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Post n°84 pubblicato il 12 Gennaio 2010 da amarablack
Oggi per colmare la mia ignoranza, leggendo una bellissima poesia di un amico, mi sono imbattuta in questa favola di Esopo.. Un’aquila inseguiva una lepre; la quale, in mancanza d’altri protettori rivolse le sue Suppliche al solo essere che il caso le pose sott'occhio: uno scarabeo. Questo le fece animo e, quando vide avvicinarsi l’aquila, cominciò a pregarla di non portargli via la sua protetta. Ma quella, piena di disprezzo per il minuscolo insetto, si divorò la lepre sotto i suoi occhi. Da allora lo scarabeo, tenace nel suo rancore, non perdette più di vista i nidi dell’aquila: appena essa deponeva le uova, saliva su a volo, le faceva rotolare e le rompeva; fino al giorno in cui, cacciata da ogni parte, l’aquila, che l’uccello sacro a Zeus, si rifugiò presso dì lui e lo scongiurò di trovarle un luogo sicuro per covare. Zeus le concedette di deporre le uova nel suo proprio grembo. Ma quando lo Scarabeo se ne avvide, fece una pallottola di sterco, si levò a volo e, giunto sopra il grembo del dio, ve la lasciò cadere. Zeus, per scuotersi di dosso lo sterco, si alzò e, senz’avvedersene, gettò a terra le Uova. Da allora, dicono, nella stagione in cui compaiono gli scarabei, le aquile non covano. Questa favola insegna a non disprezzare nessuno, perché nessuno è tanto debole che, offeso, non sia in grado giorno di vendicarsi. ed ho così pensato alla vendetta ed al suo valore.. ne ha uno? ma soprattutto credo che non debba essere il timore.. la paura di essa.. a tenerci lontani dal disprezzare...
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