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UNA SCALA PER IL PARADISO

Post n°468 pubblicato il 11 Ottobre 2012 da akenaton611

A volte,ci sono momenti nella vita,

che è piu' facile arrendersi che

combattere.

Dove ti senti perso e non hai piu'

punti di riferimento,un faro guida

che illumini i tuoi passi.

La chiamano depressione o

semplicemente il male di vivere.

Molti ne soffrono senza rendersene

conto,scaricando il loro malessere

su chi gli sta vicino.

Molti arrivano al punto estremo,

al suicidio.

Non è una scelta condivisibile,

me ne rendo conto,per chi

come me e come tanti,pensano

che la vita sia il bene piu' prezioso

il dono piu' bello che abbiamo ricevuto.

Ma questo è un problema che coinvolge

molti amici o conoscenti,che quando si trovano

in difficoltà e non sanno come risolvere

i loro problemi,sia che siano di natura economica

(pensate a quelli che perdono il lavoro ,

hanno una famiglia da mantenere,un mutuo

da pagare e spese varie) sia che

siano legati alla salute (pensa a chi è

diversamente abile,o a chi ha una malattia

invalidante,che lo fa sentire uno

scarto della società e di peso alla famiglia);

pensa anche a chi ha subito "violenza"

o "stupro" in tenera eta' ;in che stato

mentale possa trovarsi.

Pensa anche alle donne,quelle

sottomesse e violentate da una

vita,per "tradizione".

Sono tanti i motivi che ti possono

portare alla depressione,e a farti e a fare

del male.

Questo post è dedicato a chi si è arreso,

che io non giudico,sia chiaro,ma posso

comprendere.

C'è chi è forte e sopporta tutto e trova

una soluzione a tutto,c'è invece chi è debole,

e al primo ostacolo si arrende.

Dicono che solo Dio puo' decidere sulla

vita e sulla morte di ognuno di noi.

Perdonatemi io non ci credo a questa tesi,

perchè se fosse cosi',nessuno opterebbe

per quella scelta.

Mi rendo conto che vi sto rattristando,

ma è giusto parlarne,forse aiuta a

capire di piu',cosa possiamo fare quando

abbiamo il timore,che cio' possa riguardare

un famigliare o un amico.

E' inutile nasconderlo,anche se non ci dicono

nulla,ci accorgiamo se c'è qualcosa che

li turba e li fa soffrire,ma a volte è meglio

far finta di non vedere e sentire,per

 egoismo.

Alla persona depressa non servono

consigli o strigliate, serve solo comprensione

e amore,deve sentire di essere

importante per qualcuno e non inutile.

Lo so', c'è anche chi per orgoglio non vuole

aiuto da nessuno,rinnega la pietà e la

compassione,perchè gli hanno insegnato

che la dignità è un bene da non "svendere"

mai.

E arrivo alla conclusione che c'è solo

una cosa che puo' fare il "miracolo",

si chiama "AMORE",che lo puoi dimostrare

in tanti piccoli modi,per evitare che

chi amiamo :COMPRI LA SCALA

PER IL CIELO.

--------------------------

scusatemi di nuovo se vi ho rattristato.

 

Antonello

 

 

 
Rispondi al commento:
picciro
picciro il 11/10/12 alle 20:35 via WEB
Sai Anto..molte cose le ho vissute sulla mia pelle ..quando ti parlavo dei comportamenti appresi per quello che da bambini ci sentiamo dire...ho imparato ad usare il pensiero riflessivo a quel tempo...e qualcuno ancora oggi mi accusa di pensare troppo!! Ci vuole una grande forza di volontà..ecco perchè ti dicevo che occorre autoconsapevolezza, grande forza interiore e voglia di volersi bene..per non soccombere...La vita non è facile per nessuno..gli agguati son sempre dietro l'angolo..ma è un po' come quando cammini per strada ..mai distrarsi (io così ho sventato uno scippo ai miei danni)soprattutto valutare bene quello che vale ritenere..e quello che come zavorra ci affossa ..e quindi deve essere allontanato da noi! Io ho subito una depressione post partum, ecco perchè mi piace documentarmi ancora oggi..e a quel tempo non si parlava ancora di questo problema..ma io vi caddi in pieno..anche perchè..nessuno attorno a me..se ne accorse..nemmeno mio marito..anzi..!! Poi quando il bimbo ebbe 11 mesi..decisi che era il momento di dire basta..cambiai pelle, frutto di un lavorio i nteriore continuo..tra alti e bassi..però cercai di esaltare le positività..quelle oche che vedevo..e minimizzare le negatività..che le sorpassavano di molto...e così pian piano..poi ho avuto un altro bambino..nonostante quanto era stata male al primo parto, che culminò anche in una trasfusione di sangue. Poi i bambini son cresciuti..e ad un certo punto di quella vita..decisi di iscrivermi all'università..ecco come dicevo nell'altro commento..decisi di regalarmi momenti di un'intensità inaudita..perchè per me ritornare a studiare dopo quasi venti anni..rappresentava una scarica di adrenalina eccezionale...non ho cocluso quegli studi..ma son quelli che ho capitalizzato e che mi permettono d'essere quella che sono..praticamente camminiamo insieme...
 
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