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L'isterico a Metano

Post n°105 pubblicato il 27 Febbraio 2010 da annaxxxxx
 

Il mio blogamico Zanardi gusta giustamente di Paz, paladino del fumetto del movimento del ’77 e io lo accompagno in questa degustazione, anche postuma. Paz non si discute, Paz è un eroe, troppo presto se n’è andato lasciandoci qui senza la sua matita a reinventare il mondo in chiave di allegro fumetto un po’ fumaiolo. Ma insieme a Paz c’era (e lui c’è ancora) un altro eroe di quell’epoca creativa e sedicentemente alternativa, uno che con lui illustrava Frigidaire, Cannibale, u.s.w. In questo mio spazio non può mancare un tributo a un’altra matita bolognese, ugualmente creativa e decisamente più cattiva. Paz era un candido, figlio legittimo di Jacovitti e Topolino, che divertiva sé ed altri in quel turbine di pazzerelli assassini (leggasi amanti dell’hashish) che forse volevano cambiare e rallegrare il mondo o forse era solo un nuovo gioco di “società” che alcuni avevano preso fin troppo sul serio.

Filippo Scozzari no, pur essendo fratello di matita di Paz non era un Candido, quanto piuttosto un perfido senza pietà e tale è rimasto nei secoli, pardon, nei decenni. A lui devo la scoperta del libro di Tommaso Landolfi “Il mar delle Blatte”, dopo che il suo fumetto dallo stesso titolo ed uguale trama mi aveva affascinato a tal punto da voler leggere l’originale. Anche con “La Dalia azzurra” fece una magistrale trasposizione in fumetto. Cattivo e paradossale come Altan, anche nel tratto di penna, sprezzante e snob come solo chi sa (crede) di stare un gradino piùssopra o, forse, come chi è convinto dei suoi colori  e delle sue idee. I disegni di Scozzari trasudano cattiveria e astio per la mediocrità e l’ignoranza facilona, i suoi personaggi sono assurdi e coloratissimi paradossi, logici e sferzanti. Come ad esempio Capitan Dulciora, o meglio ancora Suor Dentona, la suora che risucchia a modo suo l’anima ai soldati morenti per consegnarla direttamente a Dio, praticamente una missione.

Filippo è cinico e cattivo, proprio questo mi piace di lui. Non ha pietà, non conosce padroni ideali e reali. E’ rimasto sempre, lo è ancora, un ragazzo che sputa sul mondo e deride la sua meschinità. Lo stile grafico oltre alle sceneggiature sono lì a rinforzare il dileggio, un tripudio di colori e facce assurde in ancor più assurde storie. Insomma, concludendo, amo Scozzari e lo propagando come efficace rimedio contro la gonorrea e altri mali minori dello spirito e del comprendonio. Comprate Scozzari, leggete Scozzari, inchinatevi a Scozzari. Seguono disegni esplicativi dell’arte corrosiva del Maestro, da esaminare con attenzione e rimirare con devozione.

   

   

 
 
 
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