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Post n°295 pubblicato il 29 Settembre 2016 da luli.11
«San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; contro le malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spinti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime». Come è nata questa preghiera? Trascrivo quanto pubblicò la rivista Ephemerides Liturgicae, nel 1955, pagg. 58-59. P. Domenico Pechenino scrive: «Non ricordo l'anno preciso. Un mattino il grande Pontefice Leone XIII aveva celebrato la S. Messa e stava assistendone un'altra, di ringraziamento, come al solito. Ad un tratto lo si vide drizzare energicamente il capo, poi fissare qualche cosa al di sopra del capo del celebrante. Guardava fisso, senza batter palpebra, ma con un senso di terrore. e di meraviglia, cambiando colore e lineamenti. Qualcosa di strano, di grande avveniva in lui. Finalmente, come rivenendo in sé, dando un leggero ma energico tocco di mano, si alza. Lo si vede avviarsi verso il suo studio privato. I familiari lo seguono con premura e ansiosi. Gli dicono sommessamente: Santo Padre, non si sente bene? Ha bisogno di qualcosa? Risponde: Niente, niente. Dopo una mezz'ora fa chiamare il Segretario della Congregazione dei Riti e, porgendogli un foglio, gli ingiunge di farlo stampare e di farlo pervenire a tutti gli Ordinari del mondo. Che cosa conteneva? La preghiera che recitiamo al termine della Messa insieme al popolo, con la supplica a Maria e l'infocata invocazione al Principe delle milizie celesti, implorando Dio che ricacci Satana nell'inferno». Questa preghiera non si recita più al termine della S.Messa dopo la riforma liturgica dovuta al concilio Vaticano II. Luli
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Giorni tumultuosi
onde gigantesche infrangono scogli inesplorati
coperti da alghe vermiglie ...
Come l'anima mia quando si rivolge a Te
cerca di nascondersi fra la nebbia
ma tu Rossa la riconosci
accogliendola
leggera la fai nuotare per mari inesplorati
dove si cela
il silenzio delle cose.
Luli.11 © 2001-2008
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La bicicletta
Nell’ombra della notte si ritorna soli.
È l’ora che preferisco
per viaggiare in bicicletta,
al raggio delle stelle su la strada vuota,
per la bianchezza della quale l’occhio
vede da lungi sicuramente.
Dove si corre?
Alfredo Oriani
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Tre fiammiferi accesi
uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
Jacques Prèvert
La Libellulla
"La libellula,
la creatura del vento,
simboleggia
l'illusione e il cambiamento.
Le sue ali cangianti
ci ricordano
tempi e mondi magici,
rendendoci coscienti
del fatto che la realtà
di questo mondo
è solo un'apparenza.
Il suo insegnamento
ci dice che niente
è in realtà come ci appare
e che dobbiamo sforzarci
di liberarci dalle illusioni
dei nostri sensi.
Inoltre essa fa da tramite
per portarci messaggi d
egli elementali
e degli spiriti del
mondo vegetale."
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"Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne
e l’oscurità fa scivolare
il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo
questo mondo imperfetto …
Tienimi per mano …
portami dove il tempo non esiste …
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano …
nei giorni in cui mi sento disorientata …
cantami la canzone delle stelle
dolce cantilena di voci respirate …
Tienimi la mano, e stringila forte
prima che l’insolente fato
possa portarmi via da te …
Tienimi per mano e
non lasciarmi andare… mai…"
Herman Hesse