ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 28/02/2010

ANCHE IN ITALIA/ IMPIEGATA ESPONE SANTINO ALL'OSPEDALE DI CAREGGI (VICINO FIRENZE): LA PUNISCONO

Post n°3187 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Punita per aver esposto un santino. Una dipendente amministrativa dell' ospedale di Careggi ha ricevuto un rimprovero scritto per aver affisso sulla bacheca dell'ufficio un oggetto personale, cioè un'immagine della Madonna di Fatima. Nella stanza dove svolge il suo lavoro amministrativo - chiusa al pubblico – da qualche tempo aveva messo in bacheca una cartolina devozionale. «Più volte la responsabile dell’ufficio ha staccato la cartolina dalla bacheca, infastidita forse perché non credente», denuncia il responsabile Cisl di Careggi Franco Pietrangeli. Ma lei, l’impiegata, ha continuato a rimetterla al suo posto. A fine gennaio il direttore di dipartimento, forse proprio dopo aver saputo la querelle sull’immagine mariana, ha inviato una circolare a tutti i dipendenti. «Sono stati rilevati molti oggetti e accessori di uso personale diffusi negli ambienti di lavoro – è scritto -. Negli spazi prettamente di lavoro come bacheche o lavagne magnetiche si dà disposizione che non siano affissi altro che informazioni/disposizioni di lavoro». «Ma nessuno negli uffici del dipartimento ha rispettato questa circolare – sottolinea Pietrangeli -. Ognuno in tutta Careggi ha lasciato al suo posto la foto dei figli e cartoline di vario genere». Eppure solo la signora devota alla Madonna è stata richiamata ufficialmente: il 22 febbraio le è arrivata una nota disciplinare scritta (chiamata ‘rimprovero’ o ‘censura’) per non aver rispettato la circolare. «E’ scandaloso – scrive Pietrangeli in una lettera inviata ai direttori di Careggi – un provvedimento disciplinare nei confronti di una persona la cui professionalità è indiscussa e dimostrabile solo perché ha fatto quello che tutti a Careggi fanno. La legge prescrive che i lavoratori possono manifestare il proprio pensiero anche religioso. Pretendiamo il ritiro del provvedimento e le scuse formali dell’azienda». Secondo la direzione di Careggi però le cose stanno diversamente: la bacheca utilizzata è in un luogo aperto al pubblico, dove dovrebbero essere messe solo informazioni lavorative. «Non c’è nessun pregiudizio religioso a Careggi — spiegano dalla direzione — siamo aperti a ogni manifestazione di fede, ma solo nei luoghi dove l’espressione è pertinente». Il caso della Madonna di Fatima a Careggi segue di pochi giorni quello delle statuette della Madonna di Montenero donate all’ospedale di Livorno dall’agente di polizia penitenziaria Calogero Panevino per essere esposte nei padiglioni delle cure palliative e della medicina e ‘rifiutate’ dal direttore generale della Asl 6 Monica Calamai perché «avrebbero potuto turbare chi appartiene ad altre fedi». Dopo la petizione organizzata dal centrodestra per collocare le statue in corsia che è stata sottoscritta da 2922 firme, il caso non andrà in tv a Domenica In da Massimo Giletti. Stavolta le questioni etico-religiose non c’entrano; a bloccare la messa in onda del caso delle Madonnine livornesi è il regolamento sulla par condicio che stabilisce la sospensione delle trasmissioni di approfondimento nel mese precedente le elezioni regionali, dal 28 febbraio al 28 marzo. Quello delle statuette è diventato un caso politico, e come tale, non se ne può parlare. Almeno fino al dopo-elezioni. - tradizione - Cattolica -

 
 
 

ANTONIO SOCCI: STORIA DI SHAZIA. NOVITA' PER AIUTARE.....

Post n°3186 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Che il Pakistan sia uno dei peggiori “buchi neri” del mondo sembra dimostrarlo anche l’uccisione del nostro eroico agente Pietro Colazzo, vicecapo dell’intelligence in Afghanistan (vedremo dopo perché). Ne avevo parlato il 31 gennaio scorso su queste colonne, raccontando la storia di Shazia Bashir, la ragazzina cristiana entrata come serva in una casa di ricchi e potenti musulmani e uscita da lì morta. La sua tragica vita è emblematica della situazione della minoranza cristiana di quel Paese, le cui figlie femmine sono costrette nelle condizioni di Shazia per poter guadagnare la miseria di 12 dollari al mese (8 euro) e far sopravvivere le loro famiglie. Mi chiedevo perché nessun organismo umanitario o nessun ente cristiano o cattolico avesse lanciato un programma di adozioni a distanza per salvare queste povere bambine dall’orrore di una servitù che comporta spesso ogni tipo di violenza. Tanti lettori di Libero mi hanno scritto desiderosi di far qualcosa. Oggi finalmente sono in grado di informare che qualcuno – dopo aver conosciuto la tragedia di Shazia – ha trovato il modo di lanciare un primo salvagente. Non si tratta di organizzazioni femministe inorridite per la condizione delle giovani donne cristiane. E non si tratta neanche dei tanti “progressisti”, no global o robe simili che amano sciacquarsi la bocca con il Terzo mondo, gli immigrati, la solidarietà e via dicendo. Nossignori. A rimboccarsi le maniche per aiutare queste sventurate ragazzine e le loro famiglie cristiane, che sono i più poveri dei poveri, è l’ “Umanitaria padana onlus” (per avere notizie su internet si veda www.umanitariapadanaonlus.net). Sì, avete capito bene, un’organizzazione umanitaria nata dal popolo della Lega Nord (precisamente dall’ “Associazione donne padane”). Del resto non c’è troppo da stupirsi se si pensa che il Nord Italia e specialmente la Lombardia hanno letteralmente riempito il mondo di missionari. L’anima e il motore dell’Umanitaria padana è Sara Fumagalli, una donna straordinaria, ardente di fede cristiana, piena di dinamismo, di coraggio e di umiltà, che ha portato aiuto – anche rischiando fisicamente – negli angoli più disperati del mondo, dal Darfur (in Sudan), all’Etiopia, da Haiti all’Iraq, quindi in Kosovo, in Kenia, Libano, Sri Lanka, in Terra Santa e appunto in Afghanistan. Ieri Sara mi ha scritto: “Da anni la mia Associazione è venuta in contatto col problema della discriminazione o persecuzione dei Cristiani nel mondo (non solo quello islamico). Noi abbiamo deciso di muoverci sul piano pratico”. Mi racconta di contatti con il Vescovo di Faisalabad,  Monsignor Joseph Coutts, per aiutare i Cristiani perseguitati del Punjab e di borse di studio per alcuni seminaristi pakistani. “Dopo di allora”, mi racconta Sara “ho mantenuto contatti stabili con il Pakistan attraverso un giovane docente pakistano della Pontificia Università Lateranense, professor Mobeen Shadid, che mi aveva informato anche del caso di Shazia. Mi diceva che capita spesso, anche senza arrivare alla tragedia della piccola, che le famiglie musulmane non restituiscano le bimbe alle famiglie cristiane d’origine e impongano loro conversioni e matrimoni forzati”. Si pensava – dice Sara – a iniziative di sensibilizzazione  sul piano culturale, politico e diplomatico: “La grande idea, bella pratica come piace a me, è arrivata leggendo il tuo articolo. Mi sono subito attivata. Ho chiamato Mobeen e attraverso di lui ho saputo che un suo direttore spirituale, padre Edward Thuraisingham, Oblato di Maria Immacolata, si occupava già di un progetto per garantire un’istruzione e un futuro a bambini cattolici in condizioni a vario titolo disagiate”. “L’ho subito contattato” prosegue Sara “e così, in una serie di messe a punto successive, è nato il progetto: ‘Borse di studio Shazia Bashir -adotta una bambina con la sua famiglia’. Si tratta di un progetto di sostegno a distanza che consente di far studiare bambine o ragazze di famiglie cristiane povere”. Ma – attenzione – “l’obiettivo non è solo quello di mandare a scuola le bambine, magari togliendole alla famiglia per mandarle in collegio – cosa che risolverebbe sì il problema della ragazzina, ma non della famiglia – bensì quello di mandarle a scuola facendole continuare a vivere, ogni qualvolta sia possibile, nella loro famiglia”. Come è possibile? Tramite i missionari. “La gestione di un progetto così è più difficile per il missionario che se ne occupa, ma ha una ricaduta sociale a favore della comunità Cristiana, molto superiore. Il costo per ogni ragazzina adottata è di 500 euro l’anno e comprende la retta scolastica, l’uniforme (fondamentale per evitare differenze), i libri di testo, il materiale didattico e di consumo e un piccolo sostegno alla famiglia (coprendo di fatto il sostentamento della figlia e il mancato guadagno avendola mandata a scuola invece che a lavoro)”. L’operazione (a cui partecipano anche le “Donne padane”) inizia con 10 borse di studio, ma – aggiunge Sara – “se vediamo che il progetto va bene e se la gente ci aiuta, più avanti  si potrà pensare di aumentare il numero delle borse di studio, per riscattare sempre più bambine all’amara condizione di Shazia”. A giudicare dalle mail che mi sono arrivate saranno certamente tanti a contribuire. A tutti costoro giro un ulteriore chiarimento della Fumagalli: “Mi preme dirti che, com’è nostro costume, l’intera quota di 500 euro andrà a Padre Thuraisingham per le bambine e le loro famiglie, senza perder neppure un centesimo in costi di struttura o propaganda, grazie al fatto che l’associazione vive di solo volontariato e ama fare le cose in piccolo, ma concreto e verace (come piace alla Madonna)”. Naturalmente sarà difficile vedere e ascoltare in televisione persone straordinarie come Sara Fumagalli (gli eroi del nostro tempo sono altri: Morgan, per esempio, alle cui gesta sono stati dedicati addirittura due talk show di informazione). Ma sono queste eroiche formichine quelle che cambiano la storia. E da cambiare in Pakistan c’è moltissimo, cominciando dai diritti umani e dalla libertà religiosa come accadde con i Paese dell’Est. Proprio ieri i vescovi pakistani hanno lanciato un appello: “nessuno ci protegge”. I cristiani sono le prime vittime del fondamentalismo islamico che infierisce su di loro – scrive Avvenire – con “rapimenti, violenze e uccisioni nelle aree sotto l’influenza taeban”. I vescovi accusano il governo pakistano di lasciare “mano libera ai talebani”, che opprimono i cristiani con la “jazija” (imposta richiesta ai non musulmani sottomessi) e con ogni sorta di violenza. Inoltre i vescovi chiedono al governo pakistano di abolire le leggi più odiosamente discriminatorie, come quella orrenda sulla blasfemia, e promuovere tolleranza e uguaglianza davanti alla legge. Un sogno per ora remotissimo. Gli stessi sviluppi giudiziari del “caso Shazia”, per esempio, fanno temere che non sarà fatta giustizia. Non si creda che il Pakistan sia solo un remoto e insignificante paese del Terzo Mondo. E’ anzitutto una potenza nucleare di 180 milioni di abitanti e ha un ruolo strategicamente decisivo per gli equilibri mondiali. Nel mio articolo del 31 gennaio scrivevo che un Paese come quello non poteva essere il credibile pilastro dell’Occidente nella lotta al terrorismo islamista. E’ un inquietante buco nero atomico. Lo fa pensare anche – come dicevo – l’assassinio del nostro agente Pietro Colazzo. Ieri Lucia Annunziata, con un editoriale sulla Stampa intitolato “Sacrificato dai servizi pachistani”, rivelava proprio l’inquietante retroscena che sembra emergere: “l’attacco sarebbe stato ideato e portato a termine non dai taleban, ma dai servizi segreti del Pakistan con lo scopo di inviare un pesante avvertimento all’India”.
Vedremo se ci saranno conferme. Ma intanto aiutiamo le ragazzine come Shazia, giovane martire cristiana. Sarà una piccola luce accesa nelle tenebre. Ma la luce prima o poi vince le tenebre. Sempre. - antoniosocci - lo Straniero -

 
 
 

ANORESSIA: FIGLIA DELL'ANSIA

Post n°3185 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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In questi giorni insistentemente sui mass media si “parla” di anoressia anche se con l’altra sorella la bulimia all’unisono costituiscono una vera forma patologica inquietante, senza considerare che terrificanti sono le conseguenze di questi due opposti principi. Come è noto consistono nella perdita o nell’eccesso di appetito specialmente nelle ragazze, “donne grissino”, che sfilano nelle passerelle indossando abiti di moda. Il grido d’allarme “con le ossa di fuori” ha attraversato tutte le più importanti case di moda che fin oggi hanno privilegiato questo aspetto di lavoro e gli stilisti, pare, per le loro sfilate non vogliono più scegliere ragazze magrissime dall’aspetto osiamo dire “scheletrico”, ma non per questo scegliendo le “formose” si risolve il “problema”, in quanto si tratterebbe di una esorbitanza molto pericolosa quanto la sorella bulimia, entrambe le ipotesi potrebbero portare sul piano psicologico ad una situazione molto scabrosa. In sostanza una forma maniacale, degna dell’attenzione della psichiatria, perché anch’essa costituisce un marcato disordine sotto il profilo medico e sociale. Questa patologia si potrebbe definire uno stato di ansia che se esasperato porta ad un errato rapporto con il proprio corpo, una rimodulazione dell’alimentazione che con questo “andazzo” finirebbe per  divenire non un aspetto nutrizionale, bensì un difetto a danno della salute. In sostanza l’anoressia consiste nella perdita di appetito o l’abbandonarsi a digiuni che spesso culminano in un disordine mentale, purtroppo molto in voga, fra le ragazze, specie fra gli adolescenti. Secondo la scienza medica, la terapia farmacologa dovrebbe essere associata a quella psicoterapeuta volta a riequilibrare il rapporto con il corpo. Secondo recenti sondaggi in Italia il 20% della popolazione accusa disturbi psichiatrici , il 16% da varie forme di disagio mentale, il 4% di disturbi mentali, mentre il 30% assume psicofarmaci. Secondo Datamedia su un campione di 1000 italiani nella fascia tra i 15 ed i 17 anni, il 27,5% dichiara di avere  esperienze di depressione, il 9% di anoressia e bulimia. Fenomeno preoccupante è, poi, quello dei docenti e dirigenti della scuola sofferenti di disagio psichico che è aumentato dal 35% al 70%, che in Italia potrebbero essere circa 10 mila ( Fondazione Iard Milano). Questi pochi aridi dati statistici, ma molto significativi, anche se possono costituire dubbi o perplessità sulla loro autenticità o veridicità, tuttavia non ci distolgono dal considerare che i fatti compiuti da menti psicologicamente alterati, come l’anoressia o la bulimia facenti parte delle malattie mentali, costituiscono una verità, una fondamentale dimostrazione di quanto sia grave questo disagio sociale che ci deve richiamare ad una amara realtà per migliorare la qualità dei servizi, cure e reinserimento sociale, quando è possibile, garantendo sicurezza ai cittadini  ed ampia tutela della salute per i sofferenti psichici.
E’ quanto auspichiamo con le nostre Petizioni giacenti nel Parlamento ed assegnate : 1.) col n.5 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica( “ legge-quadro in materia di assistenza psichiatrica” ); 2.) col n.9 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ( “riforma dell’assistenza psichiatrica”). E’ giusto spendere le risorse di bilancio in difesa dei più poveri, deboli e dei più bisognosi, ma la legge finanziaria 2010 non ha previsto specificatamente risorse finanziarie per la malattia mentale, come nel caso dell’anoressia “et similia” e questo ci sgomenta perché non vediamo alcuna uscita da quel “tunnel tenebroso” costituito dalla carenza di iniziative da ben 32 anni in favore dell’assistenza psichiatrica. Diciamo al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi siamo con Lei quando dice “non più parole, ma fatti”( Assemblea FAO Roma 3 giugno 2008). - Ma è proprio quello che attendiamo da Lei! - http://digilander.libero.it/crisatianiperservire - Pontifex -

 
 
 

FRANCIA: ALLERTA CONTRO UN'INIZIATIVA DI CONFESSIONI PER TELEFONO

Post n°3184 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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In un comunicato pubblicato sui siti web di varie Diocesi francesi, il portavoce della Conferenza Episcopale di Francia, monsignor Bernard Podvin, mette in guardia i fedeli su un'iniziativa intitolata "Con il filo del Signore, confèssati per telefono". "Questo passo non è sostenuto in alcun modo dalla Chiesa cattolica in Francia", precisa il comunicato, diffuso il 18 febbraio. "La solitudine delle persone anziane e handicappate è un dramma umano e spirituale", afferma monsignor Podvin, sottolineando che "un servizio permanente di accoglienza per telefono è una cosa necessaria e positiva". "Molti organismi religiosi e non confessionali dedicano già parecchie risorse a questo scopo", ricorda, dichiarando che "i volontari e i professionisti dell'ascolto sono più che mai indispensabili". Ad ogni modo, osserva monsignor Podvin, è "inammissibile mantenere una confusione sulla nozione di confessione". "Per il fedele cattolico, questa ha un senso sacramentale che richiede la presenza effettiva di un sacerdote", sottolinea, lamentando che "la coincidenza del lancio di questa linea con l'inizio della Quaresima non ha fatto altro che aumentare la confusione". Parrocchie, santuari e cappellanie hanno avviato molte iniziative di accoglienza per il sacramento della confessione. "In quest'Anno Sacerdotale, tutti noi vogliamo, evidentemente, che ci siano più sacerdoti vicini alle persone e disponibili ad ascoltarle". - Zenit -

 
 
 

LA QUARESIMA E LA PASQUA NELLA SPIRITUALITÀ

Post n°3183 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Per noi credenti se non si vive una buona Quaresima, non si vivrà neppure una buona Pasqua. Se non si vive una buona Pasqua, non si vivrà neppure una buona vita! Per i cristiani la Quaresima è : 1. Tempo di Penitenza, tale parola in genere viene vissuta con un senso negativo di sofferenza, castigo, espiazione. In realtà penitenza significa tempo di convalescenza spirituale in cui ci si sforza di fare meglio del solito e quindi di ristabilirsi e guarire. 2. La Quaresima è anche tempo di conversione, dal latino “convertere”, cioè cambiare senso di marcia, percorrere una nuova strada. In Quaresima i cristiani sono invitati, attraverso il sacramento della penitenza o riconciliazione, a fare un esame profondo delle loro scelte esistenziali e, se necessario, intraprendere una nuova via. 3. La Quaresima è anche tempo di ripensamento. Per i Greci, il rinnovamento inizia da un cambiamento positivo dei pensieri, il termine metànoia sta ad indicare la qualità del pensiero che poi ispira l’atteggiamento esterno del comportamento: “Dimmi come e cosa pensi e ti dirò come ti comporti!”. Se si hanno pensieri di ira, si sarà sempre irascibili e litigiosi; se si coltivano pensieri impuri, si brucerà dal desiderio lussurioso. Tutti noi abbiamo sperimentato uno strano meccanismo psicologico, tante volte quando siamo frustrati a causa delle delusioni o della solitudine, reagiamo mangiando in modo smodato come forma di compensazione. 4. Anche per questo la Quaresima è tempo  di digiuno, cioè non solo di purificazione e di disintossicazione del corpo, ma anche come aiuto alla vigilanza dello spirito. Quando digiuniamo siamo più intuitivi, abbiamo maggiormente gli occhi illuminati a vedere e poi a soccorrere le sofferenze altrui. Il digiuno e l’astinenza dalle carni ci portano all’essenziale della vita: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” , dice Gesù. 5. La Quaresima è poi tempo di allenamento, cioè rafforzamento della volontà nella libertà, la famosa “autarchia” dei Greci. Siamo invitati a privarci di qualcosa, per esempio il caffè, o le sigarette, o i dolci o altro, per dimostrare a noi stessi che per stare bene non abbiamo bisogno di tali supporti che sono psicologici ancor prima di essere alimentari. Dopo la Quaresima ritorneremo alla cioccolata o al caffè e certamente  li assaporeremo con un gusto nuovo che non sarà solo degustativo della golosità ma soprattutto spirituale. 6. Ed infine la Quaresima è tempo di passione. In tale periodo dell’anno liturgico, in tutte le chiese, almeno una volta alla settimana, si fa la Via Crucis, che è un pio esercizio che commemora, attraverso 14 stazioni, le sofferenze di Gesù. In Quaresima dobbiamo chiederci, liberandoci dalle nostre maschere, qual’è la nostra sofferenza? Ognuno di noi porta una croce: qualcuno è rimasto profondamente deluso dalle scelte e dal comportamento dei propri figli; qualcun altro ha sperimentato il fallimento del proprio matrimonio; qualcun altro ha una malattia incurabile oppure è nato con un carattere difficile da sopportare, che è una sofferenza prima ancora che da parte degli altri, per la persona stessa. In Quaresima non dobbiamo fuggire il dolore ma affrontarlo a viso aperto come ha fatto Cristo salendo la collina del Calvario. Non siamo soli ad affrontare la sofferenza, il Signore è con noi, per cui la Croce, da patibolo diventa trono di gloria e di dignità su questa terra e di merito per il Paradiso. Infine, quando celebriamo la Pasqua ricordiamoci sempre che essa avviene in un periodo astronomico particolare, durante la domenica successiva alla prima luna piena dell’equinozio di primavera. La Pasqua è la festa di tutto il cosmo perché Cristo porta la redenzione non solo alle anime degli uomini, ma tutto l’universo gioisce in questo contesto di luce e di risveglio della natura. La data della Pasqua è fissata, dunque, dalla domenica, dalla stagione primaverile e dalle stelle fisse che in quel periodo sorgono nel cielo per indicare che tutto risorge a vita nuova. Le stesse uova di cioccolato, che sono la gioia dei nostri bambini, stanno ad indicare la rinascita. Ad imitazione degli antichi rituali ebraici, i cristiani, in questo periodo, fanno le grandi pulizie pasquali della casa, per dire che anche nella loro esistenza devono liberarsi di tante cianfrusaglie presenti che sono diventate ormai inutili ed ingombranti. - don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

CRISTO E' VENUTO PER TRASFIGURARE, OVVERO CAMBIARE E CONVERTIRE L'UMANITA'

Post n°3182 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Il Vangelo della Seconda Domenica di Quaresima ci narra l' episodio della Trasfigurazione del Signore, un evento glorioso. Chiediamo un commento al teologo e mariologo, professor Stefano De Fiores. Professor De Fiores, che cosa ci dice la Trasfigurazione?: " si tratta di un mistero di luce, luminoso. Il volto di Cristo si illumina, cambia aspetto. La luce é vita, la vita é luce, tanto che si dice per la nascita, venire alla luce. E se la vita é luce, Cristo é vita, colui che ci garantisce la vita e in abbondanza". Cristo ci indica di seguire con scrupolo la Verità: " certo e lo dimostra proprio nella Trasfigurazione dopo la mezza crisi di Galilea. I discepoli e un poco tutti sono spaventati dopo il discorso sulla eucarestia. Qualcuno ha parlato di discorso duro, ma Cristo non é sceso a compromessi. Non ha mai nascosto la bontà finale del suo messaggio, ma anche ha detto che per gioire e assaporare la gloria, si deve passare per la via stretta, ossia il sacrificio, la sofferenza e la rinuncia. Ma ne val la pena". Spesso nella iconografia cristiana si guarda al Cuore di Cristo:" una cosa bella. Ma anche il volto ha il suo valore. E infatti quando saremo in cielo e se la nostra condotta sarà degna di lode, potremo vedere il volto di Dio. Pertanto se il cuore é fondamantale, altrettanto lo é il volto, radioso e gioioso". Ma il cristianesimo é solo sofferenza?: " assolutamente no. E' gioia, allegria e speranza che non esclude la sofferenza. Il cristianesimo non ha mai promesso l'assenza di problemi e di angustia sulla terra, ma un buon cristiano queste situazioni le vive con serenità,affidandosi nelle mani di Dio e con una bussola sicura, che é il Vangelo". Cercando una lettura contestuale ai nostri tempi, che cosa significa Trasfigurazione?: " un invito al cambiamento e dunque alla conversione di vita e del suo stile. Il che é uno dei temi della Quaresima. E infatti l'episodio della Trasfigurazione si legge la domenica successiva a quella delle tentazioni del demonio, indicandoci che la via maestra per vedere il volto glorioso di Cristo é appunto saper vincere le tentazioni, sempre presenti, del maligno". E il Vangelo?: " come ho già detto, il Vangelo non ci racconta aneddoti zuccherosi e non é una favola, ma un fatto vero. Il Vangelo sia per tutti i cristiani un modello per uno stile di vita autenticamente retto e buono, la guida ideale per giungere a vedere il volto di Dio. La nostra fede sia adulta e responsabile, mai slavata o tiepida. Solo in questo modo possiamo trasfigurarci". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

HERCOLE POIROT SVELA IL MISTERO ANTICRISTIANO IN GRAN BRETAGNA

Post n°3181 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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David Suchet, il celebre attore che in televisione ha impersonato l’investigatore Poirot, è un altro dei tanti personaggi pubblici che hanno avuto il coraggio di denunciare il rischio di emarginazione che oggi corrono i cristiani in Gran Bretagna. In un’intervista al settimanale Woman’s Weekly David Suchet ha dichiarato senza mezzi termini: «Corriamo seriamente il pericolo di non percepire più l’importanza della fede cristiana nel nostro Paese». Ed ha aggiunto un’amara considerazione: «La gente è più preoccupata di non offendere le altre fedi», precisando però subito - onde incorrere nelle ire dei sacerdoti del politically correct - che, comunque «si dovrebbero guardare con rispetto tutte le religioni, senza discriminarne o marginalizzarne nessuna». A proposito della propria fede, David Suchet ha offerto, in un’altra intervista, una testimonianza personale, ricordando di aver incontrato, vent’anni fa, l’esperienza cristiana attraverso la lettura, in una bibbia acquistata per curiosità, di un’epistola di San Paolo in cui veniva spiegato cosa significasse davvero essere cristiani. Fu quella lettura ad «aprire una breccia» nel cuore di Suchet e a dare un’esauriente e ragionevole risposta a quello che da tempo stava cercando: «una dimensione trascendente, quasi mistica, ma capace di incarnare, al tempo stesso, qualcosa di umanamente accessibile, con cui poter entrare in relazione». Un trascendente sperimentabile nella banale concretezza del quotidiano. Troppo facile la battuta per cui anche quella volta le famose “celluline grigie” del grande Hercule Poirot hanno scoperto la Verità. L’attore collabora da tempo con un’organizzazione non-profit che si è vista rifiutare finanziamenti governativi perché ha la malaugurata sventura di essere una Christian charity. In precedenza, peraltro, la stessa associazione aveva puntualmente ricevuto sussidi pubblici per anni. Il fatto è che da qualche tempo qualcosa è cambiato nel Regno Unito. Quella dell’uomo ormai identificato con il noto personaggio di Agatha Christie, non è la sola denuncia del rischio di emarginazione dei cristiani. Il conduttore della rete britannica Radio 2, Jeremy Vine, ha segnalato la crescente ostilità nei loro confronti, soprattutto da parte dei media, dichiarando alla rivista Reform Magazine che «è ormai diventato quasi socialmente inaccettabile affermare pubblicamente di credere in Dio». Così come la cattolica Cherie Blair, moglie dell’ex Premier britannico, ha affermato che «i cristiani sono spesso marginalizzati e che la fede rappresenta un argomento su cui sempre meno persone amano discutere apertamente». Pure la musulmana baronessa Warsi ha denunciato «una sempre più crescente intolleranza ed un atteggiamento illiberale nei confronti di chi professa la propria fede in Dio». In un discorso tenuto all’ultima Conservative Party Conference Lady Warsi ha accusato coloro «che manipolano il concetto di “eguaglianza”, pretendendo, di fatto, uno svuotamento della fede». - Gianfranco Amato - miradouro -

 
 
 

L' INDIFFERENZA SCONCERTANTE DEI QUOTIDIANI NEI CONFRONTI DELLA LIBERTA' RELIGIOSA

Post n°3180 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Quali quotidiani hanno dato spazio nei giorni scorsi alle notizie di nuove e pesanti persecuzioni nei confronti dei cristiani in molti paesi dell’Oriente? Non è una domanda retorica bensì la registrazione dolorosa di un dato di fatto: l’indifferenza che domina l’occidente nei confronti della libertà religiosa, un diritto che, evidentemente, non è considerato interessante da una società che pur continua a rivendicare diritti. Che queste rivendicazioni nascano da una cultura sostanzialmente individualistica, è provato proprio dal disinteresse per gli altri che non appartengono a una delle categorie per cui si sbandiera un presunto diritto. Il sito di Asia News, che ha “nel sostegno alla libertà religiosa uno dei pilastri della sua informazione”, sta sostenendo una campagna contro la legge sulla blasfemia in vigore dal 1986 in Pakistan, dove è in atto un tentativo di creare uno “Stato islamico”, in cui è negato il principio “dell’uguaglianza fra i cittadini” sancito nel 1947 da Ali Jinnah, padre fondatore della nazione, durante il discorso all’Assemblea nazionale. La legge prevede la prigione e la pena capitale per tutti coloro che offendono il Corano o Maometto. Negli ultimi 23 anni quasi mille persone sono state accusate di questo crimine e diverse centinaia sono state uccise. Negli ultimi anni, almeno 50 cristiani sono stati torturati ed eliminati per questo delitto e molti villaggi e chiese cristiane sono stati distrutti e bruciati”. Nello Stato dell’Orissa i cristiani del distretto di Kandhamal, informa ancora Asia News, sono ancora vittime innocenti di intimidazioni e violenze. Il governo non fa nulla per aiutare la loro riabilitazione, dopo le violenze religiose del 2008, e continuano a vivere nella paura. In Irak attentati e fughe si susseguono quasi giornalmente. Non migliore la situazione in India dove molti cristiani sono stati costretti ad abbandonare le loro case e vivono in tende. Avvenire di mercoledì riportava un appello del ministro Frattini: “Fermiamo gli attacchi ai cristiani”, e l’intenzione di promuovere in Italia una conferenza internazionale sulla libertà religiosa. Provocante un’osservazione di P. Bernardo Cervellera che “registra un “relativismo culturale” che ha tratti comuni con il fondamentalismo islamico: “Eliminare i segni e le personalità cristiane”, conclude p. Cervellera, è possibile in molti modi: “in Pakistan con la blasfemia, in Europa con una ‘blasfemia’ contro le offese al credo relativista. In entrambi i casi proponiamo una convivenza fra identità … lavorando con la propria fede per il progresso dei popoli”. In questa quaresima il Papa ha richiamato la responsabilità di ognuno per il cambiamento del mondo. Non c’è cambiamento positivo, infatti, che non parta dal cuore. la conversione del cuore che ci fa riconoscere, in Dio, tutti gli uomini come fratelli, sia il motore di un interesse per i silenziosi martiri di oggi. L’invito a vivere come se Dio ci fosse è più attuale che mai. - Pagetti Elena - culturacattolica -

 
 
 

ASPIRARE ALLA SANTITA': CARLO ACUTIS

Post n°3179 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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Nella storia della Chiesa non mancano gli esempi di piccoli santi capaci di nascondere proprio nella loro piccolezza grandissimi tesori spirituali. D'altronde, come anche la Bibbia ci insegna, la sapienza non è prerogativa solo degli “anziani”, ma spesso inabita i più giovani, poiché Gesù stesso ci invita a divenire come bambini, per entrare nel Regno dei Cieli. Ciascuno di noi, anche se “piccolo per età” può e deve allora far proprio questo appello di Nostro Signore potendo fra l'altro attingere agli esempi di chi ha vissuto aspirando, pur piccolo per età, ad una santità grande. Facciamo allora oggi la conoscenza di un “piccolo aspirante Santo” che possa darci qualche consiglio per il nostro cammino spirituale: Carlo Acutis. Carlo Acutis ha trascorso su questa terra solo 15 anni -dal 1991 al 2006- ma ha lasciato in chi lo ha conosciuto una traccia così viva e piena di fede, da invogliare alla raccolta di testimonianze in proposito, in vista dell'avvio della sua causa di canonizzazione. Colpito da una leucemia fulminante, in soli dieci giorni fu consumato dalla malattia, dopo aver offerto -già quando non conosceva ancora la gravità del suo male- tutte le sue sofferenze “per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Cielo”. L'incontro ravvicinato con la malattia, non lo colse impreparato. Anzi -subito dopo essere stato informato delle sue condizioni- disse ai suoi genitori: “Il Signore mi ha dato una sveglia!” e a quanti ebbero occasione di conoscerlo, pur se in quella drammatica circostanza, ha lasciato il ricordo di un ragazzo dolcissimo, umile, coraggioso. Francesca Consolini, postulatrice per le Cause dei Santi, cosi' si esprimeva un anno fa, intervistata per il sito della Radio Vaticana, descrivendolo come una persona solare e serena: “era un ragazzo che viveva con gioia il suo essere “giovane”, la sua età e, coglieva il bello, il buono, l’imprevisto. La sua fede era così limpida e sicura che lo portava ad essere sempre sincero con se stesso e con gli altri. Una straordinaria attenzione verso il prossimo. Aveva capito il vero valore della vita come dono di Dio, come impegno, come risposta da dare al Signore Gesù giorno per giorno in semplicità. Vorrei sottolineare che era un ragazzo normale, allegro, sereno, sincero, volitivo, che amava la compagnia, che gustava l’amicizia. Aveva capito il valore dell’incontro quotidiano con Gesù nell’Eucaristia, ma non aveva un atteggiamento “bigotto” o convenzionale, era anzi molto amato e cercato dai compagni e dagli amici per la sua simpatia e vivacità. Dopo la sua morte, molti hanno sentito la necessità di scrivere un proprio ricordo su di lui e altri ancora hanno dichiarato di affidarsi a lui nella preghiera: ciò ha fatto sì che la sua figura fosse guardata con interesse particolare. Come postulatrice delle Cause dei Santi sono stata interpellata per vagliare quanto si è detto e scritto su Carlo; e di lui si è già parlato con il responsabile dell’Ufficio ‘Cause dei Santi’ della Diocesi di Milano, mons Ennio Apeciti”. Un ritratto dalle pennellate rapide, impressionistiche -questo appena letto- ma che proprio nella sua immediatezza, rende benissimo l'idea dell'essere giovane e dell'aspirare alla santità che sono stati tratti caratteristici dell'esistenza del nostro amico! Il volume "Eucarestia - La mia autostrada per il Cielo" -edito dalle edizioni San Paolo e scritto da Nicola Gori- ci permette di conoscere qualcosa di più, su questo giovane veramente speciale. Amabile e disponibile con tutti, diligente nel suo compito di scolaro, brioso e amico degli animali, appassionato di informatica, Carlo si è distinto soprattutto per la sua fede forte e “insolita” in un bimbo e ragazzo. Una fede che gli faceva affermare -con estrema "lucidità"- ad es. che il Battesimo “è importantissimo, perchè permette alle anime di salvarsi grazie alla riammissione alla Vita Divina. Le persone non si rendono conto di quale infinito dono sia questo e a parte i confetti, le bomboniere e il vestitino bianco, che di solito la gente vuole che abbia i pizzi, non si preoccupano assolutamente di capire il senso di questo grande dono che Dio dà all'umanità”. La vita spirituale di Carlo era fondata su due cose: la Parola e la preghiera. Non è quindi una fede “istintiva” o solamente “sentimentalista”, ma realmente costruita “sulla roccia”...ed ancorata agli insegnamenti della Chiesa ed al suo pastore, il Santo Padre. La testimonianza di un suo compagno di scuola è la seguente: “Aveva molta fede e andava a Messa assiduamente. La sua conoscenza della fede era grande: qualche volta quando l'insegnante di religione non si ricordava alcune letture del Vangelo, chiedeva a lui che sempre si ricordava”.  E in termini altrettanto positivi si è espresso un suo amico : “Sosteneva sempre posizioni conformi agli insegnamenti della Chiesa Cattolica: era fortemente contrario all'aborto che considerava un omicidio di una vita innocente. Mostrava una grande coerenza in ciò a cui credeva e viveva pienamente la propria fede”. Con estrema lucidità e “lungimiranza”, Carlo sottolineava un dato recentemente emerso anche da alcune “analisi” statistiche sulle omelie che ascoltiamo in Chiesa : “ Se veramente le anime corrono il rischio di dannarsi, come in effetti molti Santi hanno testimoniato e anche le apparizioni di Fatima hanno confermato, mi chiedo il motivo per cui oggi non si parli quasi mai dell'Inferno, perché è una cosa talmente terribile e spaventosa che mi fa paura il solo pensarci”. Carlo era consapevole di non essere “cittadino eterno” di questo mondo, ma di trovarsi qui solo di passaggio, in attesa di raggiungere la vera patria. Lo confermano alcune sue parole, ricordate anche da suo padre: “Mio figlio viveva una vita assolutamente normale, però aveva sempre in mente che prima o poi sarebbe dovuto morire. Infatti molte volte quando gli si chiedevano cose sul futuro rispondeva: si se saremo ancora vivi domani e dopodomani perché non posso assicurarti quanti anni vivremo tutti, perché il futuro lo conosce solo Dio”. Da questa consapevolezza dell'essere chiamati ad un'esistenza più alta e bella, derivava in Carlo la necessità di condurre una vita spirituale intensa, nutrita dalla vigilanza per essere pronti all'incontro col Signore, dalla confessione ben curata, dalla preghiera costante e soprattutto, dalla partecipazione quotidiana alla Santa Messa, per fare dell'Eucarestia, la sua “autostrada per il Cielo”. “Molta gente secondo me non comprende veramente fino in fondo il valore della Santa Messa perché se si rendesse conto della grande fortuna che il Signore ci ha dato donandosi come nostro cibo e bevanda nell'Ostia Santa, andrebbe tutti i giorni in Chiesa per partecipare ai frutti del Sacrificio celebrato, e rinuncerebbe a tante cose superflue!” Carlo aveva invece capito! Perciò, non contento di partecipare ogni giorno alla Celebrazione Eucaristica, si fermava, prima o dopo la stessa, in Chiesa, per “ringraziare Gesù del grande dono che fa agli uomini nel rendersi presente realmente nel sacramento dell'Eucarestia”. E al servizio di questo suo appassionato amore per Gesù Eucarestia, Carlo ha messo anche le sue strepitose doti informatiche, creando un sito dedicato ai "Miracoli Eucaristici". Questo spazio web esiste ancora, e rimane come un bellissimo ricordo del “ragazzo” Carlo, ma anche e soprattutto come una testimonianza concreta -e attualissima, perché consapevole del potenziale apostolico insito nelle nuove tecnologie- di un aspirante Santo. - Maria Rattà - Pontifex -

 
 
 

COMMENTO AL MESSAGGIO DI MEDJUGORJE DEL 25 FEBBRAIO 2010

Post n°3178 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da diglilaverita
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"Cari figli, in questo tempo di grazia quando anche la natura si prepara ad offrire i colori più belli nell'anno, io vi invito, figlioli, aprite i vostri cuori a Dio Creatore perchè Lui vi trasfiguri e vi modelli a propria immagine affinchè tutto il bene, addormentatosi nel vostro cuore, possa risvegliarsi alla vita nuova e come anelito verso l'eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Tempo di grazia, dice la Madonna e, veramente, la Santa Quaresima è proprio il tempo favorevole per una buona conversione. La Chiesa , autentica madre di tutti i battezzati, offre ai suoi figli innumerevoli occasioni di grazia per operare un cammino di sincera conversione e di crescita spirituale. E’ un’opportunità bellissima che deve farci sentire lieti perché finalmente abbiamo la possibilità di liberarci di certi pesi che ci opprimono e delle ansie che ci tolgono la pace. In tutte le chiese, in questo tempo, si celebrano liturgie volte ad implorare la misericordia di Dio per i peccatori. Lo Spirito dell’Altissimo spinge molti a entrare in chiesa dove la Parola di Dio – viva ed efficace, capace di penetrare fino al punto di separazione tra il corpo e l’anima - può aprire gli occhi ed il cuore a coloro che vivono per il mondo, incapaci di liberarsi di certi lacci.  Ricordiamo che nel giorno delle ceneri abbiamo ascoltato il passo evangelico di Gesù, nel deserto. E’ lì che Gesù, va a rifugiarsi prima di iniziare la sua vita “pubblica”, per forgiare il suo spirito ed il suo corpo. Quaranta giorni di preghiera incessante accompagnate da penitenze e digiuni, al termine dei quali la stessa umanità di Gesù diventa talmente forte da poter vincere qualsiasi tentazione. In questo tempo la Chiesa prepara per ciascuno di noi un “deserto” in cui il credente può ritirarsi per dedicarsi alla preghiera autentica ed all’ascolto della voce dello Spirito. Aiutati dalla Grazia possiamo comprendere la verità ed avere la forza necessaria per fare delle scelte fondamentali. La preghiera fatta col cuore, nel silenzio del deserto, accompagnata dal digiuno, ci permette di aprirci al Signore ed ascoltare la sua voce: “Parla Signore, il tuo servo ti ascolta”. Allora la Voce si fa più chiara, la luce interiore si fa più intensa e noi possiamo “vedere” gli effetti delle nostre scelte giuste e sbagliate e capire, capire e voler migliorare. E’ scritto: “La vita dell’uomo non dipende dai suoi beni” e ancora: “Che vale all’uomo conquistare tutto il mondo se poi perde la sua pace e la sua vita?”. Proviamo a guardarci dentro e scopriamo quante cose inutili affollano l’armadio del nostro cuore, raccolte lì per false convinzioni. E’ il momento di “fare pulizia”. Di liberarci di quello che occupa troppo spazio e ci toglie perfino l’aria. La voce dello Spirito ci aiuta a spogliarci dei nostri egoismi, a vincere tante sfrenate passioni, a rinunciare volentieri a quelle cose non veramente necessarie che ci appesantiscono ed intralciano il nostro cammino verso Dio ed il prossimo. Facendo questo si realizza in noi un bellissimo risveglio spirituale. E’ come se si allontanasse l’inverno spirituale e fiorisse una primavera dello spirito, con un nuovo e più tiepido sole e con tanti bellissimi fiori profumati; i fiori delle nostre preghiere, delle nostre virtù, del nostro rinnovato amore per Gesù che si prepara ad offrire la sua vita per la nostra salvezza e la nostra pace. Abbandoniamoci dunque nelle mani di Dio perché bruci ogni male, col fuoco del suo amore,  e valorizzi tutto il bene che siamo capaci di esprimere, che è sicuramente più grande di quello che possiamo immaginare. Buona Quaresima a tutti noi. (Diac. Don Manlio Maglio) - [Innamorati di Maria]

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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