ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 08/02/2010

ADOTTA UNA MAMMA. AIUTI IL SUO BAMBINO: ADOZIONE PRENATALE A DISTANZA

Post n°3069 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

UN'IDEA IN PIU' PER SALVARE LA VITA

Partecipa anche tu al Progetto Gemma. Offri ad una mamma il sostegno economico che le consenta di portare a termine con serenità il periodo di gestazione e la aiuti nel primo anno di vita del bambino. Si realizza attraverso gli oltre 250 Centri di Aiuto alla Vita (CAV) che offrono in tutta Italia accoglienza e aiuto alle maternità più contrastate.

OGNI MAMMA ADOTTATA E' UNA VITA SALVATA

Ricordati, il tuo sostegno può essere determinante a far nascere un bambino. Per questo è nato il Progetto Gemma: per mettere in collegamento le mamme più bisognose con tutti coloro che desiderano aiutarle. La tua richiesta di adozione verrà inserita nella banca dati di Progetto Gemma e immediatamente associata a uno dei tanti casi di bambini concepiti segnalati dai CAV.

18 MESI DEL TUO AIUTO VALGONO UNA VITA.

Accettare un'adozione prenatale a distanza significa aiutare la mamma per un periodo minimo di 18 mesi (gli ultimi 6 mesi di gravidanza e i primi 12 mesi di vita del bambino) con un contributo  mensile di 160 Euro, da versare direttamente al CAV a cui si è stati abbinati. Se l'impegno è troppo pesante per te, dividilo con amici. Sarà compito del CAV destinare la cifra totalmente alla mamma da aiutare e al bambino da salvare.

IL BIMBO CHE NASCERA' SARA' ANCHE FIGLIO DELLA TUA GENEROSITA'.

Si, il bimbo che nascerà sarà figlio di un tuo atto d'amore puro e disinteressato. La Fondazione Vita Nova, che gestisce il progetto Gemma, e il CAV garantiscono infatti la massima riservatezza e l'anonimato sia della madre che dell'adottante. Durante il periodo di adozione riceverai le notizie più importanti: la data di nascita, il nome del bimbo salvato ed eventualmente la sua fotografia. Terminati i 18 mesi, se la madre acconsente e tu lo desideri, su richiesta scritta di entrambi, potrai conoscerla e continuare il rapporto indipendentemente dalla mediazione del CAV.

L'Adozione Prenatale a distanza è facile: Progetto Gemma

Via Tonezza 3 - 20147 Milano - Tel 02/48702890 - Fax 02/48705429

Contributi liberali all'Associazione

Associazione Privata di Fedeli

Progetto Gemma Adozione Prenatale a Distanza

Via S.Alberto 141 - 48100 Ravenna

CCP 11776408

 
 
 

NUOVA CONDANNA DEL SANTO PADRE CONTRO I PRETI PEDOFILI

Post n°3068 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Questo lunedì Benedetto XVI è tornato a scagliare una dura condanna contro quei membri della Chiesa che si sono macchiati di abusi sui minori. Le parole del Papa sono risuonate in occasione dell'udienza ai partecipanti alla XIX Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, aperta in mattinata da una Messa celebrata dal Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone. L'appuntamento riunirà per tre giorni a Roma membri e consultori intorno al tema dei diritti dell’infanzia, nel XX anniversario della Convenzione Internazionale sulle misure a tutela del bambino, adottata dalle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. “La Chiesa – ha rammentato il Papa – lungo i secoli, sull’esempio di Cristo, ha promosso la tutela della dignità e dei diritti dei minori e, in molti modi, si è presa cura di essi”. “Purtroppo – ha ammesso –, in diversi casi, alcuni dei suoi membri, agendo in contrasto con questo impegno, hanno violato tali diritti: un comportamento che la Chiesa non manca e non mancherà di deplorare e di condannare”. “La tenerezza e l’insegnamento di Gesù, che considerò i bambini un modello da imitare per entrare nel regno di Dio, hanno sempre costituito un appello pressante a nutrire nei loro confronti profondo rispetto e premura”, ha continuato. E infatti, ha aggiunto il Papa richiamando le parole di Gesù, “chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”. Un monito, ha continuato il Santo Padre, che richiama “a non abbassare mai il livello di tale rispetto e amore”. Il Pontefice è quindi passato a parlare della necessità di far crescere i bambini “in una famiglia unita e stabile”, perché “è proprio la famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, l’aiuto più grande che si possa offrire ai bambini”. I bambini, infatti, “vogliono essere amati da una madre e da un padre che si amano, ed hanno bisogno di abitare, crescere e vivere insieme con ambedue i genitori, perché le figure materna e paterna sono complementari nell’educazione dei figli e nella costruzione della loro personalità e della loro identità”. A tal fine, ha proseguito il Pontefice, “occorre esortare i coniugi a non perdere mai di vista le ragioni profonde e la sacramentalità del loro patto coniugale e a rinsaldarlo con l’ascolto della Parola di Dio”, e allo stesso tempo con “la preghiera, il dialogo costante, l’accoglienza reciproca ed il perdono vicendevole”. “Un ambiente familiare non sereno, la divisione della coppia dei genitori, e, in particolare, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze per i bambini, mentre sostenere la famiglia e promuovere il suo vero bene, i suoi diritti, la sua unità e stabilità è il modo migliore per tutelare i diritti e le autentiche esigenze dei minori”, ha concluso infine. - Zenit -

 
 
 

LE STORIE DI DUE GIOVANI IN BELGIO CONDANNANO I GIUDICI ITALIANI CHE HANNO PERMESSO DI FAR MORIRE ELUANA ENGLARO

Post n°3067 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La vita è sempre importante e se anche si presenta inerme e indifesa, rappresenta comunque uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque.

Un anno fa Eluana Englaro veniva messa a morte grazie ad un provvedimento della magistratura fondato, tra l’altro, su due assiomi. Il primo riguarda il fatto che la ragazza di Lecco si trovasse in uno stato di coma irreversibile (categoria scientifica inesistente), dal quale non sarebbe mai potuta uscire. Il secondo è relativo al fatto che senza una «pienezza di facoltà motorie e psichiche» quella di Eluana fosse una «vita non degna di essere vissuta», traduzione italiana del termine “lebensunwertes Leben”, coniato dai giuristi tedeschi negli anni ’30 e riecheggiato tristemente nelle aule giudiziarie del Terzo Reich. Così, nel febbraio 2009, attraverso la carta bollata, si è spenta l’esistenza di Eluana. Per una strana ironia della sorte, a ridosso dell’anniversario della sua morte, i fatti e la ricerca scientifica hanno sconfessato quei discutibili postulati dei giudici. Due giovani belgi, entrambi in stato vegetativo persistente a seguito di un incidente d’auto, sono stati incaricati dal destino di sgretolare i due presupposti logici della tragica decisione sul caso Englaro. Lo “scherzo” che hanno fatto i due belgi ai soloni togati è stato davvero beffardo. Uno dei due si è risvegliato dopo 23 anni (6 anni in più di Eluana), dimostrando ancora una volta che il cosiddetto “coma irreversibile” non esiste. L’altro, sottoposto ad esame attraverso una nuova tecnica di risonanza magnetica, ha manifestato segni di facoltà psichica, arrivando a “dialogare”, attraverso il cervello, con i medici. Gli scettici possono leggere l’articolo che illustra l’interessante esperimento, dal titolo Willful Modulation of Brain Activity in Disorders of Consciousness, pubblicato lo scorso 3 febbraio sul New England Journal of Medicine (10.1056/NEJMoa0905370). In pratica, si è trattato di sottoporre il ventinovenne belga a due stimolazioni attraverso un processo di immaginazione (Imagery Tasks), in cui gli si è stato chiesto di simulare alcune azioni (tirare una pallina da tennis, camminare nella propria casa, ecc.) ed un processo comunicativo (Communication Task), in cui gli sono state poste domande su aspetti attinenti la sua vita personale. Immaginabile l’astonishment - così è stato definito -, ovvero lo stupore dei medici quando il paziente, dopo aver risposto “no” alla domanda se il nome di suo padre fosse Thomas, ha risposto, invece, “sì” quando gli hanno chiesto se il padre si chiamasse Alexander, vero nome del genitore. Le reazioni rispetto a questa sensazionale scoperta mi hanno indotto ad una riflessione.Tutti gli esperti hanno dichiarato che il risultato di quell’esperimento «changes everything», cambia tutto. Ma cambia secondo prospettive e visioni antropologiche opposte. Da una parte ci sono coloro che vedono in questa nuova possibilità di comunicazione con i pazienti in stato vegetativo un’opportunità per migliorare le condizioni esistenziali in cui si trovano, assumendo, per esempio, informazioni su eventuali problemi clinici e adottando i relativi rimedi. Dall’altra parte ci sono coloro che vedono nella scoperta la sola opportunità di conoscere esattamente la volontà di chi si trova in stato vegetativo circa il proprio destino, ovvero se ricorrere o meno all’eutanasia, perché proprio questa scoperta mostrerebbe com’è ancora più atroce la condizione di una mente lucida intrappolata in un corpo che non risponde. Due modi diversi di guardare questo risultato scientifico. Due modi diversi di concepire la vita e la morte. E poco c’entra, in realtà, la fede o una prospettiva religiosa. Enzo Jannacci ce lo ha dimostrato quando in quella celebre intervista al Corriere della Sera, sull’onda emotiva della vicenda Englaro, dichiarò che non avrebbe mai «staccato una spina e sospeso l'alimentazione ad un paziente» perché «interrompere una vita è allucinante e bestiale». E ce lo ha dimostrato anche quando, da medico, ha affermato, profeticamente, che «vale sempre la pena aspettare» e che «la medicina è una cosa meravigliosa, in grado di fare progressi straordinari e inattesi». Ce lo ha dimostrato, inoltre, quando ha dichiarato che «la vita è sempre importante» e se anche «si presenta inerme e indifesa», rappresenta comunque «uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque». E ce lo ha dimostrato, ancora di più, quando è arrivato a dire che se suo figlio si fosse trovato nelle condizioni di Eluana, «sarebbe bastato un solo battito delle ciglia» a farglielo sentire vivo. Non oso immaginare che cosa sarebbe successo se la povera Eluana fosse ancora qui tra noi e se, sottoposta al nuovo esperimento, avesse dato segni di coscienza. Probabilmente sarebbe caduto ogni velo di ipocrisia e il dibattito si sarebbe focalizzato, a quel punto, sul tema vero: l’eutanasia. Resta, comunque, una considerazione finale. Ad Enzo Jannacci sarebbe stato sufficiente un battito delle ciglia per fargli sentire vivo suo figlio. Al signor Englaro, probabilmente, non sarebbe bastato neppure il fatto che sua figlia avesse risposto “sì” alla domanda: «Tuo padre si chiama Beppino?». - fonte: ilsussidiario.net
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LETTERA DI UN UOMO DISPERATO: LA MIA COMPAGNA VUOLE ABORTIRE: FERMIAMOLA

Post n°3066 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Buongiorno, mi chiamo Marco e ho 37 anni. Vi scrivo perché sono disperato. Tra una settimana la mia compagna farà un'interruzione di gravidanza. Non permetterà a nostro figlio di venire al mondo. La cosa sconvolgente è che su quel figlio abbiamo fantasticato... non è stato un incidente. L’altra cosa sconvolgente è che tra noi andava tutto benissimo e non è accaduto niente che potesse rovinare il nostro rapporto. Semplicemente da un giorno all'altro non ho più trovato di fronte la stessa persona. Premetto che la nostra è una relazione molto giovane e vissuta in gran parte in clandestinità, ma poi era diventata finalmente libera. Ora, purtroppo, non mi dà neanche più spazi per avvicinarmi a lei. Sarei pronto a prendermi l'impegno di crescere da solo nostro figlio. Ma non vuole sentire. Ha rigetto, lo vede solo come una cosa di cui liberarsi. Al più presto. Ho migliaia di messaggi, mail e lettere che comprovano tutto ciò che vi sto dicendo. La legge italiana tutela solo le donne. Quando una donna vuol mettere al mondo un figlio senza il supporto del padre, è donna-coraggio, mentre l'uomo è solo un poveraccio con desiderio di paternità. Non desidero altro che prendermi la responsabilità di qualcosa che abbiamo fatto in due e i cui frutti non sono un oggetto fastidioso di cui liberarsi al più presto ma una nuova vita. Potete fare qualcosa, smuovere l'opinione pubblica o ritenete che non interessi a nessuno e sia una causa persa in partenza? Comunque sia mi riserverei altri due tre giorni per tentare un approccio con lei, per poterne parlare da persone adulte, per affrontare la cosa insieme. - Marco

Caro Marco,
Ho letto la tua lettera appello "la mia compagna vuole abortire: fermiamola" e le tue recriminazioni sulle ingiustizie della legge italiana che "tutela solo le donne" e non il desiderio di paternità degli uomini. Credo che al punto in cui siete, sia inutile star qui a parlare dello strapotere delle donne sulla gravidanza, - io sono mia – si gridava allora e la libertà pareva consistere nel decidere che fare del frutto del concepimento. Oggi un figlio che cresce in pancia, non lo si chiama bambino, non lo si chiama figlio, si usano termini più neutri si medicalizza la vita per tenere a distanza la realtà, ma al punto in cui siete arrivati e cioè quello di "fuggire davanti a un figlio concepito" mi pare che si debba riconoscere che il vero problema è a monte, è nel modo a cui si guarda all’altro, non importa se il vostro è "una relazione molto giovane e vissuta in gran parte in clandestinità, ma poi era diventata finalmente libera" parole tue, la domanda è quanto sia vero e forte questo amore che ha saputo sfidare la clandestinità ma non riesce ad affrontare una responsabilità. Il problema vostro è quello di molti in questa società, si è persa la consapevolezza che una coppia sta insieme per un compito. Certo, gli occhi dell’altro sembrano comprendere l’animo nostro più di noi stessi, ci piace dell’altro ogni cosa, il suo portamento, la sua goffaggine, anche ciò che potrebbe apparire a occhi non innamorati un difetto, quel suo modo di ridere, di passarsi la mano tra i capelli, la sua timidezza o la sua esuberanza, ci fa tenerezza vederlo dormire e persino sentirlo russare. Ma poi, c’è un poi, perché non si sta insieme una vita solo per questo, si è insieme per un compito, un destino, per condividere una strada. Per chi sceglie il matrimonio religioso, la formula del rito recita: "Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita" Non è uno scherzo, non è un impegno da poco, ma in troppi lo sottovalutiamo, lo declamiamo senza crederci, sapendo che la legge ci lascia una porta sempre aperta, un’altra possibilità, in alcuni casi anche più d’una. La possibilità di ricominciare con pedine diverse, nella speranza che vada meglio, ma la verità è che siamo in balia del sentimento, del frullare d’ali. Anche un figlio, dicono vada pensato, programmato, deciso, mah! Io credo vada amato, da subito, anzi da prima, perché è un essere uomano, il frutto di un amore e come si può essere un albero sano e bello, se ci infastidiscono i suoi frutti? Anche tu scrivi: "La cosa sconvolgente è che su quel figlio abbiamo fantasticato... non è stato un incidente" ed è evidente che non basta pensare e programmare un figlio, perché la realtà ci faccia meno paura. Tu hai 37 anni, la tua compagna immagino più o meno la tua età, insomma non due adolescenti spaventati, non due ragazzini che non hanno vissuto, che non sanno cosa sia il bene e il male, ma forse non basta l’età per capire, non si diventa saggi e giusti semplicemente con l’avanzare degli anni. Qui non si tratta di diritto di paternità o di maternità. Si tratta di non aver mai pensato che amare vuol dire desiderare la felicità dell'altro prima della nostra, vuol dire essere responsabili dei gesti che si compiono, delle fatiche che comportano. Un figlio non basta pensarlo, desiderarlo, sognarlo, un figlio va amato e quindi accolto, chiede d'essere amato e protetto come il testimone importante di un amore vero, non può essere in balia di un sentimento che ieri c’era e oggi no e domani Non siete più dei ragazzi e la vita dovrebbe avervi insegnato che ci sono giorni pieni di sole e altri pieni di nebbia, ma a che serve amarsi se non a sostenersi nella nebbia? Vi auguro di ritrovarvi, perchè il problema non è se il figlio è suo o tuo, ma che si tratta del bambino vostro. Che dirvi? Non sarà certo la legge a salvare il vostro bambino, o gli appelli pubblici che tanto vanno di moda, quello che c’è da salvare prima ancora è il vostro amore e la responsabilità di essere "insieme per un compito". Guardatevi negli occhi e nel cuore, chiedetevi cos’è quel sentimento che avete chiamato amore, se non è sufficiente nemmeno a difendere il vostro futuro?
Fatevi aiutare, perché a volte da soli non ce la si fa, bisogna avere il coraggio di appoggiarsi a qualcun’altro. Se può esservi utile, io ci sono. Pregherò per voi tre esseri umani fragili e smarriti, dove a volte non può l'uomo può il volere di Dio. - Il giornale - Buggio Nerella - culturacattolica -

 
 
 

"IL CORPO DELLE DONNE": L'IMMAGINE FEMMINILE IN TV, ABUSATA, MANIPOLATA E MORTIFICATA

Post n°3065 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

 Il corpo delle donne”, un documentario diffuso via Internet, che sta facendo il giro del mondo se ne è parlato anche alla Tv pubblica britannica e alla Radio australiana, disponibile oltre che in lingua italiana, in inglese, francese, spagnolo, portoghese, greco e russo. Il filmato di 25 minuti è dedicato ad un tema urgente, oggetto da molti anni di dibattito anche in sede europea: ovvero l’immagine delle donne sullo schermo televisivo. Un’immagine stereotipata secondo modelli preconfezionati, di cui la Tv italiana si è fatta veicolo privilegiato. Roberta Gisotti ha intervistato Lorella Zanardo, formatrice e docente di Marketing per la Comunità europea, esperta di problematiche femminili, autrice del documentario.
D. – Da dove è partita la sua inchiesta sul corpo delle donne e a quali risultati è giunta?

R. – L’inchiesta è partita dall’aver guardato la televisione, nel senso che io per molto tempo ho vissuto all’estero e poi, per altrettanto tempo, non guardavo la televisione. Quando, per vari motivi, mi è capitato di guardarla avevo gli occhi neutri, vergini, che non si erano ancora assuefatti. E quando ho visto ho sentito l’urgenza di fare qualcosa. Ne ho parlato con due amici uomini, sensibili al problema, e insieme abbiamo deciso di fare velocemente qualcosa e abbiamo pensato quindi di usare l’audiovisivo, perché è il mezzo più veloce per arrivare ai giovani, che era il nostro obiettivo. La scelta della durata è stata affinché fosse non troppo lunga, perché i giovani si stancano e quindi abbiamo messo in rete questi 25 minuti (all’indirizzo www.ilcorpodelledonne.com) e dal 6 maggio 2009 ad oggi il sito è stato visto da un milione di persone.

D. – Che cosa emerge da questa inchiesta? Lei dimostra con il filmato, con le immagini, che le donne vere sono scomparse. Sono scomparsi anche i volti adulti, invecchiati delle donne
R. – Sì, diciamo che abbiamo visto 400 ore d’intrattenimento televisivo. Per ora ci siamo limitati a questa indagine ed alcune cose ce le aspettavamo, come l’uso dei giovani corpi come oggetti. Meno invece sapevamo dell’uso delle donne come decorazioni, quello che io ho definito ‘grechine’, cioè donne a cui non è concesso parlare ma che vengono usate così come useremmo un vaso di fiori, appunto come decorazione. Non ci aspettavamo l’umiliazione: questa, per me, è stata inaspettata. Abbiamo trovato ed inserito nel documentario diverse immagini di violenza, di umiliazione: il presentatore che dà il microfono sulla testa della ragazza, il presentatore che dice a bruciapelo ad una ragazza del pubblico “le tette le hai lasciate a casa”, una ragazza appesa come un prosciutto in mezzo a dei prosciutti che viene marchiata sul sedere unto di olio. Queste immagini noi non ce le aspettavamo! Da ultimo, quello che emerge fortemente dalla nostra televisione è la scomparsa dei volti dai 38 ai 40 anni in su. Nella nostra televisione – ma questo è anche un problema mondiale, non solo italiano – non ci sono quasi più, sono in estinzione, i volti delle donne mature. Quindi, se io mostro solo donne di età adulta con il volto chirurgicamente modificato sto passando un messaggio molto forte a chi mi guarda da casa e creo anche fragilità in chi ha la stessa età delle donne che vede in televisione ma non vede e non sente di avere lo stesso tipo di aspetto.

D. – La negazione delle donne quali persone da rispettare avviene sotto lo sguardo di tutti e pochi reagiscono …

R. – Sì, pochi reagiscono perché è come se ci fosse sfuggita la situazione di mano. Questo noi lo riscontriamo anche oggi nel nostro blog e molti ci dicono, dopo aver visto il documentario: “io guardo la televisione da anni ma non mi ero mai accorto”. Questo è interessante: 25 anni di questa televisione - e dobbiamo ricordare non solo nelle reti private, ma anche nelle pubbliche - hanno creato un’assuefazione. L’altra ragione, che trovo altrettanto grave, è che chi se ne poteva occupare, chi poteva intervenire per far sì che la televisione non avesse questo strapotere che invece ha avuto negli ultimi 25 anni, non ha più visto la televisione. Questo punto mi sembra importante: nei dibattiti intervengono spesso molte persone di cultura ed anche colte che mi dicono “guardi, il problema non esiste perché basta spegnere la Tv”. Io voglio dire con molta fermezza che spegnere la Tv è un atto elitario, non credo che oggi noi - chi ha un occhio critico - ci possiamo permettere di spegnere la Tv. Dobbiamo invece guardare la Tv ed offrire il nostro sguardo a chi invece la Tv la guarda, perché non ha imparato ad avere alternative alla Tv. - radiovaticana

 
 
 

TRIDUO ALLA VERGINE DI LOURDES DAL 9 AL 11 FEBBRAIO

Post n°3064 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

1° giorno:

Nostra Signora di Lourdes, salute dei malati, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, intercedi per la guarigione dei malati che ti raccomandiamo. Ottieni loro un aumento di forza se non la salute.

Sia benedetta la Santa ed Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio

2° giorno.

Nostra Signora di Lourdes che preghi incessantemente per i peccatori, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes che hai guidato Bernardette fino alla santità, donaci quell’entusiasmo cristiano che non indietreggia davanti ad alcun sforzo perché regni maggiormente la pace e l’amore tra gli uomini.

Sia benedetta la Santa ed Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio

3° giorno.

Nostra Signora di Lourdes, sostegno materno di tutta la Chiesa, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, proteggi il nostro Papa e i nostri vescovi. Benedici tutto il clero e in modo particolare i sacerdoti che ti fanno conoscere e amare. Ricordati di tutti i sacerdoti defunti che ci hanno trasmesso la vita dell'anima.

Sia benedetta la Santa ed Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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