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Una casa troppo grande

Post n°353 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da viburnorosso

La signora Rosa abita due cancelli prima di A., in una casa improvvisamente diventata troppo grande per lei da quando sei mesi fa è rimasta sola.
Con l’immaginazione rammenda i buchi della sua vita, e ci ricama attorno a punto croce storie in cui è più lieve abitare.

Verso le 9 di sera della notte di Capodanno la signora Rosa ha bussato a casa di A.
“Posso stare qui con voi? A casa mi sento sola e i botti di mezzanotte mi fanno spavento al cuore!” ha detto.

A. l’ha fatta entrare e lei si è accomodata sul divano vicino all’ingresso, si è lasciata il cappotto addosso e la borsetta sulla spalla, respingendo decisa ogni invito ad unirsi alla tavolata: una forma di discrezione a giustificare una richiesta che forse anche a lei risultava un po’ bizzarra.
Ma l’imbarazzo è scivolato via presto:
doveva sentirsi a suo agio, lì, tra i bambini che le scorrazzavano attorno, nel conforto chiassoso e disordinato di una casa fin troppo abitata.

Infatti verso le 10 si è alzata, ha ringraziato nuovamente per l’ospitalità e ha chiesto se poteva portare anche una sua amica.

Così è uscita di casa, vincendo la paura dei botti e dei fuochi di artificio, e dopo mezzora è ricomparsa sottobraccio alla signora Marcella: pigiama di pile colorato, la giacca a vento di quando fa freddo, e, sopra a tutto, un vezzosissimo cappellino rosso.

Marcella si è presentata con la spontaneità di chi sente a proprio agio nel mondo, forse per il fatto di averlo abitato a lungo:
88 anni anagrafici, diversi dei quali passati senza che le abbiano lasciato nessun segno. Difficile infatti contarle tutta la vita che ha dentro dalle rughe che si vedono fuori.

Ha raccontato un po’ di sé, di quanto era piccola e abitava a Trastevere, ha mangiato una fetta di panettone, e ci ha spiegato che sta spesso con Rosa, che è più giovane di lei, ma le tiene compagnia “Perché mica ce sta più tanto co a capoccia”, Rosa ha annuito e ha aggiunto: “Hai ragione, però non è facile stare da sola in quella casa così grande!”.

Hanno brindato con noi alla mezzanotte e poi si sono sedute nuovamente sul divano in mezzo ai bambini che giocavano, a vedere qualche improbabile show televisivo di quelli dove tutti cantano, ballano e alla fine fanno il trenino, mentre dall’alto gli tirano i coriandoli.

Verso l’una di notte si sono alzate, hanno raccolto le loro cose e hanno ringraziato gli ospiti:
“È stata una serata bellissima!” hanno detto, e si sono incamminate insieme, borsa sotto al braccio, cappellino rosso in testa, verso il portone di una casa che forse per una sera gli sarà sembrata un po’ meno grande.

 

 
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