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CENSURA SU YOUTUBE? NO PROBLEM C’È RUMBLE!

Post n°1901 pubblicato il 15 Agosto 2024 da scricciolo68lbr
 

 

Ciò che vorrebbero fare passare come democrazia da parte della cordata dei “social”, guidata da Facebook di Zuckerberg (il pluricondannato tra quelle che rammento: Facebook ha pagato 5 miliardi di dollari per chiudere un'inchiesta da parte delle autorità Usa sulle sue pratiche legate alla privacy e al caso Cambridge Analytica; nel processo ai giganti del web del 2024, Il Senato americano così si espresse: "I vostri social uccidono bambini e adolescenti". Le accuse agli amministratori delegati di Facebook, TikTok, Snapchat e Discord: "Troppi rischi online per i minori, avete le mani sporche di sangue". Zuckerberg si è scusato con le famiglie delle vittime) per passare da YouTube, è quella di censurare chi non la pensa come la narrativa dominante imposta dal regime oscuro dei sionisti, che intende fare in modo di portare tutto al pensiero unico. Fortuna vuole che esistono strumenti di comunicazione alternativi che danno modo di parlare liberamente senza essere censurati: Rumble!

 

Per non vivere nella bolla dei bacchettoni ben pensanti, probabilmente bisogna iniziare a reagire e togliersi dai potenti social!

Durante la psico info pandemenza, in cui illegittimamente, ormai possiamo dirlo, fummo tutti sottoposti a provvedimenti fuori legge, praticamente undici mesi e mezzo di lockdown e restrizioni della libertà, anche i social portarono avanti una spietata forma di “CENSURA” verso commenti e contenuti ritenuti scomodi al potere sionista ashkenazita kazharo, il pensiero unico. Facebook è stato il peggiore di tutti, a ruota YouTube rimosse i video di chiunque "mettesse in discussione" le linee guida dell'Oms, braccio armato del potere sionista. 

Ancora adesso risulta difficile pubblicare oppure pubblicizzare sul social network più diffuso per la condivisione dei video, YouTube appunto, contenuti che sono considerati contrari al pensiero unico, alle disposizioni dell’Oms e delle autorità sanitarie nazionali.

Qualche tempo fa ha fatto particolarmente scalpore quello che è accaduto all’editore Leonardo Facco il cui video su YouTube fu rimosso, per non parlare del libro “Coronavirus: stato di paura”, rimosso anch’esso dal catalogo Amazon, Amazon anche lui tra i censori.

 

Quello che più colpì sulla censura del video, manifestandosi come significative, sono le parole adoperate nelle motivazioni scritte riguardo la rimozione. Non solo il video violava gli standard della community, ma proprio: “YouTube non tollerava contenuti che mettessero in discussione l’efficacia delle linee guida fornite dalle autorità sanitarie locali o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in relazione alle misure di distanziamento sociale e autoisolamento e che potevano portare le persone ad agire in contrasto con tali linee guida”. Le parole sono importanti. YouTube “non tollerava” contenuti che “mettessero in discussione” un’autorità statale ed una sovranazionale. 

Può anche darsi che una linea guida sia sbagliata: l’OMS inizialmente non approvava l’uso delle mascherine e fino a marzo 2020 si opponeva alla strategia di test a tappeto con i tamponi. Ma l’utente doveva comunque obbedire. 

Suonavano già ambigue le parole di Susan Wojcicki, amministratrice delegata di YouTube, quando qualche tempo fa, annunciava che la piattaforma avrebbe eliminato notizie “prive di fondamento scientifico” e faceva alcuni esempi: “C’è gente che consiglia di prendere la vitamina C o la curcuma, perché ‘ti cureranno’”. Così abbiamo potuto riscontrare come l’amministratrice di un social potesse ergersi già a medico e poi giudice, pronta a tracciare una riga su ciò che riteneva disinformazione su una malattia come il covid, che, allora, conoscevamo tutti poco.

Si poteva ben immaginare come poi avvenne, come questo criterio si sarebbe poi esteso, senza freni, dalla medicina alla politica di contenimento della pandemenza. Quindi non solo a una materia empiricamente verificabile, ma anche ad una serie di scelte politiche.

Il problema di fondo, è che, non solo a causa della pandemenza, ma anche a seguito delle elezioni presidenziali americane del 2020, la censura è stata completamente sdoganata. Venne accettato come “fatto privato” ed apprezzabile l’oscuramento dell’account Twitter di un ex presidente e la censura online di tutti i suoi post quando era ancora in carica ed era in competizione per la rielezione. 

Da allora “limitare la libertà di opinione”, anche quando non viene violata alcuna legge, è diventato possibile e i giornalisti sono fra i primi a chiedere ancora più censura. Basta invocare la minaccia dell’argomento “privo di fondamento scientifico” o, nel caso delle elezioni “privo di prove” per far scattare l’oscuramento.

Un'altra ossessione è diventata quella dei contenuti "razzisti". Gli algoritmi che permettono di individuare e rimuovere un video giudicato offensivo per qualche minoranza sono talmente onnicomprensivi che, qualche tempo fa hanno portato alla rimozione di un video di scacchi. Perché "il bianco attacca il nero". 

Il verbo "attaccare" è comunque a rischio censura, figuriamoci se poi è accompagnato da termini ormai sensibili come il bianco e il nero. Ma queste cose avvenivano solitamente solo in Cina, almeno fino al decennio scorso, quando i locali algoritmi rimuovevano tutte le cifre e i termini che potessero ricondurre a informazioni sgradite sul massacro di Piazza Tienanmen. Ma era la Cina, appunto, un regime totalitario. E se i social network iniziano, come già fanno, a comportarsi così anche nel mondo occidentale?

Paradossalmente, si usano ancora i termini cattolici per descrivere la tendenza censoria, come “inquisizione” o “indice”. Però sono i cattolici fra le prime vittime di questa tendenza oscurantista. Basti pensare come il sito Life Site News, sito canadese, contrario all’aborto, sia stato improvvisamente privato del suo popolare canale YouTube, uno scherzetto che è costata loro la perdita improvvisa di più di 300mila followers. Ed è difficile, adesso, stabilire quali siano i nuovi limiti del censore. 

Così ho reagito, per primo… Ho eliminato il profilo Facebook, adopero YouTube pochissimo, quasi nulla e per i video mi affido a Rumble, lì potete stare tranquilli, la censura non esiste.

Se ciascuno di noi, nel suo piccolo, operasse per la verità, ascoltando cosa dice il suo cuore, la verità vincerebbe sempre più spesso… purtroppo il genere umano è corrotto, ha timore di tutto, anche della propria anima… 

 
 
 
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