ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 25/02/2010

MESSAGGIO DA MEDJUGORJE DEL 25 FEBBRAIO 2010

Post n°3173 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Cari figli, in questo tempo di grazia quando anche la natura si prepara ad offrire i colori più belli nell'anno, io vi invito, figlioli, aprite i vostri cuori a Dio Creatore perchè Lui vi trasfiguri e vi modelli a propria immagine affinchè tutto il bene, addormentatosi nel vostro cuore, possa risvegliarsi alla vita nuova e come anelito verso l'eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

 
 
 

LA VEGGENTE DI MEDJUGORJE VICKA CI DICE COME VIVERE IL TEMPO DI QUARESIMA

Post n°3172 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Spesso noi vediamo la Quaresima come un tempo in cui si fanno sacrifici e rinunce privandosi di caffè, alcool, cioccolata, sigarette, televisione o qualsiasi altra cosa cui siamo troppo attaccati. Ma noi dobbiamo rinunciare a queste cose per amore di Gesù e Maria, e dobbiamo stare attenti a non farlo per la nostra gloria personale. Spesso aspettiamo con ansia la fine di questi quaranta giorni solo per poter ricominciare a bere, a guardare la TV ecc... , ma questo non è il modo giusto di vivere la Quaresima! È certo che la Madonna ci chiede dei sacrifici, ma ce li chiede sempre, non soltanto durante la Quaresima. In Quaresima, dobbiamo offrire a Dio tutti i nostri desideri, le nostre croci, le nostre malattie e sofferenze, in modo da poter camminare con Gesù, camminare con Lui verso il Calvario. Dovremmo prendere a cuore di aiutarLo a portare la Croce, poiché Egli porta la Croce per tutti noi, e dovremmo chiederGli: "Signore, come posso aiutarTi? Cosa posso offrirTi?". Non dico che Egli non sia capace di portare la Sua Croce, ma quando ci uniamo a Lui con tutto il cuore, allora diventa una cosa bellissima. Non mi rivolgo a Lui solo quando ne ho bisogno, ma cammino con Lui quando Egli ha più bisogno di me, quando soffre per noi. Molte volte, quando abbiamo una croce, potremmo offrirGliela, e invece ci mettiamo a pregare così: "Signore, Ti prego, togli questa croce dalle mie spalle, è pesante, non riesco a portarla. Perché l’hai data a me e non a qualcun altro?" No! Non è così che dobbiamo pregare! La Madonna ci dice che dovremmo dire piuttosto: "Signore, Ti ringrazio per questa croce, grazie per questo grande dono che mi fai!" Pochissime persone capiscono il grande valore della croce e il grande valore del dono delle nostre croci quando le offriamo a Gesù. Possiamo imparare così tanto attraverso il dono di una croce! In questo tempo di Quaresima dobbiamo comprendere dal profondo del cuore quanto Gesù ci ama e cominciare a camminare al Suo fianco con grande amore. Dovremmo cercare di essere uniti a Lui nella Sua Passione. È questo il sacrificio che Egli si aspetta da noi. Camminiamo così e quando verrà il giorno di Pasqua con la Resurrezione, non vivremo la Resurrezione dal di fuori, ma risorgeremo insieme a Gesù, perché saremo diventati liberi interiormente, liberi da noi stessi e da tutte le nostre dipendenze. Non è una cosa meravigliosa? Saremo capaci di vivere il Suo amore e la Sua Resurrezione dentro di noi! Ogni croce ha la sua ragione d’essere. Dio non ci dà mai una croce senza un motivo, un significato, ed Egli sa quando ce la toglierà. Nel momento della sofferenza, ringraziamo Gesù per questo dono e diciamoGli anche: "Se hai ancora un altro dono da farmi, eccomi, sono pronto. Ora ti chiedo solo di donarmi la Tua forza per avere il coraggio di portare la mia croce e andare avanti con Te, Signore!" Ricordo cosa mi disse la Madonna riguardo alla sofferenza: "Se voi conosceste il grande valore della sofferenza!". È veramente una cosa bellissima ! E poi, il resto dipende interamente da noi e dalla nostra apertura di cuore. Tutto dipende dal nostro "Si" a Gesù. Ci vuole tutta una vita per imparare questo ed andare avanti. Ogni mattina, quando ci svegliamo, possiamo cominciare la nostra giornata con Dio. La Madonna non ci chiede di pregare dalla mattina alla sera, ma di mettere la preghiera al primo posto, di mettere Dio al primo posto e poi svolgere i nostri lavori ed avanzare risolutamente in tutte le cose della nostra vita, visitando gli ammalati, ecc. Quando facciamo un’opera di carità senza pregare, questo non vale. Allo stesso modo, quando preghiamo e non agiamo con carità, non vale neanche. Queste due cose, preghiera e carità, vanno sempre insieme. E così, giorno per giorno, andiamo un passo avanti. »

 

 
 
 

DON AMORTH: ANCHE NELLA CHIESA CI SONO ADEPTI ALLE SETTE SATANICHE

Post n°3171 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Roma. Satanisti in Vaticano? “Sì, anche in Vaticano ci sono membri di sètte sataniche”. E chi vi è coinvolto? Si tratta di preti o di semplici laici? “Ci sono preti, monsignori e anche cardinali!”. Mi perdoni, don Gabriele, ma Lei come lo sa? “Lo so dalle persone che me l’hanno potuto riferire perché hanno avuto modo di saperlo direttamente. Ed è una cosa ‘confessata’ più volte dal demonio stesso sotto obbedienza durante gli esorcismi”. Il Papa ne è informato? “Certo che ne è stato informato! Ma fa quello che può. E’ una cosa agghiacciante. Tenga presente poi che Benedetto XVI è un Papa tedesco, viene da una nazione decisamente avversa a queste cose. In Germania infatti praticamente non ci sono esorcisti, eppure il Papa ci crede: ho avuto occasione di parlare con lui tre volte, quando ancora era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Altroché se ci crede! E ne ha parlato esplicitamente in pubblico parecchie volte. Ci ha ricevuto, come associazione di esorcisti, ha fatto anche un bel discorso, incoraggiandoci e elogiando il nostro apostolato. E non dimentichiamo che del diavolo e dell’esorcismo moltissimo ne ha parlato anche Giovanni Paolo II”. Allora è vero quello che diceva Paolo
VI: che il fumo di Satana è entrato nella chiesa? “E’ vero, purtroppo, perché anche nella chiesa ci sono adepti alle sètte sataniche. Questo particolare del ‘fumo di Satana’ lo riferì Paolo VI il 29 giugno 1972. Poi, siccome questa frase ha creato uno scandalo enorme, il 15 novembre dello stesso 1972 ha dedicato tutto un discorso del mercoledì al demonio, con frasi fortissime. Certo, ha rotto il ghiaccio, sollevando un velo di silenzio e censura che durava da troppo tempo, però non ha avuto conseguenze pratiche. Ci voleva uno come me, che non valeva niente, per spargere l’allarme, per ottenere conseguenze pratiche”. Padre Gabriele Amorth è oggi uno dei più grandi esorcisti a livello internazionale. Svolge il proprio incarico nella città di Roma. Nelle sue memorie raccolte da Marco Tosatti in “Padre Amorth. Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana” (Piemme) è anzitutto una denuncia alla chiesa che intende fare. Alla chiesa e ai suoi vescovi: “Abbiamo moltissimi preti e molti vescovi che purtroppo non credono a Satana”, dice. E ancora: “Ci sono nazioni intere senza esorcisti: la Germania, l’Austria, la Svizzera, la Spagna, il Portogallo… Molti vescovi non credono nel demonio e arrivano addirittura a dire
in pubblico: l’inferno non esiste, il demonio non esiste. Eppure Gesù nel Vangelo ne parla abbondantemente per cui verrebbe da dirsi, o non hanno mai letto il Vangelo o non ci credono proprio!”. Molti vescovi non credono nel demonio, dunque. E, infatti, la battaglia di padre Amorth è su due fronti: contro l’avversario di sempre e contro il silenzio o l’incredulità della chiesa: “Il codice di diritto canonico dice che gli esorcisti dovrebbero essere scelti fra il fior fiore del clero”, spiega. E, invece, non avviene così. Spesso i migliori sacerdoti sono destinati dai vescovi ad altri incarichi. E quei pochi esorcisti che ci sono hanno poca esperienza. Dovrebbe essere l’opposto. Per tutti dovrebbe verificarsi quanto capitò a don Amorth: il cardinale Ugo Poletti lo affiancò a padre Candido Amantini che da quaranta anni era esorcista alla Scala Santa. Dice don Amorth: “Devo a lui tutto quello che so”. Racconta ancora don Amorth: “Ci sono vari episodi che mi raccontava padre Candido. Un giorno un sacerdote gli disse chiaramente che non credeva a nulla di tutto questo: demonio, esorcismi e così via. Padre Candido replicò: venga una volta ad assistere. Padre Candido raccontò che questo sacerdote stava con le mani in tasca, in piedi; alla Scala Santa gli esorcismi li fanno in sacrestia, e lui stava lì, con un’aria quasi di disprezzo. A un certo punto il demonio si è rivolto a lui e gli ha detto: tu non credi a me ma alle femmine ci credi, eccome se ci credi nelle femmine. Il sacerdote, camminando all’indietro, tutto vergognoso, ha raggiunto la porta ed è filato via”. Don Amorth riceve nel suo studio centinaia di persone all’anno. Di queste soltanto poche sono davvero possedute. La maggior parte ha semplicemente gravi problemi psichici e psichiatrici. Ma i posseduti ci sono. Si presentano da don Amorth per essere liberati. Lo fanno spontaneamente seppure la “presenza” che si è impossessata del loro corpo faccia di tutto perché gli esorcismi non abbiano effetto. Come avviene la possessione? La maggior parte della gente rimane posseduta dopo aver partecipato a messe nere o a riti satanici. Dice don Amorth: “La principale caratteristica delle messe nere è che c’è il disprezzo dell’eucaristia. Nella vera messa nera c’è una donna nuda che fa da altare, e che dovrebbe essere vergine, e viene violentata da quello che fa da sacerdote e poi da tutti gli altri, dopodiché fra di loro succede di tutto. Ossia diventa un vero bordello. Per cui molti alla messa nera ci vanno per il ‘dopo’, per il bordello”. Don Amorth ha un metodo – che a volte riesce altre no – per riconoscere se una persona è davvero posseduta: l’acqua benedetta. Ne parla raccontando di una donna che gli chiese di essere esorcizzata. Don Amorth non sapeva se si trattava davvero di una possessione. Così preparò sul tavolo due bicchieri, uno con acqua comune e uno con acqua benedetta: “Le offersi da bere l’acqua comune; mi ringraziò e bevve. Alcuni minuti dopo le porsi l’altro bicchiere, con l’acqua benedetta. La bevve, ma questa volta il suo aspetto cambiò di colpo: da bimba impaurita a persona in collera. Scandendo le parole con timbro di voce basso e forte, come se un uomo parlasse dentro di lei, mi disse: ‘Ti credi furbo, prete!’. Ebbe così inizio la preghiera di esorcismo e solo un’ora dopo, compiuto il rito, avvenne la liberazione in chiesa”. - Il Foglio -Isegnideitempi
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SESSUALITA' A RISCHIO NELLA COPPIA PER LE "NAVIGAZIONI SU INTERNET"

Post n°3170 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

 L’amore nella coppia è in difficoltà. Secondo una società inglese specializzata in sondaggi comportamentali il 27 per cento degli uomini a letto ricorre a scuse diverse per evitare l’incontro sessuale proposto più o meno esplicitamente dalla compagna. La percentuale delle “astensioni con menzogna” scende invece tra le donne al 18 per cento. Abbastanza per mettere in forse l’immagine dei maschi come ossessionati dal sesso, e delle donne come perennemente in fuga. Ma non è tutto qui. La situazione delle coppie conviventi, a quanto risulta in psicoterapia, è peggiore, perché moltissime donne non hanno neppure l’opportunità di mostrare i propri desideri. Il compagno, infatti, le prende (per così dire) per sonno, piazzandosi davanti alla TV (dove a volte si addormenta) e affacciandosi poi alla camera da letto solo quando lei sta già dormendo. Il quadro, però, è più complicato. L’uomo, infatti, non esaurisce la sua sessualità con la sonnolenza televisiva, o dichiarando mali (l’emicrania), che una volta mascheravano l’assenza di desiderio della donna. Al di fuori della coppia ufficiale, infatti, come provano infiniti fatti di cronaca oltre all’intensa attività delle “chat” internettistiche, l’uomo spesso si sveglia e recupera capacità di iniziativa a volte eccessive, e spesso imprudenti. Grazie alla connessione alla rete anzi, questa trasformazione dell’uomo da compagno annoiato a cacciatore spregiudicato si realizza spesso a pochi metri dalla camera da letto rifiutata. Molte separazioni hanno proprio preso le mosse dalla “scoperta” di quali fossero le navigazioni preferite dagli uomini che morivano di sonno fino a poco prima. Le compagne, d’altra parte, restituiscono pan per focaccia, come dimostrano i dati sulle frequentissime avventure extra coniugali sul luogo di lavoro, o il fatto che un bambino su sette non sia figlio del padre dichiarato. Non è dunque la spinta sessuale che si va spegnendo, ma la sua vitalità all’interno della coppia. Come mai? La forbice tra la sessualità coniugale o di coppia, e quella d’”avventura”, mercenaria o no, è sempre esistita, non è certo un’invenzione di questi anni. Il rapporto tra persone che si scelgono in base a progetti di lungo periodo (o addirittura per sempre), ha in genere una ricchezza di impegni, ma anche di preoccupazioni e fatiche, che tende ad erodere il lato “spensierato” e potenzialmente anche trasgressivo della sessualità e del suo immaginario. Mentre chi si incontra con un obiettivo sessuale chiaramente dichiarato (che magari poi non viene neppure consumato), porta con sé, o almeno crede, una borsa molto più leggera: non impegni, ma giochi, non responsabilità, ma trasgressioni e libertà. Questo immaginario sessuale “leggero” e tendenzialmente onnipotente, propagandato dai media (anche quando lo condannano, descrivendolo però con ogni cura), e apparentemente raggiungibile con un semplice click del mouse, pesa come un concorrente temibile sulle fantasie di molti uomini (e di molte donne). Coppie che non riescono nell’intimità a liberarsi dell’aspetto impegnativo, ripetitivo e necessariamente limitato, della loro vita quotidiana. E’ come se le donne disponibili delle chat, le “escort” e professioniste di vario tipo e di diverse provenienze, distraessero con la loro presenza costante, dal progetto d’amore paziente e profondo della coppia. Una seduzione simile è, del resto, esercitata sulla donna dai “maschi della rete”, sorta di sirene al maschile appostati in cerca di conquiste (e spesso prede essi stessi). La coppia che sopravviverà sarà più forte, e più allegra. Ma deve farcela. - di Claudio Risé - Isegnideitempi -

 
 
 

LE SPEDIZIONI DI AIUTI MEDICI AD HAITI RITARDATI DA MASSICCE SPEDIZIONI DI PRESERVATIVI

Post n°3169 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Secondo quanto riferito da un testimone oculare, il flusso di medicine in attesa di essere distribuite a decine di migliaia di vittime del terremoto ad Haiti è stato ritardato per settimane da una fornitura massiccia di preservativi che dominavano lo spazio del principale magazzino. Il centro dei rifornimenti farmaceutici, chiamato PROMESS (sta per Program on Essential Medicine and Supplies), è il quartier generale delle operazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)/Organizzazione pan-americana della sanità di questa zona. "Senza PROMESS avremme avuto una seconda catastrofe," ha detto recentemente il dott. Alex Larsen, Ministro haitiano della sanità. Ma, secondo una fonte interna, l'intasamento dei preservativi in questo magazzino ha ritardato il flusso massiccio di aiuti che arrivavano da tutto il mondo, e può essere costato delle vite. La fonte riferisce che non era possibile scaricare le navi container piene di provviste mediche da suddividere e distribuire alla popolazione in quanto una fornitura enorme di preservativi ha intasato la struttura fino ai primi giorni di febbraio, quando è stato possibile toglierli. I preservativi occupavano circa il 70 per cento dello spazio del magazzino di 17.000 piedi quadrati (= grosso modo 6.000 mq, ndt) .L'afflusso di rifornimenti è gigantesco. Secondo Reliefweb “solo dal 16-21 gennaio sono arrivati all'aeroporto di Port-au-Prince 483.091 kg di medicinali e 4.990 kg di prodotti sanitari come i guanti di lattice e le maschere.” Nicholas Reader dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari umanitari ha dichiarato di "non essere al corrente" del problema, e ha indirizzato LifeSiteNews all'OMS per avere altre informazioni. Anche il responsabile delle comunicazioni per le emergenze e gli affari umanitari all'Oms, Paul Garwood, ha detto di non esserne al corrente. Garwood ha girato la domanda ai colleghi ad Haiti, che al momento di andare in stampa non avevano risposto. Mentre i funzionari Oms non parlano specificamente dell'intasamento dei preservativi, hanno in termini più generici ammesso le difficoltà logistiche nell'affrontare il flusso dei rifornmenti. [....] La scena che vede le strutture mediche del mondo in via di sviluppo occupate soprattutto da preservativi, ma gravemente carente di rifornimenti medici, non è nuova. Quando il Generale canadese Romeo Dallaire ritornò dal Rwanda in seguito al massacro ruandese, notò in un discorso del 1996 che quando il personale militare si riferiva all'ONU e ad altri aiuti esteri parlava del "tappezzare il paese con il lattice." Dallaire spiegò che tonnellate di preservativi ed altri contraccettivi venivano spediti e distribuiti in giro per la regione in quantità di gran lunga superiori a quelle che la popolazione potesse usare e al posto di cibo, medicine ed altri aiuti cruciali. I negozi di medici, egli disse, erano pieni di contracceettivi ed estremamente carenti del necessario per curare le ferite dei ruandesi. Alcune persone del mondo in via di sviluppo hanno aguzzato l'ingegno e sono riusciti a trasformare la montagna di preservativi scaricati dall'Occidente in un vantaggio. Secono un servizio della BBS, in una sola città indiana si usavano 600.000 preservativi al giorno nell'industria della tessitura dei sari. I tessitori di sari usano il lubrificante presente nei preservativi per ungere il meccanismo del telaio e velocizzare la tessitura senza rischiare di macchiare la seta. La strategia dell'ONU di promuovere massicciamente i preservativi come soluzione primaria alla crisi dell'AIDS è riportata anche in rapporti recenti, e non ci sono segni di rallentamento. Carol Ugochukwu, Presidente di United Families of Africa a Enugu, in Nigeria, ha detto in un'intervista del 2000 che le delegazioni occidentali all'ONU stavano cercando di "sterminare l'intera razza" con la loro promozione di preservativi. Ugochukwu si disse esasperata che il Canada, gli USA e l'UE sprecassero la maggior parte del tempo all'ONU per cercare di ottenere l'approvazione dell'omosessualità, mentre i bisogni delle donne africane come il cibo, un tetto e l'acqua pulita venivano in gran parte ignorati. "Le grosse organizzazioni spendono tanti soldi," ella disse," ma quando sentono che stai facendo fronte a tutto questo [bambini e madri moribondi] non si interessano. Devi dire loro che ti occupi di diritti riproduttivi prima di ottenere del sostegno." Concludeva la Ugochukwu, "[Gli occidentali] adesso vengono con i preservativi - abbiamo preservativi dappertutto! Spendono così tanto sui preservativi e così spingono i nostri bambini alla promiscuità. Dicono che questo fermerà l'AIDS - ma sta peggiorando! Non ha senso." - di John-Henry Westen e Kathleen Gilbert - Isegnideitempi -

 
 
 

COME NELL'OTTOCENTO SI RIACCENDE (ORA SU INTERNET) LA GUERRA SU LOURDES

Post n°3168 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Su Internet sembra essersi riaccesa quella "guerra di Lourdes" che, nell’Ottocento, riempi gazzette e pamphlets. Il film che Jessica Hausner ha dedicato al maggior santuario mariano del mondo, ha risvegliato la sfida tra credenti e increduli. In blog e forum, alla convinzione dei primi si oppongono i dubbi e le negazioni degli altri, soprattutto quanto ad attendibilità delle guarigioni dichiarate "prodigiose". Ma alcuni la mettono sul piano storico, riesumando magari vecchie leggende, più volte sfatate a suon di documenti ma che ora ritornano. In quel regno del "secondo me" che è Internet, Lourdes è una provocazione ghiotta, con un intrecciarsi impressionante di pareri opposti, spesso tanto più appassionati quanto più disinformati, sia per chi difende il sì che per chi sta per il no. Proprio per questo può essere interessante anche oggi vedere come abbiano reagito davanti alla Grottai tre che, nella Francia dell’epoca, simboleggiavano la "nuova cultura" in polemica con "la superstizione clericale": Auguste Voisin, Emile Zola, Ernest Renan. Cominciamo da Auguste Voisin, il più celebre psichiatra che, all’università di Parigi, così insegnava: "Bernadette Soubirous è una demente allucinata che i preti, dopo averla utilizzata, hanno rinchiuso in un remoto monastero". Il vescovo di Nevers indirizzava al professore una lettera aperta, pubblicata dai giornali, dove si precisava che la giovane si trovava nella sua città nel convento delle Suore della Carità avendolo liberamente scelto, dopo ben otto anni di riflessione, ed era libera di andarsene in qualunque momento. Inoltre, invitava Voisin a venire, a spese della diocesi, a visitare come e quanto volesse la religiosa, per constatarne la perfetta salute nervosa e mentale. Ma dal docente della Sorbona, malgrado i solleciti, non giunse mai alcuna risposta. Ecco ora Emile Zola, il maestro del naturalismo ateo. Deciso a smascherare "l’impostura dei preti", nell’agosto del 1892 si imbarcò sul treno dei malati del Pellegrinaggio Nazionale. Stette a Lourdes una decina di giorni, ma passò solo due ore al Bureau medico. Eppure, cosa straordinaria, in quel tempo brevissimo si presentarono due donne sanate in modo spettacolare. Per prima Marie Lemarchand, 30 anni, il volto orribilmente devastato da lupus tubercolotico, i polmoni distrutti, il respiro affannoso. Fu portata al Bureau da un medico belga sconvolto: l’aveva vista prima e dopo l’immersione e aveva constatato la sparizione istantanea delle piaghe. Gli esami proveranno che erano scomparsi anche i bacilli delle tisi. In effetti, già data per moribonda, vivrà ancora 40 anni e avrà cinque figli. Zola, che l’aveva vista anch‘egli prima e dopo, scrisse nel romanzo che vi era stato solo un lieve miglioramento, presto sparito, dovuto "allo choc da pellegrinaggio". Ma se la Lemarchand si limitò a sorridere delle deformazioni dello scrittore e a pregare per lui la Vergine di Lourdes, non così la popolana Marie Lebrauchu, che si offerse come parte lesa nel processo per diffamazione contro Zola che molti chiedevano a gran voce. In effetti, le testimonianze sono unanimi: sul marciapiede della stazione di Parigi, lo scrittore l’aveva osservata sulla barella e aveva esclamato: "Se questa guarisce, io crederò". Il fatto è che " la Grivotte", come la chiamò nel suo romanzo, guarì davvero e fu portata essa pure al Bureau in quelle due ore in cui vi era Zola. Ridotta a 30 chili, tisica all’ultimo stadio, coperta di piaghe purulenti, quando fu immersa nell’acqua fu scossa una brivido impressionante, allontanò con forza le infermiere che la sostenevano e andò, sulle sue gambe, fino alla Grotta. Quando Zola la vide guarita, tutti osservarono che, divenuto pallido, barcollò. Ciò non gli impedirà di parlare, anche qui, di una assurda "guarigione nervosa", seguita poi da una ricaduta e dalla morte al ritorno a Parigi. E invece, la vera Grivotte visse ancora 30 anni, si sposò ella pure, ebbe due figli e divenne inserviente al grande magazzino Au bon marché. Imbarazzato dalle lettere ai giornali delle miracolata, che non sopportava la mistificazione, Zola andò a trovarla nella sua soffitta e le propose di pagarla bene se accettava di trasferirsi nel Belgio, smettendola con le denunce pubbliche. In quel momento, tornò il marito, solido operaio, che buttò il romanziere giù per le scale, gridando: "Va al diavolo, falso scribacchino!". I giornali riferirono la clamorosa scenata. Infine, il terzo testimone, Ernest Renan, l’ex-seminarista che -con la sua Vie de Jésus, uno dei maggiori best seller dell’Ottocento- si propose egli pure si smascherare la credulità cristiana. Anche per lui, Lourdes costituiva un imbarazzante problema e, per cercare di rimuoverlo ricorse, pure stavolta, al denaro. In effetti, un suo intermediario (gli archivi ne hanno conservato il nome) offrì ben 40. 000 franchi a Dominique Jacomet. Costui era il commissario di polizia a Lourdes al tempo delle apparizioni e, attiratosi il malcontento popolare, era stato trasferito. Aveva dunque del rancore e Renan, saputolo, gli propose la grossa somma se lo avesse aiutato a scrivere un pamphlet contro quanto era avvenuto e avveniva attorno sotto i Pirenei. Ma Jacomet era cattolico, Renan per i cattolici era una sorta di "anticristo" e i 40. 000 franchi furono rifiutati. Insomma, non è deformazione apologetica, è una dato oggettivo: il match tra fedeli e intellettuali increduli, si chiuse, almeno nella Francia dell’Ottocento, con un secco 3 a 0 per i credenti. - Vitttorio Messori - - miradouro -

 
 
 

NUNZIATURA APOSTOLICA IN IRAQ "SCEMPIO DI VITE UMANE" SENZA FINE

Post n°3167 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"La lunga lista di uccisioni sembra che in Iraq non abbia mai fine. Tutto questo scempio di vite umane non può che inorridire". E' quanto si legge in una nota diffusa dalla Nunziatura Apostolica in Iraq. "I cristiani sono stati più volte nel mirino: uccisioni, rapimenti e danni ingenti alle chiese e ai conventi. Le comunità cristiane di Mossul sono state recentemente molto colpite ed hanno pagato un alto prezzo, nonostante la loro unanimemente riconosciuta vita pacifica". Il bilancio delle vittime negli ultimi dieci giorni è salito a otto dopo l'uccisione a Mossul, a 350 Km da Baghdad, di altri tre cristiani, un uomo e i suoi due figli. "Si ha l’impressione – si legge nella nota – che il motivo di attacco a queste minoranze sia proprio e solamente la loro fede religiosa o la diversa appartenenza etnica. Molti cristiani vivono nella paura di rimanere nel territorio che li ha visti presenti da duemila anni". "Qualcuno sta calpestando il loro incontestabile diritto di piena cittadinanza, spingendoli con la forza della violenza ad abbandonare le loro case e alla fuga". Come recentemente i Vescovi di Mossul hanno dichiarato – si ricorda –, i cristiani si sentono degli indesiderati nella loro stessa patria, il luogo che li ha visti nascere. È triste che la forza dell’abitudine possa arrivare a coprire l’orrore per atti violenti e insensati come le uccisioni perpetrate ieri a Mossul". "Quanto mai necessaria è la preghiera al Signore della Pace: nonostante la prova, i cristiani continuino a resistere alla tentazione di abbandonare il Paese, ma riprendano coraggio nel contribuire al bene comune e alla ricostruzione della loro Nazione". "Per fare questo, però, hanno urgente bisogno di aiuto – si sottolinea poi nella nota –; è in special modo necessario che non cali la pressione dell’opinione pubblica mondiale, perché ogni violenza e discriminazione abbia immediatamente fine". "Molto affidamento si ripone nell’attenzione e nella solidarietà della comunità internazionale, lodevolmente tanto attenta alle sorti delle minoranze, affinché contribuisca a farsi voce di chi voce non ha o non ha più". "D’altra parte, si spera che le autorità locali non lascino nulla di intentato per garantire agli indifesi tutta la protezione cui hanno diritto, proprio in forza della loro cittadinanza irachena, che mai hanno tradito". "I cristiani chiedono di poter vivere la loro vita in tranquillità e di professare la loro fede in tutta sicurezza, condizioni base per ogni civiltà", conclude infine la nota.- Zenit -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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