Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi di Febbraio 2024

Navalny non è stato ucciso ma il suo decesso è avvenuto “per cause naturali”.

Post n°1772 pubblicato il 26 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Secondo il capo dell’intelligence ucraina, il generale Kirylo Budanov, l’ex politico di opposizione, spirato a 47 anni, sarebbe morto davvero di morte naturale, proprio come affermato dalle autorità russe e non è quindi morto assassinato da Putin. Budanov lo ha detto chiaramente, rispondendo a una domanda sul tema, durante la conferenza "Ucraina.2024".

"Devo deludervi – ha spiegato il generale – ma sappiamo che Navalny è morto per un coagulo di sangue. Purtroppo, la sua è una morte naturale". Navalny così, non è stato ucciso da Putin, ma il suo decesso è avvenuto “per cause naturali”.

“Per quanto ne sappiamo, si tratta di un coagulo di sangue. Il coagulo di sangue si è rotto”, ha spiegato Budanov. Alla domanda chiarificatrice se si trattasse di morte naturale, il capo dei servizi segreti della Difesa ucraino ha ribadito che la causa del decesso è legata alla presenza di un trombo nelle arterie. 

Come riportato in precedenza dall’agenzia di stampa ucraina, il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny è morto 10 giorni fa, nella colonia penale, oltre il Circolo polare artico. Questa informazione è stata ufficialmente confermata dal Servizio penitenziario federale il 16 febbraio. 

Questa notizia si commenta da sola, mettendo a nudo la follia di noi occidentali. L’esercito di buffoni, fanatici propagandisti, la vedova allegra, i radicali infoiati che promuovono manifestazioni Slava Ukainii nelle nostre piazze, il senile vecchietto americano e la balilla nostrana. Tutti a gridare: “Putin Assassino” per poi venire sbugiardati da uno tra i più importanti esponenti del regime neonazista ucraino a cui fino ad ora hanno regalato oltre 230 miliardi di dollari. É proprio vero che la storia si prende gioco degli stolti.

Con malizia, forse si potrebbe sospettare che Budanov abbia voluto mettere in imbarazzo gli alleati occidentali, che a parole promettono assistenza infinita a Kiev fino alla immancabile vittoria, ma poi nei fatti tutti stanno lasciando l’Ucraina senza armi e munizioni di fronte all’incalzare delle truppe russe su tutti i fronti.

Perché i casi sono due: o Budanov ha mentito oppure è ben informato su quanto accade in Russia perché, come ha già dimostrato in passato, dispone di buone fonti.

Di certo le affermazioni di Budanov costituiscono una doccia fredda per politici e media occidentali, sopratutto italiani con le testate di Cairo e del gruppo Gedi in testa, non solo perché il brillante ufficiale (candidato fino a pochi giorni or sono ad assumere il comando delle forze armate ucraine al posto del generale Valert Zaluizhny) e il GUR non sono sospettabili di fare il gioco di Putin o favorire interessi russi, ma soprattutto perché la morte di Navalny è stata strumentalizzata dalla propaganda e della disinformazione occidentale (che al pari di quella russa è decisamente protagonista della narrazione del conflitto in atto in Ucraina) contro la Russia e contro Putin, con l’unico obiettivo di complicarne la vittoria alle imminenti elezioni presidenziali.

Con pragmatismo l'autorevole sito web Analisi Difesa aveva evidenziato in una recente intervista a TGCOM24 Mediaset, come la morte di Navalny alla vigilia del voto, non comportasse alcun vantaggio per Putin e la Federazione Russa. Anzi, avrebbe rappresentato un autogoal... infatti come abbiamo visto, l’intero Occidente, non ha perduto tempo ed ha condannato la morte del dissidente attribuendola immediatamente (e a quanto sembra senza solide prove a sostegno) a un omicidio commissionato dal Cremlino mentre anche all’interno della Russia vi sono state manifestazioni e proteste represse dalle forze dell’ordine. 

E adesso come la mettiamo? Cosa faranno gli accusatori Occidentali di Putin che hanno accusato senza mezze misure il capo di Stato russo di "omicidio" senza uno straccio di prova?

Quali reazioni si registreranno adesso in Europa, in Italia soprattutto e negli Stati Uniti alle dichiarazioni "BOMBA" del capo dell’intelligence militare di Kiev? 

Faranno tutti finta che non le abbiano scritte né pronunciate? Budanov verrà costretto dalla “ragion di stato” a ritrattare le sue dichiarazioni? I portavoce della Commissione UE e della Casa Bianca smentiranno ufficialmente le dichiarazioni di Budanov? Oppure il capo degli 007 ucraini verrà accusato di essere un pericoloso agente putiniano?

FONTE:

https://www.analisidifesa.it/2024/02/caso-navalny-budanov-mette-ko-i-governi-occidentali/

https://www.quotidiano.net/esteri/navalny-kiev-da-ragione-a-mosca-045fb793?live

https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/navalny-la-versione-di-kiev-morto-per-coagulo-di-sangue_1ulPG7RrUysB9zCEAzkusT

https://tg.la7.it/esteri/navalny-clamorosa-dichiarazione-007-ucraino-budanov-causa-morte-dellattivista-russo-25-02-2024-207041

https://www.cbc.ca/news/world/russia-navalny-death-certificate-1.7122422

https://www3.nhk.or.jp/nhkworld/en/news/20240226_06/

https://sarajevotimes.com/ukrainians-claim-that-navalny-died-by-natural-death/

https://news.sky.com/story/ukraine-russia-war-latest-more-russians-died-seizing-avdiivka-than-in-entire-soviet-afghan-conflict-belarus-opposition-hacks-tv-screens-12541713

 
 
 

STAMPA OCCIDENTALE E NAVALNY: DUE PESI E DUE MISURE.

Post n°1771 pubblicato il 21 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

CASO NAVALNY, TUTTI SCHIERATI CONTRO PUTIN.

Quando si dovette affrontare il caso del giornalista americano, Gonzalo Lira, eliminato da Zelensky, l'attenzione dei media mainstream occidentali fu ridotta ai minimi termini e pochissimi furono gli articoli dedicati, o i passaggi sulle TV,  perché così faceva comodo agli USA (https://www.lindipendente.online/2024/01/16/loscura-vicenda-di-gonzalo-lira-giornalista-morto-nelle-carcere-ucraine-nel-silenzio-dei-media/).
Scarsa attenzione ridotta ai minimi termini e pochissimi articoli o nulla, per Julian Assange, la cui sorte in queste ore si decide ( https://www.rainews.it/articoli/2024/02/assange-attesa-per-ludienza-sullestradizione-ma-anche-oggi-sara-assente-per-motivi-di-salute-2dbac2e8-718d-4836-aa97-2dd7193a59eb.html ).
Al contrario una quantità industriale invece di articoli, in chiave anti russa, per il ladro, omofobo e truffatore Navalny.
Addirittura è stato convocato l'ambascistore della Federazione Russa presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, nella giornata del 21 febbraio 2024.
L'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov è stato convocato presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, e gli è stato manifestato il desiderio, da parte italiana, di ricevere chiarimenti in merito alle cause della morte di A. Navalny. All’Ambasciatore russo sono state manifestate alcune valutazioni politicamente "faziose" in merito alla situazione politica interna della Russia, in linea con quella lettura antirussa parziale dei fatti, concordata a livello dei Paesi occidentali.

Come risposta ai diplomatici italiani, è stato spiegato che il motivo alla base della convocazione dell'Ambasciatore russo in Italia presso il Ministero degli Esteri italiano è una questione puramente interna che riguarda solo la parte russa; la quale, come già dichiarato, sta effettuando tutte le perizie e gli accertamenti investigativi necessari, in conformità con la legislazione della Federazione Russa, al fine di individuare le cause reali dell'incidente e, ove sussistono, le relative responsabilità.
Inoltre è stato sottolineato che i tentativi dei Paesi occidentali di strumentalizzare politicamente la morte di A.Navalny nonché di formulare accuse di vario genere contro Mosca, che fomentano e condizionano artificiosamente sia la critica, e l'ostilità nei confronti delle autorità russe, e sia un più generico sentimento avverso la Federazione Russa, sono pretestuosi, inutili e inaccettabili sotto tutti i punti di vista.
Questi sono i media Occidentali: asserviti al despota statunitense. 
Sono una fucina e un deposito di menzogne strumentali e pretestuose. 
Eccoli qui i cosiddetti PROFESSIONISTI DELL'INFORMAZIONE. Lascio a voi le debite considerazioni.

 
 
 

LOGO DELLA RANA SUI CIBI, SE POTETE EVITATELI!

Post n°1770 pubblicato il 21 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Logo della rana “Rainforest Alliance”, cos’è e dove si trova?

 

Provo a fare chiarezza, dopo avere letto diversi articoli sul significato del logo della "rana" “Rainforest Alliance”, di recente oggetto di dibattito, scopriamo cos’è e dove si trova.

Esordisco immediatamente dicendo che il logo della rana “Rainforest Alliance” è stato di recente oggetto di alcune teorie che andiamo oggi a spiegare al fine di capire insieme che cos’è questo logo e dove si trova. Tali teorie ammetterebbero l'esistenza della mano di Bill Gates dietro le manovre che coinvolgono questo simbolo. Siccome nel recente passato il sig. Gates si è reso protagonista di un video che ha fatto il giro del mondo, video nel quale si parlava di pandemie, vaccini e riduzione della popolazione a livello mondiale, e guardacaso tutto questo prima che scoppiasse la psicopandemenza, ecco che le persone si spingono a collegare sempre qualcosa di losco e poco chiaro quando si parla di Bill Gates. E siccome siti on line come Open, di Mentana, Butac, Bufale, facta, Fanpage e molti altri, si sono subito prodigati ed affrettati a smentire qualsiasi sorta di complotto, dietro la presenza di questo simbolo, visto che in passato, per mia diretta esperienza, ogni volta che questi siti smentiscono, vuole dire che tutto il male che si pensa è reale... la mia è solo un'opinione, qui la espongo e la condivido, poi voi ragionate con le vostre teste e traete le dovute considerazioni.

Secondo quanto diffuso nell’ultimo periodo sui social, sembra che dietro questo logo si nascondano dei prodotti a cui è stato aggiunto un vaccino mRNA, per altri un pesticida, l'Atrazina, responabile di gravi conseguenze sugli organi di riproduzione. Questo logo sarebbe stato appunto sfruttato da Bill Gates per vaccinare inconsapevolmente coloro i quali assumono questi alimenti. L’invito da parte dei social è stato appunto quello di evitare l’acquisto di tali prodotti e ovviamente diffidarne. Chi prevede, come suol dirsi, provvede!

Posso affermare senza essere smentito che che, in primo luogo, la ranocchia si riferisce al logo della “Rainforest Alliance”. Bill Gates, ha fatto delle donazioni verso questa fondazione, anche se la sua ultima donazione risale al 2007 (fino agli ultimi dati del 2022).

Logo della rana “Rainforest Alliance”, in definitiva che cos’è? Si tratta del logo creato dalla “Rainforest Alliance”, un’organizzazione senza scopo di lucro, che vive appunto di donazioni (qui sta il problema) nata nel 1986, che si impegna nella salvaguardia delle foreste e dei prodotti delle foreste. Riguarda pertanto tutti gli alimenti tropicali che provengono da circa 80 paesi, nello specifico dall’Asia, dall’Africa dell’est, occidentale e centrale, dal Messico, dal centro sud America.

La certificazione con il logo della rana, indicherebbe che un alimento è realizzato con ingredienti che rispettano tre criteri, la sostenibilità sociale, economica ed ambientale. Come ben segnalato sul sito della “Rainforest Alliance”, la fondazione ha l’obiettivo di promuovere la tutela delle foreste, la salute degli alberi e del suolo, di prevenire l’estensione delle aree coltivate a scapito delle foreste.

Non solo, la fondazione prevede programmi di formazione e certificazione per gli agricoltori al fine di sviluppare pratiche di lavoro che permettano di contrastare difficili situazioni climatiche come siccità ed inondazioni. Infine, sono promossi e tutelati i diritti umani delle popolazioni rurali fornendo garanzia contro la violazione dei diritti umani delle popolazioni indigene. Rainforest Alliance contribuisce a creare un mondo in cui le persone e la natura prosperano insieme e in armonia.

Il logo della rana è stato scelto da oltre 30 anni proprio perché, come spiegato dalla “Rainforest Alliance”, le rane sono considerate dei bioindicatori che, se presenti, segnalano la salute dell’ambiente. Tuttavia ricordo anche la teoria della rana bollita, sotto il cui deretano viene acceso un fuoco, che scalda lentamente l'acqua dove la rana è immersa, che senza rendersene conto viene "cotta" a puntino lentamente, in maniera indolore, ma letale! A voi le solite deduzioni.

Il sigillo, quando trovato su un prodotto, indicherebbe così che almeno il 90 per cento degli ingredienti contenuti rispetterebbe i tre pilastri di sostenibilità promossi dalla fondazione. Per questo logo anche il WWf ne raccomanda la presenza, poiché un prodotto che presenta sulla confezione il logo della rana soddisfa standard elevati da un punto di vista ecologico e sociale.

Dove si trova il logo della rana “Rainforest Alliance”? Quali aziende hanno il simbolo della rana sui loro prodotti? Il logo è presente nei prodotti che in generale provengono dalle foreste tropicali e parliamo quindi di tè, caffè, cacao, banane e zucchero di canna.

Il sito della fondazione ”Rainforest Alliance” fornisce la lista delle aziende che hanno certificato i loro prodotti. La maggior parte di queste aziende sono estere, ma possiamo trovare diversi noti brand italiani o di aziende che possiamo trovare facilmente nei nostri negozi.

Elenco qui, alcune aziende che hanno aderito alla certificazione e che portano il logo della rana “Rainforest Alliance” sui loro prodotti che comprendono ingredienti di origine tropicale.

  • Lavazza, noto brand italiano del caffè
  • Caffè Gondoliere
  • Bristot sempre per il loro caffè
  • Caffè Musetti, altra realtà diffusa in Italia
  • Caffè Splendid
  • Nespresso, famoso marchio molto diffuso
  • Alpro, azienda nota soprattutto per le bevande vegetali, ha aderito alla certificazione della rana per quanto riguarda il caffè, nuovo prodotto proposto
  • Nestlè, prevede il logo della rana sui prodotti che contengono il cioccolato, come, ad esempio, i Kit Kat, il Nesquik, gli Smarties
  • Algida, per i prodotti con il cioccolato come i gelati Cucciolone, Cornetto e Magnum
  • Lipton, nota azienda del tè
  • Sir Wiston Tea, altro brand molto diffuso di tè inglesi
  • Yogi, nota per le tisane, ma anche per i tè
  • Nestea, sempre per il tè
  • Tè Infrè
  • Chiquita per la famose banane
  • Dole, ha scelto il logo della rana per banane ed ananas
  • La Lidl ha aderito per banane e caffè
  • McDonald’s ha certificato con il logo della rana caffè e tè che distribuisce

 

 

Logo della rana “Rainforce Alliance”, riflessioni finali.

L’argomento è molto dibattuto, ma c’è ancora poca, pochissima chiarezza in merito. È opportuno quindi fare delle riflessioni e trovare un equilibrio tra conoscenza e buon senso.

Quello che emerge dalla lista delle aziende coinvolte è che si tratta di brand molto famosi e molto commerciali. Sinceramente si tratta di aziende i cui prodotti non rientrano tra i miei acquisti abituali, ma solo occasionali, magari in vacanza, quando si è fuori casa e può capitare di prendere in autogrill un tè e vedersi offrire solo il tè Lipton.

Il logo della rana può quindi rappresentare una strategia per questi noti brand di allinearsi con la richiesta del mercato e delle agende economiche di chi ci governa, per essere in linea con i criteri di sostenibilità.

Potrebbe trattarsi di un marchio di facciata, di un sigillo che, certo, garantisce un’adesione a certi standard, ma per il 90 %, cosa che continuerebbe e probabilmente sta continuando a permettere alle aziende la possibilità di proseguire le abituali pratiche di produzione magari con uso di pesticidi e quant’altro.

Il logo della rana non è certo sinonimo di sicurezza alimentare, nemmeno di prodotti salutari, nemmeno di prodotti completamente sostenibili; pensiamo alle banane Chiquita o Dole con il logo, vendute in vaschette di polistirolo ed imballaggi in plastica. Comunque, non si tratta nemmeno di un sigillo che nasconde ingredienti subdoli a danno dell’umanità intera, come certi servizi sui social hanno cercato di diffondere. Cerchiamo di rimanere centrati, consapevoli e teniamo a bada paure ed allarmismi.

Quello che mi sento di suggerire, logo della rana o meno, è di orientarsi verso l’acquisto di alimenti naturali, non industriali e possibilmente biologici. Scegliamo cioccolata, caffè, tè e soprattutto banane ed ananas biologici, sempre garanzia di una maggiore sicurezza. La maggior parte dei prodotti di questi brand certificati non andrebbero inseriti nella quotidianità e nelle abitudini alimentari di persone attente e consapevoli della qualità di ciò che mangiano.

Probabilmente la RainForce Alliance è nata con altri scopi, con intenti più genuini e realmente a vantaggio delle popolazioni locali, dell’ambiente e della qualità delle produzioni, ma ad oggi il logo della rana sembra proprio essere solo un marchio di facciata e di copertura per famosi e potenti aziende... chi vuol capire capisca.

Prova ne è che un’azienda che io ritengo di qualità, che propone prodotti bio e Demeter, fino a qualche mese fa appariva tra le aziende aderenti ed il logo della rana era comparso su alcuni loro prodotti, lasciandomi davvero molto perplesso. Parlo della Vivani, azienda di cioccolato, da sempre impegnata in concrete azioni di sostenibilità e con filiere controllate e garantite. Ad oggi questa azienda non risulta più nell’elenco delle aziende che hanno scelto il logo della rana “Rainforce Alliance”.

Lascio a voi le dovute riflessioni! Usate la testa!

 

 
 
 

MAI COSÌ TANTO FREDDO E NEVE NEGLI ULTIMI 50 ANNI!

Post n°1769 pubblicato il 20 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Ho smesso da tempo di ascoktare le previsioni del tempo, quelle ufficiali dell'istituto di meteorologia dell'aeronautica militare italiana e quelli delle società private attinenti allo studio del meteo. Perchè loro lo sanno, si, sanno degli effetti dleteri sul clima delle soerimentazioni a base di irrorazioni del cielo con sostanze chimiche, le scie chimiche, chemicaltrails, esperimenti militari, che si compiono, che derivano da accordi presi dai nostri presidenti del consiglio (vedi accordo tra Berlusconi e Bush jr. del 2004], ma di cui non si deve sapere nulla, perchè meno la popolazione sa, meglio è per certe èlite finanziarie, perchè così sperano di poterci soggiogare e controllare meglio.

Eppure il freddo c'è, in gran parte dei Paesi del mondo, ed è aumentato rispetto a quello rilevato negli ultimi 50 anni, così come le precipitazioni nevose, nonostante alla radio, in tv (per chi la guarda, ma mi dicono questo sia il messaggio che passa) e sui giornali vogliano farci credere che il pianeta diviene sempre più caldo. MENZOGNE, VILI BUGIE, RACCONATE E DETTE SOLO PER COLORO CHE VOGLIONO CREDERE SIA COSÌ, CHE NON LEGGONO, CHE NON SI DOCUMENTANO SUI TANTI (ANCORA E PER FORTUNA) SITI WEB CHE SI OCCUPANO DI FARE VERA INFORMAZIONE.

Come questo sito qui, https://www.attivitasolare.com/rapporto-sul-freddo-n-5-2024/, che documenta con tanti articoli come il freddo si sia intensificato in questi anni, ed anzi, alcuni siti web tedeschi si azzardano a prevedere una mini era glciale da qui al 2030. Credo che più di così non si possa volere, scienziati e meteorologi che parlano con dati alla mano, per dirci che il surriscaldamento del pianeta è jna balla grossa come una casa, raccontata solo per spaventare, intimorire e mantenere nele terrore il genere umano. Perchè la paura, lo sappiamo, o almeno dovremmo, sapere tutti annebbia la mente, l'animo e la fiducia degli esseri viventi. E allora cercate voi e scegliete voi, dopo avere scaoltato le due campane, chi merita la vostra fiducia, perchè si propone il compito di raccontare la verità, quella verità che anche nostro Signore Dio ha sempre proposto e ha sempre invitato a cercare e perseguire. Perchè chi propugna e semina verità, avrà in premio la vita eterna e riceverà questo mondo in eredità. Vi sembra poco?

 

 
 
 

INVERNO 2024: IL PIÙ FREDDO E NEVOSO DEGLI ULTIMI 50 ANNI!

Post n°1768 pubblicato il 20 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Recentemente, mentre soprattutto in alcune mie rubriche esaminiamo l’effetto di vari indici climatici, ci imbattiamo in notizie che prevedono con certezza un periodo glaciale. In effetti, considerando gli inverni degli ultimi anni, qualsiasi incursione di aria fredda sembra assumere un’importanza maggiore del reale, e meritare l’appellativo di glaciale, visto che dal 2018 non abbiamo più sperimentato eventi particolarmente rigidi.

L’Italia, con la sua ricca storia climatica, ha sperimentato trasformazioni significative nelle sue condizioni meteorologiche nel corso degli anni. Una delle epoche più notevoli per le condizioni invernali è stata l’inizio del XX secolo, caratterizzato da inverni particolarmente rigidi e nevosi. Questo articolo esplora l’evoluzione degli inverni in Italia, con un focus particolare sul memorabile inverno del 1985, il più recente ad aver avuto, con intensità maggiore al 2012, un’ondata di freddo diffusa e forti nevicate. Nel 2012, però, l’evento meteo fu rilevante, ma le maggiori nevicate più limitate. Il nostro obiettivo è confrontare il meteo del passato con quello attuale, offrendo anche proiezioni meteo climatiche per il futuro.

Per comprendere meglio le previsioni future, è fondamentale avere una conoscenza approfondita del nostro clima e delle sue fluttuazioni. La “normalità climatica” serve come base di partenza per queste analisi. Questo concetto descrive le condizioni meteorologiche medie in un’area geografica specifica, considerando un lungo periodo, generalmente decenni. Elementi come temperatura, umidità, pressione atmosferica, vento, pioggia e altri fenomeni meteorologici sono inclusi in queste considerazioni. Fattori come latitudine, altitudine, prossimità agli oceani o ai mari e le correnti atmosferiche e marine influenzano questi elementi. I cambiamenti climatici, causati da fattori naturali o dall’attività umana, possono alterare significativamente queste condizioni a lungo termine.

Gli indici di comportamento del clima: le teleconnessioni

Gli indici di comportamento del clima, noti anche come teleconnessioni, sono una serie di modelli e metriche utilizzati per descrivere e prevedere le interazioni a lunga distanza tra diverse parti del sistema climatico della Terra. Questi indici sono fondamentali per comprendere come variazioni climatiche in una regione possano influenzare il clima in altre aree, anche molto distanti. Ecco una descrizione dettagliata di alcuni degli indici di teleconnessione più noti:

  • Oscillazione Artica (AO) – Questo indice misura le variazioni della pressione atmosferica a livelli elevati sopra il Polo Nord. Una AO positiva indica una maggiore pressione atmosferica nelle latitudini medie e una pressione inferiore nell’Artico, portando a inverni più miti in Europa e Nord America. Invece, una AO negativa può portare a inverni più freddi in queste regioni.
  • El Niño-Southern Oscillation (ENSO) – ENSO è un fenomeno climatico che si verifica nell’Oceano Pacifico equatoriale e ha due fasi principali: El Niño e La Niña. El Niño è caratterizzato da temperature superficiali del mare più calde del normale nell’Oceano Pacifico equatoriale, mentre La Niña è caratterizzata da temperature più fredde. Queste variazioni influenzano in modo significativo il clima in molte parti del mondo, includendo modifiche nei modelli di precipitazione e temperatura.
  • Oscillazione Decadale del Pacifico (PDO) – La PDO è simile a ENSO in termini di cambiamenti nella temperatura dell’acqua nell’Oceano Pacifico, ma si verifica su scale temporali più lunghe (decennali). Ha impatti significativi sul clima del Nord America e su altri aspetti del sistema climatico globale.
  • Oscillazione Nord Atlantica (NAO) – La NAO è un indicatore di variazioni climatiche nell’Atlantico settentrionale. È determinata dalle differenze di pressione atmosferica tra l’Islanda e l’Azorre. Una NAO positiva porta generalmente a inverni più miti in Europa e Nord America e più freddi e secchi nell’Artico e nelle regioni mediterranee.
  • Oscillazione Multidecadale Atlantica (AMO) – L’AMO si riferisce a cambiamenti a lungo termine nelle temperature superficiali dell’Oceano Atlantico. Ha cicli di circa 20-40 anni e può influenzare i modelli meteorologici, compresa l’attività degli uragani e i periodi di siccità o piogge abbondanti in diverse parti del mondo.

Questi indici sono utili per i meteorologi e i climatologi per prevedere tendenze climatiche a lungo termine e capire meglio come le varie parti del sistema climatico terrestre sono connesse tra loro. Le teleconnessioni sono un esempio di come i cambiamenti in un’ampia regione del globo possano avere effetti cascata in altre aree, a volte in modi sorprendenti e imprevedibili. Le teleconnessioni non sono finalizzate a fare previsioni meteo giornaliere, e nemmeno, per meglio intenderci, a prevedere eventi atmosferici in Italia come un’ondata di freddo. Ma hanno un ampio impatto, e le conseguenze su scala locale sono note su periodi più brevi, anche se sono di notevole utilità per conoscere le varie probabilità di eventi meteo estremi.

L’Evoluzione del Clima Invernale in Italia

L’Inizio del XX Secolo: Inverni Tradizionalmente Più Rigidi

All’inizio del 1900, l’Italia ha sperimentato inverni severi. Città come Palermo registravano nevicate quasi ogni anno. Anche se raramente c’era un accumulo significativo, la neve era abbastanza comune da essere un fenomeno notevole. Possiamo anche annoverare le formazioni di una banchisa di ghiaccio sui maggiori fiumi dell’Italia del Centro Nord, dal fiume Po all’Adige, al fiume Arno. Il congelamento anche di parte della Laguna Veneta.

Il Cambiamento Climatico: Riduzione delle Nevicate

Con il tempo, il cambiamento climatico ha ridotto la frequenza delle nevicate in molte aree italiane. Oggi, città come Genova o Firenze vedono nevicate solo occasionalmente. Anche nelle città padane, le nevicate sono diventate meno frequenti, e negli ultimi anni la neve in Valle Padana è quasi scomparsa.

L’Inverno del 1984/1985

Il gennaio del 1985 è ricordato per il suo freddo intenso e le abbondanti nevicate. Gennaio di quell’anno è stato il mese più freddo in Italia negli ultimi cinquant’anni e forse più. La pianura bolognese e la Val d’Arno in Toscana hanno registrato temperature estreme, tra i -25 ed i -30 gradi, causando una paralisi quasi totale in mezza Italia a causa del freddo e delle nevicate prolungate.

Periodo Precedente: Dicembre 1984

Dal 1° al 15 dicembre 1984, un’alta pressione ha dominato buona parte dell’Europa, portando condizioni meteorologiche stabili. La depressione d’Islanda era confinata nell’Oceano Atlantico, ma non preludeva a un’ondata di gelo storica.

L’Anticiclone Russo e le Sue Conseguenze

Nel dicembre 1984, l’anticiclone russo influenzava la pianura della Russia europea, registrando massimi di gelo verso il Mar Caspio. La Scandinavia rimase sotto l’influenza di correnti atlantiche umide e tiepide, che portarono nevicate solo sui rilievi.

Le Interferenze Mediterranee com il Buran

A dicembre 1984, una depressione mediterranea causò una crisi nella stabilità atmosferica, in particolare il 4 dicembre. Si ebbe maltempo, mentre l’aria fredda si accumulava a est dell’Europa, preparando il terreno per lo sconvolgimento di gennaio 1985.

Oggi, i modelli matematici di previsione indicano un potenziale Stratwarming entro fine novembre, che potrebbe destabilizzare il Vortice Polare. Questo non implica necessariamente nevicate in Italia, ma sottolinea la possibilità di eventi atmosferici insoliti.

In conclusione, la prima metà di dicembre 1984 ha visto un regime di alta pressione prevalere sull’Italia e gran parte dell’Europa. Tuttavia, la vera ondata di gelo è arrivata più avanti nel mese, segnando l’inizio di un periodo poi più freddo anche in Italia soprattutto in gennaio, quando l’interazione tra aria gelida e umida causarono nevicate di intensità e frequenza storica.

Questo confronto con il 1984 è cruciale per comprendere meglio il clima futuro, poiché la meteorologia tradizionale e la scienza moderna spesso utilizzano il passato per illustrare le prospettive future. Questo approccio non si limita a previsioni meteorologiche a breve termine ma considera un arco temporale più ampio, essenziale per comprendere le dinamiche climatiche a lungo termine.

Inverno 2023/2024

Al momento non esistono evidenze che confermino un inverno meteorologico particolarmente freddo, il cui inizio è previsto per il 1° dicembre. Secondo le attuali previsioni, i primi 15 giorni di dicembre potrebbero registrare in Europa periodi più freddi della media, con un’estesa copertura nevosa. Tuttavia, si prevede che la situazione possa cambiare successivamente. Le aree dell’Occidente Siberiano, attualmente caratterizzate da temperature relativamente miti, potrebbero sperimentare un freddo estremo, mentre l’Europa potrebbe affrontare condizioni meteorologiche oceaniche con un incremento delle temperature. In alternativa, potrebbe stabilizzarsi un regime di Alta Pressione. Da tenere in considerazione è anche un probabile notevole riscaldamento della Stratosfera a dicembre, un evento che potrebbe influenzare significativamente il Vortice Polare. Questo scenario, nei giorni successivi al Natale, potrebbe portare a condizioni di freddo intenso e abbondanti nevicate, in un periodo che tipicamente registra alcune delle temperature più basse dell’anno.

Insomma, gli scenari evolutivi meteo climatici sono ampiamente aperti, ora più che mai rispetto agli ultimi anni.

FONTE:

https://www.meteogiornale.it/2023/11/meteo-la-piu-grande-ondata-di-freddo-degli-ultimi-50-anni-2/

 
 
 

DELIRIO GREEN DIGITALE INCESSANTE!

Post n°1767 pubblicato il 18 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

MORIRE PER L’AUTO ELETTRICA.

Forse qualcuno ha in mente questo, sfoltiremla popolazione momdiale, come se si fosse arrogato il potere divino di decidere delle sorti dell'Universo e quello che contiene. È la strada questa che porta alla perdizione ed alla dannazione eterna, così inizio la storia di Lucifero, poi divenuto Satana, il desiderio di sostituirsi a Dio e mettersi sopra di Lui.
Sapevate, ad esempio, che le nostre vite quotidiane sono alimentate da una catastrofe umana e ambientale in Congo solo per il voler imporci l'auto elettrica? 

C'è una equazione di moda da alcuni anni a questa parte, e cioè che tutto quello che è legato ai combustibili fossili è brutto, cattivo e reazionario e va eliminato, mentre tutto ciò che riguarda il futuro energetico “pulito” e sostenibile e il mondo e una società digitale è bello, buono e democratico. 

Di qui l’inesausta, incessante e martellante campagna psicologica nell'intento di convincere l'intero genere umano che sostituire le automobili tradizionali con quelle elettriche, digitalizzare tutto il digitalizzabile è la via unica da percorrere. Una campagna condotta a 360 gradi che coinvolge soprattutto i mezzi di informazione, diciamo ciò che resta di essi, in un mondo dove l’intrattenimento, il cazzeggio e il chiacchiericcio social ha quasi del tutto sostituito l’informazione di giornali e televisioni.

Mi auguro che nei nuovi media possa trovar spazio anche la riflessione su un libro come “Rosso cobalto”, del ricercatore della British Academy e dell’Università di Nottingham Siddharth Kara, di recente pubblicato in Italia dalla piccola casa editrice People.

L’autore ha condotto ricerche in alcune zone della Repubblica democratica del Congo dove esistono i più grandi giacimenti di cobalto al mondo, un minerale essenziale per realizzare le batterie ricaricabili a ioni di litio che servono per far funzionare smartphone, tablet, computer portatili e auto elettriche.
Quindi un componente indispensabile per l’industria del futuro, almeno quella occidentale e della Cina, che è al momento il maggior produttore di batterie. Perché il sistema funzioni, tuttavia, è fondamentale che il cobalto e gli altri minerali siano disponibili a buon mercato. E il 75% del cobalto utilizzato nel mondo viene dal Congo.

Siddharth Kara spiega com’è la situazione attuale: «Studio da vent’anni il tema della schiavitù e del lavoro minorile in Africa e non ho mai visto un’azione predatoria per profitto estrema come quella di cui sono stato testimone al fondo della catena estrattiva del cobalto. Coloro che estraggono il minerale vivono ai margini della vita umana in un ambiente trattato dalle compagnie minerarie come una discarica di rifiuti tossici. Milioni di alberi abbattuti, dozzine di villaggi rasi al suolo, fiumi e aria inquinati, terra coltivabile distrutta. Le nostre vite quotidiane sono alimentate da una catastrofe umana e ambientale in Congo».

Denunciati i giganti della tecnologia per sfruttamento minorile nelle miniere di cobalto in Congo
Un fenomeno che le multinazionali occidentali e cinesi hanno tutto interesse a nascondere e le autorità congolesi e la Gécamines, società pubblica di estrazione mineraria, hanno sistematicamente insabbiato. «Chiunque tenti di rivelare questa realtà viene controllato», scrive Kara. «L’esercito e le altre forze di sicurezza sono onnipresenti nelle aree estrattive e chi è percepito come un piantagrane può finire arrestato, torturato o peggio». Niente giornalisti a ficcare il naso, quindi, e tanto meno sindacalisti a tutelare i lavoratori delle gigantesche miniere africane.

Sfruttamento del avoro minorile nelle miniere di cobato in Congo
«I minatori e le loro famiglie si ammalano spesso a causa degli alti livelli di cobalto e metalli pesanti nelle urine e nel sangue, polvere di cobalto nei polmoni. In alcune zone la polvere gialla di acido solforico è così pervasiva che finisce per incrostare i loro corpi e le case», ha scritto il Los Angeles Times recensendo il libro di Siddarth Kara. «E i salari sono così bassi, un dollaro o due al giorno, che lasciano i minatori in condizioni vicine alla schiavitù».

Negli Stati Uniti “Rosso cobalto” è diventato un best-seller e ne hanno parlato le più autorevoli testate giornalistiche, dal New York Times a Publisher’s Weekly, oltre alle principali pubblicazioni delle università. In Italia, curiosamente, i grandi gruppi editoriali l’hanno ignorato ed è stato pubblicato da un editore, sia pur lodevole, molto piccolo. Forse da noi è proibito disturbare il manovratore (di auto elettriche).



Articolo originale 
https://www.inchiostronero.it/morire-per-lauto-elettrica/

 

 
 
 

UE ED OGM: BRUTTA FIGURA DEI PARLAMENTARI ITALIANI!

Post n°1766 pubblicato il 10 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 
Tag: #ogm

Nuovi OGM liberi: l’Europarlamento approva con l’appoggio decisivo dell’Italia

 

8 FEBBRAIO 2024 

Il Parlamento Europeo ha ufficialmente adottato il suo mandato per i negoziati con gli Stati Membri sulla proposta di deregolamentazione dei cosiddetti nuovi OGM. I voti favorevoli sono stati 307, 263 i contrari e 41 le astensioni. Decisivo il voto degli europarlamentari italiani, con i deputati conservatori di maggioranza nettamente schierati a favore della misura. Spaccato a metà invece il fronte dei Socialisti e democratici e, quindi, la delegazione del Partito Democratico. Gli unici compatti e contrari, i deputati del Movimento 5 Stelle che hanno seguito anche questa volta la linea dei Verdi. La palla passa quindi ora agli Stati Membri, i cui Ministri dell’Agricoltura non hanno ancora però una posizione comune sulla questione. Allo stato attuale, tutte le piante ottenute con le nuove tecniche genomiche (NGT) sono soggette alle stesse regole degli organismi geneticamente modificati convenzionali, ma lo scopo di questo iter legislativo è quello di facilitare l’approvazione per almeno una parte dei prodotti ottenuti con tali tecniche.

Pronta la critica delle associazioni ambientaliste, secondo le quali il Parlamento Europeo “ha approvato una proposta legislativa che consente alle multinazionali di commercializzare nuovi OGM senza alcun tipo di controllo di sicurezza per gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente e che elimina dalla responsabilità le aziende che vendono nuovi OGM e gli agricoltori che li coltivano in caso di danni”. Per il momento, Strasburgo ha adottato il mandato negoziale mantenendo la proposta avanzata dalla Commissione europea. In particolare, il tentativo è quello di creare due nuove categorie di colture geneticamente modificate: NGT1, da considerare equivalente alle normali varietà colturali e quindi di fatto deregolamentata, e NGT2 che verrebbe invece assimilata agli OGM convenzionali e come tali rigorosamente valutata e monitorata prima e duramente l’approvazione. Sul come distinguerle, l’esecutivo UE ha proposto che una pianta NGT può essere considerata equivalente a quelle non modificate “quando differisce dalla pianta madre per non più di 20 modifiche genetiche“. Un passaggio che l’Eurocamera punta però a rivedere. Anziché parlare di modifiche complessive, il limite andrebbe a non più di tre modificazioni genetiche per ogni sequenza del DNA vegetale, mentre andrebbero escluse tutte quelle piante con alterazioni che avrebbero un effetto analogo a quello dell’editing genomico convenzionale, la transgenesi.

ll principio secondo cui si punta a cambiare le regole è legato al fatto che i nuovi OGM, a differenza di quelli di prima generazione, sono prodotti mediante una biotecnologia che non prevede l’effettivo inserimento di geni estranei. Una indubbia conquista della scienza che, a detta dei legislatori europei, potrebbe contribuire alla sostenibilità delle produzioni alimentari, aumentando la resilienza delle colture ai cambiamenti climatici e riducendo l’uso dei pesticidi. Tuttavia, il dibattito sulla loro effettiva sicurezza, specie in termini di impatto sociale e sulla biodiversità, è ancora vivo a livello scientifico. La diffusione di colture geneticamente modificate, poiché intimamente legate a impattanti pratiche agricole industriali, appare ad esempio in netto contrasto con la salvaguardia di un’agricoltura tradizionale a carattere estensivo. L’imposizione commerciale, e il sostegno politico, di varietà transgeniche minaccia quindi direttamente le pratiche agricole locali di sussistenza, nonché la diversità biologica ad esse legata. Senza contare che le sementi ottenute con tali biotecnologie sarebbero perlopiù sotto il dominio di grandi aziende del settore – come Bayer, BASF, Syngenta e Corteva – le quali hanno non a caso già presentato ben 139 richieste di brevetto. Il rischio è quindi che il mercato si concentri sempre più a favore di una manciata di multinazionali che promuovono un agricoltura aggressiva e tutt’altro che rispettosa dell’ambiente.

In tutto ciò, il governo Meloni ha già scelto da che parte stare. Oltre ai voti nelle sedi comunitarie, a giugno, la maggioranza di destra ha ad esempio dato il via libera alla sperimentazione in campo di organismi derivanti dalle tecnologie di evoluzione assistita. Una novità per l’Italia che, aderendo sempre strettamente al principio di precauzione, ha per decenni vietato sul proprio territorio sia la coltivazione che la sperimentazione di organismi geneticamente modificati. Una posizione controversa che, tra l’altro, contrasta con la tanto decantata tutela delle eccellenze agroalimentari del Made in Italy, compreso il sempre più sviluppato settore del biologico italiano. Se non altro – come ha sottolineato la Coalizione Italia libera da OGM – sono stati mantenuti degli obblighi di tracciabilità ed etichettatura, proprio alla luce della potenziale contaminazione genetica dell’agricoltura biologica, degli effetti negativi delle possibili mutazioni fuori bersaglio e della contrarietà dei cittadini verso il cibo geneticamente modificato.

 
 
 

GLI AGRICOLTORI IN PROTESTA A SANREMO? È LA BURLA DEL DEEP STATE, I VERI AGRICOLTORI VANNO A BRUXELLES!

Post n°1765 pubblicato il 07 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Avete letto certamente che la protesta degli agricoltori è giunta anche a Sanremo... bene, i veri agricoltori in protesta non sono quelli che vanno a Sanremo, sono quelli che sono andati a Bruxelles, dove i politici che vogliono il bene dei cittadini europei, si come no, li nanno accolti con il filo spinato, gli idranti, i lacrimogeni e le forze di polizia schierate! 

Perchè le èlite sono furbe, quello che non possono eliminare, si eliminare perchè quello era, è e resta il loro piano, sfoltire, depopolare il pianeta, dicevo quello che non posso eliminare, lo comprano, lo corrompono, anzi in questo caso lo inventano, si perchè gli agricoltori a Sanremo non sono neppure veri agricoltori, sono gente pagata, comparse, gente presa e pagata per andare a Sanremo a recitare una parte.

Esattamente come gli attori durante la psicopandemenza, quelli, per lo più personaggi importanti, ma non solo, che sono andati in TV o sui giornali dicendo: "Io non ho avuto bisogno di fare il siero, perchè ho fatto gli anticorpi naturali perchè ho preso il Co**d!

Così hanno certificato che il vi**s esiste, danno in der posto al popolo perchè lo mantenevano nel terrore e giustificavano tutte le misure e le decisioni prese, lockdown e distanziamemto sociale annessi.

Adesso vedrete alle elezioni europee di giugno quanti si presenteranno del finto dissenso, per domandarci il voto per farsi eleggere e poter cambiare le cose da dentro... ah, ah, ah... che ridere... intanto loro si beccheranno i ventimila euro al mese, poi alla fine pure il vitalizio. Poi alla fine vi diranno: "Io non volevo l'Europa? Ma no, vi siete sbagliati", e ve lo metteranno in der posto. Perchè? Perchè ci sono tanti fessi in giro, e come diceva Wanna Marchi testuali parole: " I coglioni vanno incu**ti!"

 

 
 
 

TRIESTE, MARE CHE GHIACCIA!

Post n°1764 pubblicato il 07 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr

Il mare ghiaccia al largo di Miramare: la natura continua a stupire.

Lo spettacolo ripreso dai ricercatori della Riserva marina di Miramare e dell'Ogs. Il fenomeno, come dichiarato dal biologo Franzosini, non è dovuto a temperature eccezionalmente basse ma al mare calmo e a una notte limpida che ha permesso al calore di disperdersi nell'atmosfera.

 

 

TRIESTE - Una distesa di microlastre di ghiaccio, ognuna larga come il palmo di una mano o poco più, per diverse decine di metri: ecco l’insolito spettacolo che hanno potuto ammirare questa mattina i ricercatori della Riserva Marina Protetta di Miramare e dell’Ogs, impegnati in un’operazione di monitoraggio nelle acque del golfo di Trieste.

Fenomeno raro

Questa presenza di ghiaccio è fenomeno non usuale, come spiega il biologo della riserva di Miramare Carlo Franzosini: “ una combinazione abbastanza unica di calma totale di mare e notte limpida, che disperde il calore in atmosfera. La temperatura, invece, era nella norma. Non era raro, in passato, che nel golfo di Trieste si verificassero gelate, ma di solito accade in ambiti confinati come darsene, sacchetta, laguna di Marano dove è un fenomeno abituale. In questo caso eravamo in mare aperto, un chilometro al largo partendo dalla torre del Castello, nella zona di rada delle petroliere”.

La crisi climatica

Contrariamente a quanto potrebbe apparire, quindi, il fenomeno è collegabile a una serie di fattori concomitanti, non a una temperatura eccezionalmente bassa. Rimane invece la realtà del surriscaldamento globale, confermata anche da campionamenti come quello effettuato stamattina. Si tratta, in particolare, di un lavoro di routine in collaborazione tra Miramare e Ogs per monitoraggi dei parametri chimico fisici e biologici del Golfo di Trieste nell’area dirimpetto alla Riserva Marina. Questa collaborazione pluriennale (dal 1973) è volta a realizzare una delle serie storiche più lunghe di dati raccolti su una stazione del Mediterraneo. Il monitoraggio permette anche di raccogliere dati sulla temperatura che, come dichiarato dal biologo “sono quelli che più ci preoccupano”.

 
 
 

DURE ACCUSE A ZUCKERBERG!

Post n°1763 pubblicato il 07 Febbraio 2024 da scricciolo68lbr
 

Avete le mani sporche di sangue. Queste le accuse di qualche giorno fa durante l'udienza al Senato che ha messo sotto torchio i social più importanti per il mancato controllo degli abusi che avvengono nei loro luoghi virtuali, in particolar modo a danno dei minori. «Mi dispiace per tutto quello che avete passato. Nessuno dovrebbe subire le cose che hanno sofferto le vostre famiglie». Così, Mark Zuckerberg si è scusato con i parenti delle giovani vittime di bullismo e abusi online. Scuse a dir poco tardive, specie considerando quante volte Zuckerberg è dovuto correre ai ripari negli scorsi anni. Nel 2007 scoppiò il caso Beacon, che faceva parte del sistema pubblicitario del social network. Lo strumento permetteva il tracciamento delle attività degli utenti su altri siti. Facebook subì una class action per la violazione della privacy e Zuck si scusò per la prima volta pubblicamente. Nel 2011 fu la Federal trade commission (l’agenzia governativa che tutela i consumatori americani) a lanciare l’allarme: senza preavviso o notifica successiva, i dati privati degli utenti erano stati resi pubblici (e condivisi con gli inserzionisti). Nel 2018 lo scandalo Cambridge Analytica. E poi tanta censura e troppa mancata regolamentazione sulla diffusione di materiale pedopornografico e sul cyberbullismo.
Ieri è stato il 20esimo anniversario della nascita di Facebook, vi propongo due articoli, uno del 2021, di Whitney Webb che ne esamina le origini militari (lo trovate a questo link https://rossellafidanza.substack.com/p/le-origini-militari-di-facebook ).
Secondo voi, Facebook ha portato qualcosa di buono?
Altro articolo su origine militare:
https://rossellafidanza.substack.com/p/le-origini-militari-di-facebook

 
 
 

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     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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