Creato da zancarlo2010 il 02/06/2011
Guardo oltre la collina che sta davanti alla mia casa
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« Il naufragio | Novità dalla deriva » |
Post n°6 pubblicato il 04 Settembre 2011 da zancarlo2010
Mi vergogno e non ho il coraggio di dire che ho perso il lavoro così a chi mi chiede si sono terminate le ferie rispondo di si e che tra poco si ricomincia. Mi vergogno e abbasso gli occhi sono un cane senza padrone al quale è stato tolto il guizaglio e vaga ai lati delle strade spinto dal desiderio di trovarne uno nuovo nelle mani amiche di un uomo. La morte, non è solo quella del corpo, ma è anche quella che porta con se una novità. Una notizia che attraversa l'anima come una spada, mi toglie il fiato, il cuore sembra debba lavorare con sangue quagliato troppo denso per spingersi nelle arterie, nelle vene, per arrivare a un cervello che non vorrebbe pensare ma fermare il tempo anientandosi. Ho perso la speranza di continuare a vivere senza convivere con l'umiliazione di dover chiedere, elemosinare per bisogno. In questi momenti mi capita di chiedermi del perchè non sono morto da piccolo. Che senso ha aver fatto tanto per migliorare se stessi per poi sentirsi poveri, soli e naufraghi in un mare senza confini, un deserto senza vento. Che sia destinato a morire lentamente senza lasciare traccia? Senza parlare o urlare il dissenso per il giudizio subito? Ho lottato per una vita migliore ho cercato e creduto nel tempo che sarebbe arrivato. Ci sono stati tempi in cui la conoscenza era il mio orizzonte ed ero certo che in ogni momento mi avrebbe nutrito dei suoi frutti saziandomi. Oggi conosco ma non so dove spendere le competenze le capacità acquisite. Mi guardo intorno e vedo intorno a me il deserto. Un mondo industriale o post industriale comunque lo si voglia chiamare che è abortito e mi si rivela nella sua verità: un deserto. E' difficile definirlo perchè non è un mondo da età della pietra perchè i metalli sono ovunque ordinati e puliti. Non è l'età del bronzo perchè l'acciaio e la plastica hanno escluso quel metallo nobile. Non e il ciò che rimane dell'età del ferro avrei visto la distruzione lasciata da una grande guerra o la decadenza della fine di un'era. Tutto è pulito ed ordinato. Se così non fosse avrei avuto un motivo razionale per motivare il mio insuccesso, il mio fallimento. Abbiamo vissuto e viviamo quel che resta dell'età della paranoia ambientale. per anni ci hanno detto che il turismo ci avrebbe dato lavoro a chi avesse voluto lavorare e ogni bene per soddisfare i bisogni di chiunque ne avesse avuto uno. Ma allo stesso tempo non è stato permesso ai grandi gruppi di investimento di creare i grandi insediamenti turistici che avrebbero veramente dato lavoro. Sono stati spaventati da limiti, autorizzazionie ripensamenti da sospensioni e denuncie. Oggi abbiamo conservato il deserto che guardo ogni giorno intorno a me. |
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