Creato da angeli_senza_ali il 13/05/2008

angeli_senza_ali

anche noi abbiamo un'anima

 

 

« Messaggio #238Rambo.(dal canile di Torino) »

Storia di Lillo

Post n°239 pubblicato il 06 Dicembre 2008 da angeli_senza_ali
 

LILLO

 

(storia vera di un cane disabile)

 

Ciao, mi chiamo Lillo sono uno Yorky di 7 anni e da 2 sono paralizzato al tronco posteriore a causa di due ernie del disco e, nonostante un intervento chirurgico, che mi ha salvato la vita, sono costretto ad usare un carrellino per essere autosufficiente. Detto così può sembrare una situazione veramente triste, ma in realtà non è che la mia vita sia cambiata poi così tanto e tutti mi considerano un cane sereno e felice. Vivo ad Alghero con la mia "mamma" Ines , il mio "papà" Giovanni e la mia compagna Piggy, una Yorky di 5 anni e mezzo. Il nostro rapporto non è mai stato idilliaco perché lei è un po' altezzosa e abbiamo gusti completamente diversi in fatto di cibo e giochi (io infatti adoro palle, palloni e palloncini mentre lei sta sempre nella sua cesta ad accudire pupazzi di peluche) anche se devo dire che l'unica volta che ci siamo trovati "d'accordo" abbiamo avuto due splendidi cuccioli, Lillo J. e Minnie.
Tornando alla mia malattia, la vigilia di Pasqua del 2005 mi sono svegliato che non mi sentivo bene e per farlo capire ad Ines mi sono nascosto nello sgabuzzino; meno male che lei è un umano "speciale" e mi ha portato subito dalla dottoressa che mi seguiva, che però non ha capito cosa avessi. La sera stessa stavo talmente male che le mie zampe posteriori si erano completamente paralizzate, tanto che mi ha portato dal dott. Luca Ortu, che nonostante fossero le sette di sera del sabato prima di Pasqua, ha preso a cuore il mio caso e fatto subito la diagnosi giusta. Approfitto per scusarmi con lui dei morsi che ogni tanto gli do durante le visite di controllo, niente di personale, anzi confesso che mi è anche simpatico, solo che ora divento un po' nervoso quando vado dal veterinario.
E' iniziata così una settimana veramente dura perché ho dovuto subire accertamenti anche molto invasivi con tre anestesie totali in tre giorni, un intervento chirurgico molto delicato per riparare un midollo spinale ormai completamente compromesso. E soprattutto dovevo riuscire a far capire ai dottori, che consigliavano i miei amici di sopprimermi, che volevo vivere a tutti i costi. Fortuna che con me c'erano sempre Ines e Giovanni che non mi hanno mai abbandonato, anzi hanno convinto i medici a tentare tutto con me, perché sapevano che sono un tipo tosto, che non molla facilmente. Anche la convalescenza è stata dura, non mi piaceva per niente essere costretto all'immobilità, anche se mi portavano in giro tutti i giorni dentro una cassetta fatta apposta per me solo per farmi prendere aria. Mi vergognavo un po' perché mi avevano dovuto rasare a zero; ora il pelo è ricresciuto completamente e per fortuna Ines non mi tortura più con la spazzola come prima, dice che sembro un cane randagio ma forse si è accorta che sono felice anche un po' spettinato.
Poi ad agosto dello stesso anno è arrivato dall'America il mio "carrellillo" e mi ci sono trovato subito bene, posso passeggiare, correre, giocare con il pallone, insomma fare quasi tutto quello che facevo prima. Per essere sincero essere un cagnolino disabile ha anche i suoi vantaggi perché per strada tutti gli umani si fermano a coccolarmi, accarezzarmi, chiedere notizie e io ci godo un mondo. Per non parlare dei vizi che in famiglia mi danno ogni giorno, accudendomi nelle mie necessità quotidiane che non sono poche; pensate che ora abbiamo comprato un camper in modo che anche io e Piggy possiamo andare in vacanza e in due anni abbiamo girato quasi tutta l'Italia... niente male per un cane disabile!
L'unica cosa che proprio non mi va giù è quando la sera Ines, per mettermi a dormire nella mia brandina, mi deve "impannolinare", cioè mi mette uno di quei così da bimbi piccini per evitare che durante la notte mi sporchi; devo dire che per un cane "dominante" come me è veramente imbarazzante!
Invece quello che fa arrabbiare la mia mamma è quando qualcuno mi chiama "poverino", allora parte in quarta a raccontare la mia storia, di come sono stato forte e pieno di dignità, di come ho superato tutto quella sofferenza e di come riesca a vivere una vita quasi normale; allora io vorrei intervenire per dirle che se ci sono riuscito è stato soprattutto grazie a tutto l'amore che mi hanno dato e che continuano a darmi, ogni giorno, senza farmi pesare la fatica dell'accudirmi e di farmi fare una vita normale.
Un amore grandissimo sicuramente ricambiato. Imparate ad amare umani!!!!

 

Tratto dal sito http://www.oscardog.it/storie.htm

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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ABBANDONO ESTIVO

M'hai insegnato ad attenderti paziente,

quand'andavamo insieme per le spese:

così aspettavo, seduto fuor dell'uscio

poiché (fuori era scritto) lì non potevo entare...

Abbiam giocato, anche più volte, a nascondino:

ma ti trovato sempre... (ho naso fino);

ma... quando la pallina anche ieri mi hai tirato,

perché non l'hai ripresa e te ne sei andato?

Che strano il posto dove m'hai lasciato...

la strada è dritta, non c'è il panettiere,

né c'è il lattaio, neppure il salumiere...

(e non capisco neanche perché mai

ci siamo andati in auto, a far spese..)

Ora comprendo, sarai indaffarato

o qualche impedimento t'ha bloccato;

ma io son stanco qui di rimanere,

il sole è caldo, ho sete, vorrei bere..

Sono già stanco pure di abbaiare..

il sole picchia, mi par di morire...

in lungo e in largo, sulla strada ho cercato:

con ansia e affanno, tracce tue non ho trovato.

Perché non torni ad abbracciarmi, Amico?

Le coccole mi mancano più ancora della pappa...

Beh, sai cosa ti dico? Io, come sempre, me ne starò buono, qui..

(e... t'aspetto...)

Luciana Bianchi Cavalleri

 
 
 

CANI IN PARADISO

Ci sarà un Paradiso anche per i cani?

Quei cani affamati, bastonati, abbandonati...

Ci sarà certo, un Paradiso, perché nell'inferno

ci sono già stati, qui sulla terra.

Ci deve essere il Paradiso per chi non ha mai

incontrato di un padrone il sorriso

ma anche per chi, fortunato, nella vita

è stato amato; esisterà di certo

il loro Paradiso, con tanti Angeli a cui donare

un amore assoluto e infinito come il mare,

un tesoro che l'uomo ha rifiutato.

Sarà bello quel Paradiso dove correre liberi

da catene, su e giù nell'immensità.

E amare, senza essere mai più traditi,

da qui all'Eternità.

Cesarina Santoni

 
 

AD UN AMICO FEDELE

Tra noi non vi sono parole per rivelarci segreti,

per raccontarci le gioie o le pene, ma i tuoi occhi sinceri

confermano un tacito accordo alla mia mente.

Dal tono di voce tu riconosci

il mio umore e rispondi ad un gesto senza volerne il perché.

Segui velocei miei passi o immobile mi resti accanto

custode di tanti pensieri che non capisci e me ne consoli.

Così percorriamo le vie misteriose che uniscono un uomo al suo cane.

Tra noi non vi sono parole: ti guardo e per dirmi

che mi vuoi bene a te basta soltanto la punta della tua coda.

Anna Balestri Menichini

 
 
 
 
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AREA PERSONALE

 

UN CUCCIOLO SPECIALE

 Un giorno d’estate, Matteo, un bambino di 9 anni, si gustava il suo gelato al pistacchio dopo esser stato dalla nonna e averla aiutata a fare la spesa. Ma, poco prima di arrivare a casa, vide il negoziante di calzature che stava appendendo sulla vetrina del suo negozio un cartello che diceva: “Cuccioli in vendita”.

Incuriosito Matteo si fermò. Dopo una breve riflessione, chiese al proprietario del negozio: “A quanto vendi i cuccioli?”. Il negoziante rispose: “A trenta euro”. Il bambino mise la mano in tasca e tirò fuori alcuni spiccioli. “Io ho tre euro e cinquanta centesimi, è il resto della spesa che la nonna mi ha regalato. Se la mamma è d’accordo, posso averne uno?”.

Il negoziante sorrise ed emise un fischio. Da una cuccia uscì Laika, una bella cagnolina che percorse il negozio seguita da cinque minuscoli batuffoli dal pelo lungo. Un cucciolo però rimaneva indietro.

                  

Subito Matteo notò il cucciolo ritardatario e chiese: “Che cosa ha che non va questo bel cagnolino?”. Il negoziante spiegò che il veterinario aveva visitato il cucciolo ed aveva scoperto che aveva un difetto all’anca e quindi avrebbe zoppicato sempre, rimanendo storpio per tutta la vita.

Il bambino a queste parole si entusiasmò e, indicando il cucciolo zoppo disse subito: “È questo il cucciolo che voglio comprare”. Il negoziante cercò di dissuaderlo: “No, non ti conviene comprarlo. Se proprio lo vuoi te lo regalo”. Il bambino, quasi indignato, guardò diritto negli occhi il negoziante e obbiettò dicendo: “Non voglio che me lo regali. Quel cagnolino vale tanto quanto gli altri cani e io pagherò il prezzo per intero. Adesso le do tre euro e cinquanta centesimi, poi, se la mamma sarà d’accordo, le darò cinque euro ogni mese fino a quando non avrò pagato tutto”. Il negoziante meravigliato disse: “Non vorrai davvero comprare questo cagnolino? Pensaci bene! Non potrà mai correre, saltare e giocare con te come fanno gli altri cuccioli”.

A questo punto Matteo arrotolò i pantaloni facendogli vedere la sua gamba sinistra sorretta da un sostegno metallico. Così, attirando l’attenzione del negoziante, mormorò dolcemente: “Guardi la mia gamba: neanche io posso correre tanto bene, il cuccioletto avrà bisogno di qualcuno che lo capisca e gli sappia dare affetto!”. 

da La Fattoria di Nonna Sara

 
 

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