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Negli anni passati ho viaggiato molto; nei luoghi dove sono stata ho sempre cercato di scoprire e conoscere qualcosa di nuovo. Da sola o in compagnia, il viaggio implica sempre imprevisti, pazienza, meraviglia, bellezza, rischio e ingegno. Quando non devo guidare osservo il paesaggio, le persone che mi stanno vicino..., si parla, oppure leggo.
Su un diario di viaggio ho letto queste parole: "Percorrete con dolcezza il vostro cammino, perchè è quello giusto. Per camminare bene bisogna applicarci a percorrere bene la strada più vicina a noi, e cominciare dalla prima giornata, e non perdere tempo a desiderare di percorrere l'ultima mentre si deve fare e svolgere la prima".
Il viaggio non è solo spostarsi da un luogo all'altro; in letteratura è una delle immagini usate più frequentemente come metafora dell'avventura umana. Dai mitici viaggi di Erodoto a quello ultraterreno di Dante, al nostro modo di paragonare l'esperienza nel superare le avversità. Il viaggio diventa prova di conoscenza, nel senso più ampio del termine. Esso è lo stimolo naturale alla ricerca del nuovo, l'istintiva attrazione o repulsione per ciò che è estraneo, la misura della distanza che ci separa dalle realtà sconosciute, la sfida al confronto, l'abilità di relazionarsi con il diverso da noi, la capacità di adattamento a situazioni imprevedibili
Non si compie un viaggio senza la partenza. Partire è la storia di una nascita, il primo dei viaggi è stato abbandonare il grembo materno per un altro luogo. Ogni viaggio è una piccola rinascita. Tagliare anche solo temporaneamente legami sicuri per entrare nel grande mondo, trovare e fidarsi di qualcosa di nuovo ancora sconosciuto. Le partenze implicano coraggio. Infiniti sono i cammini, ognuno deve scoprire il proprio, intuire quel desiderio sorgivo che muove il cuore e poi seguirlo.
Scrive Olivier Clement: "La vita altro non è che un pellegrinaggio verso il luogo del cuore". Il nostro cuore va dove trova "tesori" da scoprire. L'esistenza umana non è statica, bensì estatica, allora il viaggio diventa una piccola ex-stasis, ovvero "uscire fuori di sé" per andare incontro a inedita bellezza.
"...come su una zattera, varcare a proprio
rischio il grande mare dell'esistenza,
a meno che uno non abbia la possibilità
di fare la traversata con più sicurezza
e con minor rischio su una barca più solida,
cioè con l'aiuto di una rivelazione divina".
Platone - Fedone, c. XXXV
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