DASEIN

A un Ribelle (Poeta)

"L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo."

Pier Paolo Pasolini
Vie Nuove n. 36, 6 settembre 1962

Non ci sarebbe nulla da aggiungere, basterebbe guardare la data in cui è stata scritta la frase. Già così si capisce quanto Pierpaolo Pasolini fosse in anticipo sui tempi, quanto la sua denuncia del degrado fosse profetica e quindi,  ahimè, attuale. Certo la sua formazione rigorosamente classica e di fatto conservatrice non gli faceva vedere di buon occhio “quel” progresso. L'abbuffata materialista non si confaceva alla sua sensibilità dagli accenti significativamente religiosi, a tratti mistici. Pierpaolo tuonava contro  il degrado, l’ipocrisia, contro Ogni Potere, contro il mondicino piccolo borghese che da provinciale s’era fatto ITALIA col fascismo e l’antifascismo. Sapeva indicare bene il nemico nella mediocrità tutta italiana del piccolo interesse e della furbizia a buon mercato. Ma soprattutto era un uomo Contro, Poeta e Ribelle senza appartenenze vincolanti, un Uomo alla ricerca del Bello letterario e sullo schermo. Leggete le sue righe, i suoi libri, i suoi racconti, le sue poesie.  

Guardate i suoi film, osservate i volti dei suoi protagonisti, l’Accattone e i suoi borgatari, i Ragazzi di vita e tanti altri ancora. Le sue facce, gli sguardi che ne ricava, i corpi dei suoi Uomini nei film come nei libri hanno un pregio raro: sono autentiche facce, sono sorrisi coi buchi, sono occhi limpidi e già bastonati dalla vita. Sono i poveri che lui accarezzava di sincera compassione, cristianamente oltre ogni sua intenzione, col cuore limpido di chi non giudica la bellezza dal trionfo esteriore ma la trova e la fa risaltare nell’affetto per quelle vite. Guardate il suo Gesù del Vangelo secondo Matteo, ci troverete un uomo senz’aureola e senza eserciti, senza oro o potenza. I suoi apostoli hanno facce da veri pescatori e operai e lui, Pierpaolo, le rendeva belle nella loro realtà. Un Poeta che sapeva andare contro ogni corrente per amore della Verità, della Bellezza. Una mente che godeva nel produrre cultura viva, MICA CARTA, un ribelle che già allora definiva “totalitaria” la televisione e illiberale il capitalismo, un anticonformista che era comunista a modo suo, cioè (da vero Libertario) contro ogni violenza e totalitarismo. Certo l’Italietta provinciale pigra e bigotta non l’ha amato, sarebbe stato strano il contrario.

Ci manchi Pierpaolo, ci manca la tua voglia di Libertà che non guarda dogmi e non  rispetta altro che la sofferenza di persone concrete, quelle che ti trovi davanti e non altre. Ci manca il tuo disprezzo per una modernità che non ha nulla di umano, ci manca la tua umanità sincera, colta e popolana al tempo stesso. Che bello sarebbe se al sabato sera, su Canale 5 ci fossi tu a leggere i Cantos del tuo amato Ezra Pound...