Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Gennaio 2019

Don Camillo e Peppone..

Post n°8595 pubblicato il 08 Gennaio 2019 da nina.monamour

 

 

La statua di Peppone a Brescello (che io conosco bene), caduta la mattina del 31 dicembre, è stata transennata e poi portata via per essere riparata. Negli anni tante persone vi si sono appoggiate per fare foto ed è quello che è accaduto anche il giorno dell’incidente. La statua di Peppone, così come quella di don Camillo, è in bronzo ed è stata realizzata da Andrea Zancani.

A Brescello, il paese nella provincia di Reggio Emilia dove vennero girati i film di Don Camillo, improvvisamente è crollata la statua di Peppone che si trova davanti al Municipio. Il cedimento è avvenuto la mattina del 31 dicembre come ho già scritto sopra, a quanto pare quando un turista si è appoggiato per scattare una foto ricordo. Sul posto, al momento dell’incidente, c’erano diverse persone, chiaramente dispiaciute per l’accaduto. È successo tutto in un istante e per fortuna nessuno si è fatto male.





Non risultava che la statua fosse a rischio caduta, in passato non ha mai neppure traballato. Deve aver ceduto per problemi al basamento; quel Peppone è lì da anni, alcuni si appoggiano per fare foto, ma ho visto gente saltarci letteralmente sopra. E alla fine non ha retto...

Caduta la statua, i tecnici comunali hanno esaminato la situazione e, dopo un iniziale transennamento, hanno deciso di rimuoverla per evitare eventuali incidenti. Prima di rivedere Peppone al suo posto nella piazza sarà necessario aspettare un po’, il tempo di trovare qualcuno che possa ripararla. Con un autocarro hanno recuperato Peppone per trasferirlo in un magazzino, il ripristino deve essere immediato. Già in questi giorni sarà studiato il sistema migliore per ancorare la statua al terreno.

In brevissimo tempo la situazione tornerà quella di prima, la statua di Peppone a Brescello, vennero posate nel 2001 su piazza Matteotti, in occasione del cinquantesimo anniversario del primo film della saga di Don Camillo. Le due opere ritraggono i due personaggi che si salutano a distanza.

 Tutti sanno che l’eterna vicenda di amore e odio tra Don Camillo e Peppone.  Nella piazza centrale di Brescello, corredata oggi dalle statue dei due protagonisti continuano a fronteggiarsi emblematicamente il Municipio e la Chiesa di Santa Maria Nascente, che conserva in una cappella il celebre crocifisso parlante.

Perché Peppone è caduto mentre dall’altra parte don Camillo è ancora lì che benedice e se la ride? Eppure entrambe le statue hanno lo stesso peso, circa 200 chili e, più o meno, analoga altezza.


Può darsi che Peppone abbia subìto più sollecitazioni che don Camillo, e allora foto, selfie e controselfie, ritratti di gruppi e di singoli, turisti, in posa a braccetto con la statua, carezza, sberla, sorriso, bacino, addirittura in groppa, alla fine un colpo di qua, una spinta di là, l’affollamento, tutti addosso, potrebbero avere logorato gli ancoraggi o il terreno sotto e intorno e succede il patatrac.


Le due statue, nella loro funzione storicizzante (perché rappresentano i protagonisti di una leggenda) mettono in scena e in piazza la continuità del sacro e la variabilità del terrestre, cioè la politica. Che ogni tanto ondeggia, casca, saluta, va e viene ottima o misera, alta o ruspante.

 

 
 
 

Perché diciamo OK?

Post n°8594 pubblicato il 07 Gennaio 2019 da nina.monamour

 

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Le origini sono molto incerte, ma la teoria più diffusa ha a che fare con una pronuncia sbagliata e il soprannome di un Presidente degli Stati Uniti.

OK è probabilmente una delle espressioni più diffuse al mondo, si può trovare scritta in diversi modi (ok, O.K., okay) ma dappertutto ha lo stesso significato, “va bene”, “sì”, “d’accordo”. Nonostante sia una parola così popolare la sua origine è tutt’altro che certa, e le teorie e opinioni che circolano sono molte e discordanti tra loro.

Una delle teorie principali è quella dello studioso statunitense Allen Walker Read, che la espose in una serie di articoli pubblicati sulla rivista American Speech tra il '63 e il '64, e secondo Lui l’espressione OK iniziò a diffondersi nel linguaggio orale a Boston, negli Stati Uniti, dove veniva utilizzata come una pronuncia volutamente sbagliata di “all correct” (“tutto bene”) per ottenere un effetto comico.

Il termine apparve poi per la prima volta in forma scritta nel 1839 su un articolo umoristico a firma di Charles Gordon Greene, e successivamente venne ripresa anche da altri giornali, sia nella forma abbreviata che in quella estesa “oll korrect”.

Secondo i sostenitori di questa teoria, l’espressione OK assunse ancora più popolarità negli Stati Uniti in occasione delle elezioni presidenziali del 1840, in cui uno dei candidati era il Presidente uscente Martin Van Buren, nativo di Kinderhook, nello stato di New York. Alcuni suoi sostenitori fondarono a New York l’Old Kinderhook Club, abbreviato in O.K. Club, e iniziarono a fare propaganda usando lo slogan “Vote for OK” (“Vota per OK”) e accompagnandolo con il gesto della mano a formare una “O” con indice e pollice e una “K” con le restanti dita.

Presto l’espressione OK divenne un modo di dire popolare in tutti gli Stati Uniti, anche grazie all’invenzione del telegrafo nel 1844, nelle cui comunicazioni era essenziale la brevità. “OK” da questo punto di vista si rivelò una formula perfetta per dare conferma della ricezione di un messaggio. Anche quel gesto della mano iniziò a essere utilizzato per dire “va tutto bene” senza dover parlare, ed oggi è comunemente usato come segno di approvazione alla stregua del pollice alzato.

Anche per quanto riguarda l’arrivo del termine in Italia non c’è molta chiarezza. Probabilmente iniziò a diventare popolare in seguito allo sbarco dei soldati statunitensi in Italia durante la Seconda guerra mondiale, e si consolidò nel linguaggio comune nel secondo dopoguerra, con la diffusione del cinema e della musica statunitense. Secondo il sito dell'enciclopedia Treccani, però, se ne attesta la presenza in Italia già negli anni Trenta, quando il termine venne incluso nel Dizionario moderno di Alfredo Panzini, del 1931.


 
 
 

Benessere e affetti veri..

Post n°8593 pubblicato il 06 Gennaio 2019 da nina.monamour

 

 

Ancora non ho avuto tempo per aprire le calze della Befana; il primo regalo che vorrei trovare è la salute, intesa come benessere psicofisico; questo è un dono che potrei anche farmi da sola, coltivando quotidianamente la salute del corpo e dei pensieri anche attraverso l'alimentazione e l'attività fisica.

Il secondo dono che desidero per me è la capacità d'intrattenere un rapporto sano, equilibrato, generoso e indipendente con gli altri, in modo da poter avere intorno a me persone con cui scambiare esperienze, ricerche, scoperte, e soprattutto, con cui trovare soluzioni comuni e creative ad interrogativi, temi e problemi della mia e della loro vita.

Avere amici (magari pochi ma veri) su cui poter contare in ogni momento e sempre è il secondo dono, che completa il primo e mi consente di accedere al terzo in modo armonico, equilibrato e fiducioso.

Infatti, l'ultimo regalo che desidero ricevere è la possibilità di organizzare, coinvolgendo tantissime persone, attività culturali, artistiche, scientifiche e sociali su temi che riguardano i diritti umani.

Ho chiesto troppo?

 

 


 

 
 
 

Il party Sayonara Zara

Post n°8592 pubblicato il 06 Gennaio 2019 da nina.monamour

 

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Non c’è pace per Meghan Markle, neanche il pancione che cresce ogni giorno di più riesce a far intenerire i detrattori dell'ex attrice di Hollywood che ha sposato il Principe Harry. Recenti indiscrezioni di stampa la dipingono come un’assetata di fama e di successo, legata alle apparenze e amante del lusso.

Pare che quando l'ex star di Suits capì di essersi ormai avviata sulla strada del successo, volle disfarsi di tutti gli abiti economici acquistati in precedenza per far posto nel guardaroba a vestiti ben più costosi.


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Per farlo, diede una festa nel corso della quale regalò i vecchi capi considerati troppo cheap per una che come lei stava scalando le vette della fama e della notorietà.

Secondo la fonte anonima che ha spifferato tutto ai giornali di gossip, il party aveva anche un nome, "Sayonara Zara". Una vecchia conoscenza di Meghan ha riferito che non è una persona di cui si può essere veramente amico, può essere la migliore amica del suo stilista.

 

 

 
 
 

Il sogno di Giulia..

Post n°8591 pubblicato il 05 Gennaio 2019 da nina.monamour

 

           Bimba muore a 10 anni:



Giulia dal cuore grande, Giulia che lascia il suo piccolo grande "testamento", Giulia che non c'è più. Morta nel Maggio scorso a 10 anni, stroncata da un tumore contro il quale aveva combattuto per 4 anni e mezzo, ma che prima di andarsene confida alla mamma Eleonora di avere un piccolo grande sogno, regalare i suoi giocattoli ai bambini che non possono permetterseli.





Il desiderio della piccola cagliaritana è diventato realtà, la storia è stata svelata dai social e il suo "testamento" è ora diventato una realtà grazie ad un’associazione, che distribuisce la singolare, straordinaria donazione. Giulia aveva un aggressivo tumore cerebrale plurirecidivato, hanno cercato in tutti i modi di salvarla, racconta la mamma, che ha creato una comunità virtuale.

Lei era molto buona e generosa, prima di morire ha preparato delle buste con tutti i suoi giochi e gli abiti per i bambini meno fortunati di lei. Hanno così creato un'associazione di beneficenza per distribuirli che porta il suo nome, "Il sogno di Giulia"
. 

Le volontarie raccolgono tutto ciò che può servire alle donne in gravidanza e ai bambini da 0 a 14 anni, abbigliamento, giocattoli, libri, coperte, passeggini e lettini. E nella sede di via Giardini 159, a Cagliari, vengono distribuiti tutti i Mercoledì e Venerdì.

Questo Natale il grande cuore si è visto nel sorriso di decine di bimbi.





 
 
 

I nudi carismatici..

Post n°8590 pubblicato il 04 Gennaio 2019 da nina.monamour




Puntuale come ogni anno, il 5 Dicembre è stato presentato il calendario Pirelli 2019, recentemente al Bicocca di Milano sono state mostrati gli scatti firmati dal settantasettenne Alberto Watson.

Il fotografo scozzese che ora vive a New York, conosciuto ai più per un celebre ritratto di Alfred Hitchcock, fotografa la bellezza di Letizia Casta, Gigi Hadid (che ha sostituito all’ultimo minuto Monica Bellucci) e Juilia Garner, in una serie di foto artistiche da mozzare il fiato.

 

 

Successo, amore, sogni e creatività: questi i 4 sogni tutti al femminile espressi nel calendario che, per il prossimo anno, rompe con la tradizione. In prima linea c’è Letizia Casta, ancora bellissima a 39 anni, che appare in più foto, come quella con il ballerino russo Sergei Polunin. I nudi restano ma sono sensuali, carismatici, per nulla volgari, un gioco di “vedo e non vedo” che regala alle foto la giusta veridicità.

 


 Erotismo e sensualità è il fil rouge del calendario Pirelli 2019 intitolato “Dreaming”. Come una sorta film che alterna foto a colori e in bianco e nero, il fotografo ha voluto celebrare i sogni e le aspirazioni delle donne di oggi. “Sono dei veri e propri fermi immagini” afferma Watson durante la presentazione.

“Conoscevo tutte le modelle” aggiunge il fotografo, “non volevo che trasparisse solo la loro bellezza, ma anche il tormento e la loro espressività” conclude.

 

 
 
 

La commessa di un supermercato..

Post n°8589 pubblicato il 03 Gennaio 2019 da nina.monamour

 

 

Era la Vigilia di Natale e la commessa di un supermercato non vedeva l’ora di andarsene, pensava in continuazione alla festa che l’attendeva appena finito il lavoro. Sentiva già i mormorii di ammirazione che l’avrebbero accompagnata mentre entrava vestita con l’abito da sera di velluto, con il cavaliere che la scortava, quando arrivò l’ultima cliente.

Mancavano solo cinque minuti alla chiusura, "Non è possibile che venga proprio al mio banco" pensò.
Finse di non sentire quando quella si schiarì la voce e disse piano:
"Signorina, signorina quanto costano quelle calze?
"Credo che sul cartellino ci sia scritto 7,00 €" rispose brusca.
"Non ne avete di meno care?"
"7,00 €" scattò guardando l’orologio.
"Mi faccia vedere quelle meno care".
"Spiacente signora, stasera chiudiamo alle 18,30 perché, se non lo sa, oggi è la Vigilia di Natale".

Siccome non apriva bocca si decise a guardarla, era pallida, aveva l’aria affaticata, le occhiaie profonde...non doveva avere neanche 30 anni.
"Ma i miei figli non hanno neanche un regalo, fino a stasera non avevo soldi", disse alla fine tutta d’un fiato
"Mi dispiace per lei signora" disse la commessa e se ne andò. Ma non giunse fino al fondo del banco, la donna non aveva detto una parola e lei non riuscì a fare un passo in più.

Si voltò e notò negli occhi della donna l’espressione più triste che avesse mai visto.
Corse di nuovo dietro al banco: "D’accordo, signora, ma faccia presto".
Un sorriso illuminò il volto della donna, e si mise a correre dai calzini ai nastri poi ai giradischi portatili.
Alla commessa quei pochi minuti sembrarono lunghi come l’eternità.
Finalmente la donna si decise per alcune paia di calze, per qualche nastro colorato, un giradischi portatile e due dischi di fiabe natalizie.
 
La commessa gettò gli acquisti in un sacchetto e le diede il resto dei soldi, ormai non c’era più nessuno. La commessa andò di corsa negli spogliatoi, si infilò in fretta il vestito e corse fuori dal negozio incontro al suo "cavaliere" che l’attendeva in macchina, con il motore acceso.
Fu al terzo semaforo rosso che la commessa vide la donna del negozio, camminava in fretta tenendo stretto contro il suo esile corpo il pacco dei doni per i suoi figli. Il suo volto, che aveva perduto la patina di stanchezza, era ancora illuminato dal sorriso.

In quel breve istante qualcosa avvenne dentro di lei.
Non vide solo una donna, vide i suoi quattro bambini che, il mattino dopo, si sarebbero infilati felici le calze nuove, messi i nastri nei capelli e avrebbero ascoltato le favole natalizie sul giradischi nuovo.






 
 
 

I dazi di Trump..

Post n°8588 pubblicato il 02 Gennaio 2019 da nina.monamour

 

 



Pare che il 40% degli americani tra i 20 e i 55 anni non sappia indicare, consultando il mappamondo, la posizione esatta della Spagna. Mentre il 25% crede che sia in Sudamerica. Questo piccola mancanza, comunque, non allontana i gringos dall’apprezzare le specialità spagnole, soprattutto prosciutto (jamon), olio extravergine (aceite extra virgen) e olive (acetunas).

Si è accorto di quanto siano buone le olive negras spagnole anche il presidente Donald Trump; voci di corridoio, ben confermate, raccontano che durante una cena ufficiale alla Casa Bianca, offerta in onore dell’ambasciatore di Panama, The Donald abbia apprezzato il cocktail di olive nere e verdi ripiene di acciughina e peperone. Leccandosi le dita sembra abbia chiesto al cameriere da quale parte degli Stati Uniti provenissero.

Il cameriere è corso via in cucina a testa bassa e dopo mezzo minuto, è ricomparso spiegando che le olive erano d’importazione, venivano dalla Spagna. Una pessima notizia per il Chief in Charge, fautore di nuove politiche protezionistiche nei confronti di casa sua, che ha esortato le cucine della White House, che hanno sfamato una cinquantina di presidenti, da John Adams in poi, a utilizzare quelle della Florida, regione molto amata da Trump (vi possiede numerosi resort turistici), o, al massimo della California.

Una settimana dopo l’incidente, Trump ha pensato di aumentare (quasi del doppio) il dazio d’importazione per le olive provenienti dalla Spagna, portandolo quasi al 42%. E così è stato, dallo scorso 1° Agosto, le olive spagnole in Usa sono più salate, non nel senso del gusto, ma del portafoglio, ahahahahahhhh. Le tariffe antidumping e antisussidio nei confronti delle olive spagnole erano già state annunciate provvisoriamente qualche tempo fa, ma la decisione definitiva è arrivata proprio dalla Commissione commercio internazionale degli Stati Uniti, l’importazione, è stato motivato, andrebbe infatti a danneggiare le aziende statunitensi, dove alcuni produttori di olive locali avevano già sollevato la polemica.

La Commissione europea, davanti alle dure proteste del Governo di Madrid (i commercianti di olive di Malaga e Murcia hanno chiesto di boicottare i prodotti americani), ha già chiesto il rientro dei dazi, offrendo un tavolo di trattativa.
Questa non è solo una notizia, perché preannuncia uno scenario particolarmente preoccupante, con il rischio che anche i prodotti dell’eccellenza italiana possano subire dazi.

Potrebbe essere imminente una progressiva chiusura da parte degli Usa, che mirerebbe presto a estendersi all’intera produzione dell’Unione Europea, come ha fatto notare anche la Coldiretti, infatti, questo è un pericoloso precedente che apre la possibilità a futuri attacchi alla Politica Agricola Comunitaria. I dazi di Trump potrebbero colpire anche i prodotti italiani. Dopo Francia e Germania, è l’esortazione dei nostri prodotti enogastromici a fare degli Usa il terzo mercato mondiale per l’Italia. Speriamo che The Donald non scopra tanto è buono il prosciutto di Parma o il Grana Padano, o sono guai.


 
 
 

Buon Compleanno sorellina..

Post n°8587 pubblicato il 01 Gennaio 2019 da nina.monamour




Tutti abbiamo affetti che, per mille ragioni, non sono più accanto a noi, ma a Natale questa mancanza si fa sentire con forza.

Chiudi gli occhi e immagina di poter riabbracciare una persona cara, chi vorresti?

Ci sono amori e affetti che non si spengono neanche quando uno dei due se ne va, si allontana, viene a mancare e ognuno di noi ha una persona che vorrebbe poter riabbracciare.

Auguri sorellina, sicuramente lassù starai festeggiando con gli
Angeli




...mi odio per questo

 

 

 
 
 

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