ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 01/02/2010

SVELATO IL MISTERO SULLA DONNA AMATA NELLA GIOVINEZZA DA SANT'AGOSTINO

Post n°3029 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La fiction è piaciuta molto a Benedetto XVI, che l'ha vista in anteprima il 2 settembre scorso. "E' un viaggio spirituale per scoprire che la Verità è più forte di ogni sconvolgimento umano", ha detto il Papa. Nato a Tagaste, nell'attuale Algeria, nel 354 e morto a Ippona nel 430, Sant'Agostino è uno dei più grandi personaggi della storia del Cristianesimo. Da tutti gli studiosi, anche dai non credenti, è ritenuto filosofo, teologo, mistico, scrittore, oratore e polemista sommo, il cui pensiero ha superato le barriere del tempo e conserva una incredibile e straordinaria attualità. "Nel filmato - dice padre Vittorino -, si racconta che Agostino, quando era giovane, ebbe un figlio da una schiava etiope che per un certo periodo fu la sua concubina e che poi egli abbandonò per la carriera ecclesiastica. Questa storia, così riferita da quasi tutti i biografi, non corrisponde al vero. Agostino ebbe, in gioventù, un figlio ma non da una schiava. La ragazza di cui si innamorò era 'molto speciale'. Per suo amore Agostino cambiò profondamente la propria condotta. Purtroppo, quel grande amore non potè mai sfociare in un matrimonio regolare".

Perché?

Ecco il giallo, il mistero, l'arcano che i biografi non sono mai riusciti a chiarire. Comunque, facendo ricerche meticolose, utilizzando tutti gli accenni che Agostino fa, nei suoi scritti, su questa sua vicenda personale, si arriva a ricostruire una storia che è molto affascinante: romantica, bella, anche se con un finale, da un punto di vista umano, un po' triste.

Ce la può raccontare?

Agostino ebbe una giovinezza traviata. Lui stesso riferisce, nel suo libro autobiografico "le Confessioni", che per un certo periodo fu un libertino scatenato: amava le feste, i piaceri, la bella vita, le donne, il sesso, le prostitute, il gioco, le compagnie dissolute. E questo suo comportamento era una specie di ribellione dovuta anche al fatto che non poteva realizzare i propri sogni. Apparteneva a una famiglia di modeste condizioni economiche. Suo padre, Patrizio, consigliere municipale, era addetto alla riscossione delle tasse, ma Tagaste era un piccolo centro e quel lavoro rendeva poco. La madre, Monica, cristiana e donna molto pia, infatti, dopo la morte, fu proclamata santa, diede al figlio piccolo una educazione religiosa, che Agostino, nell'adolescenza, dimenticò completamente. Primogenito di tre fratelli, era un ragazzo intelligentissimo. A scuola era sempre tra i migliori. Amava soprattutto la letteratura, in particolare i poeti. Conosceva a memoria Virgilio e recitando brani dell'Eneide si commuoveva fino alle lacrime. Sognava di poter andare a Cartagine, per continuare gli studi e diventare un famoso retore, cioè un letterato. Ma la famiglia non aveva i mezzi economici necessari. Così, finite le scuole locali, il ragazzo si sentiva frustrato. Si dice che, ogni giorno, salisse su una collinetta e stesse ore a guardare nella direzione di Cartagine sognando. E fu in quel periodo che, per tristezza e disperazione, si abbandonò a tutti i vizi: era ribelle, litigioso, giocava d'azzardo, rubava, molestava le ragazze, perfino le amiche di sua madre. Era lo scandalo di Tagaste e sua madre piangeva addolorata. Un amico di famiglia, Romaniano, un uomo molto ricco, stimava Agostino e cercò di toglierlo da quello stato, offrendogli di fare da precettore ai propri figli. "Accetto ma solo se mi paghi un anno di lavoro in anticipo", disse Agostino. Romaniano accettò. Agostino intascò i soldi e sparì. Fuggì di casa, se ne andò a Cartagine e con i soldi di Romaniano si iscrisse a quella che era l'Università del tempo.

Cambiò vita?

Non subito. Cartagine era una città corrotta, piena di divertimenti di ogni genere. Agostino si sentiva a proprio agio. Era estroverso, bello, affascinante, colto, scriveva poesie, divenne subito il "re" delle feste e l'idolo delle donne. Ma poi incontrò quella misteriosa ragazza e tutto cambiò.

Cosa si sa di quella ragazza?

Poco. Non si conosce neppure il nome, ma non era una schiava. Come Agostino stesso racconta, la incontrò in una comunità cristiana, e questo dettaglio è molto importante per capire chi fosse. Alle riunioni delle comunità cristiane di allora, le donne partecipavano solo accompagnate dei genitori o dai mariti e nessuno poteva intrattenersi con loro. Vi erano però anche tre "ordini" femminili tenuti in grande considerazione nella struttura sociale e liturgica della chiesa primitiva: le "Vedove", le "Diaconesse" e le "Vergini consacrate". Le Vedove e le Diaconesse erano in genere donne di una certa età. Le "Vergini consacrate", invece, potevano essere anche molto giovani e sceglievano di dedicare la loro vita a Cristo attraverso una cerimonia di consacrazione. Erano le migliori ragazze delle comunità, ricche di qualità umane e intellettuali. Tutto fa pensare che Agostino si sia innamorato di una di quelle fanciulle e che con il suo irresistibile fascino l'abbia sedotta. La ragazza rimase incinta e andò a convivere con l'innamorato, creando un grave scandalo. Ma quel loro amore, che era profondo e grande, provocò un cambiamento drastico nella vita di Agostino. Fu, per lui, la salvezza, l'inizio di quella che poi divenne la sua conversione. Ma, come ho già detto, non potè essere legalizzato con il matrimonio. C'erano allora delle leggi ecclesiastiche che, dopo l'editto di Costantino del 312 e sotto Giustiniano, erano state recepite anche nel Codice civile. Una di quelle leggi riguardava le "Vergini consacrate". Queste non potevano mai abbandonare il loro stato e quindi non avrebbero mai potuto sposarsi legalmente.

Come vissero Agostino e la sua compagna?

Da concubini. Il "concubinato" era uno stato civilmente "tollerato" in quel tempo. Finiti gli studi, Agostino tornò a Tagaste, con la compagna e il figlio, al quale aveva dato il nome di Adeodato, che significa "dono di Dio". A Tegaste voleva aprire una scuola ma non aveva mezzi. La famiglia non gli diede alcun aiuto. La madre considerava Agostino un "sacrilego" perchè conviveva con una "vergine consacrata" e non volle neppure ospitarlo in casa. Fu ancora Romaniano a venirgli in aiuto. Gli fece un generoso prestito e con quei soldi Agostino aprì una sua scuola. Ma a Tagaste non si trovò bene. Gli allievi non lo pagavano. Tornò, quindi, a Cartagine, e aprì una nuova scuola. Ma anche a Cartagine non ebbe fortuna. Emigrò a Roma. Nel frattempo continuava a studiare. Era assetato di verità. Per cercarla, aderì via via a tutte le varie ideologie e correnti filosofico-religiose del tempo: dal materialismo passò allo stoicismo, al movimento dei platonici, al pelagianesimo e infine al manicheismo. Furono i manichei a capire quanto intelligente e bravo fosse quel giovane. Erano molto influenti nella politica e decisero di valorizzarlo. Attraverso Simmaco, prefetto di Roma, sostennero la candidatura di Agostino alla cattedra di Retorica di Milano, posto di grande prestigio perché Milano era diventata la sede ufficiale dell'Impero, e la candidatura fu accettata. Nel 384, quando aveva solo 30 anni, Agostino fu nominato "Retore imperiale", e si trasferì a Milano con la famiglia. Vescovo di Milano era Sant'Ambrogio. Agostino lo stimava molto e cominciò ad andare alle sue prediche per "ragioni estetiche", come scrisse lui stesso, cioè perché Ambrogio era uomo colto e raffinato. Ma in quelle prediche trovò la Verità che inseguiva da anni. Dio si rivelò a lui e il cuore di Agostino ne fu infiammato. Si iscrisse nell'elenco dei catecumeni e si preparò al battesimo che avrebbe ricevuto la notte del Sabato santo del 387, impartito da Sant'Ambrogio, ma sorse subito un grave impedimento. La Chiesa imponeva ai catecumeni di mettere ordine nella loro vita prima di ricevere il battesimo. Chi aveva l'amante, doveva lasciarla. Chi conviveva, doveva sposarsi. Agostino, quindi, avrebbe dovuto sposarsi, ma non lo fece. Alcuni biografi affermano che egli, quando decise di ricevere il battesimo, mandò via la sua compagna, tenendo invece con sé il figlio Adeodato, che aveva 15 anni. E' una versione non documentata, e che io ritengo non vera. Agostino, era molto innamorato della sua compagna. Per lei aveva cambiato vita. Nelle "Confessioni" racconta che in quindici anni non l'aveva mai tradita e questo dimostra il suo grande amore e quindi non l'avrebbe mai abbandonata in quel modo. Allora, al tempo del battesimo, Agostino non pensava assolutamente di intraprendere la carriera ecclesiastica, e non c'erano ragioni plausibili perché non dovesse sposare la mamma di suo figlio.
Io penso che Agostino non sposò la propria compagna perché "non poteva farlo". E non poteva farlo perché la legge non gli permetteva di sposare una "Vergine consacrata". Avrebbe dovuto mandarla via. Ma si sentiva morire per il dolore al solo pensiero. E fu lei, la donna a risolvere la questione, sacrificando se stessa. Se ne tornò a Roma, lasciando ad Agostino anche il figlio. Una separazione dolorosissima, come dimostra il fatto che Agostino non dimenticò mai quella sua compagna. Sua madre, Monica, cercò invano di consolarlo, presentandogli varie donne, con ottima posizione, perché potesse rifarsi una vita. Ma rifiutò sempre. Egli era una grande autorità a Milano e le migliori famiglie desideravano imparentarsi con lui. Ma Agostino era sempre innamorato della madre di suo figlio e rifiutò tutte le proposte. - Renzo Allegri - Zenit -

 
 
 

IL DIFETTO DI CRISTO: PENSARE PRIMA DI PARLARE

Post n°3028 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il tempo di tre gesti, quasi al rallentatore, per sfruttare il pensiero prima di parlare. Capisci? Quest’uomo ha un difetto: pensa prima di parlare. Pensare! Sono anni che gli astronomi stanno frugando tra le stelle in cerca di vita.

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista ;a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». (Lc 1,1-4; 4,14-21)

Quanto pagherei per poter incontrare delle persone! Per esempio. Le maestre delle elementari di Roberto Benigni. Lo hanno visto ripetere l’alfabeto, imparare le tabelline, scrivere i verbi, sbagliare le doppie. Adesso è un genio nel parlare. Cosa si prova a rivederlo? I catechisti di Joseph Ratzinger: lo hanno visto imparare i comandamenti, ripassare le virtù teologali, cardinali, i sette vizi capitali, le opere di misericordia, le giaculatorie. Adesso è papa. Cosa si prova a rivederlo? La mamma di Pippo Baudo. Gli ha insegnato lei ad accendere la televisione premendo il tasto. Adesso fa parte dell’arredamento: lo trovi su tutti i canali! Cosa si prova a rivederlo? I compagni di classe di Fabio Cannavaro: lo hanno visto piccolo, che dormiva sui banchi di scuola, che sognava gli scarpini dorati, che si arrabbiava. Poi lo trovano con la Coppa del Mondo. Cosa si prova a rivederlo? Partito scugnizzo, torna goleador! Lasciate le dure prove del deserto, Gesù – riempito di Spirito Santo – fa ritorno nella terra di Galilea, nella sua patria natìa. E lì insegna nelle sinagoghe, viene seguito, lodato, onorato. Ed è proprio questo calore umano, questo fiatone d’affetto, di comprensione e di umanità che lo spingerà a Nazareth, il paese “dove era stato allevato”, dove tutti lo avevano visto correre, crescere, lavorare il legno con le sue mani e piallandolo con un tocco di fantasia e di purezza. Chissà se avrà esitato seppur per un attimo. Se avrà intuito che stava per affrontare una delle prove più escandescenti della sua vita pubblica. Sai: accogliere un uomo diventato in pochi mesi straordinario quando si è prima conosciuta bene, molto bene, la sua ordinarietà non è cosa assai scontata. Soprattutto per quella piccolissima arte che rende l’uomo genio: l’arte d’essere invidiosi. Ma questo sembra non disturbare il Nazareno più del dovuto. Anzi: un giorno scopriremo che provocare era un po’ il suo forte! E allora, com’era solito fare sin dall’infanzia, Gesù entra nella sinagoga del suo villaggio per partecipare alla liturgia del sabato. E la novità non è quello che Gesù fa (qualsiasi uomo poteva alzarsi in piedi per leggere il rotolo della Legge e commentarlo). Novità è quello che Gesù dice dopo la lettura del brano di Isaia. Attenzione: non parla subito. C’è qualche attimo di silenzio: a Gesù servirà spesso il silenzio per dare impeto alle cose che ha da dire. Compie tre gesti sfruttando il silenzio di quegli attimi: arrotola il volume, lo consegna all’inserviente, si siede. Solo a quel punto, mentre gli occhi di tutti lo fissano, fa dono del segreto che porta dentro: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi” (Lc 4,21). Il tempo di tre gesti, quasi al rallentatore, per sfruttare il pensiero prima di parlare. Capisci? Quest’uomo ha un difetto: pensa prima di parlare. Pensare! Sono anni che gli astronomi stanno frugando tra le stelle in cerca di vita. Finora han trovato silenzio, silenzio, ancora silenzio. Siamo ancora l’unica specie di pensatori finora conosciuta. Ma l’uomo ha paura del silenzio, perché nel silenzio sente un grido che lo spaventa. Nervosi, agitati, arrabbiati. La fretta fa festa. Serve ritmo: l’importante è non riflettere, perché i pensieri rovinano il nostro tempo libero. Vanno di moda i libri che promettono di far guadagnare il primo milione in pochissimo tempo. Successo programmato, insuccesso nemmeno previsto. I grandi convegni parlano solo di strade per il successo, per la carriera, per la ricchezza. Ma chi insegna a perdere, a far fronte alle sconfitte, alle crisi? Eppure il cinquanta per cento del lavoro è insuccesso. “Arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette”. Cioè prese del tempo per pensare. E poi la mazzata che nessun rabbino ebreo – per quanto fuori le righe – aveva osato giocare: “oggi si adempie questa scrittura”. Immaginate la meraviglia, lo stupore, lo sgomento: l’attesa – millenaria, faticosa, logorante - diventava storia.

Per tutti!

Per i ciechi, per i prigionieri, per gli oppressi. Fisici, ma anche spirituali. Per quelli che un po’ di Signore, un po’ di preghiere, un po’ di giaculatorie e poi anche bestemmia, disonestà, ingiustizia. Per quelli che facciamo un tutt’uno: si va in chiesa, si ascolta la messa, si fa il proposito di cambiare. Poi, tempo perso! Per quelli che già sentito, già provato, tutte balle. Non importa: mandato per annunciare a tutti la buona novella! A tutti e nessuno può metterlo in tasca. Ai negri, ai bianchi, ai gialli, ai poveri e ai ricchi, ai sani e ai belli, agli atleti e agli handicappati. A tutti. Ai bambini ancora nel grembo materno e ai vecchi nutriti da un filone di flebo. Alle top model splendenti e scattanti e alle vecchiette dalle gambe malferme per l’artrosi. Agli industriali e ai lavavetri, ai laureati e agli analfabeti. A tutti. A quello di destra e a quello di sinistra. Ai cacciatori e agli ambientalisti. A quelli con la tessera e a quelli senza. A quelli che ascoltano! Ma tu hai sentito che ai tempi di Neemia ”tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della Legge”. Dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno! Il popolo piangeva. Ieri.

E in chiesa da noi?

Finchè si leggeva la Parola di Dio c’era chi sbadigliava, chi schiacciava un pisolino, chi scriveva un sms, chi allentava la cintura, chi si metteva le dita nel naso, chi scrutava la vicina, chi gettava gli occhi nel vuoto. Certo: chi ascoltava! Trattiamo così la Scrittura: capisci che delinquenti! Trattiamo da bestie un testo che dice con coraggio e senza indorare la pillola la nuda verità della vita e della morte, dell’eros e della violenza. L'incanto e il sapore di cenere, l'altezza cui possono arrivare gli uomini agganciati ad un Dio che li trascende, li sorregge, li annienta. La bassezza cui quegli stessi uomini possono giungere. O Dio, mandaci dei folli, che si impegnino a fondo, che dimentichino, che amino non soltanto a parole, che si donino per davvero sino alla fine. Abbiamo bisogno di folli, di irragionevoli, di appassionati, capaci di tuffarsi nell’insicurezza, l’ignoto sempre più spalancato della povertà. Abbiamo bisogno dei folli del presente, innamorati della semplicità, amanti della pace, liberi dal compromesso, decisi a non tradire mai, obbedienti e insieme spontanei e tenaci, forti e dolci. O Dio, mandaci dei folli. Dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola; ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura. C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità. Noi dobbiamo soffrire per divertirla.
Manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me. Come io faccio ridere gli altri. - don Marco Pozza - http://www.sullastradadiemmaus -

 
 
 

I CRISTIANI AMERICANI PAGANO PER LO SPOT ANTI ABORTO DURANTE IL SUPER BOWL

Post n°3027 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Trenta secondi e 3,2 milioni di dollari per “celebrare la vita” durante il Super Bowl del 7 febbraio, la finalissima del campionato di football che batte ogni anno il record di ascolti in Tv. Si chiamano “Focus on the family”, e sono un gruppo di cristiani conservatori attivi ovunque, anche a Colorado Springs: lì hanno deciso di comprare uno degli spazi pubblicitari più costosi al mondo per piazzare uno spot contro l’aborto. I 30 secondi che verranno mandati in onda in una delle pause dell’evento sportivo americano racconteranno la storia di Pam e Tim Tebow: nel 1987 la ragazza era incinta quando si ammalò durante un viaggio in una missione nelle Filippine. I medici le consigliarono l’aborto, lei rifiutò. Oggi suo figlio Tim è uno dei più amati giocatori di football e gioca come quarterback nei Florida Gators. Il sito della Cbs, l’emittente televisiva che trasmetterà lo spot, ieri rispondeva alle critiche che hanno investito lo spot antiabortista (ancora non andato in onda). Il Women’s Media Center di New York ieri ha chiamato la Cbs per chiedere di togliere lo spot dalla programmazione perché “divide gli americani invece di unirli”. Il gruppo femminista ha inviato una lettera particolarmente violenta all’emittente, scrivendo che l’avere lasciato spazio a un’associazione no-choice durante il Super Bowl danneggerà la sua reputazione e farà perdere ascoltatori. Dal canto suo la Cbs ha risposto che manderà in onda lo stesso i 30 secondi di Focus on the family. Uno spot che i vertici del canale tv hanno esaminato con attenzione senza trovare motivi per rifiutarlo, dal momento che “celebra la famiglia”. I soldi per pagare la messa in onda non sono dell’associazione cristiana, ma arrivano da “alcuni amici generosi”. “So che a qualcuno non piacerà – ha detto Tim Tebow – ma io sono contro l’aborto perché oggi non sarei qui se non fosse stato per il coraggio di mia madre”. - dueminutiperlavita -

 
 
 

IL MONDO FINIRA' NEL 2012 SECONDO LE PROFEZIE DEI MAYA? SI TRATTA DI UNA GRANDE "BUFALA"

Post n°3026 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Libri, trasmissioni televisive e film ci spiegano che il mondo finirà il 21 dicembre 2012. Lo assicura, dicono, una profezia degli antichi Maya. Che cosa c’è di vero?

Per rispondere con una parola sola: nulla. Ammettiamo che gli antichi Maya abbiano davvero previsto la fine del mondo per il 21 dicembre 2012. Questo ci direbbe qualcosa sui Maya, ma nulla sulla fine del mondo. La cultura e le credenze dei Maya non sono "la verità" ed è bizzarro che qualcuno oggi le prenda come guida. Per esempio, i Maya credevano che gli dei avessero bisogno di sacrifici umani, un elemento assolutamente centrale nella loro cultura. Credevano anche che migliaia di sacrifici umani avrebbero reso i loro regni invincibili ed eterni. Non è successo: i regni Maya sono stati spazzati via dalla conquista spagnola.

Ma i Maya hanno, in effetti, previsto la fine del mondo per il 21 dicembre 2012?

No. Si tratta di una teoria inventata da un teorico del New Age nato in Messico ma cittadino statunitense, José Argüelles, a partire dagli anni 1970 e illustrata particolarmente nel suo volume del 1987 The Mayan Factor (in italiano Il fattore maya. La via al di là della tecnologia, WIP, Bari 1999). Argüelles ha ottenuto un dottorato e ha tenuto corsi in varie università, ma la sua materia è la storia dell’arte, non l’archeologia o la cultura Maya. Inoltre egli ha francamente dichiarato che molte sue teorie derivano da "visioni" che avrebbe avuto sotto l’influsso dell’LSD. Neppure un solo specialista accademico dei Maya ha mai preso sul serio Argüelles o le sue teorie sul 2012 e "ciarlatano" non è neppure la più severa fra le molte espressioni sgradevoli che la comunità accademica ha usato nei suoi confronti.

Su che cosa si basa l’idea della profezia Maya sul 2012?

Sul fatto che per i Maya questo mondo è iniziato a una data che può essere calcolata. Varie fonti danno diverse versioni, ma la data più diffusa corrisponde all’anno 3114 a.C. del nostro calendario. Da questa data iniziano cicli di anni chiamati b’ak’tun. Molti testi Maya parlano di venti b’ak’tun, dopo di che finirà questo mondo o ciclo. In una data fra il 21 e il 23 dicembre 2012, sempre secondo la versione più attestata dalle fonti del calendario Maya, finirà il tredicesimo b’ak’tun e inizierà il quattordicesimo. In genere la fine di un b’ak’tun per i Maya è occasione di celebrazioni e feste. Le iscrizioni e altre fonti che parlano di avvenimenti rilevanti in occasione della fine del tredicesimo b’ak’tun, nel dicembre 2012, fanno riferimento appunto a celebrazioni. Argüelles e i suoi sostenitori insistono sul Monumento 6 del sito archeologico Maya di Tortuguero, in Messico, che in corrispondenza della fine del tredicesimo b’ak’tun allude in termini peraltro confusi alla discesa di divinità e al fatto che "verrà il nero". I commentatori accademici delle iscrizioni di Tortuguero pensano che si faccia riferimento anche qui a future cerimonie. In ogni caso, se si guarda al complesso dei testi di Tortuguero, si trovano riferimenti anche ai b’ak’tun dal quattordicesimo al ventesimo, per cui è certo che i Maya dell’epoca di questi monumenti (secolo VII d.C.) non pensavano che il mondo sarebbe finito nel nostro 2012, cioè alla fine del tredicesimo b’ak’tun. E non è neppure certo che i Maya pensassero a una fine del mondo con la fine del ventesimo b’ak’tun (da cui comunque ci separa qualche millennio) perché prima del nostro mondo ce n’era stato un altro, e potrebbe dunque trattarsi della fine di un mondo e non del mondo. Rimane anche vero che delle credenze dei Maya noi abbiamo un quadro incompleto e frammentario.

I Maya non avevano anche un’astrologia, sulla cui base prevedevano eventi felici oppure catastrofici, e in particolare una catastrofe nel 2012?

In linea concettuale si può dire che il calendario ci dice quando secondo un certo modo di calcolo termina un ciclo: ma che cosa succede alla fine di questo ciclo non ce lo dice l’astronomia ma la religione o l’astrologia. Il problema, però, è che non è neppure certo che i Maya avessero un’astrologia. Tutto quello che si può dire è che è possibile – ma non certo – che alcuni segni trovati in diversi codici (principalmente quello di Parigi – cfr. l’immagine –, acquisita dalla Biblioteca Nazionale della capitale francese nel 1832, ma ce ne sono di meno chiari anche altrove) mettessero in corrispondenza animali e costellazioni, creando una sorta di zodiaco, forse con significato astrologico. Siamo dunque in presenza di una congettura sull'esistenza di tredici simboli che potrebbero formare uno zodiaco e che secondo l'interpretazione più autorevole sono: due tipi diversi di uccelli (ma è difficile identificare quali siano), uno squalo o pesce "xoc", uno scorpione, una tartaruga, un serpente a sonagli, un serpente più grande ma non identificato quanto alla specie, uno scheletro, un pipistrello, più due animali che corrispondono a zone del codice (di Parigi) troppo danneggiate per un'identificazione certa. Dal momento che non è neppure certo che esistesse un’astrologia Maya, ogni congettura su "previsioni" collegate a questa astrologia è del tutto insensata.

Ma gli attuali indios discendenti dei Maya prevedono la fine del mondo nel 2012?

Assolutamente no. Vari studi di antropologi ed etnologi mostrano che non attendono nulla di particolare per questo anno, anzi non hanno mai sentito parlare di presunte profezie.

Se si tratta di una bufala, perché è così diffusa?

Diversi studiosi dei Maya, piuttosto infastiditi, hanno parlato di una pura speculazione commerciale. È servita a lanciare diversi film, alcuni dei quali dal punto di vista meramente cinematografico sono anche ben fatti e gradevoli, purché li si consideri appunto dei semplici film e non si pretenda di ricavarne profezie autentiche. Da un punto di vista sociologico, forse si possono dire due cose in più. La prima riguarda l’enorme impatto della popular culture – romanzi, film, televisione – su un’opinione pubblica dove ormai è la vita a imitare l’arte e non viceversa e la fiction è considerata fonte d’informazioni sulla realtà (Il Codice da Vinci insegna). L’ultima puntata, del 2002, della popolarissima serie televisiva X-Files annunciava l’invasione degli alieni per il 21 dicembre 2012. Serie TV e film hanno una grandissima influenza su un pubblico "postmoderno", dove i confini fra finzione e realtà si sono fatti davvero molto labili. La seconda osservazione parte da un fatto: l’idea della profezia Maya lanciata da Argüelles era parte integrante del New Age. Oggi il New Age è in crisi, ma ci sono molti che – per le più svariate ragioni – hanno interesse a rilanciarlo. La diffusione della presunta profezia sul 2012 è stata ed è una grande occasione di rilancio del New Age.

Ma della fine del mondo non parlano anche i cristiani?

Sì. Anzi, Papa Benedetto XVI nell’enciclica del 2007 Spe salvi lamenta che non se ne parli abbastanza, perché la prospettiva della fine del mondo e del Giudizio Universale, dove i sacrifici dei buoni e la malizia dei malvagi emergeranno agli occhi di tutti e saranno definitivamente giudicati, illumina l’intera storia umana. La Chiesa, però, ha sempre condannato il millenarismo, che pretende di detenere un sapere dettagliato, che va oltre la Sacra Scrittura e l’insegnamento del Magistero, sul "come" della fine del mondo e di poterne determinare anche il "quando". La Chiesa annuncia la parola del Vangelo di Matteo (25, 13): "Non sapete né il giorno né l’ora". E chi afferma di saperli s’inganna, e inganna chi gli presta fede. - Cesnur di Massimo Introvigne - Nel Nome del Padre -

 
 
 

SAN MICHELE E L'ANGELO DELLA FAMIGLIA

Post n°3025 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L’origine della famiglia è divina: Dio stesso l’ha stabilita dando all’uomo la donna, cioè un aiuto a lui simile. Anche il suo scopo è divino: è di allevare per il cielo degli eletti, destinati a colmare i vuoti fatti dalla defezione degli angeli ribelli. Questa è la ragione dell’odio geloso di Satana contro la famiglia, e questo è il motivo anche della protezione con cui non smettono di circondarla gli spiriti beati ed alla loro testa san Michele. Gli attacchi degli atei e degli empi, attraverso leggi parlamentari assurde come il matrimonio degli omosessuali e specialmente attraverso programmi televisivi diseducanti tipo " il grande fratello". hanno oggi la famiglia come principale oggetto di attacco. Essi sanno bene che la famiglia è alla società quello che la radice è all’albero, la sorgente al fiume, la base all’edificio. Non è dalla famiglia che viene alla società la sua prosperità e la sua forza, come anche la sua decadenza e la sua rovina? Ecco perché l’empietà del dragone infernale si sforza di sottrarla all’influenza della fede cattolica, sicura, se vi giunge, di distruggere con ciò stesso questa influenza nella società civile. Purtroppo nel nostro ventunesimo secolo, i nemici della Chiesa vi sono fin troppo ben riusciti. La famiglia impostata su basi cristiane è profondamente in crisi specialmente in occidente. Quante famiglie nel nostro ventunesimo secolo si trovano senza fede, senza alcun legame di appartenenza religiosa, senza Dio? Ma anche spesso quanto malessere morale, quali sofferenze psichiche, quali disordini, e quali rovine ne risultano! Sotto la figura del mitico dragone (cfr Ap. 20, 1-3) è significato il diavolo o satana, già espresso nella Genesi sotto l’immagine del serpente. E’ il capo degli angeli decaduti, dei quali si serve nella lotta contro gli uomini, specialmente contro i cristiani, per farli peccare compiendo le sue opere e rendendoli idolatri. Contro di lui e contro i suoi adepti, ecco gli angeli buoni con l’Arcangelo Michele. La lotta si protrarrà sino alla fine del mondo con periodi di maggiore irruenza, il più tremendo dei quali sarà appunto l’ultimo. In questa lotta tra il bene e il male intervengono degli angeli buoni e cattivi: i primi per salvare, i secondi per rovinare gli uomini. Dio si fa giustizia da sé. Se è presente, egli consola e benedice; custodisce le culle, fa crescere nella virtù e l’onore e fa morire in pace. Ma se è cacciato, egli si vendica nel senso che senza il Signore una civiltà decade e poi scompare totalmente. E per questo non è necessario che maledica, basta che abbandoni a se stesso un popolo secolarizzato che lo rifiuta attraverso l’adulterio e il divorzio di massa, lo sterminio dell’aborto, il dilagare della pornografia e della pedofilia, l’accettazione dell’omosessualità come se fosse simile all’eterosessualità. Una famiglia è apparsa sulla terra, del tipo di tutte le altre, la santa Famiglia di Nazareth. Quando si studia la sua vita, vi si ammira ovunque l’intervento angelico. Questa presenza degli angeli fu molto più d’un segno d’onore dovuto alla divinità. Gesù volle questa manifestazione per farci comprendere il ministero invisibile compiuto dagli angeli presso le famiglie. A questo riguardo, nell’Antico Testamento Dio invia l’angelo Raffaele in soccorso di una pia famiglia in difficoltà. Raffaele condurrà Tobiolo sano , salvo e ricco da un viaggio rischioso, gli farà trovare Sara come sua sposa e gli darà la giusta medicina per guarire il padre Tobia dalla cecità. L’angelo custode della sacra Famiglia fu san Michele. Egli vegliò su di essa e la salvò nell’ora del pericolo. In questa importante funzione egli ha ricevuto un dono speciale per proteggere le famiglie cristiane. San Michele salverà le famiglie riunite sotto il suo scudo e con la sua spada le libererà dai pericoli che le minacciano, per la fede e per i costumi. Sotto le sue alte ispirazioni, il padre sarà l’uomo del lavoro, l’uomo del dovere, l’uomo della virtù, ed egli eserciterà a casa sua un’autorità positiva riconosciuta e amata. La madre si formerà allo spirito di sacrificio, alla vera bellezza e alla pietà, ed ella sarà così l’angelo terrestre della casa. Il bambino crescerà nell’obbedienza e nel rispetto, ed egli sarà la gioia e l’onore della famiglia. Tali sono le lezioni date da san Michele alla famiglia riparata all’ombra delle sue ali. Il vecchio Giacobbe morente riconosceva che il suo angelo l’aveva liberato da tutti i mali. La gioia che gli procurava quel ricordo gli faceva augurare per i suoi figli una simile benedizione. L’angelo protettore non mancò loro. Quando leggiamo la storia delle famiglie patriarcali, noi troviamo in ogni pagina della Bibbia l’intervento degli angeli. La potenza di questi beati spiriti celesti non è diminuita nel nostro ventunesimo secolo. Abbiamo dunque fiducia in essi e pensiamo ad invocarli per la serenità e la prosperità delle nostre famiglie, specialmente in Europa. - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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