SenzaConfini

Volevo scrivere qualcosa di nuovo, ma impegni inderogabili ( o cucino o non se magna stasera ) mi spingono a pescare da un post a caso scritto quando questo blog era frequentato da più anime. Tali anime non bazzicano più indi per cui i possibili nuovi lettori ( o nuove vittime del mio umorismo, dipende dai punti di vista ) vedranno queste parole come qualcosa di nuovo.

In poche parole plagio me stesso via !

C'era una volta una ragazza. Era fidanzata da anni con un ragazzo di poche parole. Lei era assai gelosa. Lo era di natura. Ma la sua deviazione era accentuata dalla laconicità del suo Uomo. Ogni dubbio, ogni litigio, ogni questione che la appassionava finiva per scontrarsi contro il muro del suo uomo, fatto di poche parole. Spesso nemmeno chiare.
Un giorno capitò l'ennesimo litigio con il suo uomo.
Un litigio selvaggio e quasi del terzo tipo, con bicchieri e dischi volanti.
Il ragazzo della ragazza, che era anche figlio di una madre e di un padre, esasperato dalla gelosia della ragazza, che era anche figlia di una madre e di un padre ma non quello che lei chiamava tale, sbottò:
"Mi spiace, ma non ce la faccio più. Ho bisogno di spazio".
Lei lo guardò andarsene con la sua andatura goffa e lo odiò profondamente. E non solo per l'andatura goffa.
Passarono i giorni e lei non si dava pace. Continuava a chiedersi come aveva potuto lasciarla con la scusa più banale di questo mondo ? Era forse quello che davvero lei meritava ?
Fu così che decise di rinunciare per sempre all'amore.
Poi un giorno vide in tv il suo ex uomo. Aveva fatto carriera. Era diventato astronauta e così lei capì a quale tipo di "spazio" aveva fatto riferimento lui quel giorno. E la sua vita ricominciò.

Morale: lasciate che a vantarsi del dono della sintesi sia solo la clorofilla...

Canzone del giorno: Verona - Muse

Frase del giorno: Meglio soli che nettuno...