ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 14/02/2010

LA PORNOGRAFIA DA' UNA VISIONE DISTORTA DELLA SESSUALITA'

Post n°3104 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Patrick F. Fagan, senior fellow e direttore del Centro di ricerca su matrimonio e religione del Consiglio, ha descritto gli effetti sociali e psicologici della pornografia nello studio dal titolo "The Effects of Pornography on Individuals, Marriage, Family and Community". Contrariamente all'argomentazione secondo cui la pornografia è un piacere innocuo, Fagan riferisce di prove cliniche da cui risulta che essa provoca distorsioni significative nei comportamenti e nella percezione della natura della sessualità.
I fruitori abituali di pornografia tendono infatti ad avere livelli più elevati di tolleranza verso comportamenti sessuali anormali, osserva lo studio. L'uso della pornografia crea anche dipendenza, a causa del rilascio di ormoni che stimolano i centri cerebrali del piacere. Fagan riconosce che le energie sessuali sono una forza potente, ma proprio per questo la società deve incanalarle in modo da contribuire al bene comune. In questo senso, il matrimonio legittima l'intimità sessuale, tutela i bambini che sono il frutto del suo esercizio e promuove la stabilità sociale. Porre limiti all'attività sessuale aiuta gli adolescenti a maturare un corretto orientamento della propria sessualità. Purtroppo, constata lo studio, gli sviluppi moderni dei media hanno demolito queste barriere e aumentato enormemente le modalità in cui la pornografia può insinuarsi nella vita familiare.

Conseguenze per la famiglia

Per quanto riguarda le conseguenze per il matrimonio, Fagan richiama degli studi che dimostrano come l'uso della pornografia da parte del marito incida gravemente sulla moglie. In molti casi la moglie di un utilizzatore di pornografia sviluppa ferite psicologiche, tra cui sentimenti di tradimento, di perdita, diffidenza e rabbia, osserva l'autore. Dopo aver scoperto che il marito fa uso di pornografia, la moglie può iniziare a sentirsi non più attraente o sessualmente inadeguata, il che può portare a forme di depressione. Gli uomini fruitori di pornografia, aggiunge Fagan, tendono a ridurre il loro coinvolgimento emotivo nel rapporto sessuale, cosa che produce nella moglie il senso di una minore intimità con il marito. In uno studio, i mariti hanno riferito di amare meno le proprie mogli dopo lunghi periodi di fruizione pornografica. La pornografia ha anche un impatto sul lato fisico del rapporto, perché un'esposizione prolungata alimenta sensi di insoddisfazione rispetto al coniuge e al comportamento sessuale. Secondo altri studi riferiti da Fagan, i fruitori di pornografia vedono il matrimonio come un limite alla sessualità, e questo porta a mettere in dubbio il valore del matrimonio come istituzione sociale.

Vera infedeltà

L'allontanamento affettivo dalla moglie e dal matrimonio non è privo di conseguenze. Fagan osserva che l'uso della pornografia e di altre forme di contatto sessuale on-line è considerato da molte mogli dannoso per il loro rapporto quanto le infedeltà reali. In effetti, gli uomini e le donne reagiscono alla pornografia in modo diverso. Secondo uno studio svolto su un campione di universitari, gli uomini sono risultati più adirati da un'infedeltà sessuale, mentre le donne più da un'infedeltà affettiva. Un altro studio esamina le diverse tipologie di pornografia. Tre temi principali sono stati considerati, sia dagli uomini che dalle donne, quelli più degradanti, ma ad essi sono state attribuite intensità diverse: le donne li hanno definiti più degradanti rispetto all'indicazione data dagli uomini. L'impatto sulla moglie aumenta quando il marito diventa dipendente dalla pornografia. Uno studio citato da Fagan rivela che il 40% di chi ha questa dipendenza sessuale finisce per perdere la propria moglie. La ricerca relativa al rapporto tra pornografia e divorzio non è molto estesa, ma secondo uno studio sugli avvocati divorzisti il 68% dei casi di divorzio è dovuto all'incontro su Internet di un nuovo partner e il 56% all'ossessivo interesse di uno dei coniugi alla pornografia su Internet. Non sono solo le donne che soffrono quando la pornografia diventa dipendenza. Nel rapporto, osserva Fagan, l'uso dipendente della pornografia porta a una minore autostima degli uomini e a una loro ridotta capacità di condurre una vita sociale e lavorativa significativa. Da uno studio sui dipendenti da pornografia risulta che, a causa della loro dipendenza, queste persone hanno sperimentato difficoltà e minori capacità in un importante aspetto della propria vita.

Illusoria

La pornografia, osserva Fagan, presenta l'attività sessuale come una sorta di momento sportivo o divertimento innocente senza alcun impatto emotivo o di salute. Ciò, semplicemente non corrisponde alla realtà, sostiene l'autore. La pornografia porta infatti a una distorta percezione della realtà sociale: un'esagerata percezione del livello di attività sessuale nella popolazione generale e una stima gonfiata della diffusione di attività sessuali prematrimoniali ed extramatrimoniali. Porta anche a sovrastimare l'effettiva presenza di perversioni come il sesso di gruppo, il bestialismo e il sadomasochismo. "In questo senso, i convincimenti che si formano nella mente di chi guarda pornografia sono ben lontani dalla realtà", commenta Fagan. "Ci si potrebbe interrogare se la costante visione di pornografia provochi una malattia mentale in materia sessuale". Le principali convinzioni distorte causate dalla pornografia sono le seguenti: 1) i rapporti sessuali hanno natura ricreativa; 2) gli uomini sono normalmente guidati dal sesso; 3) la donna è un oggetto o una merce sessuale. Di conseguenza, Fagan descrive come la pornografia alimenti l'idea che la degradazione della donna sia accettabile. Inoltre, poiché i maschi usano la pornografia molto più spesso delle donne, ciò porta a considerare la donna come un oggetto o una merce sessuale. Fagan osserva che una significativa quota di pornografia ha contenuti violenti. Da uno studio su diversi prodotti di pornografia, si è riscontrata violenza in quasi un quarto delle riviste, in più di un quarto dei video e in poco più del 40% della pornografia on-line. Gli studi suggeriscono che vi è una connessione tra l'esposizione alla pornografia e successive forme di aggressione sessuale, aggiunge. Anche il consumo di pornografia non violenta aumenta la propensione a imporre i propri desideri sessuali a partner riluttanti. L'uso della pornografia è anche associato ai reati sessuali, afferma Fagan, che cita uno studio su persone condannate per reati sessuali su Internet. Questi individui hanno affermato di aver trascorso più di undici ore alla settimana visionando immagini pornografiche di minori su Internet. Un altro studio che considera sia i criminali sessuali che in non criminali ha rivelato significative differenze nel loro uso della pornografia nell'adolescenza. Quote significative di stupratori e molestatori avevano infatti fatto uso di pornografia hard quando erano adolescenti.

Adolescenza

La pornografia, quindi, non danneggia solo i matrimoni, ma ha un impatto grave anche sugli adolescenti. Uno studio su questa fascia di età ha mostrato che l'uso abituale della pornografia porta spesso all'abbandono della fedeltà verso le fidanzate. L'uso della pornografia risulta inoltre aver aumentato la successiva infedeltà coniugale di più del 300%. Fagan spiega che la visione della pornografia in età adolescenziale disorienta la persona nella fase dello sviluppo, ovvero nel momento in cui si impara a gestire la propria sessualità e si è più vulnerabili nelle convinzioni sulla sessualità e sui valori morali. Secondo uno studio sugli adolescenti, l'esposizione a materiale sessualmente esplicito su Internet aumenta significativamente la loro incertezza sulla sessualità. Un altro studio ha rivelato che l'esposizione degli adolescenti ad alte dosi di pornografia riduce i livelli di autostima sessuale. Esiste anche un rapporto significativo tra il frequente uso di pornografia e sentimenti di solitudine, con serie forme di depressione. Un alto consumo di pornografia in età adolescenziale è legato anche a un significativo aumento dell'attività sessuale tra amici non legati sentimentalmente e può essere un fattore significativo nell'insorgenza di gravidanze adolescenziali. Ben prima dell'avvento di Internet, il Concilio Vaticano II, nel suo decreto sui mezzi di comunicazione sociale Inter Mirifica, aveva osservato che questi, se utilizzati bene, potevano essere di grande utilità per l'umanità. La Chiesa sa "che l'uomo può adoperarli contro i disegni del Creatore e volgerli a propria rovina; anzi, il suo cuore di madre è addolorato per i danni che molto sovente il loro cattivo uso ha provocato all'umanità", osserva il decreto (n. 2). Un uso cattivo che oggi troppo spesso avvelena le famiglie e il matrimonio. - Zenit -

 
 
 

MATRIMONIO E UNIONI OMOSESSUALI/CARDINALE CAFFARRA:NON SI DICA CATTOLICO CHI LE PROMUOVE

Post n°3103 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La presente Nota si rivolge in primo luogo ai fedeli perché non siano turbati dai rumori mass-mediatici. Ma oso sperare che sia presa in considerazione anche da chi non-credente intenda fare uso, senza nessun pregiudizio, della propria ragione.

1. Il matrimonio è uno dei beni più preziosi di cui dispone l’umanità. In esso la persona umana trova una delle forme fondamentali della propria realizzazione; ed ogni ordinamento giuridico ha avuto nei suoi confronti un trattamento di favore, ritenendolo di eminente interesse pubblico. In Occidente l’istituzione matrimoniale sta attraversando forse la sua più grave crisi. Non lo dico in ragione e a causa del numero sempre più elevato dei divorzi e separazioni; non lo dico a causa della fragilità che sembra sempre più minare dall’interno il vincolo coniugale: non lo dico a causa del numero crescente delle libere convivenze. Non lo dico cioè osservando i comportamenti.
La crisi riguarda il giudizio circa il bene del matrimonio. È davanti alla ragione che il matrimonio è entrato in crisi, nel senso che di esso non si ha più la stima adeguata alla misura della sua preziosità. Si è oscurata la visione della sua incomparabile unicità etica.
Il segno più manifesto, anche se non unico, di questa “disistima intellettuale” è il fatto che in alcuni Stati è concesso, o si intende concedere, riconoscimento legale alle unioni omosessuali equiparandole all’unione legittima fra uomo e donna, includendo anche l’abilitazione all’adozione dei figli. A prescindere dal numero di coppie che volessero usufruire di questo riconoscimento – fosse anche una sola! – una tale equiparazione costituirebbe una grave ferita al bene comune.
La presente Nota intende aiutare a vedere questo danno. Ed anche intende illuminare quei credenti cattolici che hanno responsabilità pubbliche di ogni genere, perché non compiano scelte che pubblicamente smentirebbero la loro appartenenza alla Chiesa.

2. L’equiparazione in qualsiasi forma o grado della unione omosessuale al matrimonio avrebbe obiettivamente il significato di dichiarare la neutralità dello Stato di fronte a due modi di vivere la sessualità, che non sono in realtà ugualmente rilevanti per il bene comune.
Mentre l’unione legittima fra un uomo e una donna assicura il bene – non solo biologico! – della procreazione e della sopravvivenza della specie umana, l’unione omosessuale è privata in se stessa della capacità di generare nuove vite. Le possibilità offerte oggi dalla procreatica artificiale, oltre a non essere immuni da gravi violazioni della dignità delle persone, non mutano sostanzialmente l’inadeguatezza della coppia omosessuale in ordine alla vita. Inoltre, è dimostrato che l’assenza della bipolarità sessuale può creare seri ostacoli allo sviluppo del bambino eventualmente adottato da queste coppie. Il fatto avrebbe il profilo della violenza commessa ai danni del più piccolo e debole, inserito come sarebbe in un contesto non adatto al suo armonico sviluppo.
Queste semplici considerazioni dimostrano come lo Stato nel suo ordinamento giuridico non deve essere neutrale di fronte al matrimonio e all’unione omosessuale, poiché non può esserlo di fronte al bene comune: la società deve la sua sopravvivenza non alle unioni omosessuali, ma alla famiglia fondata sul matrimonio.

3. Un’altra considerazione sottopongo a chi desideri serenamente ragionare su questo problema. L’equiparazione avrebbe, dapprima nell’ordinamento giuridico e poi nell’ethos del nostro popolo, una conseguenza che non esito definire devastante. Se l’unione omosessuale fosse equiparata al matrimonio, questo sarebbe degradato ad essere uno dei modi possibili di sposarsi, indicando che per lo Stato è indifferente che l’uno faccia una scelta piuttosto che l’altra. Detto in altri termini, l’equiparazione obiettivamente significherebbe che il legame della sessualità al compito procreativo ed educativo, è un fatto che non interessa lo Stato, poiché esso non ha rilevanza per il bene comune. E con ciò crollerebbe uno dei pilastri dei nostri ordinamenti giuridici: il matrimonio come bene pubblico. Un pilastro già riconosciuto non solo dalla nostra Costituzione, ma anche dagli ordinamenti giuridici precedenti, ivi compresi quelli così fieramente anticlericali dello Stato sabaudo.

4. Vorrei prendere in considerazione ora alcune ragioni portate a supporto della suddetta equiparazione.
La prima e più comune è che compito primario dello Stato è di togliere nella società ogni discriminazione, e positivamente di estendere il più possibile la sfera dei diritti soggettivi. Ma la discriminazione consiste nel trattare in modo diseguale coloro che si trovano nella stessa condizione, come dice limpidamente Tommaso d’Aquino riprendendo la grande tradizione etica greca e giuridica romana: «L’uguaglianza che caratterizza la giustizia distributiva consiste nel conferire a persone diverse dei beni differenti in rapporto ai meriti delle persone: di conseguenza se un individuo segue come criterio una qualità della persona per la quale ciò che le viene conferito le è dovuto non si verifica una considerazione della persona ma del titolo» [2,2, q.63, a. 1c]. Non attribuire lo statuto giuridico di matrimonio a forme di vita che non sono né possono essere matrimoniali, non è discriminazione ma semplicemente riconoscere le cose come stanno. La giustizia è la signoria della verità nei rapporti fra le persone. Si obietta che non equiparando le due forme lo Stato impone una visione etica a preferenza di un’altra visione etica. L’obbligo dello Stato di non equiparare non trova il suo fondamento nel giudizio eticamente negativo circa il comportamento omosessuale: lo Stato è incompetente al riguardo. Nasce dalla considerazione del fatto che in ordine al bene comune, la cui promozione è compito primario dello Stato, il matrimonio ha una rilevanza diversa dall’unione omosessuale. Le coppie matrimoniali svolgono il ruolo di garantire l’ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico, e pertanto il diritto civile deve conferire loro un riconoscimento istituzionale adeguato al loro compito. Non svolgendo un tale ruolo per il bene comune, le coppie omosessuali non esigono un uguale riconoscimento. Ovviamente – la cosa non è in questione – i conviventi omosessuali possono sempre ricorrere, come ogni cittadino, al diritto comune per tutelare diritti o interessi nati dalla loro convivenza. Non prendo in considerazione altre difficoltà, perché non lo meritano: sono luoghi comuni, più che argomenti razionali. Per es. l’accusa di omofobia a chi sostiene l’ingiustizia dell’equiparazione; l’obsoleto richiamo in questo contesto alla laicità dello Stato; l’elevazione di qualsiasi rapporto affettivo a titolo sufficiente per ottenere riconoscimento civile.

5. Mi rivolgo ora al credente che ha responsabilità pubbliche, di qualsiasi genere. Oltre al dovere con tutti condiviso di promuovere e difendere il bene comune, il credente ha anche il grave dovere di una piena coerenza fra ciò che crede e ciò che pensa e propone a riguardo del bene comune. È impossibile fare coabitare nella propria coscienza e la fede cattolica e il sostegno alla equiparazione fra unioni omosessuali e matrimonio: i due si contraddicono. Ovviamente la responsabilità più grave è di chi propone l’introduzione nel nostro ordinamento giuridico della suddetta equiparazione, o vota a favore in Parlamento di una tale legge. È questo un atto pubblicamente e gravemente immorale. Ma esiste anche la responsabilità di chi dà attuazione, nella varie forme, ad una tale legge. Se ci fosse bisogno, quod Deus avertat, al momento opportuno daremo le indicazioni necessarie. È impossibile ritenersi cattolici se in un modo o nell’altro si riconosce il diritto al matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Mi piace concludere rivolgendomi soprattutto ai giovani. Abbiate stima dell’amore coniugale; lasciate che il suo puro splendore appaia alla vostra coscienza. Siate liberi nei vostri pensieri e non lasciatevi imporre il giogo delle pseudo-verità create dalla confusione mass-mediatica. La verità e la preziosità della vostra mascolinità e femminilità non è definita e misurata dalle procedure consensuali e dalle lotte politiche.
Bologna, 14 febbraio 2010 - Festa dei Santi Cirillo e Metodio

 
 
 

14 FEBBRAIO LE APPARIZIONI DI PELLEVOISIN:MARIA CI SPIEGA IL PERCHE' DELLA SOFFERENZA

Post n°3102 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L'evento di Pellevoisin del 1876 sembra essere difforme dalle precedenti apparizioni mariane che avevano avuto una significativa relazione con ciò che si manifestava negli avvenimenti umani (vicende francesi del 1870/71, anticipate dai messaggi di Rue du Bac). A Pellevoisin, un piccolo paese nel centro della Francia, le manifestazioni della Vergine sono orientate alla conversione e alla guarigione personale della veggente Estelle Faguette. Torniamo alla figura della veggente e al suo grave stato di salute che nel 1875 la spinse a far depositare una lettera nella grotta di Lourdes, nella quale implorava: «Impetratemi dal vostro divin Figlio, per la sua gloria, la salute di questo mio corpo. Vedete il dolore dei miei genitori, e sapete che hanno solo me come sostegno. Essi sono sul punto di dover mendicare un tozzo di pane e io non posso pensarci senza esserne addolorata profondamente. Mi ridia la salute, se così gli piace: ma sia fatta la sua volontà, e non la mia. Mi conceda almeno una piena rassegnazione ai suoi disegni, e tutto serva per la mia salvezza e per quella dei miei genitori». Quando scrisse quella lettera, Estelle aveva 32 anni ed era ormai considerata in fin di vita per le conseguenze di gravi patologie che l'avevano colpita nell'arco di tredici anni: il vaiolo cancrenoso, la peritonite acuta, la tubercolosi polmonare e un tumore al fianco sinistro. Il 14 febbraio 1876 la donna si trovava e letto, in quella stessa stanza che oggi fa da piccolo santuario, e scriveva: «(...) ogni momento cercavo di ripetere "Mio Dio, sia fatta la tua volontà". Il giorno in cui ricevetti l'unzione degli infermi divenni più calma e ripetei spesso, dopo aver ricevuto la santa comunione: "Signore, voi sapete meglio di me quello di cui ho bisogno: fate ciò che volete, ma aiutatemi a offrire il mio sacrificio con generosità!. Veramente queste parole mi sgorgarono dall'intimo del cuore. E Dio accolse la mia preghiera». Nella notte fra il 14 e il 15 febbraio, infatti, Estelle ebbe un'apparizione, ma non fu quella che si aspettava: ai piedi del letto comparve il diavolo, anche se subito dopo si presentò pure la Vergine. Riflettendo si può dedurre è che, quando siamo in stato di peccato, evidentemente il diavolo ha dei diritti su di noi, e quindi ha motivo per essere presente e per cercare di contrastare l'azione della Madonna. Qui a Pellevoisin si esplicitò una vera e propria contesa fra satana e Maria, perchè quest'ultima reagì con forza alle pretese del diavolo: «Che fai lì? Non vedi che porta la divisa mia e quella di mio Figlio?», gli disse a brutto muso. Dunque a ragione la Vergine potè rassicurarla: «Non temere, sai bene che mi sei figlia». In effetti Estelle si era iscritta del 1857 all'associazione delle Figlie di Maria.
La Madonna continuò ad apparire nelle quattro nottate successive e, via via, condusse rapidamente Estelle lungo l'itinerario del pentimento e della conversione, con il diavolo che in ciascuna occasione si manifestava sempre più in lontananza, quasi a esplicitare la graduale purificazione della donna. Lo sviluppo delle prime cinque apparizioni mostra anche che il cammino di guarigione di Estelle procedette di pari passo sia sotto l'aspetto fisico che sotto l'aspetto spirituale. Nella prima apparizione la Madonna, riferendosi alla lettera di Estelle, le disse: «Soffrirai ancora cinque giorni, in onore delle cinque piaghe di Gesù. Sabato, o sarai morta o sarai guarita. Se mio Figlio ti darà vita, voglio che tu celebri la mia gloria». La notte successiva continuò il discorso: «Mio Figlio ti ha guardata con tenerezza e ti lascia vivere: sabato sarai guarita»; e dinanzi all'obiezione della donna: «Madre buona, se potessi scegliere preferirei morire finchè sono ben preparata», la Madonna rispose: «Ingrata! Se mio Figlio ti dà la vita è perchè ne hai bisogno. Non credere che, vivendo, non soffrirai. Al contrario! Ma è la sofferenza ad accrescere il valore della vita». E, durante al'apparizione, dinanzi agli occhi di Estelle si manifestarono tutte le colpe che aveva sino ad allora commesso. Nella terza apparizione la Vergine mostrò alla donna anche le buone azioni da lei compiute: «Io sono tutta misericordiosa e padrona di mio Figlio. Queste poche buone azioni, queste preghiere ferventi che mi hai rivolto, hanno commosso il mio cuore di madre. D'ora innanzi cerca di essere fedele. Non sprecare le grazie che ricevi: celebra la mia gloria». Nella quarta e nella quinta apparizione , Maria si avvicinò sempre più a Estelle, incitandola a perseverare. Poi le disse: «Se vuoi servirmi, sii semplice e le tue azioni corrispondano alle tue parole. Ci si può salvare in qualsiasi situazione; anche lì dove sei puoi fare molto bene e celebrare la mia gloria». C'è tutta una catechesi mariana in queste cinque prime apparizioni. Quello che la Madonna ha voluto mostrarci attraverso tale percorso è appunto che le guarigioni da lei operate esigono come presupposto che ci sia una purificazione dal male, la rinuncia al peccato e l'accettazione della volontà di Dio. Estelle visse altri cinquantatrè anni secondo la modalità che le aveva preannunciato la Vergine: «Seppi dalle labbra di questa Madre buona che dovevo subire calunnie, asprezze, menzogne, abbandono, sofferenze di ogni genere, anche le più infamanti, al punto che, quando i fatti accaddero, non ne fui sorpresa». Nelle apparizioni di Pellevoisin risaltano tre cicli. Dopo il gruppo delle prime cinque apparizioni, ce n'è uno transitorio di tre (dall'1 al 3 luglio), in ciascuna delle quali la Vergine ribadì a Estelle: «Sii calma». Infine, ci sono le ultime sette, nelle quali si palesò lo specifico messaggio. In tutto sono dunque quindici, cosicchè ancora una volta il simbolismo del rosario torna a farsi presente. Nella prima apparizione di quest'ultimo gruppo, la Madonna si rivolse a Estelle con un tocco finemente umoristico: «Hai proprio il carattere francese: vuoi sapere tutto prima di imparare e comprendere tutto prima di sapere». In qualche modo è un'osservazione che si rivolge all'intera l'umanità, cui imputa l'incapacità di fidarsi di lei, senza prima aver compreso tutto razionalmente. E invece lei la sollecita all'atteggiamento opposto, non della cecità certamente, bensì della fede.

Il messaggio di Pellevoisin

Per comprendere bene il messaggio di Pellevoisin, occorre tenere presente che questa calma e questa fiducia si innestano nella forza delle sue affermazioni: «Io sono tutta misericordiosa e padrona di mio Figlio. SOno venuta per la conversione dei peccatori. I tesori di mio Figlio sono aperti. Raccomando la calma, non soltanto per te, ma per la Chiesa e per la Francia. Io scelgo i piccoli e i deboli». Nella quinta apparizione la Vergine disse inoltre a Estelle: «Ciò che mi affligge maggiormente è la mancanza di rispetto verso mio Figlio nella santa comunione e l'irriverenza della preghiera fatta con lo spirito occupato in divagazioni: dico questo anche per le persone che pretendono di essere pie». Nell'ultima apparizione, mostrando alla veggente il proprio scapolare, le confidò: «Io sarò molto contenta di vedere che i miei figli lo portano e cercano di riparare agli oltraggi che mio Figlio riceve nel sacramento del suo amore. Vedi le grazie che spando su quanti lo porteranno con fiducia? Queste grazie sono di mio Figlio, io le prendo nel suo cuore ed egli non me le rifiuta». Sembra di udire l'eco delle precedenti occasioni di Rue du Bac, quando la Vergine disse che voleva dare ogni grazia agli uomini, e di Pontmain, quando sollecitò la preghiera per ottenere l'esaudimento delle richieste. - da: "La Firma di Maria" (edizioni Sugarco) 2005

 
 
 

MA SAN VALENTINO E' LA FESTA PIU' AMATA O ODIATA DELL'ANNO?

Post n°3101 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per i più romantici è il giorno più bello, per i single (e non soltanto) una maledizione, ma San Valentino resta per tutti il patrono degli innamorati. San Valentino da Terni fu un vescovo e martire cristiano, decapitato per volere dell’imperatore Aureliano nel lontano 273 d.c. Sono tante le leggende fiorite intorno alla vita del Santo. Secondo una credenza popolare riuscì a far riconciliare due giovani che stavano discutendo sul ciglio di una strada, porgendo loro una rosa e invitandoli a tenerla fra le mani. Qualche tempo dopo, quando era già Vescovo di Terni, Valentino unì in matrimonio la cristiana Serapia, gravemente malata, e il centurione romano Sabino, nonostante il loro amore fosse ostacolato dai genitori della giovane. Non tutti, però, sembrano amare il 14 febbraio. Secondo un recente sondaggio Reuters/Ipsos, condotto su ventiquattro mila persone in 23 Paesi, Italia compresa, un quinto degli adulti, anziché passare il giorno di San Valentino con il proprio partner, preferirebbe trascorrerlo con il proprio animale domestico, che siano cani, gatti, pappagallini o pesci rossi. Quest’anno, poi, c’è una nuova (contro)tendenza per la festa degli innamorati. Un’indagine svolta da TNS Italia, tra persone dai 18 ai 65 anni, per conto di E-Bay, rivela che circa 19 milioni di italiani risultano disponibili a vendere i regali dell’ex fidanzato (o fidanzata) via Internet. Più della metà degli intervistati decide di sbolognarsi dei propri ricordi via Web sopratutto per un guadagno economico, che si aggira intorno ai cento o sei cento euro. Mentre soltanto il 9 per cento lo fa per mero spirito di vendetta. E così trolley, orologi, anelli, borse, cravatte sono i prodotti più venduti sul Web, seguiti subito dopo dai prodotti tecnologici e dagli oggetti per la casa. Per fortuna, però, c’è ancora chi aspetta San Valentino. Sono sopra tutto i giovani, circa il 25 per cento degli under 35, quelli che divorano libri come il recente “Lovstori (amori sfigati)” di Chiara Rapaccini, e che, questa sera, faranno la fila per vedere il nuovo film di Federico Moccia “Scusa ma ti voglio sposare”, sequel del già fortunatissimo “Scusa ma ti chiamo amore”. Se i più tradizionali festeggeranno con una cenetta romantica, magari a lume di candela, oltre centomila innamorati hanno deciso di trascorrere il weekend di San Valentino in un agriturismo, secondo una stima della Coldiretti. Gli amanti dell’arte, invece, potranno approfittare dell’iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività culturali: musei, monumenti e siti archeologici da visitare in coppia, pagando un solo biglietto. Chi si trova all’estero ed è alla ricerca di una vera esperienza emotiva, non potrà non provare la nuova tendenza del “concept dining”, già dilagante in America e in alcune città europee. E cioè, a tavola sì, ma fuori dalla norma. Come l’Art Home by Electrolux, parallelepipedo di 63 metri quadri in vetro e acciaio, con vista esclusiva sulle nuvole, la Tour Eiffel, e i dintorni di Palais de Tokyo, museo d’arte contemporanea a Parigi, la ville lumière romantica per eccellenza. Mentre da Selfridges, la catena britannica di grandi magazzini, si sono inventati la “Pozione d’amore”, l’inglesissimo thè, (un po’ rivisitato), che grazie ad un mix di sapori afrodisiaci dovrebbe far capitolare anche lo scapolo più cinico e impenitente. Ma, fantasia a parte, a San Valentino vince l’amore. E se non siete Angelina Jolie che – alla faccia della crisi di coppia – ha speso oltre quindici mila euro per comprare un ulivo di 200 anni al suo amato Brad, o non avete l’estro di quell’operaio di Sesto San Giovanni che come regalo di San Valentino ha pubblicato sul quotidiano locale un annuncio per trovare lavoro alla fidanzata 35enne e disoccupata, non disperate. I classici cioccolatini, i bigliettini d’auguri e le rose rosse sono meno originali ma vanno sempre benissimo. -Gaia Pandolfi -loccidentale -

 La preghiera a San Valentino

 Nel mio cuore, Signore, si è acceso l'amore per una creatura che tu conosci e ami.

Fa che non sciupi questa ricchezza che mi hai messo nel cuore.

Insegnami che l'amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo,

che l'amore è puro e non può stare con nessuna bassezza,

che l'amore è fecondo e deve, fin da oggi, produrre un nuovo modo di vivere in me e in chi mi ha scelto.

Ti prego, Signore, per chi mi aspetta e mi pensa, per chi ha messo in me tutta la sua fiducia, per chi mi cammina accanto, rendici degni l'uno dell'altra.

E per intercessione di San Valentino fa che fin da ora le nostre anime posseggano i nostri corpi e regnino nell'amore.


 
 
 

LE BEATITUDINI E LE MINACCE

Post n°3100 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Il brano del vangelo di Luca (Lc 6,17.20-26) è come uno spaccato che ci prospetta due grandi visioni: una riguarda l’aspettativa  della vita futura, cioè l’esistenza eterna dopo la morte, in cui consiste pienamente la felicità dell’uomo; l’altra concerne la contrapposizione tra la presente vita terrena e quella celeste ultraterrena, con un totale capovolgimento di valori e di realtà. Il brano infatti si divide parallelamente in due sezioni: la prima abbraccia quattro beatitudini; la seconda comprende quattro minacce o guai. Vediamo le une e le altre singolarmente in una sorprendente sinossi di contrasto assoluto e inequivocabile. “Beati voi, poveri”. Si tratta di una povertà intesa in senso universale e totalizzante, che abbraccia tutti gli aspetti dell’umana esistenza. Non solo la carenza dei beni materiali, ma anche l’indigenza dell’animo, cioè quella angustia interiore ed esteriore a non attaccare il cuore a nessuna cosa e a nessuna persona, a nessuna situazione felice o infelice, a nessun piazzamento su di un sostegno contingente e passeggero, il quale, pur delimitato entro il breve arco della vita su questa terra, affascina e seduce il cuore e ogni attività, come fosse il miraggio dell’assoluto e potesse riempire tutte le attese e le speranze. La vera ricchezza dell’uomo povero sta nel possesso del regno di Dio, del suo amore, della sua giustizia, verso cui s’incammina ed è intimamente e fortemente attratto e da cui trae sostentamento per ogni giorno che scorre su questa terra.
 “Beati voi, che adesso avete fame”. Anche qui occorre tener conto di una fame coinvolgente tutti gli aspetti dell’umano desiderio, soprattutto di quei valori eterni, che sono calpestati e dimenticati dagli uomini. In particolare la fame indica l’appetito profondo e insaziabile di assaporare la Parola di Dio, quale vero e unico cibo di vita, quella Parola che si è fatta carne, cioè il Cristo, e che ora si fa nostro nutrimento nell’eucaristia. Con quel cibo prezioso ogni energia viene ricuperata e l’essere umano ne sente la dolcezza e la sazietà. Con esso l’animo è nutrito per sempre in modo pieno e definitivo fino alla gioia sconfinata del paradiso.
 “Beati voi, che adesso piangete”. Il pianto rivela la nostalgia intensa dell’amore vero, della verità totale, della santità, che solo Dio possiede e può comunicare abbondantemente alle sue creature. Esso esprime inoltre una lacerante conflittualità tra l’esigenza di tali realtà infinite e le meschinità delle situazioni terrene, la loro fugacità, il loro ingannevole luccichio. Da qui sgorga il pianto desolante, che nessuna entità passeggera può frenare. Quel pianto però si fa rugiada di intima letizia, quando lo sguardo si volge alla beatitudine eterna del cielo.
 “Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e vi maltratteranno”, nel senso che sarete incompresi, mal giudicati, emarginati, ridicolizzati, perseguitati a causa della limpidezza e coerenza di fede. Allora, nell’estremo della donazione di sé, l’animo si apre alla sovrabbondante ricompensa riservata ai “profeti”, cioè ai testimoni e agli araldi del vangelo, ai giusti fedeli alla volontà suprema del Padre celeste e non soggiogati dalle menzogne e dalle prepotenze umane.  Esattamente all’opposto succede per coloro che agiscono in senso contrario: i ricchi colmi di false sicurezze materiali; i saziati dalle fatue conquiste di beni provvisori; i gaudenti nelle sciocche risate mondane e insipide; i ricercatori di applausi nella forsennata corsa per ottenere una qualche gloria umana. Ma che resta in loro alla fine di questa vita, quando si affaccia impetuosa la luce dell’eterno Amore in cui ognuno trova la quiete beatifica del proprio essere? Si ritrovano in effetti vuoti e insignificanti, dentro e fuori di sé, come foglie sbattute dal vento e  inghiottite dal fango. Una vera maledizione e uno sfacelo totale.
 Gesù ci avverte con forti e lucidi richiami, ci sollecita e ci sospinge. Ma a noi la scelta tra  i beati o gli sventurati, tra i“poveri” o i “ricchi”, non per appartenere miseramente ad una classe sociale, ma per conquistare felicemente il Regno dei cieli. - Don Renzo Lavatori Pontifex -

 
 
 

SAN VALENTINO..MA MANCA QUALCOSA. CHE FINE HA FATTO IL FIDANZAMENTO?

Post n°3099 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Che fine ha fatto il fidanzamento? Il fidanzamento aveva la prerogativa di porsi come una fase basilare, prima della quale era necessario aver effettuato tutta una serie di valutazioni fondamentali. Al fidanzamento si arrivava con delle consapevolezze, con delle certezze: si avevano le idee chiare, si sapeva che cosa si intendeva costruire con chi si voleva condividere il resto della vita...

Oggi l'ufficializzazione dell'amore sembra essere delegata alla festa di San Valentino: andare insieme a cena, magari a lume di candela, rispondendo alle proposte che il mercato dei festeggiamenti offre, diventa l'occasione per certificare il proprio status di fidanzati. E dire che fino a qualche tempo fa quello status si otteneva solo attraverso un iter ben preciso. Una sorta di 'rito di passaggio', vale a dire una di quelle esperienze che nella vita di un essere umano rappresentano dei punti fermi, anelli di congiunzione tra uno status ed un altro, momenti senza ritorno che sono basilari nella formazione culturale, sociale e psicologica di ognuno di noi. Oggi del rito di passaggio si è perso il valore più autentico: è sopravvissuta solo l'accezione fidanzato-fidanzata, anche se spesso il termine è usato in modo improprio. Tralasciando i casi un po' patetici di persone che, convivendo o avendo relazioni ad un'età che non è proprio quella dell'adolescenza, si definiscono 'fidanzati', oggi si arriva direttamente al matrimonio senza quel 'passaggio' simbolico costituito dalla cerimonia del fidanzamento. Ma che i tempi cambino è anche dimostrato dal fatto che oggi alcuni matrimoni durano meno tempo di quanto duravano i fidanzamenti dei nostri nonni e genitori. Quel momento aveva, anche sul piano sociale, delle ricadute fondamentali: era ritualizzato attraverso una cerimonia, con scambio di testimonianze importanti (emblematico l'anello alla futura sposa; ma vi sono tradizioni diverse nelle singole regioni), inoltre era il momento dedicato alle presentazioni, una sorta di prova generale del matrimonio, ma soprattutto conferma che «si faceva sul serio». Oggi tutto questo è ormai espressione di una tradizione completamente abbandonata, forse effetto diretto di quell'abitudine a 'bruciare le tappe' che caratterizza anche i rapporti umani. Su un piano eminentemente antropologico, il fidanzamento aveva la prerogativa di porsi come una fase basilare, prima della quale era necessario aver effettuato tutta una serie di valutazioni fondamentali. Al fidanzamento si arrivava con delle consapevolezze, con delle certezze: si avevano le idee chiare, si sapeva che cosa si intendeva costruire con chi si voleva condividere il resto della vita. Non sappiamo se la fine del rito del fidanzamento possa essere una delle cause del fallimento di tanti matrimoni, ma di certo un ruolo in questo status senza dubbio lo occupa. E poi, il fidanzamento imponeva una sorta di esame di coscienza, stabiliva delle priorità, poneva in luce, nei singoli, l'impegno e le responsabilità del matrimonio. Mancando questo 'rito di passaggio' i rapporti sono più fragili e accorgersi dopo qualche tempo di 'non essere fatti per il matrimonio', può essere una causa diretta di questa mancanza, di cui oggi abbiamo, purtroppo, molti esempi. Paradossalmente, come già sottolineato, molti continuano a chiamarsi fidanzati anche oltre i quarant'anni. Forse è un modo per sentirsi meno vecchi, eterni adolescenti, affermano gli psicoanalisti. E se invece fosse segno che manca qualcosa? -  Massimo Centini - donboscoland -

 
 
 

NOTIZIE DA MEDJUGORJE DI SUOR EMMANUEL DEL 13 FEBBRAIO 2010

Post n°3098 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Cari figli di Medjugorje, lode a Gesù e Maria!

1 – Il 2 febbraio 2010, Mirjana ha ricevuto la sua apparizione mensile a Napoli, e più di 15.000 persone hanno partecipato all’evento. Sono arrivati da tutte le parti della zona, credenti e non credenti. Anche se sono arrivati dalle 6 di mattina, è regnata una grande calma, che è veramente inusuale per i napoletani! Durante l’apparizione, c’è stato un silenzio perfetto e molti hanno sperimentato una grazia poderosa, quasi tangibile (PS1). Il Cardinale di Napoli, era stato informato dell’evento. Dopo l’apparizione, Mirjana ha informato d’aver ricevuto il seguente messaggio: "Cari figli, con amore materno, oggi vi invito ad essere un faro per tutte le anime che vagano nelle tenebre dell'ignoranza dell’amore di Dio, per illuminare il più possibile ed attirare il maggior numero di anime; non permettete che le falsità che escono dalla vostra bocca facciano tacere la vostra coscienza. Siate perfetti! Vi guido con la mia mano materna - una mano d’amore. Grazie!"

2 – Che meraviglia l’esistenza degli Angeli! La tragedia di Haiti ci ha sconvolti tutti. Ci ha preso una sensazione d’impotenza mentre ci rendevamo conto dell’ immane quantità di necessità e della profondità delle sofferenze – in verità delle torture - vissute da queste persone. Ma no, non siamo impotenti ad aiutare! Oltre agli aiuti economici per supportare il buon lavoro fatto sul posto (PS2), abbiamo un mezzo meraviglioso al quale non pensiamo abbastanza. Per farvi un esempio, ecco un fatto raccontatomi da mio fratello (diacono), Pascal.

Ecco la storia di uno scrittore russo Alexander Ogorodnikov, raccontato dalle sue stesse parole. Prima della sua conversione era immerso in ogni possibile filosofia nichilista, distruttiva, del XXesimo secolo. Era professore di filosofia ed aveva una grande passione: fare irruzione in case altrui di notte con i suoi compagni! Si è convertito negli anni 70 nello stesso periodo di un altro intellettuale, Tatiana Goritcheva. Fondò un "seminario" a Mosca. Come "seminario" intendiamo una specie di comunità di intellettuali credenti, che pregavano insieme, riflettevano sulla fede, approfondivano .. ovviamente in modo clandestino. Non così clandestino però da non essere arrestato diverse volte, e alla fine con l’alternativa: esilio o prigione. Alexander rifiutò l’esilio ed allora fu incarcerato. Per un periodo di 10 anni sperimentò molti tipi di prigionia: politica, per criminali comuni o altri, ma peggio di tutti per lui fu quando alla fine fu gettato in una cella frigorifera (i muri erano coperti di ghiaccio), completamente nudo e in totale agonizzante solitudine. La peggiore delle torture! Sapeva che stava morendo. Non so in che modo sia riuscito a far giungere una lettera a sua madre nella quale descriveva le condizioni della sua prigionia, la sua agonia e la tortura psicologica, pregandola di far giungere la sua lettera all’Occidente. La lettera fu pubblicata in Germania e in Francia nella primavera 1986. Vennero raccolte migliaia di petizioni e Alexander fu liberato. Quando mio fratello scoprì questa lettera in Francia, scoppiò a piangere e decise assieme alla fidanzata di offrire tutte le loro sofferenze e le loro preghiere per lui. In più decisero di mandare i loro Angeli Custodi nella sua cella a confortarlo ed ad aiutarlo a sopravvivere. Dopo la sua liberazione nel 1986, Alexander riuscì (nel 1987) a fare un pellegrinaggio a Lisieux (Francia), con suor Tamara, che aveva organizzato un autobus con 50 cittadini russi, allo scopo di far conoscere loro Santa Teresina e pregare con lei. Durante un pasto, mio fratello Pascal che si trovava là durante quel weekend, si trovò di fronte ad un uomo con una barbetta; si presentarono. Era Alexander Ogorodnikov!! Non si può descrivere l’emozione che tutti e due provarono quando Pascal gli raccontò come gli aveva mandato il suo Angelo ogni giorno, esortando altri a fare lo stesso. Fu allora che Alexander gli confidò che, in quell'orribile freezer dove lo avevano messo per farlo morire, era stato visitato dagli Angeli dei cristiani dell’occidente che pregavano per lui. Aveva sentìto il calore degli Angeli che lo circondavano come un mantello, ed aveva sentìto che erano collegati con le preghiere di questi occidentali. Dovette la sua sopravvivenza sia agli angeli che al calore delle preghiere che venivano a confortarlo nella sua solitudine. Questo fervente ortodosso, che vive ancora a Mosca, ebbe numerose esperienze mistiche quando era in prigione, tagliato fuori da tutto. Arrivò al punto di rimpiangere la sua ritrovata libertà che gli aveva fatto perdere questa intimità con il divino.

In Haiti, tutti i feriti che urlano la loro sofferenza, hanno bisogno oggi dei vostri Angeli, di tutti i nostri Angeli. Non rimpiangeremo mai di mandare i nostri Angeli dagli Haitiani ogni giorno specialmente quando vedremo in Paradiso tutto il bene che sono stati capaci di fare in queste speciali missioni! (vedi PS3)

3 – Il Procuratore della causa di Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, Monsignor Slawomir Oder, ha confermato che "Giovanni Paolo II voleva andare a Medjugorje a confessarsi". Altri testimoni dicono che il Papa voleva andare là per ascoltare le confessioni ed essere al servizio dei pellegrini. In preparazione alla sua beatificazione, tutte queste affermazioni saranno ufficialmente pubblicate. Giovanni Paolo II è già dichiarato Venerabile.

4 – Anno Sacerdotale: Ecco una nuova preghiera per i sacerdoti che possiamo recitare per un mese: "Caro Signore, preghiamo perché Maria Santissima avvolga con il suo manto tutti i sacerdoti e attraverso la Sua intercessione, li fortifichi nel loro ministero. Preghiamo che la Madonna guidi i Tuoi sacerdoti nel realizzare le Sue stesse parole: "Fate tutto quello che vi dirà". Possano i Tuoi sacerdoti avere il cuore di San Giuseppe, castissimo sposo di Maria.Che il cuore trafitto di Maria li spinga ad abbracciare tutti quelli che soffrono ai piedi della croce. Che i Tuoi sacerdoti siano santi, pieni del fuoco del Tuo amore, che non cerchino altro che la Tua maggior gloria e la salvezza delle anime. Amen!" - San Giovanni Maria Vianney, prega per noi! - (Dalla Congregazione per il clero, anno sacerdotale, USA)

5 – Il 19 marzo è la festa di San Giuseppe. Preghiamo una novena per lui, abbiamo così tanto bisogno di lui!  - Cara Gospa, la Quaresima si avvicina, aiutaci a pregare ed a digiunare meglio! Vogliamo accompagnare e consolare Gesù nella Sua opera di Redenzione! - Suor Emmanuel +

PS1 – Organizzato da Cieli nuovi di Napoli: info@cielinuovi.org - Quale grande dono ha riservato la nostra cara Madre al popolo napoletano!

Il 7 marzo alle ore 09.30 sulla rete TV "CANALE 21" Padre Fiorenzo parlerà di Medjugorje e dell’incontro al Palavesuvio di Ponticelli. Inoltre chi vorrà il video di quel giorno potrà rivolgersi alla segreteria dell’associazione Cieli nuovi.

PS2 – I nostri fratelli nella fede del Mary’s Meals, dei quali ho parlato nelle notizie del 12 dicembre, lavorano sodo in Haiti. Chi vuol fare una donazione, visiti www.Marysmeals.org oppure scriva a: info@marysmeals.org

PS3 – Ascoltate il CD "Gli Angeli, realtà e supporto" di Suor Emmanuel. Ed. Vocepiù Corso Manusardi 5 Milano 20122 Tel 02 58301229 Email info@vocepiu.it


Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi

PS6 - per ricevere le notizie mensili di Suor Emmanuel in italiano, scrivete a info@vocepiu.it oppure a Vannapg@gmail.com

 
 
 

TU MUORI. CHE IO RIDO

Post n°3097 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Le risate e il tintinnio delle monete sotto la polvere delle macerie e il sacrificio di un'intera regione: a convalida di quel celebre motto latino che addita nella morte tua la vita mia. Davvero la stupidità dell'uomo illumina di giorno in giorno i lineamenti del suo viso. Eppure nessuno sembra accorgersi, bloccati e curiosi come siamo all'incrocio tra appalti truccati, turbative d'asta e ordinarie dosi di sesso e politica: figli di un paese che all'esterno inizia a far passare l'immagine di giocherellone, cristianamente acculturato e finanziariamente rimesso. Dalla sapienza dei padri viene l'invito di lavare i panni sporchi dentro le mura di casa: ma quest'accortezza non impedisce all'occhio di scorgere una perdita di umanità dentro i confini della nostra storia. Perdita inizialmente invisibile, impercettibile, diabolica. Come la pioggerellina leggera che avvolge il turista immerso nelle bellezze di una città. Essa scende lenta, bagnata, fradicia ma lui continua nel suo tour noncurante di essa. La respira, la inghiotte, la fa accomodare sotto i denti, sulle narici, sotto le colorate vesti ma sembra non farci caso. Mangia, beve, ride e commenta e, nel frattempo, lei s’adopra nella sua invasione pacifica. Ma basta poco - un rallentamento improvviso, una sosta forzata, un semaforo rosso - e il viandante s’accorge d’essere tutto bagnato, inzuppato, invaso di goccioline. E allora inizia a scrollarsi di dosso quell’ospite tanto inatteso quanto fastidioso che non s’era accorto della visita. O, forse, che aveva ospitato fingendo di non vederlo: ignaro delle sue moleste conseguenze. Voci di denuncia e bordate di fischi si son levati a ragione contro gli sciacalli dell'imprenditoria che brindavano al tremolio devastante della terra. Ma anche altri interrogativi faticano sempre più a trovare risposta e nessuno leva più voce: perché dieci balene che stanno morendo arenate su una spiaggia hanno le prime pagine dei giornali, mentre non si parla quasi mai delle 24.000 persone che ogni giorno muoiono? Perché si vota a 18 anni, ma si può abortire a 16? Perchè la pillola del giorno dopo non ha età? Perché chi abbandona un animale rischia fino ad un anno di carcere e una multa fino a 10.000 euro, mentre per i figli abbandonati nessuno dice nulla? Perché si possono detrarre i soldi per le spese degli animali, ma non per le spese di cura degli anziani? Fuggendo da Baghdad, Ulisse - il protagonista dell'ultimo romanzo di Emmanuel Schmitt - riassume in una frase l'eredità fondamentale lasciatagli da Saddam: “nel peggio puoi sempre fare di meglio”. Salvo poi accorgersi, una volta immaginato d'essersi liberati dai mille ostacoli alla nostra felicità, d'essere sì scappati dalla prigione ma d'essersi portati dietro le sbarre delle celle. A ricordare all'uomo che la peggior forma di prigionia è quella che s'annida in un pensiero che ha smarrito il gusto e la passione dell'umano. Eppure in quella notte d'aprile ci sono stati uomini che hanno lasciato casa e comfort, affetti e sicurezze, dubbi e paure per andare a soccorrere un popolo fratello sbattuto a terra: senza escort, favori o promesse d'appalti. Partiti perchè accesi da una semplice voce dell'anima: nel meglio si può sempre fare meglio. Sono queste le storie che ci aiutano ancora a scommettere sull'uomo: storie anonime, relegate nell'oscurità, volutamente tacciate. Ma nulla le potrà zittire. E anche loro un giorno troveranno spazio. E questo sarà il vero volto della Storia. - don Marco Pozza  - sullastradadiemmaus -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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