resa dovettero riscattarli per 310 assi ciascuno, affinchè la città, che noi chiamiamo Perusia, non rimanesse senza uomini per lavorare; poi è la volta di Volsini a cui Megello, nel frattempo divenuto console al posto del defunto Decio Mure, impartisce una sconfitta che lascia sul campo 2.000 uomini ed infine, ultima a capitolare, è la mia cara Rusel che viene anche saccheggiata. Stipulato un trattato di pace quarantennale, le città etrusche sono condannate a pagare i danni di guerra e a fornire cibo e vesti agli eserciti romani.  Poco a poco, i romani inseriscono nei territori devastati i propri coloni e nelle città, propri governatori. Sono bastati poco più di cinque anni per annullare dieci secoli di gloria: la civiltà etrusca non esiste più. Corre l’anno di Roma 459 (* 294 A.C.)

Con questo, io, Velia, sfidando i divieti imposti dai miei genitori, lascio queste cronache ai posteri, perché anche se i figli che gli Dei mi doneranno un giorno, avranno un padre di Roma e si chiameranno Lucio, Publio, o Marco o Lucilla o Cornelia, e non potranno più pronunciare in pubblico frasi nell’armoniosa lingua della stirpe materna, fino a dimenticarne il significato, avranno ricordo degli ultimi istanti dei loro antenati.  ITUN TURUCE VELIA PULENAS  RASNALCLINIIARAS

*questo dedicò Velia Pulena ai figli d’Etruria (questa scrittura l'ho elaborata deducendola da alcune fonti, spero che gli antenati o chi ne sa più di me, siano tolleranti)

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

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ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

CIAO BELLOCCIO!

 

LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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