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E adesso aspetterò domani per avere nostalgia
Post n°356 pubblicato il 25 Marzo 2009 da Midnight_Raver
il punto è avere la vita non lontana, da dover faticare per raggiungerla, da dover penare per trattenerla, il punto è averla tutta intorno, ribollente, come le pozze di qualche sorgente, il punto è perdersi nelle correnti di facce diverse e preziose, di facce che nascondono storie o le gridano al mondo, di mani tatuate che suggeriscono, di barbe vichinghe e dreadlocks sfilacciati, si tratta di scendere sotto la stazione, e ricordare che kelet vuol dire est, e siamo già ad est, e ancor più a est si può andare, fino a fondersi con l'aurora, fino a fare l'amore coi bordi della notte, ma più semplicemente fermarsi nel mezzo è bello, proprio nella piazza sotterranea della stazione, ma non quella verso est, dove andiamo dopodomani, quella verso ovest, la stazione verso casa, nyugati pályaudvar, e fermarsi proprio nel mezzo e lasciar scorrere la vita tutto intorno, come fa margit sziged col danubio, come fa l'isola tiberina col tevere, ed è così acquatico e amniotico il fluido di umanità di cui mi sento osservatrice e parte, così pacifico lo scorrere del sole su e giù per il cielo, e così misterioso ogni angolo di strada, per quello che può portare, che per dire, oggi sono uscita a fare delle radiografie e ho visto tornando un cartellone e ho pensato a una persona e puff eccola lì, e queste sono le cose che succedono a budapest tutti i giorni, non bisogna rincorrere la vita, non bisogna supplicarla di prestarci un po' d'attenzione, la vita è qui, la vita è ora, e basta uscire di casa per esserne parte, basta prendere una birra, sedersi qualche minuto e qualcosa non può che capitare. mi sa che più che domani aspetterò qualche anno, per avere nostalgia. venite voi, ne vale la pena. |
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"Quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci sia dato vivere. E' l'emozione fondamentale situata al centro della vera arte e della vera scienza. Da questo punto di vista chi sa e non prova meraviglia, chi non si stupisce più di niente è simile a un morto, a una candela che non fa più luce".
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