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FALSO ALLARMISMO SUL CONSUMO DI CARNE.

Post n°1760 pubblicato il 04 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

NIENTE PAURA parola di Andrea Poli, esperto di nutrizionismo. Dal 1990 collabora con la Nutrition Foundation of Italy, di cui dal 1995 è Direttore Scientifico e dal 2014 Presidente. Ha avuto, per alcuni anni, un contratto di insegnamento relativo alla relazione tra alimentazione e prevenzione delle malattie degenerative, con l'università di Parma.
La zootecnia è il primo bersaglio delle politiche green dell’Europa. Per due motivi: si dice che le stalle inquinino e che la carne rossa faccia male. E questo dovrebbe sdoganare la bistecca in vitro contro cui l’Italia ha varato la prima legge per vietarla? (la stanno per imitare Fran-
cia e Slovacchia). In più ha promosso con Francia, Austria e altri 9 Paesi un documento che impone all’Europa di varare una consultazione popolare e di adottare gli stessi meccanismi autorizzativi dei farmaci prima di dare un’eventuale via libera alla carne sintetica. Che è anche uno dei motivi della protesta agricola.
Ma resta l’i nterrogativo: la carne rossa fa male? Ecco cosa risponde uno dei massimi esperti: il professor Andrea Poli, presidente della Nutrition Foundation. 

D - La scienza ha stabilito se il consumo di carne è nocivo?
R - «Gli studi più recenti suggeriscono che il consumo di carne rossa possa aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tumori, specie quelli del colon-retto. Questi effetti sono tuttavia di ampiezza molto limitata (raramente eccedono il +10%), e si basano sui risultati di studi caratterizzati da un elevato tasso di incertezza, come sottolineato qualche anno fa, in un articolo che fece molto scalpore, dal gruppo di ricerca NutriRecs. Ma soprattutto, questi effetti di salute si manifestano quasi solamente per consumi relativamente elevati, oltre una o due porzioni giornaliere di carne rossa, che sono molto poco frequenti nel nostro Paese. Al di sotto di questi limiti di consumo, e specie negli studi condotti in Europa, al consumo di carne rossa non si associa alcun effetto di salute significativo».

D - Lei sostiene che bisogna tornare a mangiare con minore ansia: come?
R - «Un recentissimo studio condotto sulla coorte statunitense dei veterans (oltre 700.000 soggetti) suggerisce che un’alimentazione appropriata contribuisca per il 14% circa all’allungamento della speranza di vita che si può ottenere ottimizzando lo stile di vita.
Una regolare attività fisica e il fatto di non avere mai fumato hanno un peso molto più elevato, al proposito. Emerge dagli studi più recenti come il grado di soddisfazione e gratificazione personale della nostra vita, inclusi gli aspetti di natura relazionale, come la convivialità (spesso associata alla condivisione del pasto con amici o parenti) giochino
un ruolo pure importante nel determinare il nostro benessere futuro. In questo contesto credo sia corretto lasciare alle persone una maggiore libertà di scelta a proposito degli alimenti da consumare, che segua anche il gusto e il piacere personale, prestando naturalmente attenzione ad evitare gli eccessi e di prendere troppo peso».
D - Cos’è la nutrizione di precisione? 
R - «La nutrizione di precisione si pone l’ambizioso obiettivo di personalizzare le raccomandazioni di tipo nutrizionale, basandole su caratteristiche individuali rilevanti, per esempio di natura genetica. Si è osservato che gli effetti sulla salute delle cosiddette carni
trasformate sono maggiori nei soggetti con una storia familiare di malattie cardiovascolari, o con un assetto genetico che aumenta il loro rischio personale di queste patologie, e invece trascurabili in assenza di queste condizioni predisponenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 
 
 
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