Post n°303 pubblicato il 06 Giugno 2008 da alienata
“La volontà di questo populo è sempre stata et è che cotali malefiche totalmente si estirpino et su sradichino da questi paesi,e tutti in alta voce in parlamento congregati hanno con acceso animo gridato et di continuo gridano che si estirpino, et non solo hanno voluto che si spendi scudi 500 per questo fatto, ma ancora vogliono che spendisi le facoltà loro et le campagne, prima che si manchi di questa impresa” Triora è un piccolo paese dell'entroterra Ligure, sorge a circa 800m s.l.m. nella Valle Argentina, in provincia di Imperia. Triora: Località Cabotina...il luogo delle streghe! La storia narra che durante quel triste anno una lunga carestia aveva portato la popolazione alla fame e alla disperazione... e di chi poteva essere la colpa di tale disgrazia se non delle streghe??? Ahhh maledetta ignoranza!!!!!
Con la tortura riuscirono ad estorcere alle sventurate altre accuse che portarono in carcere altre donne ed un ragazzo. Così nel popolo cominciò a nascere un po' di timore perchè nemmeno tre mesi dopo l'arrivo degli inquisitori, nel 1588, altre trenta donne furono incarcerate e questa volta non c’era solo il coinvolgimento dei ceti più umili, ma anche delle donne delle famiglie ricche e nobili....
Insomma a Triora erano tutte streghe ed erano tutte in carcere!! Questo lungo processo si concluse con la morte di13 donne e di un ragazzino, altre presunte streghe furono mandate a Genova e lì imprigionate.... Il posto comunque merita una visita, ma state attenti.... ..... ancora oggi girano tra le vie del borgo lugubri personaggi...... TREMATE TREMATE LE STREGHE SON TORNATE!!!! Huhuhuhu... E. |
Post n°302 pubblicato il 04 Giugno 2008 da alienata
A lungo, prima di partire per il Giappone, avevamo pensato se andare o meno a Hiroshima... per ovvie ragioni non è una città che poteva offrirci la possibilità di visitare monumenti storici, ma forse questa città, più delle altre, ci ha fatto conoscere la vera natura di questo popolo, l'unico che ha subito la bomba atomica e, secondo me, l'unico che poteva in così pochi anni risollevarsi e ritrovare la dignità che gli era stata strappata nel 1945. Una tappa fondamentale del nostro viaggio, un'esperienza indimenticabile e toccante per la mia vita. Tutti prima o poi dovrebbero visitarla perchè è in questa città, tra questa gente, che si capisce per davvero cosa potrebbe comportare una guerra nucleare nel III millennio. Noi l'abbiamo visitata il 21 Agosto 2007. Arrivate a Hiroshima andiamo a sistemarci nel nostro albergo l'hotel Matsuya, nulla di esaltante, ma pulito e vicinissimo alla stazione, ci sistemano in una camera giapponese con i Futon... Per prima cosa andiamo a mangiare la specialità della città l'Okonomiyaki... uno dei miei piatti preferiti! Lo mangiamo in uno dei ristoranti sopra la stazione, al secondo piano, ed era davvero ottimo! Okonomiyachi お好み焼き Ma che cos'è l'Okonomiyachi? Dopo il lauto pasto ci dirigiamo verso il Parco della Pace (Heiwa-Koen). Una premessa su Hiroshima è d'obbligo: Io mi aspettavo di trovare una città "ferita", un posto dove ad ogni angolo si potessero trovare i segni della tragedia, invece questa è una città moderna e frenetica, luminosa e popolosa e nulla , se non la zona X, potrebbe mai far pensare che questo posto 60 anni fa era stato completamente "annientato"... Le sensazioni in questo luogo sono forti: tristezza, disperazione, rabbia e conforto... Conforto perchè i giapponesi hanno reagito come nessun popolo forse sarebbe riuscito a fare, hanno continuato a vivere in questa città, anche se era radioattiva, hanno dimenticato l'orrore senza cancellare l'evento in modo che la loro drammatica esperienza potesse servire da monito per l'intera umanità. Hiroshima: Children's Peace Memorial Il Bombardamento atomico: Hiroshima dopo l'esplosione atomica - Riproduzione di "Little Boy" Museo della Pace (Museo della Bomba Atomica) "Hiroshima fu vittima della prima bomba atomica lanciata nella storia dell'umanità. La città fu completamente distrutta e innumerevoli innocenti persero la vita. I sopravvissuti ebbero da sopportare gravi ferite fisiche e psicologiche. Tutt'ora vi sono numerose vittime che continuano a soffrire a causa dell'inquinamento radioattivo. Hiroshima: Cenotafio per le vittime della Bomba Il museo è a dir poco agghiacciante, le immagini del "prima" e "dopo" tolgono il fiato, le foto dei superstiti lasciano il vuoto nell'anima, le parole dei testimoni strappano le lacrime dal cuore... Ho visto molti visi segnati dal pianto e, riflesse nelle vetrine del museo, ho visto anche le mie lacrime... impossibile non commuoversi... "Oggi, per la prima volta nella mia vita, mi sono vergognata di essere Americana.." E a dire il vero anche io, che normarlmente sono filo-americana, in quella città e tra quella gente ho avuto un moto d'odio verso chi ha potuto fare una cosa simile.... Ma questa è la Storia, speriamo solo che i posteri sappiano trarre insegnamento da questo evento. Dopo la visita al museo, sotto la pioggia abbiamo fatto un giro per la città.... tra la sua gente... gente normale, che lavora e si diverte, che passeggia e mangia il gelato... c'era qualcosa che non mi tornava però in quella normalità... qualcosa che "mancava" in quella normalità.... E. |
Post n°301 pubblicato il 28 Maggio 2008 da alienata
Per una "aracnofoba" come me questa notizia di qualche giorno fa è davvero drammatica.... Notizia tratta dal Corriere del 17 Maggio 2008 BERLINO - Sono neri, sono grandi quasi 20 centimetri e si spostano in orde: un'invasione senza precedenti di ragni è in atto in questi giorni in Austria, in Germania e in Svizzera, riportano gli organi di stampa. Sbalorditi anche gli esperti di aracnidi: a quanto sembra, nessuno sa da dove siano arrivati - e gli animaletti diventano sempre più numerosi. Cattive notizie per chi soffre di aracnofobia, scrive Der Spiegel, che racconta in un lungo articolo la curiosa «occupazione» di ragni opilionidi. «I Paesi Bassi e la Germania sono già stati invasi. In questo momento loro presenza si è moltiplicata anche in Svizzera e in Austria», scrive il settimanale sul suo sito. Si intravedono sui muri di casa e sulle pareti. Questi animali hanno otto lunghe ed esili zampe che raggiungono anche i 18 centimetri. Alla loro vista molti cittadini si spaventano, altri invece provano disgusto. Tuttavia, non sono pericolosi e si dileguano appena ci si avvicina a loro. INVASIONE - Gli opilionidi, vengono spesso scambiati per ragni, sono invece solo loro parenti: assieme agli scorpioni; gli pseudoscorpioni; gli acari e i ragni appartengono alla famiglia degli aracnidi. Sono privi di strutture capaci di emettere fili di seta e non posseggono ghiandole velenifere, quindi non sono potenzialmente pericolosi, spiega Jochen Martens, professore di zoologia all'Università di Mainz. Si spostano in orde di centinaia, a volte migliaia: «Tutto il gruppo comincia poi a muoversi», descrive Martens il loro comportamento in caso di difesa. Sono degli onnivori, ovvero si nutrono di piccoli insetti, ingerendo anche materiale solido e semisolido. La cosa più incredibile, spiegano però gli esperti, è che questa particolare specie non è ancora stata identificata, pur essendo stati effettuati dei test genetici. Anche la causa della loro espansione in questi paesi rimane per il momento un mistero: per gli esperti questi "aliens" potrebbero essere arrivati in Europa via mare, con ogni probabilità su dei container. Infatti, sussiste un rapporto diretto tra l'intensità degli scambi di merci con un continente e il numero delle specie di ragni importate. La maggior parte è originaria dell'Asia, ma anche dal Sudamerica. Elmar Burchia L'unica cosa che mi viene da dire è: "BENEDETTE ALPI!" Antartide: la mia prossima dimora vista dal satellite Mi rimane solo il trasferimento tra i ghiacci dell'Antartide, sperando che qualche buon samaritano come il Dr. House possa "tenermi compagnia" in cam... hehehehe Baci Ele |
Oggi parlavo con la mia adorata amica Claudia sorrentina DOC, donna intelligente, devota e dall'incomparabile arguzia... Parlando delle nostre disgrazie la mia cara amica mi ha confidato che lei, da buona napoletana, spesso chiede intercessioni a Padre Pio, piuttosto che a San Gennaro... Allora le ho domandato:"Cla...ma secondo te a che santo devo rivolgermi io????" Lei mi risponde senza tentennamenti: "A Santa Rita da Cascia: la santa degli impossibili, l’avvocata dei casi disperati!" OVVIO, e a chi altro???? .....tra l'atro il fato ha voluto che il discorso sia venuto fuori proprio oggi: 22 Maggio.... indovinate un po' a che Santo è intotalata la giornata odierna???? A Lei!!! Santa Rita da Cascia E' un segno, il Signore ha voluto indicarmi la via della redenzione! Domani andrò ad accendere un cero alla mia Santa e le chiederò di aiutarmi a risolvere uno dei miei casi impossibili! Santa Rita da Cascia aiutami tuuuuuuuuu... Se anche voi siete destinati a combattere battaglie impossibili rivolgetevi a Lei! Di seguito la preghiera da rivolgere alla Santa: SUPPLICA A SANTA RITA Che dite... avrò speranza o nemmeno i Santi mi potranno aiutare? P.s.: Claudia me le mandi le rose benedette??????????????????? E. |
Post n°299 pubblicato il 20 Maggio 2008 da alienata
姫路市 Himeji è una città di media grandezza per gli standard Nipponici, enorme per i nostri, si trova nel sud dell'isola di Honshu, nella prefettura di Hyogo, circa 40km ad ovest di Osaka. Arriviamo ad Himeji con lo Shinkanzen all'alba del 20 Agosto 2007. L'albergo nel quale soggiorniamo è agghiacciante rispetto agli altri che ci hanno ospitato, oserei dire quasi sporco, incredibile per il Giappone, ma per una notte ci si adegua... Soprattutto visto quello che ci aspetta in questa fantastica città! Il castello di Himeji - 姫路城 (Himejijō) Anche oggi ci accompagnerà Yuji e insieme visiteremo il famoso Castello Hakurojō e cioè dell'Airone Bianco, un nome poetico che rispecchia in pieno la bellezza eterea di questo castello. Sembra davvero un airone che spiega le ali bianche prima di alzarsi in volo. Himeji: Castello dell'Airone Bianco Lungo la ripida strada che porta al castello, che si sviluppa in mezzo ad un bosco di ciliegi, incrociamo due ragazzi arabi.... annodate sulla loro nuca portavano due fasce con la bandiera nipponica e la scritta "Kamikaze"... Yuji ridendo ci traduce l'ideogramma.... Vi posso assicurare che per me e Manu l'accostamento non era affatto divertente.... fortunati loro che associano la parola kamikaze ai piloti che si lanciavano sulle navi americane durante la guerra, a noi europei evocano ben altre vicende.... Himeji: Manu ammira le Armature dei Samurai (ma quanto erano piccoli???) Il castello domina la città di Himeji dall'alto, saliamo per le strade tortuose che attraversano i diversi ordini di mura ed entriamo.... è immenso, 7 piani, tutto coistruito in legno, all'interno si sente un odore particolare e camminando scalza sento il calore del legno.
Castello di Himeji: Io e Manu Il castello era una fortezza inespugnabile, ma ai nostri occhi non ha l'aspetto severo che ci si potrebbe aspettare da una una costruzione progettata per la guerra... ha bensì un aspetto quasi romantico.... Castello di Himeji Impieghiamo più di due ore a visitare le corti ,prima esterne e poi interne, di questa mastodontica struttura, la torre centrale è disposta su sette piani da salire rigorosamente a piedi, le scale di legno hanno dei gradini alti ben 40cm ognuno (argh!) Arrivati all'ultimo piano godiamo di uno dei panorami più belli mai visti e da qui riusciamo a capire facilmente perchè questo castello non è mai stato assediato nella sua storia, non erano mica scemi i nemici dei signori di questo gioiello architettonico! Castello di Himeji: veduta sulla città Cunicoli , stanze, saloni, sale d'armi, ci viene un po' da invidiare chi a quei tempi poteva vivere in questo di palazzo, la cosa sicura è che si mantenevano in forma facendo lo "Step" su e giù da questi gradini infernali... Castello di Himeji: Io...prima di aver fatto gli scalini! Dopo la visita scendiamo a valle e andiamo a visitare il quartiere dei samurai, con il suo famoso giardino... ecco questo è esattamente quello che mi aspettavo da un giardino giapponese.. questa è l'apoteosi... Libellule che volano sospese nell'aria, acqua che scorre, gorgoglia, precipita e "suona"; carpe dorate, rosse, blu e nere, di tutte le dimensioni che nuotano placide; sassi accuminati e rotondi, chiari e scuri... e poi: pini, fiori, ciliegi, felci, lanterne, ponti, e ninfee... TUTTO!
Salutiamo Yuji con un po' di malinconia, ma con la certezza di aver trovato un amico che ritroveremo in Italia. Secondo voi è possibile sentire amica una persona che si conosce solo da due giorni? ...per me lo è stato! E. |
お誕生日おめでとう Sono dunque giunti i miei 34 anni... Considerando il fatto che non sono stata crocifissa durante il mio 33esimo anno di vita posso anche ritenermi fortunata, o no???!!! Ammetto di non aver rispettato minimamente le promesse che mi ero fatta il 15 maggio del 2007... i miei buoni propositi sono andati a farsi benedire... la mia vita procede sempre nello stesso modo, non è cambiato niente, si è solo complicata ulteriormente! Ma non si può mai dire... Magari tra qualche anno vi scriverò dalla mia casa con vista sul Monte Fuji, circondata da bambini urlanti con i capelli ricci e gli occhi mandorla! ;-) E. |
Ebbene sì, alla fine ho ceduto, dopo ben 19 anni di rifiuto assoluto del capo di abbigliamento(sto diventando vecchia, non li indossavo dalla seconda liceo!!) mi sono comprata un paio di jeans! Era da un po' che il pensiero si era insinuato nella mia mente, ma la divisa da donna in carriera si era incollata al mio corpo come la maschera di "The Mask"... Comunque, tornando ai Jeans, me li sono comprati domenica scorsa a Rimini, con l'ausilio e il consiglio della Dani e di Rocco e devo dire che sono rimasta sconvolta da questo acquisto.... e chi mi conosce bene forse sarà più sconvolto di me! Ma non temete tutto questo delirio iniziale serviva solo come prefazione a quello che in realtà volevo celebrare con questo post... e cioè.... la mia Città: Genova! Questo è uno dei miei cavalli di battaglia, quando parlo di Genova voglio sempre far capire ai miei interlocutori che la mia città ha dato dei contributi non indifferenti all'umanità, oltre ad aver dato i natali a me, si intende! Visto che molti non vorranno credermi, non userò parole mie, ma citerò alcune fonti sul web: Wikipedia: Lifegate Tutta l'america in otto simboli: TNT Jeans: Direi che non ho altro da aggiungere... Sono solo commossa... Elena |
Post n°295 pubblicato il 29 Aprile 2008 da alienata
Tag: Giappone, Jogokudome, Kansai, kare sansui, Kodai-ji, Kyomizudera, Kyoto, Ryoan-ji, Suntory Dakara 京都市 Nel VIII secolo Kyoto divenne la seconda capitale permanente del Giappone (subito dopo Nara) e rimase tale fino al 1868 quando l'imperatore Meiji trasferì a Tokyo la sede imperiale. 19 Agosto 2007. Io e Yuji :-) Incontriamo Yuji alla stazione davanti alla vetrina di GUCCI, giusto per darci un appuntamento Italiano!! :-) Kyomizudera 清水寺 Sceglie per noi il Kyomizudera, un grandissimo complesso buddista che comprende un templio, realizzato interamente in legno, di un imponenza disarmante. Io e Manu di fronte al Kyomizudera L'immenso tempio è posto su una collina che domina l'intera città, la vista è mozzafiato! Io e Manu che ci purifichiamo alla fontana del Kyomizudera Lasciato questo paradiso percorriamo una stradina ripida in discesa che ci fa entrare nel cuore del quartiere tradizionale di Kyoto, il caldo è intollerabile, per fortuna che in Giappone esiste il Suntory Dakara una bevanda con alto contenuto di potassio che ci impedisce di perdere i sensi... Ed eccomi in preghiera di fronte alla mia bevanda di salvezza! La strada ci riserva gradevoli sorprese, Risciò corrono veloci trainati da aitanti giovani (uhmmm davvero niente male!), delle ragazze giapponesi truccate da geisha passeggiano tra i vicoli della città vecchia... Risciò e Geisha... più Giappone di così... Certo non sono "originali", ma sempre suggestive, non credete? Kodai-ji 高台寺 La seconda tappa è il Kodai-ji un tempio Zen di una bellezza che lascia senza parole... Due coni di sabbia emergono dalla ghiaia rastrellata, intorno un giardino perfetto.. Giardino Zen del Kodai-ji Nella mia mente guardandolo si affollano pensieri: sembrano due seni, la terra che ci nutre, la maternità, il sesso, l'amore; oppure due isole in un mare calmo e senza vento... Yuji mi guarda e mi chiede cosa mi fa pensare quella visone, io gli rispondo con questa profusione di visioni poetiche, lui annuendo dice: "Hai...hai..." (Sì...Sì...) socchiude gli occhie e poi da buon giapponese mi dice: "Di fronte ad un giardino zen, la mente dovrebbe svuotarsi, quindi non si dovrebbe pensare a NIENTE". Giardino e tempio del Kodai-ji Dopo una pausa di riflessione e relax di fronte al meraviglioso giardino zen andiamo a visitare il resto del complesso, ci sono altri 2 templi e due case da the, Yuji ci racconta tutto sulla cerimonia che, haimè ,non avremo mai il piacere di seguire di persona... Ryoan-ji 竜安寺 Ultima tappa di questa giornata è il tempio di Ryoan-ji piccolo tempio zen che ospita uno dei giardini kare sansui (giardino secco) più famosi. In contemplazione del Kare sansui del Ryoan-ji Yuji ci spiega che le pietre sono posizionate in modo che non si possano mai vedere tutte, ne rimane sempre celata qualcuna, la realtà, per quanto noi possiamo cercare di scoprirla, ci rimane sempre in parte preclusa. Manu si purifica alla fontana del Ryoan-ji Ci fermiamo in contemplazione di questa meraviglia e ci rilassiamo...finalmente dopo una giornata di emozioni e fatica, di fronte a quel mare di ghiaia, di fronte a quelle isole di pietra, sono riuscita a vivere l'esperienza Zen... ho svuotato la mente, giuro che sarei capace di trascorrere un mese intero da sola in questo bellissimo giardino. Ci regaliamo una cena chic, Yuji ci porta in un ristorante bellissimo, trovarlo è stata un'impresa, ma il risultato ci ha ripagato della fatica. Abbiamo mangiato in un ristorante zen lo Yuzuya , se vi dovesse capitare di andare a Kyoto ve lo consiglio di cuore, guardate il sito ,anche se è in giapponese, le foto sono significative e parlano da sole e il cibo era sublime! Il nostro sashimi!! Salutiamo Yuji e prendiamo un taxi per tornare in albergo, ma lungo il tragitto abbiamo un incidente... Il caso vuole che un camioncino ci tamponi... il conducente distratto non frena e ci prende in pieno... uno spavento incredibile e un po' di mal di collo, ma in sostanza non ci facciamo nulla. La cosa emblematica è che nè il tassista nè il conducente del furgone parlavano inglese, abbiamo comunicato a gesti, dopo poco arriva la polizia, inutile dire che nemmeno loro si esprimevano in inglese, abbiamo dunque chiamato Yuji che, parlando al telefono col poliziotto, ci faceva da interprete. Siamo restate in mezzo alla strada per circa un'ora, senza capire cosa si stavano dicendo, cosa stavano scrivendo, abbiamo cercato di mimare quello che era successo nell'incidente, abbiamo rifiutato di andare all'ospedale ed infine abbiamo firmato una deposizione in Giapponese! Che avventura :-) La cosa bella di questa vicenda non così allegra, e della quale avremmo di sicuro fatto a meno, è che la polizia ha monitorato il nostro soggiorno Nipponico tramite Yuji per tutti i restanti giorni del nostro viaggio, lo chiamavano tutti i giorni per sapere come stavamo...finchè non siamo risalite sull'aereo! Beh, un'esperienza in più da raccontare, no??? ;-) Elena |
Post n°294 pubblicato il 08 Aprile 2008 da alienata
E' primavera! Per quest'anno l'Hanami(contemplazione degli alberi fioriti) rimane un sogno, vedrò i rami di ciliegi in fiore solo in fotografia... ...foto scattata dalla mia amica Sachico a Nagasaki... Ma è bello sognare... chiudere gli occhi e immaginare di essere lì... lontana da tutto, in un altro mondo dove sono solo Elena-chan e non questa pseudo donna-manager che incontro tutte le mattine allo specchio. E chissà, magari anche la splendida primavera italica mi farà rifiorire... ma una cosa è sicura la settimana prossima sboccerò nuovamente tra le tue mani Aisuru hito E. |
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Immagini disegnate da corpi in movimento.
Lento uno specchio esalta i corpi nudi,
accaldati, eccitati.
L'amore scivola sulle mie mani,
accarezzando i tuoi fianchi,
rumore di passi, voci lontane,
noi soli,
unici e complici.
Un ricordo di te che non cancellerò mai.
(Anonimo Longobardo)
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