Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

 

« Codice rossoTestimonianza »

Le relazioni

In un tempo come il nostro dove le relazioni rischiano di essere sostituite dalle connessioni, si fa forte il bisogno di ritornare a quella dimensione così costitutiva dell’uomo che è proprio la sua relazionalità.

Lo aveva già intuito Aristotele quando per trovare la caratteristica più significativa dell’uomo usava il termine greco politikon. Effettivamente che cosa siamo noi se non “esseri relazionali”?

È infatti nelle relazioni che comprendiamo anche il nostro esistere. Il dolore, la gioia, l’amore, la fiducia, sono esperienze possibili solo rispetto a delle relazioni significative.

Quando si ammalano le nostre relazioni si ammala la vita stessa. E molto spesso ci capita di dover fare i conti con i sintomi di una vita malata (depressione, tristezza, ansia, attacchi di panico) e non accorgerci che l’unica via d’uscita non è medicare questi sintomi, ma guarire la nostre relazioni.

È l’amicizia la parola chiave di ciò che fa un uomo davvero un uomo. Non a caso Gesù nel Vangelo di Giovanni dice chiaramente che la grande rivoluzione che è venuto a portare non riguarda più la Legge fatta di precetti, né tanto meno la preghiera fatta di sacrifici, ma il rapporto stesso con Dio: ‹‹Non vi chiamo più servi ma amici›› (cfr. Gv 15,15). L’amicizia diventa così il grande alfabeto del Vangelo.

Ma in una società che riduce l’uomo a individuo, a solitudine ripiegata su sé stessa, c’è ancora spazio per l’uomo-persona, l’uomo-relazione?

Credo che sia questa la grande intuizione che c’è nell’ultimo testo dell’arcivescovo Francesco Gioia, L’amicizia, terapia della solitudine (Città Nuova, 2019). ‹‹L’amicizia è l’unica terapia e l’unico antidoto contro la solitudine››: così si apre questo piccolo e intenso testo, che oserei dire essere un distillato di saggezza, bellezza e umanità. Non è la prima volta che Francesco Gioia ci regala riflessioni simili, il cardinal Gianfranco Ravasi lo aveva già definito nella prefazione a un altro suo testo, Nati per la gioia (Ancora, 2005), il teologo dei sentimenti. Ed è proprio questo che ha mostrato di essere ancora una volta in questo libro sull’amicizia.

Con una pazienza certosina ha messo insieme innumerevoli citazioni di grandi scrittori, teologi, filosofi, poeti, artisti, disponendoli in un grande discorso che è paragonabile a un fiume di luce. È la luce della bellezza di chi ha già trovato le parole giuste per parlare dell’amicizia e che colpiscono il lettore nelle pieghe più nascoste del suo animo e della sua esistenza. Non si esce indenni da questa lettura senza avvertire in fondo all’animo la netta sensazione che ognuna di queste pagine in realtà ci ha prestato le parole per dire bene ciò che noi non riusciamo mai a dire fino in fondo.

Se l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 2011 ha sentito l’esigenza di istituire ogni 30 luglio la Giornata mondiale dell’amicizia, forse lo avrà fatto come antidoto a un mondo che si è ammalato di solitudine e infelicità. La globalizzazione è un fenomeno che sembra riguardare tutto fuorché l’umano. Sono le economie a circolare, le merci, le informazioni, i dati, ma il crescere della possibilità di scambio paradossalmente ha fatto aumentare la sensazione di sentirsi soli in mezzo agli altri.

La via dell’amicizia diventa quindi il grande ponte su cui si può costruire una differenza. Non a caso uno dei capitoli del libro di Gioia si intitola proprio L’amicizia, “ponte” sull’isola della solitudine. Per assonanza penso alla parola Pontefice, che sta a significare proprio la capacità di essere ponte e d’un tratto capisco meglio tutti i tentativi di amicizia che papa Francesco tenta di gettare in un mondo che crede più ai nemici che agli amici. Il ruolo stesso del Papa è un ruolo che ha in sé responsabilità di creare amicizia, legami significativi, innanzitutto tra il cielo e la terra, ma soprattutto tra uomo e uomo, perché come ci ricorda san Giovanni: ‹‹Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello›› (1Gv 4,20-21) (Luigi Maria Epicoco, FC n. 30 del 28 luglio 2019).

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

namy0000monellaccio19cassetta2lcacremaprefazione09annamatrigianonoctis_imagoacer.250karen_71m12ps12Penna_Magicanonnoinpensione0donmarco.baroncinilisa.dagli_occhi_bluoranginella
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa e...
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
 
RIP
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
 
Siete pronti ad ascoltare il 26 settembre le dichiarazioni...
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
 
C'è chi per stare bene ha bisogno che stiano bene...
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
 
Ottimo articolo da leggere sul divano sorseggiando gin...
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963