Creato da alienata il 29/10/2004

alienata

con monomania del pensiero.

 

 

Triora: il paese delle Streghe

Post n°303 pubblicato il 06 Giugno 2008 da alienata
 

“La volontà di questo populo è sempre stata et è che cotali malefiche totalmente si estirpino et su sradichino da questi paesi,e tutti in alta voce in parlamento congregati hanno con acceso animo gridato et di continuo gridano che si estirpino, et non solo hanno voluto che si spendi scudi 500 per questo fatto, ma ancora vogliono che spendisi le facoltà loro et le campagne, prima che si manchi di questa impresa”
(da una lettera degli Anziani del luogo al Doge di Genova)

Triora è un piccolo paese dell'entroterra Ligure, sorge a circa 800m s.l.m. nella Valle Argentina, in provincia di Imperia.
Questo antico borgo è famoso , anzi meglio dire famigerato, soprattutto per il processo alle streghe del 1587. Sono passati secoli da allora, ma il ricordo di quel processo rimane sempre vivo.

Triora: Località Cabotina...il luogo delle streghe!

La storia narra che durante quel triste anno una lunga carestia aveva portato la popolazione alla fame e alla disperazione... e di chi poteva essere la colpa di tale disgrazia se non delle streghe??? Ahhh maledetta ignoranza!!!!!
Così il signore del paese, su richiesta dei Trioresi, chiamò due inquisitori che avevano il compito di scovare e annientare le streghe del villaggio...
Già immagino questi due misogini pellegrini... Quale gradito compito fu loro assegnato...
Vi siete mai chiesti come mai gli uomini del tempo odiassero così tanto le donne? Di cosa potevano aver paura?
Comunque.... Giunti a Triora i due solerti religiosi raccolsero le accuse della gente del paese e "pronti via"  arrestarono subito 20 donne. 
Visto che non vi era un carcere così capiente fecero mettere le inferriate ad alcune case del centro e le rinchiusero lì...poi iniziarono ad "interrogarle"...ma come?????

“con darli corda per lungo spatio e puoi fuoco alli piedi per longo spatio anchora; appresso le fanno vegliare per più d’hore quarantacinque incominciando dalla sera,oltre averle fatte con rupitorii pelare in tutte le parte del corpo;ne è questo populo redatto in desperatione maxime che s’intende che a quest’hora vi siino più di dugento persone nominate;e nel modo che sino a qui si è fatto,prima che si finisci saranno nominate la più parte del populo et forse tutta”.
(da una lettera degli Anziani del luogo al Doge di Genova)

Triora: Palazzi del Borgo 

Con la tortura riuscirono ad estorcere alle sventurate altre accuse che portarono in carcere altre donne ed un ragazzo. Così nel  popolo cominciò a nascere un po' di timore perchè nemmeno tre mesi dopo l'arrivo degli inquisitori, nel 1588, altre trenta donne furono incarcerate e questa volta non c’era solo il coinvolgimento dei ceti più umili, ma anche delle donne delle famiglie ricche e nobili....

Triora: Via fuori dalle mura

Insomma a Triora erano tutte streghe ed erano tutte in carcere!!

Questo lungo processo si concluse con la morte di13 donne e di un ragazzino, altre presunte streghe furono mandate a Genova e lì imprigionate....
Povere donne... Solo il pensiero fa venire i brividi... Sarà per quello che passeggiando tra le strade deserte di questo paese provavo un forte senso di ansia???

Il posto comunque merita una visita, ma state attenti....

..... ancora oggi girano tra le vie del borgo lugubri personaggi......

TREMATE TREMATE LE STREGHE SON TORNATE!!!!

Huhuhuhu...

E.

 
 
 

HIROSHIMA

   A lungo, prima di partire per il Giappone, avevamo pensato se andare o meno a Hiroshima... per ovvie ragioni non è una città che poteva offrirci la possibilità di visitare monumenti storici, ma forse questa città,  più delle altre, ci ha fatto conoscere la vera natura di questo popolo, l'unico che ha subito la bomba atomica e, secondo me, l'unico che poteva in così pochi anni risollevarsi e ritrovare la dignità che gli era stata strappata nel 1945.

Una tappa fondamentale del nostro viaggio, un'esperienza indimenticabile e toccante per la mia vita. Tutti prima o poi dovrebbero visitarla perchè è in questa città, tra questa gente, che si capisce per davvero cosa potrebbe comportare una guerra nucleare nel III millennio.

Noi l'abbiamo visitata il 21 Agosto 2007.

Arrivate a Hiroshima andiamo a sistemarci nel nostro albergo l'hotel Matsuya, nulla di esaltante, ma pulito e vicinissimo alla stazione, ci sistemano in una camera giapponese con i Futon...

Per prima cosa andiamo a mangiare la specialità della città l'Okonomiyaki... uno dei miei piatti preferiti! Lo mangiamo in uno dei ristoranti sopra la stazione, al secondo piano, ed era davvero ottimo!

Okonomiyachi  お好み焼き

Ma che cos'è l'Okonomiyachi?
Viene anche detto "la pizza Giapponese" forse perchè è di forma circolare???
Visto che è  effettivamente l'unica cosa che hanno in comune! hehehe...
La Traduzione letteraria della parola giapponese è : "cucina ciò che vuoi"  ed in effetti è un piatto alquanto personalizzabile... gli ingredienti che non possono macare sono il cavolo verza e la base fatta come una crepès (acqua e farina e uova) io l'ho mangiato con la carne di maiale e i gamberi e l'immancabile salsa agrodolce di prugne. Ma il vero spasso è che l'Okonomiyaki viene cucinato sul Teppan il famoso banco composto dalla piastra rovente che si vede spesso nei cartoni animati... Come non citare il ristorante del padre di "Kiss me Licia"???? Marrabbio! Lui era un cuoco di okonomiyachi ! :-)

Dopo il lauto pasto ci dirigiamo verso il Parco della Pace (Heiwa-Koen).

Una premessa su Hiroshima è d'obbligo: Io mi aspettavo di trovare una città "ferita", un posto dove ad ogni angolo si potessero trovare i segni della tragedia, invece questa è una città moderna e frenetica, luminosa e popolosa e nulla , se non la zona X, potrebbe mai far pensare che questo posto 60 anni fa era stato completamente "annientato"...
Insomma parliamoci chiaro io ricordo benissimo che Genova, la mia città, ha portato i segni dei bombardamenti nemici fino a qualche anno fa... ed ancora oggi esistono palazzi diroccati e non ancora restaurati... mentre qui tutto è stato ricostruito, l'unico palazzo che è stato conservato, così come lo ha lasciato la Bomba il 6 Agosto del 1945, è la Cupola della Bomba Atomica (Gembaku Domu), il palazzo che   ospitava L'industrial Promotion Hall....


Hiroshima: "A-BOMB Dome"

Le sensazioni in questo luogo sono forti: tristezza, disperazione, rabbia e conforto... Conforto perchè i giapponesi hanno reagito come nessun popolo forse sarebbe riuscito a fare, hanno continuato a vivere in questa città, anche se era radioattiva, hanno dimenticato l'orrore senza cancellare l'evento in modo che la loro drammatica esperienza potesse servire da monito per l'intera umanità.
Il Parco della Pace (Heiwa Koen) è costellato di monumenti commemorativi, tra cui il Children's Peace Memorial dedicato a Sadako, una bambina morta di leucemia, per lei, e per tutti i bambini vittime di questo dramma, ancora oggi i bambini giapponesi confezionano migliaia di Gru di carta (in Giappone la Gru è  simbolo di longevità e felicità) così corone di questi Origami colorati adornano il monumento dedicato ai bambini...

Hiroshima: Children's Peace Memorial

Il Bombardamento atomico:
"La mattina del 6 agosto 1945, l'aereo B-29 "Enola Gay" (nome della madre del pilota Paul  Tibbets) si alza in volo con a bordo 12 uomini di equipaggio e un unico ordigno nel ventre: una bomba atomica, soprannominata "Little boy". Lungo tre metri, con un diametro di uno e mezzo e un peso di cinque tonnellate. Il bombardiere non ha un bersaglio preciso: verrà deciso al momento, secondo le condizioni atmosferiche. Arriva il bollettino meteorologico: "a Kokura cielo coperto in prossimità del suolo per nove decimi; a Nagasaki coperto totalmente; a Hiroshima quasi sereno, visibilità 10 miglia" Il bersaglio è scelto. L'aereo sorvola la zona a 10.500 metri di altezza e alle 8.15'17" viene sganciato l'ordigno. Tibbets scende in picchiata, guadagna velocità, vira di 180 gradi e si allontana. Ha 45 secondi di tempo. L'equipaggio conta sottovoce: "44, 43, 42, 41...". Un lampo abbaglia il cielo. "Cosa abbiamo fatto?". A 600 metri dal suolo la bomba esplode; dopo 7 secondi il silenzio è rotto da un tuono assordante: vengono distrutti tutti gli edifici nel raggio di tre chilometri, 30.000 persone muoiono sul colpo, altre 40.000 nel giro dei due giorni seguenti. Una colonna di fumo si alza lentamente a forma di fungo fino a 17.000 metri dal suolo. Inizia a cadere una pioggia viscida. I fiumi straripano ed invadono ciò che rimane della città giapponese... tratto da 1945: Hiroshima

Hiroshima dopo l'esplosione atomica - Riproduzione di "Little Boy"

Museo della Pace (Museo della Bomba Atomica)

"Hiroshima fu vittima della prima bomba atomica lanciata nella storia dell'umanità. La città fu completamente distrutta e innumerevoli innocenti persero la vita. I sopravvissuti ebbero da sopportare gravi ferite fisiche e psicologiche. Tutt'ora vi sono numerose vittime che continuano a soffrire a causa dell'inquinamento radioattivo.
L'Hiroshima Peace Memorial Museum oltre che ad accogliere e esporre suppellettili delle vittime, fotografie ed altri materiali che testimoniano l'orrore del bombardameto atomico, presenta elementi che attestano le vicessitudini della città di Hiroshima prima e dopo questo tragico evento e qual'è lo stato dell'era nucleare attuale. Ogni oggetto in mostra rappresenta il dolore e la rabbia del popolo che ha vissuto questa realtà.
La speranza di Hiroshima è l'abolizione delle armi nucleari e la realizzazione di una pacifica comunità internazionale. "
(testo tratto dall'opuscolo informativo fornito dal museo, ulteriori informazioni sul sito del Museo )

Hiroshima: Cenotafio per le vittime della Bomba

Il museo è a dir poco agghiacciante, le immagini del "prima" e "dopo" tolgono il fiato, le foto dei superstiti lasciano il vuoto nell'anima, le parole dei testimoni strappano le lacrime dal cuore... Ho visto molti visi segnati dal pianto e,  riflesse nelle vetrine del museo, ho visto anche le mie lacrime... impossibile non commuoversi...
All'uscita del museo c'è un libro dove ogni visitatore può lasciare un commento... ne ho letti  alcuni scrivendo il mio...  uno mi ha colpita più degli altri, era di una ragazza americana e diceva:

"Oggi, per la prima volta nella mia vita, mi sono vergognata di essere Americana.."

E a dire il vero anche io, che normarlmente sono filo-americana, in quella città e tra quella gente ho avuto un moto d'odio verso chi ha potuto fare una cosa simile....

Ma questa è la Storia, speriamo solo che i posteri sappiano trarre insegnamento da questo evento.

Dopo la visita al museo, sotto la pioggia abbiamo fatto un giro per la città.... tra la sua gente... gente normale, che lavora e si diverte, che passeggia e mangia il gelato... c'era qualcosa che non mi tornava però in quella normalità... qualcosa che "mancava" in quella normalità....
Ci ho pensato e solo dopo ho capito: mancavano gli anziani.
Hiroshima è una città senza vecchi.... Un'intera generazione è stata spazzata via, questa è la ferita più grande, ancora per qualche anno si noterà e poi forse tutto potrà tornare "normale".

Questa constatazione, in assoluto, è la cosa che mi ha fatto più male...

E.

 
 
 

ARACNOFOBIA

Post n°301 pubblicato il 28 Maggio 2008 da alienata

Per una "aracnofoba" come me questa notizia di qualche giorno fa è davvero drammatica....

Notizia tratta dal Corriere del 17 Maggio 2008

LO SCRIVE IL Der Spiegel: "grandi quasi 20 centimetri, si spostano in gruppi".
L'invasione dei ragni giganti
Allerta in Germania, Austria e Svizzera

BERLINO - Sono neri, sono grandi quasi 20 centimetri e si spostano in orde: un'invasione senza precedenti di ragni è in atto in questi giorni in Austria, in Germania e in Svizzera, riportano gli organi di stampa. Sbalorditi anche gli esperti di aracnidi: a quanto sembra, nessuno sa da dove siano arrivati - e gli animaletti diventano sempre più numerosi. Cattive notizie per chi soffre di aracnofobia, scrive Der Spiegel, che racconta in un lungo articolo la curiosa «occupazione» di ragni opilionidi. «I Paesi Bassi e la Germania sono già stati invasi. In questo momento loro presenza si è moltiplicata anche in Svizzera e in Austria», scrive il settimanale sul suo sito. Si intravedono sui muri di casa e sulle pareti. Questi animali hanno otto lunghe ed esili zampe che raggiungono anche i 18 centimetri. Alla loro vista molti cittadini si spaventano, altri invece provano disgusto. Tuttavia, non sono pericolosi e si dileguano appena ci si avvicina a loro.

INVASIONE - Gli opilionidi, vengono spesso scambiati per ragni, sono invece solo loro parenti: assieme agli scorpioni; gli pseudoscorpioni; gli acari e i ragni appartengono alla famiglia degli aracnidi. Sono privi di strutture capaci di emettere fili di seta e non posseggono ghiandole velenifere, quindi non sono potenzialmente pericolosi, spiega Jochen Martens, professore di zoologia all'Università di Mainz. Si spostano in orde di centinaia, a volte migliaia: «Tutto il gruppo comincia poi a muoversi», descrive Martens il loro comportamento in caso di difesa. Sono degli onnivori, ovvero si nutrono di piccoli insetti, ingerendo anche materiale solido e semisolido. La cosa più incredibile, spiegano però gli esperti, è che questa particolare specie non è ancora stata identificata, pur essendo stati effettuati dei test genetici. Anche la causa della loro espansione in questi paesi rimane per il momento un mistero: per gli esperti questi "aliens" potrebbero essere arrivati in Europa via mare, con ogni probabilità su dei container. Infatti, sussiste un rapporto diretto tra l'intensità degli scambi di merci con un continente e il numero delle specie di ragni importate. La maggior parte è originaria dell'Asia, ma anche dal Sudamerica.

Elmar Burchia

L'unica cosa che mi viene da dire è: "BENEDETTE ALPI!"
...ma se mai dovessero diffondersi anche qui in Italia.....
quale mai potrebbe essere il mio destino?????
 


Antartide: la mia prossima dimora vista dal satellite

Mi rimane solo il trasferimento tra i ghiacci dell'Antartide, sperando che qualche buon samaritano come il Dr. House possa "tenermi compagnia" in cam...
Volontari?

hehehehe

Baci Ele

 
 
 

Santa Rita

Post n°300 pubblicato il 22 Maggio 2008 da alienata
 

Oggi parlavo con la mia adorata amica Claudia  sorrentina DOC, donna intelligente, devota e dall'incomparabile arguzia...

Parlando delle nostre disgrazie la mia cara amica mi ha confidato che lei, da buona napoletana, spesso chiede intercessioni  a Padre Pio, piuttosto che a San Gennaro...

Allora le ho domandato:"Cla...ma secondo te a che santo devo rivolgermi io????"

Lei mi risponde senza tentennamenti: "A Santa Rita da Cascia: la santa degli impossibili, l’avvocata dei casi disperati!"

OVVIO, e a chi altro????
D'altronde Santa Rita dove potrebbe trovarlo un caso più  disperato del mio???

.....tra l'atro il fato ha voluto che il discorso sia venuto fuori proprio oggi: 22 Maggio.... indovinate un po' a che Santo è intotalata la giornata odierna????

A Lei!!!

Santa Rita da Cascia

E' un segno, il Signore ha voluto indicarmi la via della redenzione!

Domani andrò ad accendere un cero alla mia Santa e le chiederò di aiutarmi a risolvere uno dei miei casi impossibili!

(Indovinate da quale inizierò.....)

Santa Rita da Cascia aiutami tuuuuuuuuu...

Se anche voi siete destinati a combattere battaglie impossibili rivolgetevi a Lei!

Di seguito la preghiera da rivolgere alla Santa:

SUPPLICA A SANTA RITA
O Eccelsa Taumaturga del mondo cattolico, o gloriosa S. Rita da Cascia, come sale bella a Te dal nostro cuore la preghiera in questo giorno dedicato dalla Chiesa alla Tua festività !
In quest’ora solenne in mille e mille cuori a Te si rivolgono fidenti e pieni di santa speranza, anch’io unisco la mia umile prece, perché Tu la presenti al Cuore Sacratissimo di Gesù, ed alla  Sua Madre Immacolata Maria, e me ne impetri le grazie di cui ho tanto bisogno.
O gran Santa di Cascia, sarà mai possibile che la mia fiducia nel Tuo patrocinio resti delusa ? E non sei Tu Colei, che i popoli chiamano la Santa degli impossibili, l’avvocata dei casi disperati ? Ed io, appunto, mi trovo in tali infelici condizioni per le mie colpe ! Vorrai Tu allontanare da me il Tuo sguardo ?     
 Sarà solo per me chiuso il Tuo cuore ? Solo io non dovrò sperimentare la Tua potente intercessione ? Conosco che ne sono indegno per i  miei gravissimi peccati. Ebbene, qui si vedrà la Tua celeste carità, il Tuo grande amore, ottenendomi la salvezza dell’anima.
È questa la grazia, che principalmente domando a Dio, per Tua mercè, in questo giorno sacro al Tuo natale in Paradiso; e con questa le altre grazie necessarie al mio stato.
O buona S. Rita, appaga i miei voti, ascolta i miei gemiti, asciuga le mie lacrime; ed anch'io proclamerò al mondo: Chi vuole grazia la domandi a Dio, per mezzo della Sua fedele serva S. Rita da Cascia , e sicuramente sarà esaudito.
In questo giorno di gloria, in cui maggiore e più viva si ridesta la comune fiducia nel Tuo patrocinio, che imploro su me, sul Vicario di Gesù Cristo, sul cattolico Episcopato e sacerdozio, sui Tuoi Religiosi Confratelli e Consorelle, che formano l’eletta figliolanza del grande S. Agostino, sui benefattori del Tuo santuario e Monastero di Cascia, sugli infermi, i poveri, i derelitti, sui peccatori, su tutti e sulle anime sante del Purgatorio.
O sposa amabilissima  di Gesù Crocifisso, da cui avesti in dono una delle spine della Sua sacratissima corona, in questo giorno del Tuo trionfo, aiutami, e la Tua protezione mi accompagni sino al punto della mia morte. Così sia.
***
O Dio, che Ti degnasti di concedere a s. Rita il gran dono di amare i nemici e di portare nel cuore i segni del Tuo amore e sulla fronte i segni della Tua passione, concedi a noi, per la Sua intercessione e per i Suoi meriti, di perdonare i nostri nemici e di meditare i dolori della Tua passione, così da conseguire il  premio promesso ai miti e a quelli che piangono. Amen.

Che dite... avrò speranza o nemmeno i Santi mi potranno aiutare?

P.s.: Claudia me le mandi le rose benedette???????????????????
:-)

E.

 
 
 

Himeji

Post n°299 pubblicato il 20 Maggio 2008 da alienata
 

姫路市

Himeji è una città di media grandezza per gli standard Nipponici, enorme per i nostri, si trova nel sud dell'isola di Honshu, nella prefettura di Hyogo, circa 40km ad ovest di Osaka.

Arriviamo ad Himeji con lo Shinkanzen all'alba del 20 Agosto 2007.  L'albergo nel quale soggiorniamo è agghiacciante rispetto agli altri che ci hanno ospitato, oserei dire quasi sporco, incredibile per il Giappone, ma per una notte ci si adegua... Soprattutto visto quello che ci aspetta in questa fantastica città!

Il castello di Himeji - 姫路城 (Himejijō)

Anche oggi ci accompagnerà Yuji e insieme visiteremo il famoso Castello Hakurojō  e cioè dell'Airone Bianco, un nome poetico che rispecchia in pieno la bellezza eterea di questo castello. Sembra davvero un airone che spiega le ali bianche prima di alzarsi in volo.
Questo castello, come molti altri siti in Giappone, è divenuto patrimonio dell'umanità Unesco ed è anche il meglio conservato e interessante dal punto di vista architettonico, fra i pochi castelli medioevali giapponesi che sono giunti integri fino a noi.

Himeji: Castello dell'Airone Bianco

Lungo la ripida strada che porta al castello, che si sviluppa in mezzo ad un bosco di ciliegi, incrociamo due ragazzi arabi.... annodate sulla loro nuca portavano due fasce con la bandiera nipponica e la scritta "Kamikaze"... Yuji ridendo ci traduce l'ideogramma.... Vi posso assicurare che per me e Manu l'accostamento non era affatto divertente.... fortunati loro che associano la parola kamikaze ai piloti che si lanciavano sulle navi americane durante la guerra, a noi europei evocano ben altre vicende....

Himeji: Manu ammira le Armature dei Samurai (ma quanto erano piccoli???)

Il castello domina la città di Himeji dall'alto, saliamo per le strade tortuose che attraversano i diversi ordini di mura ed entriamo.... è immenso, 7 piani, tutto coistruito in legno, all'interno si sente un odore particolare e camminando scalza sento il calore del legno.

 

Castello di Himeji: Io e Manu

Il castello era una fortezza inespugnabile, ma ai nostri occhi non ha l'aspetto severo che ci si potrebbe aspettare da una una costruzione progettata  per la guerra... ha bensì un aspetto quasi romantico....

Castello di Himeji

Impieghiamo più di due ore a visitare le corti ,prima esterne e poi interne, di questa mastodontica struttura, la torre centrale è disposta su sette piani da salire rigorosamente a piedi, le scale di legno hanno dei gradini alti ben 40cm ognuno (argh!) Arrivati all'ultimo piano godiamo di uno dei panorami più belli mai visti e da qui riusciamo a capire facilmente perchè questo castello non è mai stato assediato nella sua storia, non erano mica scemi i nemici dei signori di questo gioiello architettonico!

Castello di Himeji: veduta sulla città

Cunicoli , stanze, saloni, sale d'armi, ci viene un po' da invidiare chi a quei tempi poteva vivere in questo di palazzo, la cosa sicura è che si mantenevano in forma facendo lo "Step" su e giù da questi gradini infernali...

Castello di Himeji: Io...prima di aver fatto gli scalini!

Dopo la visita scendiamo a valle e andiamo a visitare il quartiere dei samurai, con il suo famoso  giardino... ecco questo è esattamente quello che mi aspettavo da un giardino giapponese.. questa è l'apoteosi... Libellule che volano sospese nell'aria, acqua che scorre,  gorgoglia, precipita e "suona"; carpe dorate, rosse, blu e nere, di tutte le dimensioni che nuotano placide; sassi accuminati e  rotondi, chiari e scuri... e poi: pini, fiori, ciliegi, felci, lanterne, ponti, e ninfee... TUTTO!


Che sogno.... E' davvero indescrivibile.... ci fermiamo a òungo a cotemplare questo piccolo paradiso..... ce ne andiamo solo perché il custode ci allontana per la chiusura, ma vi assicuro che questo sarà un posto che ricorderò per sempre...

Salutiamo Yuji con un po' di malinconia, ma con la certezza di aver trovato un amico che ritroveremo in Italia. Secondo voi è possibile sentire amica una persona che si conosce solo da due giorni?

...per me lo è stato!

E.

 
 
 

Impara l'arte...

Post n°298 pubblicato il 19 Maggio 2008 da alienata
 
Tag: Elena

....e mettila da parte.

(...che, in preda ad una crisi senile, mi possa pungere vaghezza di ricominciare???)

E.

 
 
 

34

Post n°297 pubblicato il 15 Maggio 2008 da alienata
 
Tag: Elena

お誕生日おめでとう

Sono dunque giunti i miei 34 anni...

Considerando il fatto che non sono stata crocifissa durante il mio 33esimo anno di vita posso anche ritenermi fortunata, o no???!!!

Ammetto di non aver rispettato minimamente le promesse che mi ero fatta il 15 maggio del 2007... i miei buoni propositi sono andati a farsi benedire... la mia vita procede sempre nello stesso modo, non è cambiato niente, si è solo complicata ulteriormente!

Ma non si può mai dire...

Magari  tra qualche anno vi scriverò dalla mia casa con vista sul Monte Fuji, circondata da bambini urlanti con i capelli ricci e gli occhi mandorla!

;-)

E.

 
 
 

Jeans....

Post n°296 pubblicato il 07 Maggio 2008 da alienata
 

Ebbene sì, alla fine ho ceduto, dopo ben 19 anni di rifiuto assoluto del capo di abbigliamento(sto diventando vecchia, non li indossavo dalla seconda liceo!!) mi sono comprata un paio di jeans!

Era da un po' che il pensiero si era insinuato nella mia mente, ma la divisa da donna in carriera  si era incollata al mio corpo come la maschera di "The Mask"...
Ed in effetti, da quando ho indossato per la prima volta quella maschera da manager, la mia personalità ha subito  dei cambiamenti... non ho acquisito nè invulnerabilità fisica, nè forza sovrumana, ma di sicuro ho sviluppato una certa perdita di sanità mentale e di autocontrollo... (putroppo non ho avuto nemmeno il potere di materializzare armi fotoniche come prolungamento dei miei arti superiori, quelle mi sarebbero state utili anche nella professione!)

Comunque, tornando ai Jeans, me li sono comprati domenica scorsa a Rimini, con l'ausilio e il consiglio della Dani e di Rocco e devo dire che sono rimasta sconvolta da questo acquisto.... e chi mi conosce bene forse sarà più sconvolto di me!
Sarà una regressione all'età scolare?
Ma non è che da domani mi vedrete in giro per Bologna o per Genova con le Superga bianche e lo zainetto dell'Invicta a righe?
Se dovesse capitare, vi prego, fatemi interdire!

Ma non temete tutto questo delirio iniziale serviva solo come prefazione a quello che in realtà volevo celebrare con questo post... e cioè.... la mia Città: Genova!
Infatti TUTTI sanno, o almeno dovrebbero sapere, che questo capo d'abbigliamento diffuso in tutto il mondo è di origine genovese.

Questo è uno dei miei cavalli di battaglia, quando parlo di Genova voglio sempre far capire ai miei interlocutori che la mia città ha dato dei contributi non indifferenti all'umanità, oltre ad aver dato i natali a me, si intende!

Visto che molti non vorranno credermi, non userò parole mie, ma citerò alcune fonti sul web:

Wikipedia:
La primogenitura in fatto di fabbricazione dei blue-jeans viene ricondotta, storicamente ma in maniera non sempre univoca, alla città di Genova al Genovesato in genere, in virtù della grande tradizione tessile che fin dall'antichità ha costituito una importante voce nelle esportazioni liguri di manufatti (come velluti di Zoagli e broccati di Lorsica). Nel capoluogo ligure, a ricordo di tale primato rivendicato, nel novembre 2004  è stato realizzato un pantalone "blu di Genova" di dimensioni da Guinnes dei primati , alto 18 metri, confezionato con seicento paia di vecchi jeans ed issato su un'alta gru del Porto antico di Genova; è stato disegnato dagli studenti del liceo artistico "Nicolò Barabino" e realizzato da quelli dell'Istituto professionale "Duchessa di Galliera". Già nel XV Secolo la città di Chieri produceva un tipo di fustagno di colore blu che veniva esportato attraverso il porto antico di Genova, dove questo tipo di "tela blu" era usata per confezionare i sacchi per le vele delle navi e per coprire le merci nel porto. Il nome inglese deriva, secondo alcuni, dal termine blue de Genes, ovvero "blu di Genova" trasformato poi dalla lingua inglese in blue-jeans.

Lifegate
"Blue" ne indica il colore, "Jeans" la città d’origine ed entrambi i fattori hanno avuto a Genova, più precisamente nel suo porto e nel suo fervore commerciale, la tappa iniziale del loro lungo cammino per le vie del mondo.
Il grande salto dai tessuti genovesi e la nascita dei blue-jeans in America intorno al 1860 è stato compiuto dai commercianti di Nimes (dal cui nome deriva Denim) che scelsero Genova come punto di partenza per le merci che destinate al Nord America.       

Tutta l'america in otto simboli:
Il jeans è nato nel 1847 negli Stati Uniti. Il suo ideatore fu Levi Strauss, un giovane commerciante emigrato dalla Baviera. 
La parola jeans deriva dal francese genes che significa Genova, in riferimento alla tela con cui erano fatti i pantaloni indossati dai marinai al tempo di Colombo. Alla fine dell'800, il termine jeans diventò sinonimo di pantalone.

TNT Jeans:
L'origine del nome "blue jeans" viene fatta risalire alla storpiatura che la lingua inglese ha dato nel tempo al nome "blue de Genes" (blu di Genova), nome con il quale veniva indicato un tipo di telone di colore blu che veniva usato sulle navi per vele e per copertura delle merci. L'Oxford English Dictionary indica come epoca di origine di questo nome nientemeno che il 1567.

Direi che non ho altro da aggiungere... Sono solo commossa...

Elena

 
 
 

Kyoto

Post n°295 pubblicato il 29 Aprile 2008 da alienata
 

京都市

Nel VIII secolo  Kyoto  divenne la seconda capitale permanente del Giappone (subito dopo  Nara) e rimase tale fino al 1868 quando l'imperatore Meiji trasferì a Tokyo la sede imperiale.
Questo lungo periodo di residenza dell'imperatore rende Kyoto la città più ricca di monumenti e di storia dell'antico impero nipponico, questo anche grazie al fatto che la città non venne mai bombardata durante la seconda guerra mondiale, quindi conserva intatti imponenti complessi di templi e palazzi.
Durante il nostro successivo viaggio a Hiroshima abbiamo appreso che questo gioiello, oggi patrimonio dell'umanità Unesco, non era stato risparmiato per preservare i tesori che conteneva, ma bensì che era stato segnalato come possibile obiettivo per il lancio della seconda bomba atomica, questa triste sorte alla fine toccò a Nagasaki.
Mi vengono i brividi al pensiero che tutto quello che ho visto in questa città poteva andare distrutto e perso per sempre.... ma questa triste storia la narrerò più avanti....

19 Agosto 2007.
Ci sono troppe cose da visitare e da fare in questa città, ci vorrebbero almeno 2 settimane per vedere tutto ciò che offre ma, visto che noi abbiamo solo un giorno da dedicare alla visita dei templi, decidiamo di goderci la visione di pochi siti per evitare di vedere tante cose superficialmente.
Anche oggi avremo una guida d'eccezione, incontreremo il mio amico Yuji, un ragazzo giapponese che vive in Italia da 13 anni e che parla un italiano perfetto, è una persona colta e preparata, è curioso e spiritoso e grazie a lui riusciremo a visitare questa città con uno spirito diverso...  tipicamente nipponico!
Arigato Gozaimasu Yuji-san!

Io e Yuji  :-)

Incontriamo Yuji alla stazione davanti alla vetrina di GUCCI, giusto per darci un appuntamento Italiano!! :-)
Gli comunichiamo di avere un'unica richiesta: vogliamo vedere il Tempio Ryoan-ji, famoso per il suo giardino Zen, ma per il resto ci affidiamo completamente a lui.

Kyomizudera 清水寺

Sceglie per noi il Kyomizudera, un grandissimo complesso buddista che comprende un templio, realizzato interamente in legno, di un imponenza disarmante.
Yuji innamorato del suo paese (quasi quanto io lo sono di Genova) ci fa da guida e ci illustra la storia, le varie usanze e alcune curiosità.

Io e Manu di fronte al Kyomizudera

L'immenso tempio  è posto su una collina che domina l'intera città, la vista è mozzafiato!
Il tempio è noto soprattutto per il teatro posto a ridosso di un precipizio. Viene sorretto da 139 colonne di legno alte da 13 metri. Questa struttura è costruita con la tecnica "Jigokudome"  ("Jigoku" : inferno, "Dome" : fermare) e cioè senza utilizzare un  solo chiodo, viene chiamata così perché se si toglie un solo pezzo di legno crolla subito l'intera struttura.
Dall'ampia terrazza si può godere di una superba vista su Kyoto.
Che pace e che atmosfera!
Non per niente quando un giapponese deve prendere una decisione importante usa l`espressione: "Buttarsi dalla veranda del Kiyomizudera".

Io e Manu che ci purifichiamo alla fontana del Kyomizudera

Lasciato questo paradiso percorriamo una stradina ripida in discesa che ci fa entrare nel cuore del quartiere tradizionale di Kyoto, il caldo è intollerabile, per fortuna che in Giappone esiste il Suntory Dakara una bevanda con alto contenuto di potassio che ci impedisce di perdere i sensi...

Ed eccomi in preghiera di fronte alla mia bevanda di salvezza!

La strada ci riserva gradevoli sorprese, Risciò corrono veloci trainati da aitanti giovani (uhmmm davvero niente male!), delle ragazze giapponesi truccate da  geisha   passeggiano tra i vicoli della città vecchia...

Risciò e Geisha... più Giappone di così...

Certo non sono "originali", ma sempre suggestive, non credete?

Kodai-ji     高台寺

La seconda tappa è il Kodai-ji un tempio Zen di una bellezza che lascia senza parole... Due coni di sabbia emergono dalla ghiaia rastrellata, intorno un giardino perfetto..

Giardino Zen del Kodai-ji

Nella mia mente guardandolo si affollano pensieri: sembrano due seni, la terra che ci nutre, la maternità, il sesso, l'amore; oppure due isole in un mare calmo e senza vento... Yuji mi guarda e mi chiede cosa mi fa pensare quella visone, io gli rispondo con questa profusione di visioni poetiche,  lui annuendo dice: "Hai...hai..." (Sì...Sì...) socchiude gli occhie e poi da buon giapponese mi dice: "Di fronte ad un giardino zen, la mente dovrebbe svuotarsi, quindi non si dovrebbe pensare a NIENTE".
Ovvio! Ma che ci posso fare io se sono Italiana??? ... Ahhh perfida mente italica!! Riuscirai mai a svuotarti e a raggiungere la pace Zen??? Credo di no! Siamo troppo diversi!

Giardino e tempio del Kodai-ji

Dopo una pausa di riflessione e relax di fronte al meraviglioso giardino zen andiamo a visitare il resto del complesso, ci sono altri 2 templi e due case da the, Yuji ci racconta tutto sulla cerimonia che, haimè ,non avremo mai il piacere di seguire di persona...
Per pranzo ci regaliamo un gustoso Okonomiyaki, la famosa pizza giapponese, era da tanto che volevamo mangiarlo,  ma quello "vero" lo mangeremo a Hiroshima... dunque vi racconterò vita morte e miracoli di questo piatto più avanti.

Ryoan-ji  竜安寺

Ultima tappa di questa giornata è il tempio di Ryoan-ji  piccolo tempio zen che ospita uno dei giardini kare sansui (giardino secco) più famosi.
All'interno della recinzione del tempio è racchiuso un paesaggio formato da ghiaia su cui sono posate quindici pietre di varie forme e dimensioni. Si dice che il giardino voglia rappresentare il mare  costellato di isole, oppure una distesa di nuvole o di nebbia dalla quale spuntano delle montagne. La cosa bella di questo e di tutti i giardini zen è che la ghiaia  rastrellata crea disegni composti  da linee parallele dritte o curve che variano sempre, mutano a seconda dell'idea dell'artista, così come è mutevole la realtà.

In contemplazione del Kare sansui del Ryoan-ji

Yuji ci spiega che le pietre sono posizionate in modo che  non si possano mai vedere tutte, ne rimane sempre celata qualcuna, la realtà, per quanto noi possiamo cercare di scoprirla, ci rimane sempre in parte preclusa.

Manu si purifica alla fontana del  Ryoan-ji

Ci fermiamo in contemplazione di questa meraviglia e ci rilassiamo...finalmente dopo una giornata di emozioni e fatica, di fronte a quel mare di ghiaia, di fronte a quelle isole di pietra, sono riuscita a vivere l'esperienza Zen... ho svuotato la mente, giuro che sarei capace di trascorrere un mese intero da sola in questo bellissimo giardino.

Ci regaliamo una  cena chic, Yuji ci porta in un ristorante bellissimo, trovarlo è stata un'impresa, ma il risultato ci ha ripagato della fatica. Abbiamo mangiato in un ristorante zen lo  Yuzuya , se vi dovesse capitare di andare a Kyoto ve lo consiglio di cuore, guardate il sito ,anche se è in giapponese, le foto sono significative e parlano da sole e il cibo era sublime!

Il nostro sashimi!!

Salutiamo Yuji e prendiamo un taxi per tornare in albergo, ma lungo il tragitto abbiamo un incidente... Il caso vuole che un camioncino ci tamponi... il conducente distratto non frena e ci prende in pieno... uno spavento incredibile e un po' di mal di collo, ma in sostanza non ci facciamo nulla. La cosa emblematica è che nè il tassista nè il conducente del furgone parlavano inglese, abbiamo comunicato a gesti, dopo poco arriva la polizia, inutile dire che nemmeno loro si esprimevano in inglese, abbiamo dunque chiamato Yuji che, parlando al telefono col poliziotto, ci faceva da interprete. Siamo restate in mezzo alla strada per circa un'ora, senza capire cosa si stavano dicendo, cosa stavano scrivendo, abbiamo cercato di mimare quello che era successo nell'incidente, abbiamo rifiutato di andare all'ospedale ed infine abbiamo firmato una deposizione in Giapponese! Che avventura :-)

La cosa bella di questa vicenda non così allegra, e della quale avremmo di sicuro fatto a meno, è che la polizia ha monitorato il nostro soggiorno Nipponico tramite Yuji per tutti i restanti giorni del nostro viaggio, lo chiamavano tutti i giorni per sapere come stavamo...finchè non siamo risalite sull'aereo!

Beh, un'esperienza in più da raccontare, no???

;-)

Elena

 
 
 

Haru desu!

Post n°294 pubblicato il 08 Aprile 2008 da alienata
 

E' primavera!

Per quest'anno l'Hanami(contemplazione degli alberi fioriti) rimane un sogno, vedrò i rami di ciliegi in fiore solo in fotografia...

...foto scattata dalla mia amica Sachico a Nagasaki...

Ma è bello sognare... chiudere gli occhi e immaginare di essere lì... lontana da tutto, in un altro mondo dove sono solo Elena-chan e non questa pseudo donna-manager che incontro tutte le mattine allo specchio.

E chissà, magari anche la splendida primavera italica mi farà rifiorire... ma una cosa è  sicura la settimana prossima sboccerò nuovamente tra le tue mani Aisuru hito

E.    

 
 
 

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Immagini disegnate da corpi in movimento.
Lento uno specchio esalta i corpi nudi,
accaldati, eccitati.
L'amore scivola sulle mie mani,
accarezzando i tuoi fianchi,
rumore di passi, voci lontane,
noi soli,
unici e complici.

Un ricordo di te che non cancellerò mai.

(Anonimo Longobardo)

 

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