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Il piccolo Isaia

Post n°489 pubblicato il 13 Novembre 2012 da picciro

Buona sera amici miei! Stasera io e Lillo ci riproponiamo a voi con un racconto scritto da me e con una poesia di Lillo.

 

Il piccolo Isaia

Non avrà avuto più di cinque anni, quel bambino che con la mano tesa chiedeva l’elemosina mentre l’altra era aggrappata alla gonna della madre. Era da qualche tempo che li osservavo davanti all’ingresso del supermercato, dove ero solita fare la spesa, durante la pausa dal lavoro. Ci andavo forse due volte a settimana e sin dal primo momento che mi accorsi di loro..ebbi come un sussulto al cuore! La volta successiva rivedendoli, cercai di avvicinarmi al piccolino. Mi ispirava una tenerezza infinita, con quel faccino quasi completamente invaso da quegli splendidi occhi marroni, lucidi, come una crostata di frutta con la gelatina scintillante. Così erano quegli occhi, brillavano! E camuffavano solo apparentemente quella tristezza che intuivo, come se quegli occhi avessero visto in quella brevissima vita, immani tragedie. I suoi capelli erano neri color dell’ebano, ricci arruffati facevano da cornice a quel viso. I panni che indossava, come pure quelli della madre, erano vecchi ma puliti e ai piedi aveva un paio di scarpe da ginnastica, molto più grandi del suo piedino e che senza dubbio, avevano visto molte stagioni. Così, quando decisi d’avvicinarmi, gli carezzai il capo. Istantaneamente si ritirò, facendosi ancor più accanto alla madre. La donna mi guardò, era molto bello quel volto, rigato dai mille graffi dalle unghie della
vita.


Mi sorrise timidamente e allora il bimbo si fece coraggio e  mi diede la sua mano, quella che teneva sempre tesa, in attesa di qualche moneta. Presi dalla borsa degli spiccioli e glieli diedi. Li salutai ed entrai nel supermercato. All’uscita erano ancora lì, nonostante il freddo fosse pungente.  Avevo comprato del cibo per loro e diedi la borsa alla donna che con un sorriso mesto, mi ringraziò in uno stentato italiano. Così passavano i giorni..e loro erano sempre lì, in attesa che l’altruismo di qualcuno, placasse almeno un po' il loro disagio. Nel frattempo ero riuscita ad avere un dialogo con quella donna, tra parole stentate e gesti, mi aveva raccontato la sua storia, storia di ordinaria follia umana che aveva costretto lei e suo marito a fuggire da una terra dilaniata dalla guerra civile, senza prospettiva di cambiamento ..solo il nulla sul loro futuro! Lui aveva studiato, era un ingegniere ma non aveva vita facile perché era un attivista contro il regime che affamava il suo popolo. Con tanti sacrifici era riuscito a racimolare i soldi da dare a quel Caronte che lo avrebbe traghettato nella terra della speranza..o almeno così immaginava!

Quel giorno, la donna non andò oltre con il racconto..e io la lasciai mentre calde lacrime scivolavano sul suo volto, dolorante al ricordo di quel passato non tanto lontano. E calde lacrime accecavano anche me. Passavano i giorni e  li incontravo di tanto in tanto, sempre davanti a quel supermercato e scambiavamo delle parole.
Un bel giorno decise di continuare nel suo racconto..aggiungendo che il marito aveva pagato molti soldi ad un tizio che contrabbandava anime e così una notte più buia della pece, salirono a bordo di una carretta del mare e fu come se i loro occhi non si fossero mai aperti durante quel viaggio perché alcuna luce dove attirare i controlli sul mare. Più volte in quella notte, l’umida immensità  si adirò col genere umano, quasi come punizione divina! Ebbero una paura reale, quella di non toccar vivi.. la riva. Poi finalmente toccarono terra e come topi tra gli scogli, scapparano in tutte le direzioni..alla ricerca di un rifugio. Lo trovarono l’indomani.. E dopo qualche settimana, un’occupazione umile per lui..la fortuna li aveva baciati..a lei..l’accattonaggio..e si portava dietro il piccolino. Era molto bello anche se dolorosamente triste per me, stare a sentire i vari capitoli di quella vita infame che costringeva esseri umani a vivere in quelle condizioni di estremo disagio..! Fino a quando mi disse che il piccolo Isaia era affetto da una grave malattia cardiaca e aveva bisogno di un intervento molto costoso che era possibile solo in America! Aveva disperato bisogno di soldi per affrontare quel viaggio e tempo non ce n'era abbastanza..il piccolo Isaia rischiava la vita! Qualle notizia mi procurò un immenso dolore..sentii il cuore fermarsi per un attimo. Poi immediatamente realizzai che dovevo che dovevamo fare qualcosa! Tornata in ufficio, parlai con tutti i colleghi..dovevamo raccogliere soldi. Ma non ottenni un grosso riscontro..tutti presi a pensare ai loro problemi e alla ormai cronica mancanza di danaro dovuta alla crisi. Non potevano rinunciare alle vacanze loro..quelle erano sacre..mentre la vita di quel piccolino non era sacra per nessuno!! Provai con il vicinato..poca cosa.


In pochi si intenerirono e diedero un'offerta. Dopo qualche tempo, con il danaro che riuscii a racimolare, tornai davanti a quel supermercato per consegnarlo alla donna. Da lontano scorsi solo la figura della madre..non c'era sull'asfalto l'ombra di Isaia..cominciai a sentire i battiti del cuore accelerati..uno strano presentimento si stava insinuando in me! A passi incerti, come se le gambe fossero diventate di piombo, mi avvicinai. La donna mise i suoi occhi fissi nei miei e lacrimoni cominciarono a rotolare sulla sua guancia. Realizzai!! Isaia non era più su questa terra..anima tenera e innocente era volata nell'alto dei cieli tra lo schiamazzo incessante..dell'indifferenza!


A questo punto, la parola al mio amico Lillo..entra con la sua poesia..lanciando un messaggio di speranza:

Perchè piangi..bambino?

Perchè piangi bambino?
Piango perchè son solo
senza una famiglia
senza casa
senza nulla da mangiare
e ammalato
abbandonato
 in mezzo alla strada....

Io...
ho tutto quelloche ti manca
e piango anch'io
si piango
per te piccolo angioletto
ma...ti prometto
che in qualsiase parte
del mondo tu ti trovi
io ti adotterò
avrai
una nuova famiglia
la casa, da mangiare
e guarirai dalla tua
malattia
dolce e innocente angioletto...

 

A tutte le mamme dico: I nostri figli hanno fin troppi vizi! Togliamo un piccolo vizio e destiniamo la piccola cifra ai bambini soli ad affamati.. non risolveremo la fame e la malattie ma daremo col nostro poco, un attimo di fiducia verso chi non ha nessuna speranza.
un oceano è un insieme di piccole gocce d'acqua............Lillo

 

 A voi la parola..vi ascoltiamo...dolcissima sera

rosa&lillo

 
Rispondi al commento:
SEMPLICE.e.ANGEL
SEMPLICE.e.ANGEL il 13/11/12 alle 21:36 via WEB
carissima rosa complimenti che dire ho il magone.... tra le altre cose ho letto tutto di corsa incredibile ...mi mangiavo le parole e non immaginavo.... una fine così crudele .....
 
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