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Post n°79 pubblicato il 17 Novembre 2009 da annaxxxxx
Sei speciale, stravagante, insolito, grottesco, particolare, unico, esagerato. Sei Tu, Alejandro Jodorowsky. Cosa ha fatto nella sua vita questo giovane-per-sempre-giovane vecchietto ? Risposta semplice: tutto o quasi. Nasce in Cile da esuli ebrei russi, che già è una bella mescolanza. Cresce nel mondo magico del sudamerica di cui s’impregna e che restituirà digerito e rielaborato nei suoi film e libri. Diventa poeta, attore di strada e clown, innamorato del circo, delle sue luci. Pratica zen, per anni discepolo e assistente di una guaritrice messicana. Attua performance poetiche, teorizzando l’atto poetico come atto creativo. Poi prende e parte dal suo continente, va in Francia, dove sarà collaboratore e assistente di Maurice Chevalier, il grande chansonnier. E ancora tutto quello che si sa, ovvero regista, studioso e praticante dei tarocchi che porterà dentro i suoi film come sapienza antica, con citazioni esplicite come nel film “Il Ladro dell’Arcobaleno”, una storia intessuta sulle carte dei tarocchi. Autore con Moebius di celebrati fumetti di fantascienza in Francia. Ma soprattutto scrittore di tarocchi ed esoterismo, nella disciplina che si inventa, la Psicomagia, in cui riunisce le sue esperienze magiche e di assistente di Paquita (guaritrice messicana) le sue conoscenze di psicanalisi e le sue esperienze esoteriche. L’atto psicomagico che teorizza è una specie di salto nel vuoto nel linguaggio dell’inconscio. Concependo l’inconscio come una forma di pensiero atavica e un po’ animale/infantile, dice che per sanare le ferite antiche che tormentano la vita e spesso il corpo (le due cose sono inscindibili, ma noi lo sappiamo anche grazie a lui) bisogna parlare il linguaggio assurdo e teatrale dell’inconscio, realizzando azioni che vanno alla radice del problema in forma di magia, in atto simbolico che provvede alla richiesta interiore all’origine del disagio e della malattia. Secondo la regola del “come se” l’atto psicomagico da al bambino interiore che chiede incessantemente il pane per il suo desiderio fondamentale creando una dimensione senza tempo dove succede ciò che deve e si pareggia il conto in sospeso. Uomo di sapienza, uomo d’arte, uomo di medicina. Uomo. ... Mesi fa Alejandro partecipò a Milano a una manifestazione di non ricordo cosa, la sera prima aveva partecipato a qualco'altro in un teatro, mentre questo era un aperitivo in Centro, insieme lui e Battiato. Mi trovai in zona a quell’ora, arrivai davanti al luogo e tutto era finito, un sacco di gente però ancora dentro. Non entrai neanche, mi girai per andarmene e vidi Jodorowsky che andava via; alle mie spalle Battiato che entrava in una macchinona nera. Mi trovai in mezzo. Voglio restare lì. |
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