Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Maggio 2019

La tempesta..

Post n°8712 pubblicato il 24 Maggio 2019 da nina.monamour

 

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Un giorno il diavolo mi sussurrò all'orecchio “Tu non sei forte abbastanza da affrontare la tempesta”. Oggi ho sussurrato all'orecchio del diavolo “Io sono la tempesta”.

Torno presto

 
 
 

Lo sterminio ingiustificato..

Post n°8711 pubblicato il 16 Maggio 2019 da nina.monamour

 

 

Da qualche anno il governo dell’Australia è alle prese con una popolazione che ritiene essere fuori controllo, quella dei gatti randagi. Si stima che nell’intero continente ce ne siano tra i 2 e i 6 milioni e che continuino a riprodursi velocemente, mettendo a rischio il resto della fauna e le specie che vivono solamente in Australia. Per questo motivo, nel 2015 il governo australiano aveva annunciato un piano molto ambizioso per sterminarne almeno 2milioni entro il 2020. Il progetto è ancora in corso, ma il raggiungimento dell'obiettivo si sta rivelando più complicato del previsto.

Secondo le ricerche e le prove archeologiche più recenti trovate a Cipro, i gatti furono addomesticati dal genere umano circa 9mila anni fa. La loro capacità di catturare piccoli roditori fu rapidamente sfruttata per proteggere i frutti dei raccolti. Nei millenni, divennero divinità per alcune popolazioni come gli antichi egizi e i greci, e si diffusero progressivamente in buona parte dei continenti, fatta eccezione per l’Australia, dove il primo gatto sarebbe arrivato molto più tardi.

Non è chiaro quando fecero la loro comparsa in Australia, continente remoto e tutto sommato trascurato fino a pochi secoli fa. Inizialmente si ipotizzò che il loro sbarco fosse avvenuto nel Seicento, forse in seguito al naufragio di qualche nave olandese i cui relitti arrivarono sulle coste australiane. In seguito, test più accurati sul patrimonio genetico dei gatti dei giorni nostri in Australia avrebbero portato a conclusioni diverse. Gli studi più condivisi collocano l’arrivo dei primi gatti in Australia nella zona di Sydney, quando nel 1788 approdò la Prima Flotta, le 11 navi partite dall’Inghilterra per fondare nel continente una colonia penale.

I gatti avevano condiviso con i marinai e i galeotti mesi di navigazione, occupandosi di cacciare i topi che vivevano a bordo delle navi. Nei decenni seguenti al loro sbarco, i gatti randagi si moltiplicarono colonizzando buona parte della costa sudorientale dell’Australia. Alla fine dell’Ottocento, erano ormai presenti in ogni angolo del continente, con una crescente popolazione che poteva prosperare grazie alla fauna locale, che si era evoluta per conto proprio ed era impreparata a quella nuova specie di predatori.

 Oggi, ci sono un centinaio di mammiferi australiani che rischiano di fare una brutta fine, e l’Australia ha il primato del tasso di estinzione più rapido di tutto il pianeta.

Secondo gli studiosi della fauna australiana, i gatti sono stati una delle principali cause dell’estinzione di almeno 22 specie di mammiferi, ma le cose non vanno meglio per altri animali. Si stima che ogni anno i gatti uccidano 377milioni di uccelli e 649milioni di rettili australiani. Per questo motivo sono considerati una minaccia per la fauna e il governo sta cercando di sterminarne il più alto numero possibile.


 
 
 

Saper aspettare..

Post n°8710 pubblicato il 15 Maggio 2019 da nina.monamour

 

 

 
Fin da piccola me lo sono sentito dire, parole sagge e giuste che si sono dimostrate, in più di una occasione, veritiere.

Il tempo è gentiluomo, è vero!

Credo realmente che il tempo sia gentiluomo e che restituisca, a chi di dovere, una sorta di giustizia, laddove questa venga meno per diversi fattori e/o elementi…

Dicono quindi che il tempo sia gentiluomo, perchè sia in grado di restituire, con il dovuto tempo appunto, giustizia e meriti, laddove questi vengano ingiustamente negati o peggio ancora…

Mai cercare quindi di farsi giustizia da soli davanti a un torto o un gesto sgarbato ricevuto. Ci penserà il tempo a compiere il destino delle persone e a restituire, appunto a tempo debito, quanto dovuto nei modi e nei tempi più inaspettati e giusti…

Il tempo è galantuomo, ristabilisce la verità, ripara i torti, medica ogni cosa, dunque bisogna saper attendere.

Sto imparando ad attendere e posso dire che, sin qui, ne vale la pena e che questo saggio detto, a cui sono particolarmente e affettivamente legata per stretti motivi personali, si dimostra veritiero.

Unica cosa… occorre aver tempo e non avere fretta…

Ogni cosa a suo tempo…

 

 
 
 

La fidanzatina d'America..

Post n°8709 pubblicato il 14 Maggio 2019 da nina.monamour

 

 

 Più ragazza della porta accanto che signora sofisticata, cantante, ballerina, Doris Day ha segnato il cinema americano degli anni Cinquanta e Sessanta accanto ai più grandi. Hitchock la scelse per “L’uomo che sapeva troppo”, ma incarnò in una lunga serie di commedie un'immagine di donna determinata ma dolce, solare e ottimista, sempre protesa verso l’uomo che ama.

L’annuncio della sua morte a 97 anni viene dalla Doris Day Animal Foundation, la fondazione a difesa degli animali da lei fondata a cui si era dedicata intensamente dagli anni Settanta.

La star se ne è andata per le conseguenze di una polmonite nella sua casa di Carmel in California, dove ancora il 3 aprile i fan le avevano augurato buon compleanno; la Fondazione allora aveva diffuso una sua foto sorridente. Diceva che gli animali erano meglio degli uomini e la sua ragione di vita.


Figlia di un musicista e di un’appassionata d’arte, entrambi profughi dalla Germania del Primo dopoguerra, arriva al successo dopo un’infanzia difficile attraversata, prima dalla morte del fratello maggiore, poi dalla separazione dei genitori, infine dall’incidente d’auto che le impedisce di coltivare il sogno di diventare ballerina classica.

Nata nel 1922, ha girato 39 film e segnato la storia della musica con successi come “Que sera Sera”, ma non vinse mai un Oscar. La Fondazione, che si occupa di sterilizzazione dei randagi e cura di tutti gli animali in stato di necessità, promette di continuare la sua opera.

Per desiderio dell'attrice, non ci saranno funerali né cerimonie in sua memoria, né una tomba segnalata.

 

ddio e grazie per tutti i bei momenti che ci ha regalato.vivrai sempre nei tuoi film e nel mio ricordo.un mondo stupendo,fatto di commedie leggere ma mai volgari.quasi come il cinema odierna....uguale,uguale,uguale
ddio e grazie per tutti i bei momenti che ci ha regalato.vivrai sempre nei tuoi film e nel mio ricordo.un mondo stupendo,fatto di commedie leggere ma mai volgari.quasi come il cinema odierna....uguale,uguale,uguale
ddio e grazie per tutti i bei momenti che ci ha regalato.vivrai sempre nei tuoi film e nel mio ricordo.un mondo stupendo,fatto di commedie leggere ma mai volgari.quasi come il cinema odierna....uguale,uguale,uguale

 
 
 

Che ne sai tu?!

Post n°8708 pubblicato il 13 Maggio 2019 da nina.monamour

 

 

 "Quando qualcuno ti giudica, hai vinto tutto".

Tenere a freno la lingua è buona cosa, specie in questi ultimi periodi, dove la gente ama trascendere in commenti senza fondamento, senza senso e senza logica alcuna se non quella di seguire la moda degli haters.

Ogni persona che bazzica sui social ha a che fare con commenti campati per aria da persone che latitano, sono inesistenti o poco presenti e poi “fioriscono” o riemergono per postare a sorpresa attacchi personali…

Di seguito una ipotetica risposta che posterei a coloro che si dovessero avventurare in una situazione simile..

Mia cara, mio caro, mi sa che anche tu appartieni a quel genere di persone che non conoscono le minime e basilari regole della grammatica, che scrivono “urlando” in quanto l’uso del carattere stampatello a loro insaputa corrisponde a urlare (appunto senza senso alcuno).

Il bravo e buon Crozza ne ha ricavato un personaggio macchietta, il problema è che lui (Crozza) scherza e ci fa ridere sù, mentre queste persone in realtà esistono davvero e nemmeno si rendono conto di quanto riescono a rendersi ridicole anziché ferire, come vorrebbero, le loro vittime.

 


Che poi mi dico..ma cosa commenti o parli a fare di me (per esempio) e della mia vita, ergendoti a legatissima e profonda frequentatrice assidua di famiglia, quando poche sono le volte che hai avuto a che fare con me e le persone a me care?

Ma poi parli proprio tu che emergi da una profonda latitanza che da mesi, se non da anni, ti ha portato nemmeno a ricordarti che io appartenessi, come te, a questo disgraziato mondo?

E’ veramente stucchevole che ti possa permettere di scrivere parole su eventi e fatti della vita di persone che conosci marginalmente e di cui puoi avere una conoscenza parziale.

Per mio conto puoi serenamente tornare da dove sei stato/a fin qui, nel tuo oblio, nella tua vita, nei tuoi importanti problemi, mentre io/noi ci smazzavamo i nostri..

Sai alla fine, per quanto possa sembrare strano, la tua mancanza non si è fatta più di tanto sentire e questo denota l’importanza che avevi o hai avuto nella mia vita (e probabilmente il sentimento è reciproco dal momento che solo adesso ti ricordi di aver un mio contatto…)

Alle tue parole preferisco non aggiungere altro se non che un rispettoso, da parte mia si, silenzio, non tanto perchè non abbia modi e termini o temi per poterti rispondere a tono, come meriteresti, ma semplicemente perchè non vale la pena. Non meriti così tanto, quindi da quì, meglio la mia indifferenza.

 
 
 

Auguri a tutte le mamme del mondo..

Post n°8707 pubblicato il 12 Maggio 2019 da nina.monamour

 

 

 

 "Grazie mamma per avermi insegnato ad amare ed

aiutare il prossimo senza mai pretendere nulla.
Grazie mamma, per avermi messo al mondo, per avermi insegnato tutto ciò che è importante per viverci e soprattutto perché fai parte del mio mondo.


Ogni giorno un pensiero, un ricordo, un bacio sulla fronte in cambio una rosa gialla, le dita accarezzano i petali per coglierne il profumo ed ubriacarsi di te mamma.


Ringrazio sempre Dio di avermi dato una Mamma come te, sei stata una donna speciale, un'amica, una sorella. La Mamma ci dà la vita, ci sostiene nei momenti difficili con parole, consigli, dà un sorriso al momento giusto, mamma grazie di tutto..

Buona Festa della Mamma..

 

 
 
 

Il maestro elementare..

Post n°8706 pubblicato il 11 Maggio 2019 da nina.monamour

 

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Stasera voglio parlarvi di un maestro che gira la Basilicata per diffondere la lettura.

Quando la lettura va ben oltre il piacere e diventa necessità, strumento di vita, strumento di ribalta, strumento di incontro, si incontrano persone vere e splendide come questo maestro elementare e maestro di vita.

È grazie a Lui che ha preso il via l’iniziativa ed il progetto del Bibliomotocarro, una biblioteca itinerante realizzata con una moto Ape celeste (trasformata in piccola casetta con tanto di comignolo) e una raccolta di libri, in costante aggiornamento, di circa 1200-1300 volumi.

Libri per bambini, ma anche per adulti, perché la lettura non ha età e necessita solo di essere riscoperta, anche da chi non l’ha incontrata sin da piccolo.




 
 
 

L'autobiografia di Woody Allen..

Post n°8705 pubblicato il 11 Maggio 2019 da nina.monamour

 

 

 

Il New York Times racconta che l’anno scorso Woody Allen ha proposto un memoir, che è un racconto della propria vita in prima persona ma diverso dall’autobiografia, che è il racconto di tutta la vita, a diverse case editrici statunitensi, ma che tutte si sono rifiutate di pubblicarlo per non associare la loro immagine a quella di Allen.

Nel pieno del movimento femminista del #MeToo, Allen era stato criticato per aver parzialmente difeso l’ex Produttore cinematografico Harvey Weinstein mentre era tornata a galla la vecchia accusa di aver molestato sessualmente la figlia adottiva Dylan Farrow. Alcuni attori, come Colin Firth, dissero che non avrebbero più lavorato con Allen, altri che l’avevano fatto di recente, decisero di devolvere il ricavato del loro compenso a organizzazioni che combattono le molestie sessuali; per lo stesso motivo Amazon non ha distribuito il suo film, A Rainy Day in New York, e ha rescisso un contratto che prevedeva un totale di quattro film.

Il New York Times ha parlato con i responsabili di quattro grossi editori americani che gli hanno raccontato che molte case editrici hanno rifiutato, alcune senza nemmeno leggerlo, il manoscritto di Allen che avevano ricevuto dal suo agente. Nessun editore sembra aver firmato un contratto con Allen e se l’ha fatto, l’ha tenuto abilmente nascosto. Alcuni hanno usato la parola "tossico" per descrivere il rischio di lavorare con Allen al momento, non solo per scrupoli etici ma anche per il rischio di un grosso fallimento commerciale.

Del contenuto del libro non si sa niente e la scrittrice Merkin, da tempo amica di Allen, ha detto che lui ne parla come di un progetto a cui lavora da un po’, di non aver letto il manoscritto e di non sapere di che anni della sua vita parli e se affronti o meno le accuse di molestie, anche se ha aggiunto che è probabile che il memoir racconti il suo punto di vista. Il New York Times ha provato a contattare la società di produzione di Allen ma non ha ottenuto risposta mentre sua sorella Letty Aronson ha detto di non sapere che Allen avesse scritto un memoir.

Woody Allen non ha mai scritto un’autobiografia, nel 2003 stava per concludere un accordo con la casa editrice Penguin per 3 milioni di dollari, ma finì per chiedere più soldi e non se ne fece niente.


 
 
 

La consapevolezza della seduzione..

Post n°8704 pubblicato il 10 Maggio 2019 da nina.monamour





Che cosa distingue una donna da un uomo nel gioco di coppia? La conoscenza e la consapevolezza della seduzione; a credere fortemente nell’importanza di questo potere è un certo Joseph Messinger, Specialista della comunicazione non verbale e autore del libro "Il linguaggio proibito del corpo", edito da Piemme, in cui rivela la postura della seduzione, gesti e segnali da decifrare ma che risvegliano in modo automatico i sensi.

Tutto sta nella discrezione del gesto, nella finezza dei micromessaggi che si vogliono mandare, da bilanciare alla perfezione con la naturalezza e in armonia con la propria personalità.

Se si vuole piacere bisogna imparare a sedurre, perché se non esiste il bisogno di sedurre, esiste però quello di piacere. E la seduzione è un’arte, un’attitudine che richiede talento e che non può essere lasciata al caso.

Sfatiamo il mito per cui una donna dovrebbe passare la serata ad aspettare in piedi finché finalmente non riceve un invito per bere qualcosa. Se vi piace qualcuno, ci sono molti modi non propriamente espliciti e altamente più stuzzicanti per farglielo sapere.

Senza bisogno di svelarvi troppo o di cadergli ai piedi, del resto è la donna che sceglie l'uomo che la sceglierà, mandandogli un segnale velato, appunto, da decifrare. Gesti che vanno oltre all'apparenza estetica, ma che hanno a che fare con l'imparare a muoversi con codici non verbali ben precisi.

Un gioco di seduzione da mettere in atto sul filo del rasoio, senza cliché, in modalità attiva, da chi sa bene cosa vuole.


Risultati immagini per seduzione


Buon fine settimana..


 
 
 

Libero e forte..

Post n°8703 pubblicato il 09 Maggio 2019 da nina.monamour

 

 

"Che nome è Archie?". I social perplessi sulla scelta dei reali, ma il significato è nobile, qualcuno ironizza sul fatto che possa essere un omaggio al fidanzato di Candy Candy, ma in effetti la scelta non poteva esser più azzeccata per una coppia come Harry e Meghan.

Nove mesi di attesa per il parto, due giorni per le foto e una manciata di ore per conoscere il nome. L’aspettativa era tanta sul primo nato di Meghan e Harry e qualcuno è rimasto deluso dalla scelta di chiamarlo Archie Harrison considerandola troppo tradizionale per una coppia che ha dimostrato di rompere gli schemi dettati dai Windsor.

Sui social, dopo l'ufficialità, molti utenti si sono riversati per affidare a gif e commenti la loro perplessità. “Ci fate aspettare 9 mesi che sembrano 4 anni, ci negate la gioia di vedervi uscire dall’ospedale col principino in braccio e poi lo chiamate Archie?”, scrive qualcuno. ”È un omaggio al fidanzato di Candy Candy”, ironizza più di uno. “Kate vi ha battuto anche sulla scelta del nome”, sentenzia un altro.


In realtà, fanno notare alcuni commentatori, la scelta è stata tutt’altro che scontata e non potrebbe esser più adatta per il figlio dei duchi si Sussex, Archie è il diminutivo di Arcibaldo, nome di origine germanica che significa “libero e forte”.







Quando ti dicono che anche questa volta non hanno scelto il tuo nome e l'hanno chiamato Archie Harrison Mountbatten Windsor è semplicemente perfetto. Non capisco tutte queste polemiche, si sapeva già che Harry e Meghan non avrebbero scelto il solito nome tradizionale.



 
 
 

L'amore non si elemosina ...

Post n°8702 pubblicato il 08 Maggio 2019 da nina.monamour

 



Le persone tendono a pensare che non ci sia niente di peggio che essere abbandonati da qualcuno che amano; non è così, la cosa più terribile è perdere se stessi amando qualcuno che non ci corrisponde.

L'amore ha e avrà sempre un limite che si chiama dignità, perché il rispetto per se stessi ha un prezzo molto alto, che non ammette sconti, con cui saziare un amore che non riempie, che ferisce e indebolisce.

Pablo Neruda diceva “è così breve e così lungo", nel mezzo rimane sempre la luce di una lucciola che si accende per natura nelle notti buie, per indicarci il limite, per ricordarci che è meglio un lungo oblio che un lungo tormento in cui finiamo per vendere la nostra dignità.

Talvolta non c’è altro rimedio che dimenticare i propri sentimenti per ricordarsi di quanto valiamo, perché la dignità non va persa per nessuno, perché l’amore non si elemosina e non si supplica; è vero che non bisogna mai perdere un amore per orgoglio, ma nemmeno la dignità per amore.

Che ci crediamo o no, la dignità è quel filo fragile e delicato che mettiamo spesso in pericolo, che rischia di logorarsi fino a spezzare i legami delle nostre relazioni affettive. È molto frequente attraversare questa frontiera senza volerlo, fino a lasciarci portare ad un estremo tale in cui i nostri limiti morali si indeboliscono; pensiamo che per amore valga la pena fare tutto e che ogni rinuncia sia piccola e giustificata.

Perché l’amore e la dignità sono due correnti in un oceano in tempesta in cui persino il marinaio più esperto può perdersi.

Spesso si dice che l’orgoglio sia alimentato dall’ego e la dignità dallo spirito, ad ogni modo, queste due dimensioni psicologiche sono due abitanti quotidiani delle turbolente isole delle relazioni affettive e spesso vengono confuse tra loro.

L’orgoglio, ad esempio, è un nemico celebre che si tende ad associare all’amor proprio; in realtà l’orgoglio è di più, è un architetto specializzato nell'edificazione di muri, nella tessitura di tende divisorie nelle nostre relazioni, nell’aggiunta dell’arroganza in ogni parola e nella coltivazione del vittismo, tutti questi atti distruttivi mascherano una bassa autostima.

Dal canto suo, la dignità è tutto il contrario, agisce sempre ascoltando la voce del nostro Io per garantire l’esistenza delle cose più belle dell’essere umano, come il rispetto di se stessi e degli altri. Il concetto di amor proprio acquisisce il suo massimo significato, perché la dignità se ne nutre per proteggersi e affermare l'autostima, ma senza mai danneggiare gli altri, senza causare effetti collaterali.

La dignità non si vende, non si perde e non si regala, perché una sconfitta al momento giusto è sempre più degna di una vittoria non combattuta; forse usciamo dalla battaglia con il cuore intero e a testa alta, ma la tristezza infetterà i giorni a venire e le speranze.

Le persone tendono a pensare che non ci sia niente di peggio che essere abbandonati da qualcuno che amano; non è così, la cosa più terribile è perdere se stessi amando qualcuno che non ci corrisponde.

 


 
 
 

Il canto innalza il tono dell'umore..

Post n°8701 pubblicato il 07 Maggio 2019 da nina.monamour


 

E' un modo di dire molto diffuso nella lingua italiana semplice, Vi siete mai chiesti perchè si dice spesso "canta che ti passa?"

E’ un invito a non spaventarsi e a curare le preoccupazioni e i timori con il canto. L’espressione pare sia stata incisa su una trincea durante la prima guerra mondiale da un soldato il cui nome non è sconosciuto, l’Ufficiale e Scrittore italiano Piero Jahier, nato nel 1884 e arruolatosi con l’esercito nel 1916 nel gruppo degli Alpini, la trascrisse come epigrafe di una raccolta di “Canti del soldato” (pubblicata a Milano nel 1919).

Jahier nella prefazione firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba, parla del buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina, "canta che ti passa".

Un approccio e attitudine positiva da parte del soldato, nonostante i tempi duri per una guerra, la prima guerra mondiale, che stava per incombere e quindi in una momento e in una situazione tutt’altro che positiva.

Con quel "canta che ti passa", l’intento del giovane soldato era quello di incitare i suoi compagni commilitoni a non spaventarsi e a non aver preoccupazioni...la pace sarebbe tornata presto!

Però come ben sappiamo la pace non tornò presto, ma lode e merito a questo soldato e al suo atteggiamento positivo nonostante le avversità e il periodo storico molto duro da vivere a affrontare.

In realtà, ai giorni nostri, la musica è entrata a far parte di tutti i campi della vita sociale, ma almeno la varietà dei generi musicali non manca.

La musica, dunque, rappresenta il mezzo per eccellenza attraverso cui si trova il relax ed è anche il modo più adatto per esprimere le emozioni che non si riescono a descrivere concretamente.

E' usata anche in campo medico, infatti è un ottimo elemento per tenere in contatto il conscio con l’inconscio perché essa è un mezzo di comunicazione che arriva anche dove le parole sembrano inaccessibili.

Sappiamo tutti che la musicoterapia è assai nota ai giorni nostri, anche studi scientifici specifici hanno evidenziato e dimostrato che il canto allenta le tensioni corporee, riduce lo stress e innalza il tono dell’umore.

A questo va aggiunto che cantare aumenta la funzionalità del sistema immunitario favorendo il rilascio di ormoni, tra cui principalmente la serotonina e l’endorfina. Inoltre, dal momento che cantare implica una respirazione più profonda, il tutto provoca l’aumento dell’ossigenazione sanguigna, migliorando la funzionalità cardiaca.

In realtà sin dall’antichità la funzione terapeutica del canto è nota, e ha ispirato miti come quelli del cantore Orfeo.

 

 
 
 

Amati tanto..

Post n°8700 pubblicato il 06 Maggio 2019 da nina.monamour

 



Cara me

Ti chiedo scusa se non ho saputo affidarti nelle mani giuste, in quelle mani tanto grandi che ti hanno fatta scivolare via, come se fossi una foglia.

Scusa se non ti ho fatta valere. Scusami per tutte quelle volte che volevi incazzarti con chi ti sputava veleno addosso e non te l'ho permesso; scusami se ti ho fatta apparire forte, quando in realtà non lo sei. Per tutte le volte che c'ero solo io con te, in quella stanza fredda.

Piangevi e non ho potuto abbracciarti, ti ho dato coraggio per andare avanti, e scusami se adesso piango anch'io.

Ma ti prometto piccola anima, che tu sarai felice, avrai un sorriso bellissimo, e al tuo fianco avrai la persona giusta, quella che vivrá per il tuo sorriso.

E tu allora non smettere mai di sorridere, sii felice cara me, te lo meriti e amati..

...Amati tanto.



 
 
 

Gocce d'umiltà..

Post n°8699 pubblicato il 05 Maggio 2019 da nina.monamour




Papa Francesco ha mostrato un grande sfoggio di umiltà, baciando i piedi ai leader politici del Sud Sudan nel corso di un'udienza a Casa Santa Marta, in Vaticano. L'intenzione di Francesco con quel gesto aveva l'intenzione di chiedere la pace nel Paese africano dove da decenni si sprecano i conflitti. Il gesto, però, non è piaciuto al popolo del web, secondo molti il Pontefice, ovvero il massimo rappresentante della crisianità, non dovrebbe inchinarsi a nessuno.

Inoltre, in molti hanno puntato il dito per il fatto che Francesco, recentemente, aveva rifiutato il bacio all'anello piscatorio a Loreto, notando una discrepanza tra i due comportamenti.
Per Bergoglio, però, l'obiettivo della pace è superiore, troppo importante e per quel che riguarda il mancato baciamano, fu spiegato insistendo sul voler evitare il rischio di un possibile contagio tra le persone, tutte intente a baciare il benedetto anello.

Se fossimo attenti alla storia anche un altro Papa Paolo VI, in occasione del decimo anniversario dell'abrogazione delle scomuniche tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, alla fine della liturgia eucaristica, Papa VI si avvicinò al metropolita Melitone di Calcedonia, rappresentante del Patriarca di Costantinopoli, si inginocchiò davanti a lui, che rappresentava per il Papa tutta l'ortodossia, e ne baciò i piedi.

Il Patriarca Dimitrios I affermò che con questa manifestazione il venerato e a noi carissimo fratello, il Papa di Roma Paolo VI, ha superato se stesso e ha mostrato alla Chiesa e al mondo ciò che è e può essere il Vescovo cristiano e soprattutto il primo Vescovo della cristianità, una forza di riconciliazione e di unificazione delle Chiese e del mondo.

Un Giornalista di Atene, profondamente toccato dalla scena disse che solo un uomo veramente grande può umiliarsi così!
Lasciamo al popolo del web le loro "povere" credenze, chi si ciba di pane non può certo spiegare quanto sia buona la pasta condita.

Non ricordo chi scrisse questa famosa frase sull'umiltà...

"Non amo gli arroganti e i convinti che fanno mostra di sé, preferisco l'umiltà agli invisibili, quelli che sono quì non per spaccare il mondo ma per riattaccarne i pezzi.


 
 
 

Silenzi..

Post n°8698 pubblicato il 04 Maggio 2019 da nina.monamour


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Le donne si perdono

se le costringi ad una vita noiosa,

vuota e priva di attenzioni.

Preoccupati dei suoi silenzi e non delle sue urla.

Se è arrabbiata sei ancora in tempo,

ma se è stanca, è già troppo tardi..







Semplice verità..


 
 
 

Dormire nudi o con le mutandine?

Post n°8697 pubblicato il 03 Maggio 2019 da nina.monamour




Ciò che scegliamo di indossare per dormire dipende totalmente da noi e dal nostro livello di comfort, alcune persone preferiscono indossare il pigiama, altre preferiscono indossare vecchie magliette senza niente sotto, altre ancora preferiscono dormire nude. Ma avete mai pensato a cosa è meglio indossare per la nostra salute?

Potreste aver sentito dire che dormire senza biancheria intima dà respiro alla zona vulvare, o forse avete sentito esattamente il contrario, ovvero che dormire con la biancheria intima è meglio per la salute vaginale.

Quindi, dove sta la verità?

Secondo qualcuno non c'è niente di sbagliato in entrambe le opzioni, indossare o meno la biancheria intima è una nostra libera decisione. Tuttavia, se si sceglie di indossare biancheria intima a letto, si consiglia di optare per quella di cotone, perché è traspirante.



E se durante il giorno siamo estimatrici del perizoma o del tanga, si consiglia di abbandonare questi modelli a favore di indumenti intimi più larghi per la notte. Ciò contribuirà a prevenire eventuali problemi vaginali, come infezioni, irritazioni vaginali e vaginosi batterica.

Minore è la circolazione d’aria, maggiore è la possibilità che il lievito entri e prosperi nella zona vaginale; i funghi infatti proliferano nelle aree chiuse e umide, quindi se si indossa intimo non in cotone e più stretto, stiamo sicuramente creando l'ambiente ottimale per qualsiasi tipo di infezione da funghi o lieviti.

Inoltre, la scelta di indossare biancheria intima dipende dalla quantità di perdite che si possono produrre, avere le mutande, di sicuro, costituisce una protezione e una barriera per contenerle.

Quindi, se indossiamo o meno la biancheria di notte è assolutamente una scelta personale, è sempre buona norma osservare puntualmente le classiche norme igieniche, cambiare la biancheria intima almeno una volta al giorno, a meno che non si indossino mutandine igieniche, nel qual caso si dovrebbe cambiare spesso l'assorbente. Indossare indumenti intimi puliti impedirà la formazione di batteri, potenzialmente causa di infezioni in futuro.


E Voi come preferite dormire?





 
 
 

Paura dei cambiamenti..

Post n°8696 pubblicato il 02 Maggio 2019 da nina.monamour


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Tutti vogliamo che le cose restino uguali, accettando di vivere nell'infelicità, perché abbiamo paura dei cambiamenti, delle cose che vanno in frantumi.

Forse la vita non è poi cosi caotica, è il mondo che lo è.
L'unica sola trappola è lo stare attaccati ad ogni singola cosa, facendoci rimanere fermi e bloccati in una realtà che non ci appartiene più, le rovine sono un dono, la distruzione è la via per la trasformazione.

Anche in qualcosa di eterno le trasformazioni saranno sempre presenti, è questo l'unico modo per evolvere, per crescere e andare avanti, non esistono altre possibilità, dobbiamo accettare ogni singolo cambiamento anche se questo comporterà un cambiamento radicalmente, a volte drastico o che ci farà soffrire.

Ci saranno sempre scelte da fare, strade da prendere e strade da lasciare, siamo in una continua evoluzione, in un perenne cambiamento evolutivo…

 
 
 

Knights of Labor..

Post n°8695 pubblicato il 01 Maggio 2019 da nina.monamour

 

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Come tutti ben sappiamo, il Primo Maggio in Italia e nel mondo si celebra la Festa del Lavoro, e non è solo un giorno di riposo in cui andare a fare un picnic o partecipare al tradizionale concerto che si tiene a Roma ogni anno, ma racchiude in sé un significato molto profondo.

Si tratta di ricordare tutti coloro che si sono battuti per avere condizioni lavorative umane, per non essere sfruttati con orari impossibili e per ottenere tutti quei diritti di cui oggi godiamo e che ci sembrano scontati. Cercherò quindi di fare chiarezza e di capire, attraverso la storia, perché si celebra la festa del lavoro nel mondo e in Italia e cosa in particolare viene ricordato.

La Festa del  Lavoro trae origine da una manifestazione organizzata il 5 settembre 1882 negli Stati Uniti dai Knights of Labor, i Cavalieri del Lavoro, con lo scopo di ottenere alcuni diritti per i lavoratori. Nell’Ottocento infatti i lavoratori non godevano di nessun diritto, lavoravano anche 16 ore al giorno, in condizioni pessime e spesso morivano sul posto di lavoro.

Dal 1884 si decise di manifestare ogni anno e, nel mese di maggio del 1886, in una delle tante manifestazioni avvenute a Chicago per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore ci furono scontri fortissimi, culminati il 4 maggio con i poliziotti che spararono alla folla col massacro di Haymarket, in cui morirono 11 persone.


Il 20 luglio 1889 durante la Seconda Internazionale riunitasi a Parigi si decise quindi di celebrare la Festa del Lavoro l’1 maggio, proprio in ricordo delle vittime di Chicago. Nel corso della Seconda Internazionale venne quindi indetta una grande manifestazione per l’1 maggio 1890, così da chiedere alle autorità normative che riducessero la giornata lavorativa ad 8 ore.

L’iniziativa prese piede a livello internazionale e il Primo Maggio divenne il simbolo mondiale delle lotte operaie per conquistare diritti e condizioni di lavoro migliori. Nonostante la repressione di molti Governi, il primo Maggio 1890 ci furono tantissime adesioni alla Festa dei Lavoratori e alle manifestazioni indette per quella giornata.

In Italia tale celebrazione non ha avuto sempre vita facile, durante il Fascismo l’1 Maggio venne abolito e la festa dei lavoratori confluì nel Natale di Roma, la festa del 21 Aprile che celebra la fondazione di Roma nel 753 a.C. La festa su ripristinata nel '45, ma nel '47 invece durante una manifestazione a Portella della Ginestra, a Palermo, la banda del bandito Salvatore Giuliano sparò su 2000 lavoratori in festa, morirono 11 persone e 50 rimasero gravemente ferite.

 


 
 
 

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