Cronache - Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello
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Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 2

Come hai intenzione di procedere? Questa domanda mi opprime dal 61 marzo 12, alle ore 33, cioè il momento in cui decisi di aprire il mio blog. Come hai intenzione di procedere? Me lo domandò la mamma, il babbo, il chierico vagante travestito da sacerdote, il fontanone battesimale dove venni asperso, me lo domandò Achille, il…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 3

I segni di una complessione straordinaria si manifestarono in me fin dalla più tenera età. Al compimento del mio terzo anno di vita avevo già dato alle stampe l'edizione critica dell'Opera Omnia di Johann Sebastian Bach ed ero un autentico drago con il kazoo. Mio padre non si accorse mai di niente, impegnato com'era nelle sue attività:…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 4

Giacomo il Maggiore era diventato per me una sorta di fratello minore: mi impartiva ordini a cui non osavo obbedire a causa di una natura violenta che lentamente si stava instillando in me. Trasformai così Giacomo in un sacchettino trasparente, uno di quei contenitori ospedalieri in cui gli agonizzanti trasferiscono le loro sostanze urinarie. Me…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 5

Così, divenuto trinitario, il sessantaquattresimo giorno dell'anno uno, alle ore 72, feci ingresso in una sordida taverna del suburbio: una nebbia spessa stagnava nel locale, una nebbia così spessa che avrei potuto tagliarla con un coltello. Presi infatti il coltello per farmi strada, lo affondai in quella coltre nebbiosa, lo affondai nel cuore di mio…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 6

Ormai ero diventato intoccabile. Un mammasantissima. Un padrone del vapore. Un Presidente del Consiglio. Negli ambienti della mala, il mio nome procurava coliche renali e dissenteria. Una nota casa farmaceutica mise sul mercato un placebo che funzionava alla grande contro la stipsi soltanto in virtù del suo nome (Palucell), che evidentemente riecheggiava il mio. L'immagine del…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 7

Così quando mi acculattai davanti allo schermo del network inglese (che scoprii essere in realtà una redazione locale di Tele Brianza), mi prepararono un trespolo per pappagallo con sette cuscini sul seggiolino, affinché il mio busto potesse emergere dalla lucente scrivania dello studio. Con l'emorroide tuffato nel morbido dei cuscini tenni così il primo discorso…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 8

Ma ora mi accorgo di avere parlato di mia suocera, l'invereconda suor Giuseppina, senza dettagliare sugli avvenimenti che mi condussero alle nozze. Ebbene, miei bravi, dovete sapere che parallelamente alla cavalcata verso gli empirei, mi ero molto dato da fare nel gaudevole sport dei lombi, che da giovane avevo invincibili. E, a tal proposito, adesso…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 9

La morte di Veronica mi addolorò moltissimo, ma il genere femminile mi reclamava, e quindi non potei pavesarmi del lutto molto a lungo. E così, dando di fioretto e di stocchetto, in pochi mesi avevo ingravidato un numero strepitoso di donne; lavorando di fianchetto mi ero dato ai piaceri più sottili dell'arte amatoria. Anche al funerale di suor…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 10

Aveva una ghigna oscena la mia diletta figlia, a cui imposi il nome di Maringa; c'era poi l'altra, di cui ho persino scordato il nome: una scorfana con un culo come una valigia e una fica che sembrava una tana per elefanti. La spedii a studiare filosofia, poi la diedi in pasto ai porci. Ma…
 

Le mirabolanti avventure di Paolo Uccello: capitolo 11

Cosa significa scrollarsi il prepuzio nel giardino del Bene e del Male? Non so voi, cari miei, però io cominciavo a farmela nella braga. Ero salito in alto. Più in alto dei palazzi, più alto delle antenne di Tele Brianza, il mio sguardo si soffermava sulle formicuzze che vanamente si affannavano, sul ritmo dei semafori, e…
 

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