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Messaggi del 25/04/2020

Abisso di Amore

Post n°3328 pubblicato il 25 Aprile 2020 da namy0000
 

Mi chiamo Nicolò e sono un giovane che ha avuto la grazia di incontrare Gesù lungo il suo cammino. Questo incontro ha fatto in modo che, da quel momento in poi, fosse sempre il bene a prevalere nella mia vita, facendo così passare in secondo piano la sofferenza e il dolore.

Se oggi le scrivo è perché volevo condividere questo mio piccolo gesto d’affetto nei confronti di Gesù, realizzato la domenica delle Palme (vedi foto). Il desiderio di poter fare, nel mio piccolo, qualcosa per il Signore è scaturito dalla visione del bellissimo film tv su Karol Wojtyla, trasmesso in occasione del suo quindicesimo anniversario di morte. Sapevo poco su di lui e, oltre a rimanere affascinato da quel giovane e determinato sacerdote, mi ci sono anche un po’ riconosciuto. In particolare mi ha colpito la risposta che egli ha dato a ciò che stava succedendo nel suo Paese, mentre molti suoi coetanei avevano scelto la strada della violenza: Gesù Cristo e il suo amore. Quando egli annunciò ai suoi amici più stretti il desiderio di diventare sacerdote, la sua motivazione fu questa: ‹‹Perché a questo abisso di male, io rispondo con un abisso di amore››. Non so se il futuro papa Giovanni Paolo II pronunciò realmente questa frase, ma mi ha talmente colpito che ho voluto riportarla nel mio cartellone, tra i motivi per i quali è necessario che Gesù entri ancora nelle nostre città, nelle nostre vite e che noi lo accogliamo. Questo nostro Maestro mi sta dimostrando la vita in tutta la sua bellezza e complessità, facendomi capire che, se mi sforzo un poco e mi fido di lui, imparerò, per quanto potrò, a viverla in pienezza, assieme a chi mi è più caro…

Con l’occasione, volevo chiedere se in uno dei prossimi numeri di Famiglia Cristiana potevate ancora parlare di Karol Wojtyla. Saluto la mia amica e compagna di cammino (e vostra lettrice da molto più tempo di me) Serenella e il mio caro maestro, ma soprattutto amico don Enrico, il quale, non appena tutto questo sarà finito, spero di poter rivedere presto – Nicolò Z. (FC n. 17 del 26 aprile 2020).

 
 
 

Coronavirus, dura prova

Post n°3327 pubblicato il 25 Aprile 2020 da namy0000
 

Il dramma di tanti anziani e delle loro famiglie

Sono un impresario funebre di Bergamo, città colpita da molti lutti. Nel mese di marzo abbiamo purtroppo lavorato tantissimo, addirittura abbiamo dovuto dire ad alcune famiglie che non potevamo occuparci del loro defunto perché non riuscivamo (cosa che ci pesava tantissimo perché dall’altra parte sentivamo che la famiglia era in difficoltà, perché magari eravamo già la quarta impresa che diceva loro di no!). Ora siamo a Pasqua e per fortuna l’emergenza si è un po’ fermata e mi sono seduto a pensare.

I pensieri sono tanti, il Signore sta mettendo a dura prova la mia fede, tutte le famiglie sono state toccate da un lutto o da un ricovero, ma la cosa che non riesco a superare è vedere le persone morte in solitudine e spesso portati via in solitudine. Pensare di non vedere più il tuo caro nemmeno per accarezzarlo dentro la bara mi ricorda le mamme che hanno perso i figli in guerra, dispersi. Non li hanno più rivisti. Sembrava un ricordo lontano e invece oggi è toccato a noi!

Tutte le volte che entro in una camera mortuaria degli ospedali per occuparmi di un defunto e metterlo nella bara mi viene spontaneo chiedere scusa a lui e ai suoi cari perché non posso sistemarlo decorosamente come si fa di solito, dico una preghiera per lui e soprattutto per chi a casa non lo vedrà più. Qualcuno mi ha chiesto se fosse veramente il loro papà, qualcun altro mi ha chiesto di fare la foto alla bara perché era l’ultimo ricordo del marito.

Ora la gente vuole uscire, non vuole restare in casa. Forse se pensassero a queste famiglie risulterebbe loro più facile.

L’altro giorno sono entrato in chiesa a prendere il libretto del triduo pasquale. Mi sono fermato davanti all’altare con la chiesa vuota e mi è venuto spontaneo chiedere: dove sei Gesù? Ascoltando le parole di papa Francesco capisco che il Signore è sempre in mezzo a noi, ma oggi faccio fatica a trovarlo!

Grazie per avermi ascoltato, le chiedo durante la sua Messa di dire una preghiera per tutte le famiglie colpite da un lutto e per tutte quelle che aspettano con ansia buone notizie per i loro cari in ospedale – Lettera firmata (FC n. 17 del 26 aprile 2020).

 
 
 

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