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Associazione radicale antiproibizionisti

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Comunicato su sondaggio "Donna Moderna"

Post n°21 pubblicato il 27 Agosto 2008 da dinaforever

Sondaggio su "Donna Moderna". Dichiarazione di Claudia Sterzi, segretaria dell' Associazione Radicale Antirpoibizionisti.
 
Usciranno domani, su "Donna Moderna", i risultati di un sondaggio che vedono all'89% gli italiani favorevoli all'introduzione dei test antidroga per la sicurezza stradale. Il risultato del sondaggio, del quale attendiamo di conoscere le modalità e l'ampiezza, conferma solo l'efficacia della campagna mediatica mirata, a pochi giorni dal tragico incidente di Anzio, dove una giovane donna incinta ha perso la vita in uno scontro frontale con un automobilista risultato poi positivo al test, specificamente alla cocaina. 
Questa disgrazia è stata usata da Giovanardi, responsabile del Governo per droga, servizio civile e famiglia, per incentivare una serie di misure che riguardano assai più la sua personale lotta proibizionista alla droga che non la sicurezza stradale; nè viene in mente che, se l'etilometro ha fallito, forse è in altre direzioni che bisogna agire, per esempio intensificando i controlli su quella che è la causa prima degli incidenti, cioè la velocità, non solo attraverso l'uso di autovelox che insegnano la furbizia e non la prudenza, o concentrandosi sull'informazione e sulla prevenzione, con chiari e dettagliati messaggi ai ragazzi sulle conseguenze della velocità in primis, e dell'uso delle varie sostanze, più o meno legali, sulla guida, o migliorando le condizioni delle nostre strade, o ancora intervenendo su tutti quei messaggi pubblicitari che promuovono macchine molto più veloci dei limiti di legge da una parte, alcoolici dall'altra. 
Invece mentre si stanziano, per ammissione dello stesso Giovanardi, un milione e mezzo di euro per i test antidroga sulle strade, per prendere la patente, per i lavoratori di alcune categorie ( perchè non per i parlamentari o per le stesse Forze dell'ordine? ), si diminuiscono di un milione di euro i finanziamenti alle Forze dell'ordine; prima di fare sondaggi, si dovrebbe avere la certezza che i cittadini conoscano la complessa e drammatica situazione sulla quale vengono chiamati ad esprimere un parere.  

 

 
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Risposta alla lettera pubblicata sul Corriere dell' Umbria ( di una esponente delle associazioni vittime della strada )

Post n°20 pubblicato il 27 Agosto 2008 da dinaforever

Ritengo necessario rispondere alla lettera della Signora Mancinelli, pubblicata ieri sul vostro giornale. In primo luogo per ribadire la frase con la quale ho aperto il mio intervento durante la conferenza stampa di ieri, a Perugia, sul tema: “Test antidroga per prendere la patente: quale utilità e chi paga”:  “. . . se mi si dimostrasse che i test antidroga effettuati al momento della richiesta o del rinnovo della patente servono a garantire un significativo aumento della sicurezza stradale, sarei la prima ad essere d’accordo. Quello che io voglio mettere in dubbio è l’utilità di tali test e la scelta di destinare risorse pubbliche al suo acquisto massiccio invece che impiegarlo in altro modo”.

Non si deve confondere la sicurezza stradale con le politiche sulle droghe, perché stiamo parlando di fenomeni che coinvolgono milioni di ragazzi in vario modo, e la superficialità non giova a salvare nessuno. Che cosa è il proibizionismo è domanda alla quale si cerca di rispondere fino dagli anni ’20, quando la proibizione di vendere alcool scatenò in America l’unico effetto di una impennata del consumo di alcoolici oltre al proliferare di proventi illegali per le mafie, cosa che costrinse già dopo pochi anni dopo alla revoca del provvedimento.

Né tanto meno si vuole incentivare l’uso di sostanze stupefacenti prima, durante e dopo la guida.

Ci si interroga, invece, sull’effettiva efficacia del test antidroga al momento della concessione e rinnovo della patente; riguardo all’argomento: “se servisse a salvare anche solo una vita” si può facilmente ribattere che per salvarne una si impiegano risorse che, usate in altro modo, ne salverebbero cento o mille.

Cioè non era intenzione dei promotori, nel convocare la conferenza stampa ieri, alla quale la signora Mancinelli è stata invitata, e dalla quale ha preso spunto per la sua lettera, discutere in quella sede sugli effetti della marijuana “sullo sviluppo psicofisico dei giovani”, ma piuttosto di aprire il dibattito pubblico sull’uso di soldi pubblici ( che lo paghi il cittadino direttamente, la unità sanitaria, il ministero dei trasporti o i fondi per la lotta alle tossicodipendenze, sempre di soldi pubblici si tratta ) per iniziative di dubbia efficacia.

Grazie

Claudia Sterzi,

 

segretaria dell’Associazione Radicale Antiproibizionisti ( @.r.a. )

antiproibizionistiradicali@gmail.com

tel. 3381007330

 
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Conferenza stampa

Post n°19 pubblicato il 23 Agosto 2008 da dinaforever

"Test antidroga per prendere la

patente: quale utilità e chi paga?".

Martedì 26 agosto, alle ore 11, presso la sala delle conferenze dell'hotel La Rosetta, corso Vannucci, Perugia, è convocata una conferenza stampa promossa dall' Associazione Radicale Antiproibizionisti, @.r.a.

 

Introduce Andrea Maori, della direzione dell' @.r.a.,

Partecipano

senatrice Donatella Poretti,  del gruppo radicale nel PD

Claudia Sterzi, segretaria dell' @.r.a.,

Giampiero Proietti segretario regionale per l’Umbria e per il Lazio dell' Unione Nazionale Autoscuole Studi Consulenza Automobilistica (UNASCA)

 

La sperimentazione del test antidroga è stata annunciata da Carlo Giovanardi, da settembre, e riguarda 4 città: Perugia, Verona, Foggia e Cagliari. Si tratta di una delle ennesime risposte al problema della sicurezza che non costituiscono una soluzione anzi rappresentano un vero spreco di soldi pubblici e privati. Anche senza entrare nel merito della evidente illiberalità del metodo, la validità del test viene inficiata dai relativamente brevi tempi di permanenza delle tracce sia di alcool, che di sostanze stupefacenti. Basterà all'aspirante patentato osservare qualche giorno di astinenza e il gioco è fatto. A farsi carico di questa inutile novità saranno i cittadini che si vedranno chiedere il costo, intorno ai 100 euro, del test; elementare è fare il conto dei soldi che entreranno nelle tasca della Comifar, la società produttrice di tutti i test usati dalle aziende sanitarie, dalle Forze dell'Ordine, oltre che dei test che l'amministrazione del Comune di Milano ha voluto comprare e distribuire alle famiglie con figli adolescenti lo scorso anno, ritirati, dopo 20 giorni, da 30 famiglie su 3800. Non sono questi provvedimenti che possono garantire maggiore sicurezza stradale, è piuttosto interessante capire, come scrivono i senatori del gruppo radicale nel PD Donatella Poretti e Marco Perduca nella interrogazione parlamentare presentata lo scorso luglio, "quale normativa europea o italiana autorizza il sottosegretario Carlo Giovanardi ad imporre esami alcolemici e tossicologici quale presupposto per il conseguimento della patente di guida, e cosa intenda fare il Governo per raggiungere la media europea per proporzione fra controlli stradali con etilometro ed altri esami tossicologici dei conducenti.

 

Per info: Maori + 339.3455415

andreamaori@gmail.com

 

 

 

 
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Comunicato stampa a Perugia

Post n°18 pubblicato il 22 Agosto 2008 da dinaforever

SICUREZZA STRADALE: PERUGIA CITTA' CAMPIONE CON TEST ANTIDROGA DA SETTEMBRE: PERPLESSITA' SULLE MODALITA'

di Andrea Maori, membro della Direzione dell'Associazione Radicale Antiproibizionisti (@R.A.) andreamaori@gmail.com

A settembre partirà una nuova campagna per la sicurezza stradale promossa dal Dipartimento per le Politiche Antidroga –guidato da Carlo Giovanardi - in 4 città campione: Cagliari, Foggia, Verona e Perugia. La sperimentazione prevede un test obbligatorio antidroga per chi chiede la patente o il patentino. Il test sarà obbligatorio nell'ambito della visita medica, per chi chiede di guidare un motorino o il patentino o la patente. Se il test risulterà positivo non sarà concessa la documentazione e se si tratta di minorenne si avviseranno le famiglie. Questa campagna si basa su un'iniziativa europea che scatterà nel 2011 ma che l'Italia mette in campo con tre anni di anticipo per prevenire le stragi su strada.

Fin qui la notizia e verrebbe da dire: finalmente si fanno dei controlli a tappeto e si cerca di prevenire una delle più pericolose cause delle stragi sulle strade. Eppure la campagna presenta alcune perplessità sugli obbiettivi che si vogliono raggiungere in merito ai quali è bene riflettere. Al momento non si conosce come avverranno questi test: se con analisi del sangue, delle urine o dei peli del corpo, ma la differenza è relativa. Infatti prendiamo il caso dell'alcol: questa è la droga che produce più incidenti stradali ma che ha la caratteristica di sparire dal sangue dopo due o tre ore. Oppure prendiamo la cannabis che resta nel sangue circa un mese: è assurdo pensare che se vengono trovate tracce di questa sostanza in una persona che ha fumato uno spinello alcuni giorni fa, si possa dire che è tossicodipendente, tanto meno che sia pericolosa alla guida. Oppure il caso dell'eroina: basta una settimana di astinenza e il consumatore rimane "pulito". Oppure la cocaina le cui tracce rimangono nel sangue tra le 12 e le 24 ore.

Si potrebbe così continuare per altre sostanze, comprese le legalissime benzodiazepine, ansiolitici molto diffuso. In sostanza: quello che potrebbe avvenire è che una persona avveduta potrebbe fare un pò di astinenza, passare l'esame e poi fare quello che vuole. Il test potrebbe avere un senso se svolto periodicamente, ogni quindici giorni, ma diventerebbe una follia, coinvolgere in questo modo milioni di automobilisti.

Ci convincono molto di più esami medici approfonditi, compresi quelli lungo le strade che coinvolgono personale specializzato con un uso massiccio degli etilometri e gli esami dei riflessi nervosi che non vengono obbligatoriamente effettuati e che invece possono rivelarsi come decisivi.


 
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ROTOTOM SUNSPLASH

Post n°17 pubblicato il 15 Luglio 2008 da dinaforever

12.07.2008 Giunto al Rototom Sunsplash per partecipare al dibattito delle 15,00 “Criminalizzazione della canapa fa bene alla salute?" Peter Cohen, professore all’università di Amsterdam ha detto” le conseguenze delle politiche attuate dai governi più proibizionisti non sono la diminuzione dell’uso delle sostanze stupefacenti ma l’affollamento delle carceri. Sappiamo da anni che le politiche verso il consumo di droga non ha influenza sulla gente che la consuma ma vediamo che sono solo importanti per gli amministratori e i politici. Essi intendono solo suggestionare la popolazione facendo credere che la stanno proteggendo. Ma non è vero perché in paesi come gli Stati Uniti dove sono tre volte più severi di altri paesi come l’Olanda e dove usano molto la polizia per la repressione non hanno visto diminuire il loro consumo di droga. Al contrario”.

 
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19 luglio 2008

Post n°16 pubblicato il 14 Luglio 2008 da dinaforever

 

ASSEMBLEA

      DELL’ASSOCIAZIONE  

      RADICALE  

      ANTIPROIBIZIONISTI 

      @.r.a. ( antiproibizionistiradicali@gmail.com )

Il 19 luglio 2008, a Roma, in Via di Torre Argentina 76, dalle 10 alle 17

è indetta l’Assemblea della Associazione radicale antiproibizionisti

 

Dopo una prima riunione di insediamento a Chianciano, il 4 maggio, a margine dell’Assemblea dei Mille, l’associazione si riunisce in Assemblea degli iscritti.

All’ ordine del giorno:

 

Presentazione e votazione dello Statuto

Relazioni introduttive sul presente stato della battaglia antiproibizionista radicale nelle sue varie articolazioni: referendum, proposte di legge, disobbedienze civili, associazioni; convergenze e divergenze con le altre forze politiche.

Dibattito generale

Presentazione e votazione di mozioni generali e particolari

Elezioni di Segretario e Tesoriere

 

L’Assemblea degli iscritti è aperta alla partecipazione e agli interventi di tutti

Vi aspettiamo

 

Claudia Sterzi, responsabile dell’Associazione radicale antiproibizionisti

Rita Bernardini, Deputata radicale

Donatella Poretti, Senatrice radicale

Giulia Simi, Vicesegretaria dell’Associazione Luca Coscioni

Jolanda Casigliani, segretaria dell’Associazione radicale Satyagraha

 

 

 

 

 

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 13 Giugno 2008 da dinaforever
Foto di dinaforever

Presidente della Camera come un Ayatollah, giudice del bene e del male.

L’offensiva proibizionista messa in atto dal Governo prosegue in quello che sembra un inarrestabile cammino. A integrare le recenti dichiarazioni del Ministro degli Interni, del Sindaco di Milano e del Delegato alla droga, alla famiglia e al servizio civile è intervenuto, pochi giorni fa, il Presidente della Camera. On. Gianfanco Fini, con dichiarazioni di parte e di partito. Il Presidente della Camera promette una strenua difesa della legge che porta il suo nome, ne rivendica la validità e minaccia ulteriori inasprimenti col ricorso ai regolamenti di attuazione della normativa; inoltre, visto che "non basta soltanto intervenire con le leggi e con il contrasto", è necessaria una “politica di valori sani”, per "combattere cio' che si puo' definire l'anemia morale di chi trova nelle sostanze un motivo per superare la propria condizione di debolezza".

Quali sono esattamente i “valori sani” da contrapporre alla “anemia morale” secondo Gianfranco Fini? “Oggi il rischio della societa' contemporanea non e' in un eccesso di autoritarismo, ma in una deriva che lede la dignita' umana: il rischio e' la liberta' che diviene anarchia, ma non puo' esistere la liberta' di farsi del male" perche' nel relativismo del 'tutto e' lecito' "non si distingue piu' tra cio' che e' bene e cio' che e' male".

Anche volendo sorvolare sulla condizione di tabagista del Presidente della Camera, è forte il dubbio sul valore politico di queste affermazioni, più indicate per un capo religioso, visto che si millanta di saper distinguere a colpo sicuro il bene dal male e di conoscerne i confini.

Chiederei a Gianfranco Fini, preoccupato dall’ “anemia morale” e dalla mancanza di “sani valori”, oltre che di guardare alla trave nel suo occhio, di pervenire ad una visione più super partes, sia nel senso di ruolo istituzionale, sia in quello di visione politica della società; di rivolgere la sua attenzione, per esempio, ad argomenti correlati come le carceri, oppure i morti sul lavoro, il mercato del lavoro giovanile e la tutela dei minori, la diffusione delle droghe in Parlamento e il controllo dei  finanziamenti alle Comunità cosiddette di recupero. Otterrebbe migliori risultati, oltre a farci migliore figura.



 

 

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 08 Giugno 2008 da dinaforever
Foto di dinaforever

Come può essere pericolosa? Nella foto, il Ministro per le Pari Opportunità

OSSESSIONI PROIBIZIONISTE

E’ un chiodo fisso, quello che Letizia Moratti, Sindaco di Milano, in buona compagnia con Roberto Maroni, ministro degli Interni e Carlo Giovanardi, delegato alla famiglia, alla droga e al servizio civile, dimostra per l’inasprimento in senso proibizionista della vigente legge sulla droga, che il Sindaco già aveva definito “troppo lassista”.

Come già aveva annunciato a maggio, insieme al ministro Maroni, uno dei cinque punti chiave del loro piano sicurezza consiste e persevera nel distinguere tra spaccio e consumo. Ignorando o fingendo di ignorare che il mercato clandestino seleziona una categoria numerosa di consumatori che sono anche piccoli spacciatori, specialmente fra i consumatori meno abbienti che si trovano a far fronte a prezzi elevati, altro effetto della clandestinità del mercato. Giovani destinati a finire nelle maglie della giustizia per i quali la distinzione fra consumatore e spacciatore potrebbe essere vitale nel determinarne il trattamento, infatti essere definito spacciatore comporta rilevanza penale. Fra le altre conseguenze, si consegna alle comunità, selezionate secondo rigidi criteri di appartenenza ( “ Sosterremo solo realtà che operano per il recupero integrale della persona. Non finanzieremo più politiche di riduzione del danno.” aveva dichiarato il Sindaco di Milano un anno fa ), oltre a ingenti somme di finanziamento pubblico, un potere di ricatto che necessita di maggiore controllo e competenza.

“Ne ho gia' parlato al ministro” ha annunciato Letizia Moratti “spero che venga proposto un emendamento al decreto.”

Sarà forse per i suoi forti interessi nell’imprenditoria di comunità? A pensar male . . .

 

PROSTITUTE PERICOLOSE PER LA MORALE?

AFFERMAZIONE INSENSATA

 

Il decreto cosiddetto “sicurezza” che il Governo si appresta a varare nel tentativo di mantenere le incaute promesse fatte in campagna elettorale si arricchisce ogni giorno di nuove insensate proposte. Al tentativo di trasformare una condizione già disagiata, l’immigrazione clandestina, in un reato, sono seguite le esternazioni di Letizia Moratti sulla necessità di inasprire la troppo “lassista” legge vigente sugli stupefacenti. Ma al peggio non c’è mai fine: è di questi giorni la proposta di includere le prostitute nella categoria di “persone pericolose per la morale”, proposta contrabbandata come la soluzione per i problemi di ordine pubblico che la prostituzione in Italia determina. Non sono le prostitute ad essere pericolose, è la legge che impedisce loro di esercitare il mestiere in modo legale e controllato, mentre le strade d’Italia sono piene di donne e ragazze spesso ridotte in schiavitù, senza alcuna tutela, private dei documenti, che vivono sotto i nostri occhi una vita di violenze e sfruttamento. A questa vergogna non si pone certo una fine con un decreto che rafforzi le punizioni alle quali sottoporre le prostitute stesse, ma con una finalmente liberale legalizzazione della prostituzione e del mercato ad essa correlato. 

 
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Invito per l'Onorevole Carlo Giovanardi e per la Signora Sindaco Letizia Moratti

Post n°13 pubblicato il 08 Giugno 2008 da dinaforever

 
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CARLO GIOVANARDI vs. CANNABIS TIPO FORTE

Post n°12 pubblicato il 28 Maggio 2008 da dinaforever

ON.GIOVANARDI, SI INFORMI!

 

Sostiene l’On. Giovanardi, delegato dal Governo alla droga, alla famiglia e al servizio civile, che gli spacciatori desiderano allargare il loro campo di azione; e questo è evidente. Ma in questo tentativo non vengono, come sostiene il Giovanardi, “oggettivamente aiutati da manifestazioni come quella in programma a Bologna dal 30 maggio denominata 'Cannabis tipo forte 2008'”; sono invece aiutati  dalla legge vigente, proibizionista, che segue ad altre leggi, tutte proibizioniste, fino da quando Presidente del Consiglio era Benito Mussolini. Il consumo di sostanze stupefacenti, e il giro di denaro che muove, non ha cessato di crescere e proliferare all’ombra di legislazioni punitive e antiquate.

Fa di tutt’erba un fascio, Carlo Giovanardi: la coppia uccisa da un tossicodipendente, i malori degli studenti, le devastanti conseguenze, che definisce “dell’uso”, mentre più esatto sarebbe dire “dell’abuso”, le feste estive giovanili che da decenni, con tutti i Governi, sono state consentite come zone franche, come “cuscinetti sociali”, oltre che come metodo di controllo e di schedatura, i negozi di  “piante magiche” o “droghe legali”.

Oltre al fatto che anche un bar, vendendo alcolici, superalcolici, caffè e sigarette, può essere definito un negozio di droghe legali, bisognerebbe invece distinguere, comprendere tanti altri aspetti; dal delegato a settori così delicati della società come droga, famiglia, servizio civile mi aspetterei maggior cultura e minor pressapochismo.

E’ da incoscienti agire allertando Prefetti e Ministro degli Interni, con interrogazioni comunali e parlamentari, contro manifestazioni di informazione, comunicazione, aggregazione giovanile.

Dovrebbe, l’On. Giovanardi, rivolgere il suo vigile sguardo anche al suo mondo, a quel mondo parlamentare inquinato, per usare le sue stesse parole, dall’ abuso di cocaina.

Il conflitto tra forze dell’ordine e giovani non ha bisogno di essere inasprito con la scusa della droga; e già nel 2007 centinaia di minori sono finiti nel circuito carcerario italiano, con tutto quel che comporta, per essere assuntori di sostanze stupefacenti, e come tali schedati. 775 di questi  sono stati incarcerati per essere assuntori di cannabinoidi.

Nelle carceri italiane sono rinchiusi decine di migliaia di tossicodipendenti, le comunità finanziate con soldi pubblici spesso non assolvono le loro funzioni.

Di fronte a numeri così rilevanti e ad una realtà tanto devastante quanto costosa, non si trova di meglio che scatenare l’opinione pubblica contro una manifestazione, quella di Bologna, Cannabis tipo forte, che apre con tutte le intenzioni di rappresentare un luogo di convegno e di dibattito pubblico, su uno specifico oggetto, la pianta di canapa, che fra tutte le sostanze cosiddette stupefacenti è fra le meno, se non ultima in assoluto, dannose e pericolose fra illegali e legali, avendo dimostrato oltretutto effetti terapeutici ed usi tecnologici avanzati.

Claudia Sterzi, responsabile Associazione radicale antiproibizionisti

 
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