Messaggi del 26/04/2020
Post n°3329 pubblicato il 26 Aprile 2020 da namy0000
Tag: Costruttori di pace, Crisi, cultura, cura, intervento, istruzione, lavoro vero, Libertà, motore, politica, selezione, sistema economico, storia, terra, vaccino 25 aprile 2020. Resistere per costruire insieme un nuovo umanesimo di libertà Perché questo 25 aprile – vissuto ieri con grande e intensa partecipazione – non sia presto dimenticato come ogni celebrazione puramente retorica, bisogna ripartire da una consapevolezza scomoda ma necessaria: abbiamo fatto un cattivo uso della libertà che ci è stata donata. Per costruire un vero cambiamento bisogna allora innanzitutto ripensare la nostra idea di libertà. La libertà è un bene comune, prima che individuale. È un bisogno di tutti. Per questo è da sempre il motore più potente della Storia, quello che spinge a lottare contro le ingiustizie, le violenze, le dittature. Quello che ha animato la Resistenza e ci ha consegnato la democrazia. Allora questo “25 aprile” celebrato in una contingenza difficile e drammatica come quella della pandemia, deve essere un’occasione per rileggere la libertà alla luce della responsabilità. Sì, perché la libertà senza responsabilità degenera in arbitrio, in egoismo, in affermazione di sé contro gli altri o a scapito loro. È la logica che muove questo sistema economico, sistema «ingiusto alla radice» – come dice papa Francesco – ingiusto perché selettivo. Un sistema che ha distrutto i diritti e i beni comuni, trasformandoli in privilegi di chi detiene potere o possiede ricchezza. Per uscire davvero da questa crisi sanitaria non basta allora trovare un vaccino contro il virus: bisogna trovarne uno anche contro gli egoismi. Altrimenti, se saremo colpiti da un altro virus, da un’altra crisi di questa portata, la logica dell’intervento sarà inevitabilmente quella del mors tua, vita mea, della sopravvivenza garantita solo ai ricchi, ai potenti, ai corrotti, ai mafiosi. E negata ai deboli, ai poveri, agli immigrati, agli anziani non “produttivi”. Già abbiamo visto qualche agghiacciante avvisaglia di questa selezione disumana. La parola “libertà” vada dunque interpretata con occhi nuovi, libertà come coraggio e impegno per contrastare le disuguaglianze e denunciare una politica incapace di pensare e operare oltre la logica dei profitti, e prima ancora di distribuire quei profitti in modo equo. Un Paese non è un’azienda. Un Paese è una comunità di vite, di speranze, di culture che diventa tanto più grande quanto più accoglie, si relaziona agli altri Paesi, stabilisce rapporti, abbatte muri e diffidenze. Si parla tanto in questi giorni della solidarietà come di un principio fondante dell’Europa unita. È così, ma i Padri della Comunità Europea – come i partigiani della Resistenza – sognavano un mondo dove la dignità e la libertà della persona fosse il valore fondamentale, valore inestimabile, non valutabile con i parametri del “mercato”. Un mondo dove l’economia fosse servizio al bene comune e non, come si è ridotta, strumento di ricatto e di potere. |
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