Viburno rosso

Lezioni di vita ai fornelli

Per preparare la crema pasticcera separo i tuorli dagli albumi ripetendo l’ipnotica sequenza:

i tuorli nella scodella, gli albumi nella tazza,
i tuorli nella scodella, gli albumi nella tazza,
i tuorli nella scodella, gli albumi nella tazza…

poi ad un certo punto, distratta da chissacché, non perdo il ritmo?
L’albume diventa un battere, il tuorlo un levare e mi ritrovo in controtempo con un tuorlo nella tazza e un albume nel bicchiere.

Per il tuorlo è facile rimediare, basta sollevarlo delicatamente con un cucchiaio cercando di non romperlo e farlo scivolare nella scodella, ma l’albume? è praticamente impossibile recuperarlo!

Però mi dispiace buttar tutto: alla fine, mi dico, via, che succederà mai?
basta aggiungere latte, farina, zucchero, scorza di limone in quantità doppia rispetto al previsto e seppellire lo sbaglio sotto gli ingredienti giusti.
Perché è così che dovrebbe funzionare nella vita: i grandi numeri includere i piccoli, preservandone la diversità ma garantendo l’armonia dell’insieme.

E invece … manco per niente!

Sappiate che un bianco da solo è in grado di fare impazzire sei rossi.
A dimostrazione del fatto che basta che uno si metta di traverso per mandare a monte (o a Monti) il lavoro di tutti.

Lo dico sempre io che per capirci qualcosa di come funziona il mondo basterebbe passare un po’ di tempo ai fornelli!
Perché, ad esempio, non tutte le ciambelle riescono col buco!

[Dentro la metafora: è possibile sostituire il bianco con un qualunque altro colore, per esempio, a caso, il nero, senza che si verifichi alcuna perdita del significato metaforico.

Fuor di metafora: la pazzia della crema è una patologia neurologica degenerativa contro cui nulla possono né il frullatore ad immersione né l'aggiunta di un cucchiaio di  farina.
Perciò non distraetevi pensando ad altro quando separate i rossi dai bianchi. Soprattutto evitate di ascoltare i titoli del telegiornale.]