Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 25/07/2023

L’ONU VIETA LE TECNICHE DI GEOINGEGNERIA!

Post n°1555 pubblicato il 25 Luglio 2023 da scricciolo68lbr
 

CONVENZIONE ONU "ENMOD"
(ratificata dall'Italia con la legge  n. 962 del 1980) 

<<Presidente della Repubblica è 
autorizzato a ratificare la convenzione 
sul divieto dell'uso di tecniche di 
modifica dell'ambiente a fini militari 
o ad ogni altro scopo ostile, con 
allegato, adottata a New York il 
10 dicembre 1976 e aperta alla firma 
a Ginevra il 18 maggio 1977.>>


Link della Gazzetta Ufficiale
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1981/01/19/080U0962/sg#:~:text=1.,Ginevra%20il%2018%20maggio%201977


SEGRETO MILITARE ALLA GEOINGEGNERIA? 
SECONDO CORTE COSTITUZIONALE QUESTO NON SAREBBE GIUSTIFICATO
  (SENTENZA N. 86 24/5/1977

La CORTE COSTITUZIONALE con la sentenza del 24 maggio 1977 num. 86 ha sancito che:
«Il segreto può trovare legittimazione solo ove si tratti di agire per la salvaguardia di supremi, imprescindibili interessi dello Stato, quali:
- l’indipendenza nazionale, 
- l’unità e indivisibilità dello Stato, 
- la democraticità dell’ordinamento. 
La CORTE altresì, dichiara che MAI il segreto potrebbe essere utilizzato per 
impedire l’accertamento di fatti eversivi dell’ordine costituzionale».

Link originale 
https://giurcost.org/decisioni/1977/0086s-77.html#:~:text=Considera%20al%20riguardo%20la%20Corte,del%20quale%20%C3%A9%20la%20giurisdizione

Link PDF (da stampare):
https://acrobat.adobe.com/link/review?uri=urn:aaid:scds:US:a6c55689-cd9c-38c0-9e19-020e75ac603d

L'ATTIVITÀ DI "GEOINGEGNERIA SOLARE" NON RIENTRA NEI TRE CASI PRONUNCIATI DALL'ALTA CORTE

Link per unirti al canale:
"Osservatorio nazionale della geoingegneria" 
https://t.me/OsservatorioGeoingegneria

 
 
 

GESÚ POSE L’INTERROGATIVO MOLTO TEMPO FA: AL SUO RITORNO TROVERÀ ANCORA LA FEDE TRA GLI ESSERI UMANI?

Post n°1554 pubblicato il 25 Luglio 2023 da scricciolo68lbr
 

«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»
.
Il Vangelo della domenica

.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.

Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».

E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

 

Paragonare Dio a un giudice ingiusto rappresenta la massima espressione della "libertà" con la quale Gesù parla del Padre suo. Ricorre a questa similitudine proprio perchè questa l’accusa che, in modo sprezzante o in modo accorato, l’uomo rivolge a Dio: “Lo stolto pensa: “Dio dimentica, nasconde il volto, non vede più nulla”. Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano, non dimenticare i poveri. Perché il malvagio disprezza Dio e pensa: “Non ne chiederai conto”?” (Salmo 10).

Certo, a tutti piacerebbe un “dio a gettone”, siamo stati tentati tutti da questa aspettativa, una specie di genio della lampada, pronto ad esaudire tutti i nostri desideri: ma questo diventerebbe solo un "supporto dell’orgoglio dell’uomo", della sua presunzione di tutto dominare e tutto sottomettere ai propri desideri.

In quello che noi consideriamo "ritardo o dimenticanza" nell’esaudirci, c’è in realtà una pedagogia divina, che si esprime nella domanda finale di Gesù: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. È una domanda inquietante, che però ci orienta alla vera natura della fede, che non è né la pura adesione intellettuale a verità non evidenti, né semplicemente fiducia.

La fede è un "movimento totale", con il quale l’essere umano si consegna al Dio dell’alleanza affermando, anche contro ogni evidenza, che Egli è fedele e mantiene le sue promesse. Abramo ne è il prototipo: non per nulla egli è chiamato “Padre dei credenti”. Leggendo “Timore e tremore” di Kierkegaard, ci si rende conto che la fede è appunto il “movimento” con il quale l’essere umano sta responsabilmente davanti a Dio e che proprio l’enormità della prova rende l’uomo interlocutore alla pari: “Dio li ha provati come l’oro nel crogiolo e li ha trovati degni di sé” (Sapienza 3,5-6).

Auschwitz è stato, per il popolo d’Israele, la replica del monte Moria, sul quale Abramo è stato richiesto di sacrificare il figlio: sappiamo che molti, lì, hanno perduto la fede. Come condannarli? Ma come non ammirare coloro che la fede l’hanno conservata e purificata?

È importante, però, prepararsi alla prova. Soprattutto bisogna riconoscere il carattere conflittuale della storia, non illudersi sulle “magnifiche sorti e progressive”, non mettere in circolazione droghe spirituali, che fanno dimenticare all’essere umano la propria dignità. E neppure ci si deve illudere sulla “razionalità” della storia: Hegel ha trovato la sua smentita a Verdun, sul Carso, ad Auschwitz e a Hiroshima, ma anche a Srebrenica e nelle foreste del Congo. In Iraq e in Siria.

Se la storia dev’essere correttamente interpretata, allora non basta la sociologia, ma ci si deve far carico del “mistero d’iniquità” che è all’opera nel mondo (2 Tessalonicesi 2,7): nello stesso tempo, Gesù non è più il mite predicatore di buoni ma improbabili comportamenti, ma comprendiamo che per questo mondo è necessario che il sangue di Dio venga versato per l’uomo, e paradossalmente ha ragione Nietzsche, quando dice che: " È necessario che Dio muoia perché l’uomo viva". 

La preghiera diviene allora lo strumento decisivo della resistenza. Chi prega non cede al cinismo rassegnato di chi pensa che le cose andranno come sono sempre andate, cioè male; ma neanche è tentato da fughe volontaristiche, da tenzoni, nelle quali vanno usate le armi dell’avversario, se questo è il prezzo per difendere il campo dei giusti.

La preghiera riporta all’oggi, al dovere quotidiano compiuto nella fedeltà, ma anche nella speranza, nella certezza che “il Signore veglia sul cammino dei giusti”, che “le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”, che il Drago dell’Apocalisse viene vinto dai figli della Donna “grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita fino a morire” (Apoc 12,11).

 

 
 
 

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     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

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Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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